Il progetto europeo U-Biopred, del quale anche la Lega Italiana Antifumo e l’Università di Catania sono partner, giunge alla sua conclusione dopo 6 anni di intensa attività scientifica, e pubblica i suoi risultati in un documento di riferimento nella rivista scientifica European Respiratory Journal il 10 Settembre 2015. Tale documento ha un’eco mondiale tanto da venire encomiato dalla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Respiratory Medicine in un importante editoriale sulle nuove frontiere di prevenzione e cura dell’asma. Gli autori dell’articolo spiegano come – grazie ai risultati ottenuti dal progetto internazionale sull’asma grave che ha visto impegnati centinaia di scienziati in tutto il mondo – si sia arrivati ad una ridefinizione dell’asma come una malattia con più e diverse particolarità.
Come spesso abbiamo raccontato, nell’ambito di U-Biopred, il progetto di ricerca finanziato nel 2009 dall’Unione Europea e che ha l’obiettivo di trovare cure alternative all’asma grave, LIAF si è occupata di supportare il reclutamento dei pazienti asmatici italiani e di coordinare la comunicazione e la disseminazione dei risultati tra comunità scientifica, istituzioni, pubblico generale e pazienti nel panorama nazionale.
Grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Catania ed il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Riccardo Polosa, si è arrivati ad identificare differenti tipologie di pazienti asmatici, inclusi quelli con una chiara storia di tabagismo, storicamente poco studiati in questo campo della medicina respiratoria. Inoltre, l’intensa attività di Ricerca e Promozione di questi anni ha permesso di presentare – in occasione del convegno organizzato nell’Università di Leuven, in Belgio – un sottostudio sulle relazioni pericolose tra fumo e asma che vuole determinare le differenze molecolari tra un asmatico fumatore e un asmatico non fumatore, cercando dei possibili target farmacologici per aiutare questa classe di pazienti.
The Lancet Respiratory Medicine
Una nuova identità per l’asma
“Sono passati 10 anni da quando il Global Initiative for Asthma (GINA) ha pubblicato per la prima volta il rapporto contenente le strategie condivise a livello mondiale per la gestione e prevenzione dell’asma. Da allora, questo riferimento aggiornato annualmente è diventato un’autorità in materia di cura dell’asma, nonostante il fatto che la malattia sia cambiata nel tempo, arrivando in alcuni casi ad essere irriconoscibile.
Le più recenti linee guida di GINA, pubblicate a luglio 2015, ridefiniscono l’asma come “storia di sintomi respiratori quali respiro affannoso, mancanza di respiro, senso di costrizione toracica e tosse che variano nel tempo e in intensità, insieme ad una limitazione del flusso espiratorio variabile“.
Gli autori di GINA non credono più che i quattro sottotipi di asma già stabiliti (intermittente, lieve persistente, moderata persistente, e grave persistente) possano definire adeguatamente la malattia. Per questo gli scienziati hanno coraggiosamente dichiarato che la definizione di asma non dovrebbe più essere considerata una diagnosi definitiva ma piuttosto un “termine ombrello”. Le autorità dovranno ora impegnarsi ad utilizzare con precisione la medicina per individuare le popolazioni di pazienti con simili genotipi, fenotipi, e caratteristiche cliniche. Per ora, ciò significa semplicemente che le scelte di trattamento devono essere effettuate tenendo in considerazione sia le decisioni a livello di popolazione (ad esempio, l’efficacia del trattamento, la sicurezza, e il costo), sia le decisioni a livello di paziente (come il fenotipo, il profilo di rischio e la storia aderenza). Per identificare e definire tutti i sottotipi di asma, sarà necessaria una rigorosa analisi di grandi popolazioni eterogenee di persone che riportano la malattia.
Questa esigenza di un approccio personalizzato per la gestione dell’asma è ormai in gran parte conosciuta e accolta, ed è stata rafforzata da varie iniziative globali che mirano a produrre un’impronta bio-clinica di asma. La prima di queste iniziative a lungo termine sta iniziando a dare i suoi frutti. Il documento iniziale di riferimento del grande progetto U-BIOPRED è stato pubblicato nella rivista scientifica European Respiratory Journal il 10 Settembre 2015 con grande successo.
Il consorzio U-BIOPRED ha raccolto dati imparziali da circa 900 persone affette da asma, reclutati da 16 siti in 11 paesi europei. Come previsto, i risultati (analisi di 610 adulti) hanno mostrato che gli adulti con grave malattia avevano più sintomi, riacutizzazioni, ansia e depressione, con funzione polmonare ridotta e peggiore qualità di vita. I dati sulla coorte dei bambini asmatici arriveranno presto, e la comunità si aspetta risultati simili. Speriamo che questi dati offrano risposte alle questioni sollevate nell’ultimo aggiornamento GINA sul modo migliore per diagnosticare l’asma nei bambini di età inferiore ai 5 anni. Profili clinici e biologici personalizzati di asma infantile saranno cruciali per la creazione di profili di rischio del paziente e per prendere decisioni di trattamento in questa popolazione clinicamente complicata.
Anche se i dati di riferimento U-BIOPRED sono in qualche modo ortodossi, essi creano le premesse per analisi future promettenti. I dati raccolti utilizzano la tecnologia più recente, che misura non solo le caratteristiche cliniche, ma definisce anche lipidomica, metabolomica, proteomica e del trascrittomica di ciascun paziente. La speranza è che l’interrogatorio di questi dati a livello micro, utilizzando piattaforme di knowledge management come lo strumento no-profit TRANSMART , consentirà agli esperti di distinguere diversi fenotipi di asma che portino a nuovi e più efficaci approcci terapeutici. Come gesto di benvenuto, U-BIOPRED ha un approccio liberale alla condivisione dei dati, con i dati delle analisi omiche forniti in banche dati pubbliche e tutti i risultati clinici impostati per essere disponibili in open access entro 12 mesi dalla pubblicazione. Questo progetto è riuscito dove molti altri hanno fallito, portando avanti il concetto che la scienza è fatta anche di raccolta sistematica e analisi dei dati in una proficua collaborazione paneuropea che coinvolge il mondo accademico, l’industria e i pazienti.
Iniziative come U-BIOPRED e SARP dovrebbero essere applaudite e, dato che questi progetti a lungo termine hanno avuto un buon fine, molto entusiasmo si crea per la futura gestione dell’asma. Mentre gli esperti hanno ragione di essere ottimisti circa la potenziale definizione di una malattia come “asma ombrello”, gli stakeholders devono ricordare che le sotto-classificazioni della malattia non sono il punto finale desiderato. Ciò che è veramente necessario è l’identificazione di fenotipi clinicamente, al fine di agevolare la gestione ottimale del paziente attraverso un trattamento personalizzato”.
Per leggere il testo originale dell’articolo del The Lancet Respiratory Medicine, clicca qui
Per maggiori informazioni sul progetto U-Biopred, guarda il video dell’incontro tenutosi a Leuven, Giugno 2015
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.