I ricercatori del progetto In Silico Science del CoEHAR hanno sviluppato una tecnica per individuare i cosiddetti “spin bias”, ovvero gli errori che portano ad una interpretazione distorta intenzionale o non intenzionale dei risultati della ricerca.
Molto spesso, nel campo della divulgazione scientifica, si pensa che la lettura del “riassunto” di uno studio scientifico, in gergo il cosiddetto abstract, e quella della sezione risultati siano un modo completo di valutare i dati presentati. Ma è possibile che i risultati dichiarati non siano in linea con quanto emerge dalla metodologia impiegata nello studio e che siano oggetto di una interpretazione errata o distorta?
È quanto si sono domandati i ricercatori del progetto In Silico Science, uno studio condotto dagli scienziati del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Ricerca del danno da fumo dell’Università di Catania, guidati dal dott.ssa Renée O’Leary, che stanno lavorando ad una serie di revisioni sistematiche sugli studi sul fumo elettronico al fine di individuare tutti gli spin bias contenuti in alcuni studi sulla riduzione del danno.
In sintesi, quando i risultati della ricerca vengono interpre-tati in maniera distorta, intenzionalmente o meno, e quando i ricercatori suggeriscono ingiusti-ficatamente risultati favorevoli o sfavorevoli che portano a conclusioni fuorvianti, allora si è in presenza di “spin bias” dei risultati.
L’analisi attenta di questi lavori rivela che molti dati non significativi vengono presentati come fondamentali quando in realtà non lo sono.
Proprio oggi è stata pubblicata su BMC Research Notes la review dei ricercatori di In Silico dal titolo “Identifying spin bias of nonsignificant findings in biomedical studies”.
La loro ultima revisione sugli effetti cardiovascolari della sostituzione delle sigarette elettroniche con quelle convenzionali ha sostanzialmente confermato che le prime non hanno effetti avversi sui parametri cardiovascolari.
Tuttavia, come parte della loro revisione, i ricercatori di CoEHAR hanno ulteriormente condotto una valutazione qualitativa sugli studi clinici dalla quale è emerso che ben 7 studi su 26 presentavano spin bias, ovvero un insieme di pregiudizi che possono essere utilizzati come difesa di un pensiero ma che conducono alla pubblicazione di risultati nulli.
“La nostra review sugli effetti cardiovascolari ha riportato oltre il 66% di risultati non significativi nei test. Un dato importante che indica che le e-cig non presentano differenze nei test cardiovascolari rispetto alle sigarette convenzionali – ha spiegato la dr.ssa O’Leary – Non siamo gli unici ricercatori ad osservare errori nella letteratura biomedica. Uno studio ha confrontato 896 abstracts e ha rilevato che il 15-35% di questi era incoerente con i dati e un altro studio ha osservato che il 27% degli studi mostrava spin bias con risultati non significativi”.
“La distorsione del dato scientifico e la ricerca sfrenata di titoli sensazionalistici sta conducendo tutto il mondo accademico in un baratro di credibilità dal quale sarà difficile uscire fuori – ha detto il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR – Identificare ed eliminare i pregiudizi nel campo della ricerca scientifica ci consentirà di cambiare rotta e riportare la scienza sul piano della autorevole legittimazione della verità che gli spetta. Un linguaggio accurato e un processo di revisione indipendente devono essere le basi per la diffusione di informazioni rilevanti. Solo in questo modo possiamo creare una coscienza critica nell’utilizzatore finale e negli organi deputati a prendere decisioni di salute pubblica”.
Questa nuova tecnica per l’identificazione e la segnalazione dello spin bias non è un piccolo contributo al dibattito sulla riduzione del danno da tabacco.
Quando gli autori travisano le loro scoperte, intenzionalmente o meno, le loro conclusioni vengono presentate come prove. Soprattutto per il controverso campo della ricerca sulle sigarette elettroniche, i risultati devono essere discussi accuratamente. Il dibattito sulle sigarette elettroniche non deve essere distorto da risultati non significativi riportati con spin bias.
Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.