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Associazione SCOHRE: rischio norme europee troppo stringenti

Al centro dell’ultimo incontro online promosso nei giorni scorsi da Scohre, l’Associazione Internazionale per il Controllo del Fumo e la Riduzione del Danno, “Un nuovo sguardo sulla salute pubblica” (A new gaze of public health), temi come la tassazione o il divieto dei prodotti tradizionali del fumo.

Fonte: adnkronos.com (link)

La sessione prevista per il 2 marzo e promossa in forma mista sia in presenza che online, era inserita all’interno del PANHELLENIC CONGRESS OF PUBLIC HEALTH 2022, evento durante il quale è stata messa in risalto la necessità di un approccio più ampio e meno frammentato alle politiche di riduzione del danno anche in Europa, dove il fumo di nuova generazione rischia di andare incontro a norme europee più stringenti.

A coordinare l’evento la prof.ssa Anastasia Barbouni, docente di salute pubblica e prevenzione delle malattie all’Università “West Attica” di Atene e il prof. Ignatios Ikonomidis, docente di cardiologia presso la National and Kapodistrian University di Atene.

Tra gli ospiti, alcuni tra i maggiori esperti di salute pubblica a livello internazionale: Dimitri Richter, capo del dipartimento di cardiologia presso l’Euroclinic Hospital di Atene, Karl Fagerström, professore emerito e membro fondatore di SCOHRE, e Andrzej Fal, presidente della Polish Society of Public Health.

Cosa ne sarà dell’utilità dei prodotti a basso rischio?

Ad emergere è la questione del ruolo dei dispositivi alternativi al fumo tradizionale nelle politiche di controllo del fumo come le sigarette elettroniche o i prodotti a tabacco riscaldato, che hanno un diverso profilo di rischio, indubbiamente più basso.

Andrej Fal, Presidente della Polish Society of Public Health e membro di Scohre, ha affermato: “Garantire a questi prodotti una tassazione inferiore rispetto a quella delle sigarette tradizionali può aiutare nel percorso di abbandono del fumo tradizionale”.

Secondo gli esperti, si pensa che possa risultare vincente seguire l’esempio della FDA (Food and Drug Administration) americana, che adotta già un riferimento alla riduzione del danno, ovvero un approccio che considera i prodotti alternativi alle sigarette tradizionali come mezzo meno tossico e nocivo per affrontare il problema della dipendenza dal fumo.

L’Europa dovrebbe fare lo stesso e non mantenere un approccio così frammentato.

Questo risulta essere un limite per i prodotti a rischio ridotto perché secondo gli esperti della Riduzione del Danno, tanti approcci tutti diversi risultano molto limitanti.

Richter riporta come validi esempi da seguire i casi del Regno Unito e della Svezia, dove nel primo caso le sigarette elettroniche vengono offerte come strumento complementare alle terapie sostitutive con la nicotina per smettere di fumare e nel secondo perché si parla del primo Paese europeo che ha raggiunto l’obiettivo di abbassare il tasso di fumatori sotto la soglia del 5 per cento, proprio grazie all’utilizzo dei prodotti da fumo alternativi.

Quello che si evince da quest’ultimo confronto è che mantenere una pressione fiscale elevata sui dispositivi alternativi al fumo tradizionale può disincentivare chi vuole smettere di fumare.

Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.

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