La FDA Food and Drug Administration ha autorizzato la vendita negli Stati Uniti D’America del sistema di riscaldamento del tabacco IQOS in seguito alla conclusione del processo di valutazione per l’introduzione nel mercato (Premarket tobacco application – PMTA).
La decisione dell’Autorità statunitense, che arriva a seguito di un lungo processo di verifica delle evidenze scientifiche in questo campo, ha suscitato l’interesse ed i commenti di alcuni tra i membri più illustri del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica della Lega Italiana Anti Fumo.
A commentare la notizia sono i tre esperti internazionali di riduzione del danno da fumo, impegnati a vario titolo nel mondo della medicina e della ricerca.
Il prof. Riccardo Polosa direttore del CoEHAR, il primo Centro di Eccellenza per la Riduzione del danno da fumo nato all’interno del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Catania, ha affermato: “Si tratta di una decisione attesa. I prodotti per la riduzione del rischio sono per definizione meno dannosi delle sigarette convenzionali. Averlo dimostrato con studi di qualità rafforza la mia convinzione che la strada delle nuove tecnologie è l’unica percorribile per risolvere la piaga del tabagismo in tempi rapidi. I dati di popolazione da Inghilterra, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Islanda, Giappone e Corea del Sud dimostrano che promuovere strumenti alternativi alle sigarette convenzionali (es. sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato, etc) può ridurre la prevalenza del tabagismo in maniera sostanziale. Va detto che negli USA l’eccessivo controllo operato dall’FDA potrebbe tramutarsi in un boomerang per la salute pubblica. Il meccanismo di certificazione infatti è molto lungo ed è talmente oneroso che solo le grandi multinazionali del tabacco possono affrontarne i costi. La Tobacco Product Directive (TPD) europea, da questo punto di vista, sembra più equilibrata. Ciò che importa è che bisogna restare concentrati su standard di qualità e sicurezza realistici per accelerare questa grande rivoluzione per la salute pubblica“.
Per il prof. Umberto Tirelli, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano:“Questo è un dato molto importante per il nostro Ministero della Salute e per gli altri ministeri europei perché, dopo accurate valutazioni scientifiche sulla base della documentazione presentata da Philip Morris, l’FDA ha evidenziato inferiori e più bassi livelli di sostanze tossiche, anche cancerogene, rispetto alle sigarette tradizionali. Questo risponde alla logica del principio di riduzione del danno. Nostro dovere di oncologi continua ad essere quello di far smettere o non iniziare a fumare, ma qualora non si riuscisse o non si volesse smettere bisogna dire che esistono alternative come IQOS, in linea con quanto detto dalla FDA”.
Infine, per il prof. Fabio Beatrice, direttore del Centro Antifumo San Giovanni Bosco di Torino: “Il tabagismo induce una dipendenza da nicotina e l’esigenza di fumare risponde a questa dipendenza. Purtroppo a causa del bisogno di inalare nicotina il fumatore si espone ad una fortissima tossicità legata alla combustione. La forte riduzione dell’impatto di queste sostanze nell’aerosol erogato da IQOS è stata accettata da FDA e talune sostanze come acroleina e formaldeide risultano drammaticamente ridotte rispetto al fumo analogico. Non vi è dubbio che una riduzione importante della tossicità abbia un forte significato per il fumatore resistente alla cessazione. Il governo della salute pubblica richiede che si attuino politiche per la cessazione e per il contrasto della dipendenza. Ma per coloro che non desiderano smettere di fumare o che non riescono a farlo neanche se supportati uno switch sul fumo digitale può essere visto come un buon inizio nell’ambito dell’alleanza medico paziente. Su questi aspetti si dovrebbe dibattere, ricercare e formulare proposte nel rispetto dei compiti istituzionali di ciascun organismo”.
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.