domenica, Novembre 24, 2024
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Appello Beaglehole all’OMS: il successo sarebbe un mondo senza fumo

La Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dell’Organizzazione mondiale della sanità”– entrata in vigore da più di un decennio – “non ha mantenuto le sue promesse. L’ingrediente mancante nella strategia dell’Oms è la riduzione del danno”.

Così Robert Beaglehole, medico esperto di sanità pubblica e per anni a capo del Dipartimento malattie croniche dell’OMS, descrive l’efficacia delle linee d’azione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del FCTC. Con un ulteriore commento:“il vero successo da perte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è quello di ottenere un mondo senza fumo da tabacco, non un mondo senza nicotina.”

Nella stoccata contro l’organizzazione internazionale l’ex dirigente sottolinea come la priorità sia quella di ridurre i morti e le malattie causate dal fumo di sigaretta convenzionale e dalle sostanze tossiche prodotte dalla combustione.

“Siamo di fronte ad una piaga sociale ed economica- quella del fumo di sigaretta – che miete otto milioni di morti l’anno ed ha innumerevoli conseguenze per la salute pubblica. L’OMS dovrebbe essere in prima linea nel creare politiche efficaci di contrasto” ha affermato l’ex dirigente.

Le ragioni per cui la Fctc non è riuscita a mantenere le sue promesse, secondo Beaglehole, sono tre:

  • Il problema del’astinenza da nicotina;
  • Il fallimento dell’Oms nell’adozione di prodotti alternativi meno dannosi rispetto alla sigaretta convenzionale;
  • Il concentrare le politiche anti-fumo nel contrasto del fumo tra gli adolescenti a discapito degli adulti che intendono smettere.

Secondo l’esperto, l’Oms avrebbe dunque perso di vista il percorso e gli obiettivi fissati per contrastare l’insorgenza delle malattie croniche fumo-correlate, mentre urge rafforzare il pacchetto di interventi a livello internazionale al fine di poter invertire la tendenza.

“La Svezia – osserva Beaglehole – ha dimostrato l’efficacia di quelle che possono essere delle alternative meno dannose come lo ‘snus’ (tabacco per uso orale, ndr) e di come stia velocemente rimpiazzando il fumo di sigaretta”.

Un altro esempio è “il Giappone, dove i dispositivi smoke-free hanno ridotto la vendita di sigarette del 30%”.

La lezione appresa con la pandemia da Covid-19 avrebbe dovuto suggerire una risposta globale e coordinata con prove forti e indipendenti, per far emergere una politica basata sulla scienza e che non lasci indietro nessuno.

Sono diversi i Paesi ad alto reddito che hanno, e continuano ad ottenere, progressi consistenti appoggiando e sostenendo la Riduzione del Danno. Molti altri stanno facendo piani ambiziosi per accelerare tali progressi.

In altri stati, per esempio, molti giovani non approcciano più il fumo di sigaretta e questo è un traguardo notevole.

Comprendere la natura e l’impatto di questi prodotti sarà importante per formulare raccomandazioni basate su prove valide ed efficaci.

Altrettanto di valore sarà mantenere un dialogo con esperti, epidemiologi, e soprattutto con i fumatori e le persone che utilizzano i prodotti a rischio ridotto.

Nonostante il Regno Unito abbia adottato le sigarette elettroniche come strumento per frenare l’incidenza del fumo tra i propri cittadini, è allarmante notare come l’OMS continui a commissionare ricerche di scarsa qualità e perpetui campagne di disinformazione contro Londra. In futuro, vedremo se altri paesi seguiranno l’esempio del Regno Unito su prodotti alternativi più sicuri costringendo l’OMS ad ammettere i propri errori” ha commentato il Prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR.

Leggi anche: COP9/Riccardo Polosa: “La mancanza di interesse dell’OMS per lo sviluppo globale dei prodotti a rischio ridotto mi preoccupa molto”.

Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.

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