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Smettere di fumare riduce il rischio di tumore alla vescica fino al 70%

Frequente stimolo a urinare quando non ce n’è bisogno, dolore o bruciore durante la minzione ma anche fastidi intimi e prurito: i disturbi urinari non sono per nulla rari, specie nelle donne possono manifestarsi con maggiore intensità proprio con i primi caldi primaverili, con un impatto notevole sulla qualità della vita.

Ai microfoni di LIAF, è intervenuto sul tema il prof. Sebastiano Cimino, Professore Associato e Direttore della Clinica Urologica dell’Università degli Studi di Catania.

Le infezioni delle vie urinarie nelle donne fumatrici possono essere causate dall’abitudine al tabagismo?

Secondo il mio parere e secondo gli attuali studi presenti in letteratura scientifica non è possibile parlare di un nesso di causalità tra fumo ed infezione delle vie urinarie nella donna. Tuttavia il fumo di sigaretta può interferire con svariati meccanismi fisiologici del nostro organismo e quindi in maniera indiretta far aumentare la suscettibilità a contrarre infezioni.

Prof. Sebastiano Cimino

Il fumo, e nello specifico alcune sostanze in esso contenute, possono anche alterale la normale flora batterica vaginale predisponendo così allo sviluppo di vaginosi batterica, patologia spesso asintomatica, ma che può causare importanti discomfort (è dimostrato che le vaginosi sono due volte più comuni nelle donne fumatrici rispetto che nelle non fumatrici, e soprattutto nelle giovani donne).

Tornando invece all’argomento infezioni delle vie urinarie possiamo menzionare alcuni studi che hanno analizzato lo sviluppo di resistenza batterica agli antibiotici: questa si è dimostrata essere più frequente nelle donne fumatrici e con infezioni delle vie urinarie ricorrenti. Quest’ultimo aspetto può sicuramente influire negativamente sull’efficacia della terapia farmacologica in pazienti affette appunto da infezioni delle vie urinarie.

Quali sono i rischi maggiormente correlati al fumo?

In ambito urologico il fumo rappresenta il principale fattore di rischio nel tumore della vescica e delle alte vie urinarie. Lo si riscontra infatti approssimativamente nel 50% dei casi di tumori vescicali e nel 20-30% dei tumori a cellule renali.

I soggetti fumatori presentano un rischio di sviluppare tali neoplasie triplicato rispetto ai soggetti non fumatori.  Questo elevato rischio si viene a determinare in quanto attraverso i reni, e quindi attraverso la produzione di urine, si effettua l’escrezione (eliminazione) di numerose sostanze cancerogene contenute nel fumo di sigaretta, come ad esempio idrocarburi ed amine aromatiche. Il contatto cronico di queste sostanze con le cellule che rivestono le vie escretrici determina alterazioni e danni al DNA delle cellule e il modificarsi delle stesse in senso neoplastico.

Se si smette di fumare, in quanto tempo si possono osservare i primi risultati?

Ricollegandoci alle patologie tumorali, che per ordine di importanza sono quelle più studiate, possiamo affermare che il rischio di tumore alla vescica e di recidiva di malattia dopo trattamento chirurgico aumentano di pari passo al numero di sigarette fumate al giorno e agli anni di fumo.

Ovviamente anche l’età alla prima esposizione al fumo si associa negativamente al rischio di tumore alla vescica. Per i fumatori che non hanno sviluppato un tumore vescicale, lo smettere di fumare determina una riduzione del rischio di avere un tumore primario alla vescica del 30% dopo 1-4 anni e del 60 -70% dopo 25 o più anni.

Molti fumatori credono che smettendo di fumare possano “ritornare” alle stesse percentuali di rischio di un non fumatore in tempi brevi, ma in realtà questo processo richiede molto tempo e comunque, anche dopo molti anni, non si potrà tornare al pari di un soggetto non fumatore.

Già dopo 10 anni dalla sospensione si osserva una riduzione degli effetti nocivi sugli out come clinici dei pazienti con tumore della vescica non muscolo invasivo primario o recidivante. Si è tuttavia osservato che i principali  effetti benefici correlati alla cessazione dell’abitudine tabagica si osservano quando questa si realizza 20 anni prima della diagnosi. Possiamo quindi concludere dicendo che, anche se il processo richiede molto tempo, lo smettere di fumare riduce il rischio di tumore alla vescica e può anche ridurre il tasso di recidive dei tumori vescicali superficiali. In tale prospettiva anche l’urologo ha dunque il dovere di scoraggiare l’abitudine tabagica e promuovere programmi di prevenzione soprattutto a partire dalla giovane età.

Si possono riscontrare danni alle vie urinarie anche tra i giovani fumatori?

Oltre alle patologie tumorali, che interessano in maggiore percentuale una fascia di età più alta, è stato dimostrato come il fumo possa influenzare altre patologie urologiche riscontrate anche in pazienti più giovani. Lo stress ossidativo ed il danno vascolare indotti dal fumo possono contribuire, assieme ad altri fattori, alla patogenesi della disfunzione erettile.

Il fumo può interferire con i normali processi di ovogenesi e spermio genesi conducendo quindi a quadri di infertilità sia nell’uomo che nella donna; determina condizioni di tosse cronica che peggiorano le perdite urinarie in pazienti affetti da incontinenza da sforzo; influisce negativamente sulla sintomatologia nelle cistiti interstiziali e aumenta il rischio di formazione di calcoli urinari.

È stata inoltre osservata una correlazione tra fumo e sintomi delle basse vie urinarie: il rischio relativo di vescica iperattiva, nicturia, aumentata frequenza urinaria giornaliera risulta essere maggiore tra la popolazione di fumatori ed ex fumatori rispetto ai non fumatori e nello specifico, tra i fumatori si presentano maggiormente nei gruppi più giovani. Tutti questi sintomi inoltre aumentano contestualmente all’incremento del numero medio di sigarette fumate giornalmente.

GUARDA L’INTERVISTA AL PROF. CIMINO IN OCCASIONE DEL NO TOBACCO DAY 2021

Gabriella Finocchiaro, giornalista siciliana impegnata da anni nelle più importanti emittenti televisive della Sicilia è la nuova redattrice del sito LIAF. Appassionata di sport, soprattutto di pallavolo e calcio, è stata consulente anche per amministrazioni locali e provinciali e portavoce di sindaci e presidenti. Microfono e telecamera in mano, Gabriella è il volto della cronaca e della politica regionale. Il suo primo amore è stato la radio, lo strumento che le ha consentito di entrare a far parte del mondo giornalistico. Ama il teatro, il cinema, la musica, gli animali e soprattutto la vita! Gabriella crede tantissimo nelle possibilità offerte dalla comunicazione sociale e dalla diffusione di messaggi positivi a tutela degli altri. Oggi si scommette in una nuova avventura con LIAF che trova già entusiasmante!

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