domenica, Febbraio 2, 2025
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I trend della cessazione: i prodotti a rischio modificato il metodo più usato dai fumatori americani 

Un’analisi condotta studiando i dati provenienti da un sondaggio statunitense, ha rivelato che tra i fumatori adulti americani che riportano una cessazione duratura a 6 mesi, il metodo più popolare utilizzato per smettere è rappresentato dai prodotti a base di nicotina, in primis le sigarette elettroniche.

Sono passati anni dall’avvento delle sigarette elettroniche nel mercato internazionale: i prodotti si sono evoluti, le preferenze dei consumatori affinate e l’interesse scientifico di ricercatori e scienziati nel campo della cessazione si è orientato verso l’analisi dei rischi e dei benefici associati all’uso dei prodotti a rischio modificato, valutandone l’utilizzo all’interno delle strategie di riduzione del danno, con obiettivo primario quello di ottenere una cessazione duratura dal fumo di sigaretta.

Strategie che ancora non godono di un consenso unanime e che, per questo, molto spesso, non vengono valutate come soluzioni alternative per coloro che hanno difficoltà a smettere di fumare utilizzando i metodi tradizionali.

Una battaglia ancora più evidente in suolo americano, dove l’FDA ha varato un percorso molto stringente per l’approvazione e l’introduzione nel mercato dei prodotti per lo svapo.

Ottenere dati di consumo reale sui fumatori che decidono di smettere e sulle loro preferenze, potrebbe fornire un’ulteriore chiave di lettura per un’apertura, anche parziale, verso i prodotti per lo svapo all’interno delle scelte sanitarie dei vari paesi.

Infatti, una recente analisi condotta sui dati estrapolati dal National Health Interview Survey (NHIS) del 2022, ha rivelato che tra i circa 2,9 milioni di adulti americani che riportano una cessazione costante a sei mesi, o oltre, lo strumento preferito utilizzato è rappresentato dai prodotti a base di nicotina, in primis le sigarette elettroniche.

Tra i i metodi più comunemente usati, vi sono infatti i prodotti a base di nicotina (53,9%, 1,5 milioni di adulti statunitensi), in particolare le sigarette elettroniche, usate da sole o in combinazione con altri metodi (40,8%, 1,2 milioni di adulti statunitensi). Fanalini di coda nelle preferenze degli americani come strategie di cessazione, le quit line, il counseling e altri interventi non a base di farmaci o nicotina (6,3%, 0,2 milioni di adulti statunitensi).

Abbiamo utilizzato i dati del National Health Interview Survey (NHIS) del CDC, che ha indagato quali metodi avessero usato gli adulti americani che avevano smesso completamente di fumare (per almeno sei mesi) o che avevano provato a smettere nell’ultimo anno. Abbiamo scoperto che 2,9 milioni di adulti statunitensi hanno smesso di fumare nel 2022, e che i prodotti a base di nicotina, tra cui gomme, cerotti e soprattutto le sigarette elettroniche, sono stati di gran lunga i metodi più comunemente riportati per smettere di fumare tra quelli indagati dal NHIS; più della metà di coloro che hanno smesso completamente di fumare ha utilizzato prodotti a base di nicotina, e più di un quarto ha usato solo sigarette elettroniche senza altri metodi”  spiega Floe Foxon, di Pinney Associates, tra i contributors dello studio.

Questo si traduce in 1,5 milioni di adulti statunitensi che hanno smesso nel 2022 grazie ai prodotti a base di nicotina, e 0,7 milioni che hanno smesso grazie alle sigarette elettroniche. In confronto, i farmaci e i metodi che non prevedono sostegni farmacologici o a base di nicotina sono risultati essere molto meno popolari; circa l’8% di coloro che hanno smesso completamente di fumare ha usato metodi farmacologici, e circa il 6% ha utilizzato metodi non farmacologici e non a base di nicotina. Tuttavia, questi metodi sono stati di aiuto per un piccolo campione di adulti. Abbiamo anche riscontrato che, rispetto ai 13,1 milioni di adulti che hanno provato ma non sono riusciti a smettere, i 2,9 milioni che hanno smesso erano più giovani e avevano più probabilità di usare le sigarette elettroniche, sebbene queste associazioni possano essere mediate da altri fattori, come eventuali barriere che impediscono l’ accesso ai prodotti”.

Tuttavia, una parte significativa degli adulti cerca ancora di smettere senza alcun aiuto, una situazione che sottolinea la necessità di interventi mirati e la promozione di metodi basati su evidenze scientifiche.

Dott.ssa Foxon, i risultati suggeriscono che alcune popolazioni hanno maggiori difficoltà a smettere. Perché, secondo lei, le persone con meno stabilità emotiva trovano più difficile smettere di fumare?

Non sono una psicologa, ma ci sono alcune evidenze scientifiche che suggeriscono che alcune persone che fumano lo facciano come una sorta di “auto-medicazione”, utilizzando la nicotina per regolare deficit di attenzione e disfunzioni emotive (vedi, ad esempio, Gehricke et al. 2007 in N&TR). Per chiarire, non voglio dire che fumare sia sano: semplicemente, alcune persone che fumano percepiscono determinati benefici nel farlo, anche se questi benefici non sono mai maggiori dei rischi insiti nel fumo. Nel nostro studio, abbiamo rilevato che la prevalenza di sintomi depressivi di gravità nulla/minima era più alta tra la popolazione generale degli Stati Uniti rispetto agli adulti che hanno provato, senza riuscirci, a smettere. Ciò potrebbe significare che gli individui che soffrono di depressione e disturbi mentali trovino difficile smettere di fumare perché eliminare la nicotina significa privarsi di una sorta di sollievo mentale. I prodotti a base di nicotina a minor rischio potrebbero rivelarsi particolarmente efficaci in questa specifica popolazione. Ma sto solo speculando…

Secondo lei, come dovrebbero essere strutturati i centri o i servizi di cessazione per raggiungere efficacemente le popolazioni vulnerabili?

Mentre scrivo, il Centro per i Prodotti del Tabacco della Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha appena autorizzato la commercializzazione di 20 prodotti a base di nicotina, comprese le bustine aromatizzate, come “utili per la protezione della salute pubblica” (APPH). Questo si aggiunge ai 50 prodotti (sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato e snus nei gusti tabacco e menta/mentolo) precedentemente autorizzati. Sulla base dei risultati del nostro studio, che rileva che i prodotti a rischio ridotto sono i più popolari per smettere di fumare, credo che gli sforzi di cessazione del fumo negli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi maggiormente sul passaggio a prodotti meno dannosi.

Pensa che i prezzi elevati delle sigarette possano fungere da deterrente? O sono necessarie ulteriori misure per aiutare le persone a smettere di fumare?

Esistono evidenze scientifiche che attestano come l’aumento del prezzo delle sigarette funzioni da barriera e impedisca l’accesso al fumo per alcune persone, in una determinata misura. Tuttavia (e non avevo apprezzato questa prospettiva finché non ho ascoltato il prof. Robert Beaglehole, presidente di Action on Smoking and Health [ASH] in Nuova Zelanda), queste tasse sono “regressive” per chi non smette, nel senso che gli adulti a basso reddito che fumano spenderanno una proporzione maggiore del loro reddito per sigarette tassate più alte rispetto agli adulti a reddito più elevato. Il risultato è che, mentre alcuni adulti smetteranno di fumare dopo un aumento del prezzo delle sigarette, altri che non possono o non vogliono smettere perderanno semplicemente più del loro reddito, il che potrebbe significare meno cibo sulla tavola per loro e per i loro figli, meno sicurezza finanziaria e, in generale, standard di vita più bassi. 

Questo è qualcosa che mi preoccupa davvero: prezzi più alti andranno a discapito delle persone che fumano, che in generale già vivono con una qualità della vita inferiore, per qualcosa che non possono evitare, a causa della loro dipendenza dalle sigarette. In generale, non sono un sostenitore della mentalità “smetti o muori”. Credo che ci sia un argomento morale da fare: il rendere disponibili prima metodi alternativi per smettere di fumare (inclusi i prodotti a base di nicotina, i farmaci e i metodi non farmacologici) è un’ alternativa più etica rispetto al fare in modo che le persone che già lottano finanziariamente lottino ancora di più. Sappiamo che sigarette e sigarette elettroniche sono sostituti economici con elasticità incrociata dei prezzi, per cui un aumento del prezzo delle sigarette è associato a una maggiore domanda di sigarette elettroniche. Pertanto, l’effetto degli aumenti dei prezzi (ad esempio, tramite aumenti fiscali) sul tabacco combustibile può essere massimizzato rendendo disponibili come sostituti le sigarette elettroniche e altri prodotti meno dannosi.

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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