Questo è il tempo della ricerca sulle sigarette elettroniche. Ogni giorno il numero di pubblicazioni scientifiche in tutto il mondo sembra proliferare e, sebbene punti di vista opposti sull’efficacia di questi prodotti continuino ad alimentare il dibattito scientifico, l’interesse su questi temi è più alto che mai e i prodotti senza senza combustione continuano ad essere scelti da milioni di persone.
“Ricerche di buona qualità – ha detto il direttore del CoEHAR, Riccardo Polosa, commentando il suo recente editoriale sulla più prestigiosa rivista di Medicina Interna al mondo – saranno sempre più importanti per stabilire la tollerabilità, la sicurezza e l’efficacia. E l’innovazione tecnologica consentirà miglioramenti qualitativi rivoluzionari“.
“Internal and Emergency Medicine” ha infatti di recente pubblicato una speciale collana editoriale, in collaborazione con SIMI – Società Italiana di Medicina Interna, dal titolo: “Health impact of electronic cigarettes and heated tobacco systems” dedicata appunto all’impatto sulla salute dell’uso dei prodotti senza combustione.
Lanciata lo scorso 14 agosto, la collana presenta un editoriale firmato dal prof. Riccardo Polosa (direttore del CoEHAR), dal prof. Kostantinos Farsalinos (membro del Comitato Scientifico di LIAF) e dal prof. Domenico Prisco, ordinario di Medicina Interna nell’Università di Firenze.
Tra i sette studi evidenziati nella collana, vi sono anche due studi condotti dai ricercatori greci che sottolineano la crescente evidenza che i prodotti da svapo possono aiutare a smettere o ridurre il numero di sigarette fumate e che la motivazione più importante sta proprio nella possibilità di usare le e-cig come prodotti di consumo, e non come medicine.
Anzi, i tratti tipicamente ricreativi di questi prodotti li rendono una scelta più semplice. Utilizzando le ecig per “smettere di fumare” si avvia un processo ricreativo con cui il fumatore può godere, sostituendo l’abitudine dannosa del fumo con quella benefica dello svapo, degli stessi stimoli o delle stesse sensazioni del fumo della bionda. E’ bene ricordare, inoltre, che le elettroniche non rappresentano più del 5% dei rischi derivati dal fumo di una convenzionale bionda.
Dal punto di vista qualitativo, la continua evoluzione dello strumento può consentire anche un maggior rilascio di nicotina, che ricordiamo non rappresenta un problema. Di recente, ad esempio, i sali di nicotina hanno ampliato le proprietà sensoriali e aumentato la soddisfazione dello svapatore nell’utilizzo del prodotto. E sebbene siano necessarie ulteriori evidenze scientifiche, è importante lavorare sempre di più sull’appeal dei prodotti a rischio ridotto.
L’editoriale pone attenzione anche su un altro tema importante che riguarda la riduzione del rischio di cancro al polmone grazie all’utilizzo di e-cig: “Assessing the lung cancer risk reduction potential of candidate modified risk tobacco products“.
“L’interesse di tutta la comunità scientifica su questi temi lascia ben sperare che nei prossimi anni l’attenzione sulle possibilità offerte da questi strumenti sarà sempre più crescente” – ha detto Riccardo Polosa.
Non a caso, nel tentativo di colmare le tante lacuna di conoscenza, alcuni scienziati hanno recentemente progettato e lanciato un ambizioso studio clinico randomizzato, multicentrico e controllato.
“La ricerca in evoluzione nel corso degli ultimi anni ha ulteriormente supportato il minor danno delle sigarette elettroniche rispetto al fumo, cosa che abbiamo notato nella nostra prima revisione sistematica della letteratura scientifica nel 2014. L’aggiunta dei prodotti a tabacco riscaldato nell’arsenale della riduzione del danno può aiutare ancora di più i fumatori che vogliono smettere. Ma la ricerca dovrebbe essere intensificata, in particolare per questi prodotti che sono stati commercializzati più di recente e mancano quindi del livello di prove disponibili per le sigarette elettroniche” così chiude Kostantinos Farsalinos.
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.