lunedì, Settembre 9, 2024
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Svapo e fumo in spiaggia: la guida della gentilezza

Con l’arrivo delle vacanze si rinnova puntualmente il problema del divieto di fumo o di svapo nelle spiagge e del giusto smaltimento di mozziconi e dispositivi. Nascono spontaneamente quindi i seguenti quesiti: posso fumare in quella spiaggia? Se sì, dove posso gettare i mozziconi di sigaretta?

Innanzitutto, bisogna partire dal presupposto che nel nostro Paese fumare in spiaggia non è un reato. Detto altrimenti, attualmente in Italia non esiste ancora una legge che vieti di fumare in spiaggia. Sono, quindi, le varie amministrazioni comunali o direttamente gli stabilimenti balneari che possono decidere se introdurre una linea di azione in materia oppure no.
Questo perché, come ben sappiamo, oltre ad essere nocivo per la salute propria, il fumo di sigaretta, anche se solamente passivo, può rivelarsi un elemento oltre che dannoso, anche di disturbo per gli altri bagnanti. Dunque, è buona prassi all’arrivo in spiaggia verificare i singoli divieti, se possibile, evitare comunque di fumare. I trasgressori, infatti, possono essere multati dalla polizia municipale con sanzioni veramente salate che possono variare dai 30€ ai 500€, anche a seconda della presenza di donne in gravidanza o di bambini nello spazio circostante.

E dove si possono gettare le cicche?

Le cicche di sigarette devono essere gettate negli appositi raccoglitori di mozziconi o, in assenza di questi, nei bidoni dell’immondizia. Questo perché le sigarette che vengono disperse in spiaggia in modo irresponsabile costituiscono da sempre un vero e proprio problema, provocando gravi conseguenze al nostro pianeta e alla salvaguardia di tutto l’ecosistema.

In primo luogo, come sappiamo, ogni anno vengono seppelliti sotto la sabbia un gran numero di mozziconi che possono impiegare fino a dieci anni per degradarsi del tutto. In secondo luogo, il materiale di cui sono fatti i filtri delle sigarette, ovvero microplastiche in fibre di acetato di cellulosa, possono subire un processo di decomposizione a causa dell’umidità, della luce solare o di altri fattori che rilascia nello spazio sostanze altamente tossiche.

Per salvaguardare le spiagge e non solo, nel 2015 è stata introdotta una legge, “Collegato ambientale”, che punisce con sanzioni che vanno dai 60€ ai 300€ chi viene sorpreso a gettare sigarette in mare o a nascondere mozziconi sotto la sabbia, sia negli stabilimenti balneari che nelle spiagge libere.

E per quanto riguarda sigarette elettroniche, riscaldatori di tabacco ed ecig usa e getta?

Anche in questo caso, proprio come per le sigarette convenzionali, lo Stato italiano non ha ancora redatto una legge sul divieto di svapo in spiaggia. In linea generale, però, possiamo dire che qualora ci fossero dei divieti specifici, emanati dal comune di pertinenza delle spiagge o dallo stabilimento balneare, potrebbero non riguardare le sigarette elettroniche usa e getta che, producendo meno sostanze nocive rispetto alle sigarette convenzionali, sarebbero più tollerabili. 

Ciò non toglie che sarebbe opportuno informarsi adeguatamente prima di iniziare a svapare sia perché il divieto potrebbe essere generale, per fumo e svapo, e sia per senso di civiltà, poiché l’aerosol dello svapo, per quanto sappiamo essere meno dannoso del fumo di sigaretta convenzionale, potrebbe comunque infastidire i nostri vicini di ombrellone. E allora, spazio alla gentilezza, se possiamo.

Per ciò che riguarda lo smaltimento delle sigarette elettroniche usa e getta, in quanto composte da diverse tipologie di materiali come metalli, plastiche e batterie si apre un capitolo a parte. La giusta pratica sarebbe “smontarle”, quando è possibile, e differenziare ogni pezzo nel giusto contenitore di raccolta tra carta, plastica e indifferenziato. Qualora, invece, questo non sia possibile bisogna gettarla per intero nel contenitore dell’indifferenziato o meglio ancora riciclarle grazie alla possibilità offerta da molti negozi di sigarette elettroniche italiane di riciclare le Ecig da smaltire.

Come ha ricordato il prof. Davide Campagna, membro del CoEHAR ed esperto sul tema: “L’Europa richiede che i dispositivi elettronici siano facilmente smontabili dal consumatore in modo da poter separare e smaltire correttamente tutta la componentistica elettronica (ricordiamo che batterie e circuiti elettrici possono essere riciclati correttamente solo se separati prima di essere smaltiti). Anche se nel 2018 si è arrivati ad un tasso di recupero vicino al 43%, per raggiungere il più alto tasso di successo, bisogna incentivare l’utente finale a riciclare il dispositivo nel modo più corretto anche con il supporto della stessa rete di vendita italiana. Anziché riciclo 1 a 0, si potrebbe parlare di riciclo 1 a 0.5, con uno sconto da concordare tra produttori e venditori da applicare all’acquisto di un nuovo dispositivo con riciclo di uno già usato“.

Laureata in Scienze e Lingue per la comunicazione all'Università di Catania è appassionata di viaggi e culture diverse. Impegnata nel sociale con attività didattiche e sociali e con la collaborazione a diversi progetti di sensibilizzazione e promozione culturale nelle scuole dell'infanzia, Alessia entra nella squadra di LIAF con la passione per il giornalismo e con il grande obiettivo di fornire all'opinione pubblica una equa e reale informazione sulla cultura antifumo.

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