In Canada, “Food and Drug Act” è la normativa che regola la vendita e il commercio di alimenti, farmaci, cosmetici e dispositivi terapeutici. Anche i prodotti elettronici che dispensano nicotina per inalazione ricadono nel Food and Drug Act, dunque non possono essere importati, commercializzati o venduti in Canada senza essere approvati dalla normativa. Di converso, le sigarette elettroniche che non contengono nicotina si possono vendere liberamente.
Il dato di fatto è che i negozi di sigarette elettroniche continuano a proliferare nello Stato, e migliaia di fumatori continuano ad acquistare e usare e-cig con nicotina. Mentre il Governo canadese sembra non avere la volontà di ostacolare la crescita di imprese tecnologicamente innovative che si rivolgono alle necessità di migliaia di cittadini, né di vigilare sul rispetto della legge, il Ministero della Salute (Health Canada), invece, ha tutta l’intenzione di applicare un controverso divieto sulle e-cig contenenti nicotina, chiedendo:
– a decine di aziende di smettere di vendere tali dispositivi
– ai provider di siti Internet di non fornire più spazi per siti web a negozi online di e-cig
– alle società di carte di credito, o di terzi come PayPal, di non gestire le transazioni dei rivenditori.
Il fatto che ne abbia l’intenzione non significa però che abbia la volontà politica e le risorse adeguate a risolvere definitivamente la questione. Il Ministero, infatti, non si decide a disciplinare definitivamente le e-cig contenenti nicotina, per cui, mentre ne sostiene la loro illegalità, non vi contrappone una legge chiara per l’ottenimento dell’approvazione alla vendita.
Questa situazione paradossale ha così creato un’enorme zona grigia normativa, per cui cartucce e liquidi contenenti nicotina sono illegali ma continuano a essere venduti, costringendo molti fumatori canadesi a violare la legge per utilizzare un’e-cig che li aiuti ad astenersi dal fumo.
E’ per questo motivo che 12 esperti internazionali di tabagismo e salute pubblica hanno inviato una lettera aperta al Ministro della Salute Canadese, Rona Ambrose, chiedendole di sfruttare gli ampi poteri garantiteli dagli ultimi emendamenti del Food and Drug Act del 2012 per rivedere la propria posizione sulle e-cig contenenti nicotina, in modo da fare rientrare dispositivi, cartucce e liquidi nella legalità, e di permettere cosi che migliaia di fumatori possano avere la possibilità perlomeno di ridurre drasticamente i danni causati dal tabacco.
Ecco alcuni estratti della lettera tradotti in italiano:
“Crediamo fortemente che sia arrivato il tempo che la politica di controllo del tabacco vada oltre gli usuali approcci di educazione, cessazione totale dalla nicotina e prevenzione. (…) La politica di controllo del tabacco deve essere radicalmente innovata per incontrare le necessità di quei fumatori che non riescono a smettere, nonostante i loro sforzi, implementando strategie efficaci di riduzione del danno espositivo. La riduzione del danno da fumo di tabacco può essere ottenuta fornendo ai fumatori fonti più sicure di nicotina che rappresentino validi ed efficaci sostituti della sigaretta convenzionale. (…) Non c’è alcun dubbio che le sigarette elettroniche siano un riconosciuto esempio di tali sostituti.”
Dopo aver affermato che le e-cig non possono assolutamente essere considerate tossiche quanto la sigaretta convenzionale, per via del fatto che in esse non vi è combustione, e dopo aver rilevato che la percentuale minima di sostanze chimiche rinvenute in alcuni liquidi è esattamente la stessa percentuale riscontrabile nelle approvate terapie sostitutive della nicotina attualmente in commercio (NRT – buproprione, vareniclina), i 12 firmatari della lettera aggiungono che “come per altri interventi sanitari, non si può parlare di assenza di rischi o di standard di assoluta sicurezza, ma della massima riduzione praticabile dei rischi e della sostituzione di prodotti con alternative più sicure”. E ancora: “Non stiamo dicendo che non vi sono assolutamente rischi di conseguenze indesiderate, ma come con altri interventi sanitari vi è una fortissima preponderanza di prove scientifiche a favore di tale intervento”.
La richiesta al Ministro Rona Ambrose è dunque chiara: “Rendere possibile il commercio delle sigarette elettroniche con vari livelli di nicotina per fornire ai fumatori efficaci sostituti della sigaretta di tabacco, permetterà senza dubbio di salvare innumerevoli vite e milioni di dollari in spese sanitarie”.
Il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico della LIAF e tra i firmatari della lettera, così commenta: “Abbiamo ripetutamente denunziato con articoli, petizioni e lettere alle autorità, il paradosso normativo che vige in Italia così come in Canada a causa di uno sproporzionato uso del principio di precauzione. Bisogna far capire alle istituzioni di tutto il mondo che la nuova frontiera delle politiche di controllo alla diffusione del tabacco deve passare attraverso la riduzione del rischio e la reversibilità del danno fumo-correlato. E le sigarette elettroniche hanno lo straordinario potenziale di prestarsi a tale fine.”
Il testo originale della lettera al Ministro della Salute Canadese è consultabile qui: Open letter to the Minister of Health on electronic cigarettes