La questione dell’ incentivo economico quale motore motivazionale è stata rilanciata proprio in questi giorni a seguito della pubblicazione di uno studio americano secondo il quale le sperimentazioni con il metodo «Quit&Win», ovvero “Smetti&Vinci”, porterebbero a risultati positivi per smettere di fumare.
La notizia si riferisce ai risultati di una recente sperimentazione – pubblicata sul New England Journal of Medicine – che ha coinvolto oltre 2.500 persone seguite per sei mesi e divise in cinque gruppi di studio, quattro con tipologie diversificate di incentivazione (con premialità in denaro fino a 800 dollari in caso di astinenza completa dal vizio) più un gruppo di controllo senza incentivazione.
Nonostante i pareri positivi delle autorità di sanità pubblica, secondo il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico della Lega Italiana Antifumo: “Per quanto il progetto sia simpatico e accattivante, non c’è nulla di innovativo nel provare a dare del denaro per convincere i fumatori a smettere di fumare – lo “Smetti&Vinci” è un modello che è stato ampiamente utilizzato già a partire dagli anni 80, ma con risultati eterogenei”.
“La difformità dei risultati dipende molto – precisa Polosa – dal tipo di incentivazione e dalla condizione socio-economica dei fumatori sottoposti a questo tipo di intervento. Inoltre, gli effetti positivi non sono duraturi e con l’interruzione dell’incentivazione si registrano spesso ricadute nel vizio. Insomma, si tratta di un metodo: Vinci&Perdi“.
“E questo – ha aggiunto il dott. Caponnetto, responsabile del Centro Antifumo dell’Università di Catania – è anche il motivo per cui molti studi con farmaci antifumo producono successi strabilianti: i farmaci sono forniti gratuitamente ai partecipanti dei trial clinici e la partecipazione alle visite di follow-up viene incentivata con rimborsi spese”.
Ufficio Stampa e Comunicazione
Dott.ssa Valeria Nicolosi
email: [email protected]
oppure [email protected]
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.