Un nuovo studio condotto in Nuova Zelanda e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale The Lancet Respiratory Medicine dimostra ancora una volta l’efficacia dell’utilizzo combinato di cerotti con nicotina e sigarette elettroniche (con e senza nicotina) per aiutare i fumatori a smettere di fumare.
Questo trial è stato condotto utilizzando sigarette elettroniche di seconda generazione e liquidi da svapo scelti sulla base delle indicazioni dei produttori stessi. I partecipanti, fumatori motivati a smettere di fumare, sono stati divisi in maniera randomizzata in tre gruppi: a) utilizzo esclusivo di soli cerotti contenenti 21 mg di nicotina; b) utilizzo combinato di cerotto e sigarette elettroniche contenenti nicotina ed infine utilizzo di cerotti con sigarette elettroniche nicotine free. Sia partecipanti che ricercatori non conoscevano il livello di nicotina contenuto nei liquidi delle sigarette elettroniche e per tutti i tre gruppi valeva la regola dell’utilizzo di un solo cerotto giornaliero abbinato all’utilizzo a piacere della sigaretta elettronica solo nei due gruppi in cui era previsto.
I partecipanti hanno inoltre ricevuto supporto comportamentale specialistico per un periodo di 6 mesi.
Dai risultati ottenuti tra il marzo 2016 e il novembre 2017, si evince che il 50% dei partecipanti nel gruppo che ha utilizzato soli cerotti contenenti nicotina ha mancato il controllo finale, con percentuali che scendono al 32% e 33% per gli altri due gruppi, evidenziando cosi l’importanza di uno strumento atto a saturare la dipendenza gestuale come la sigaretta elettronica, con o senza nicotina, ed in grado di favorire l’aderenza alle visite, elemento cruciale per stabilire qualsiasi cambiamento di lifestyle.
“Questa informazione ha grande importanza per i professionisti della salute che si occupano di dipendenze dove uno dei principali problemi è l’abbandono delle terapie e dei controlli” – ha spiegato il prof. Pasquale Caponnetto, coordinatore del CPCT del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.
I ricercatori della Nuova Zelanda hanno coinvolto e fornito aiuto e sostegno a più di 1000 fumatori di sigarette convenzionali dimostrando che a sei mesi dalla data concordata per smettere di fumare, la percentuale di astinenza dal fumo di sigarette era significativamente più alta nel gruppo che utilizzava la combinazione di cerotti e sigarette elettroniche. Inoltre, in quest’ultimo gruppo, il trial ha portato a una diminuzione del numero di sigarette fumate al giorno di oltre il 50%, proporzione nettamente maggiore che negli altri due gruppi, dove le percentuali si aggirano sul 20%.
“L’implicazione clinica di questa scoperta – ha aggiunto Caponnetto – dovrebbe favorire l’introduzione definitiva della sigaretta elettronica, abbinata alle classiche terapie antifumo e al supporto comportamentale. Un trittico vincente nella sconfitta definitiva della dipendenza da fumo. A livello psicocomportamentale molti fumatori avvertono la mancanza della gestualità che nè i cerotti o gomme alla nicotina né il supporto comportamentale riescono a soddisfare”.
Entro i tre mesi dall’inizio dello studio neozelandese, solo il 50% dei partecipanti in tutti e tre i gruppi utilizzava ancora il cerotto, a differenza del 67% del totale che continuava ad utilizzare la sigaretta elettronica e al 56% utilizzante sigarette elettroniche prive di nicotina. Il tutto a rinforzare il fondamentale della sigaretta elettronica non solo quale strumento di cessazione ma anche di prevenzione delle ricadute.
Le percentuali sono ancora più interessanti se si considera un’analisi contestuale considerato che, all’inizio dello studio la Nuova Zelanda non aveva ancora approvato la vendita dei prodotti da svapo, costringendo pertanto i partecipanti ad utilizzare esclusivamente i prodotti forniti dai ricercatori e riducendo di molto la loro libertà nel reperire i liquidi desiderati.
Come dichiarato dal prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR: “L’utilizzo combinato di consulenza professionale e sigarette elettroniche produce ottimi risultati in termini di disassuefazione dal fumo. In questi giorni – ha concluso il direttore – abbiamo letto troppo spesso della mancanza di evidenze scientifiche sull’efficacia delle elettroniche, Bufale! ECLAT, che è il primo studio al mondo che ha affrontato questo campo di ricerca, ha confermato la bontà delle elettroniche per ridurre i danni da fumo già più di un decennio fa. Oggi, gli studi condotti in questo campo sono migliaia, pubblicati su riviste scientifiche di indiscutibile prestigio, condotti presso centri di ricerca indipendenti e di alto impatto scientifico e diversi aspetti sono stati ampiamente analizzati. L’unico passo in avanti che la ricerca deve fare è quello di seguire standard di riferimento condivisi da tutta la comunità scientifica e guidare la pratica clinica”.
Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.