domenica, Novembre 24, 2024
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Mark Slis, fumatore incallito salvato dallo svapo

L’ondata di panico causata dalle morti sospette negli Stati Uniti ha generato una serie di provvedimenti a catena che interessano la compravendita dei comuni prodotti da svapo.

A seguito della denuncia dell’FDA, secondo la quale l’azienda JUUL ha violato le norme federali spacciando i propri prodotti come più sani rispetto alla sigaretta convenzionale, il Presidente Trump ha proposto un bando completo dei prodotti da svapo aromatizzati.

A questo proposito, si è riunita qualche giorno fa la commissione del Michigan per valutare un decreto che sanziona la vendita e il possesso di prodotti aromatizzati con una pena fino 6 mesi di reclusione.

In questa occasione è diventata virale la testimonianza di Mark Slis, scienziato e titolare di un negozio per prodotti da svapo.

La storia di Mark Slis, fumatore incallito salvato dallo svapo

Mark, 55 anni, fumatore incallito per 40, ha provato qualsiasi metodo immaginabile per smettere di fumare, sia negli Stati Uniti sia all’estero, ipnosi compresa. Quasi rassegnato, mentre passeggiava per le vie della sua città natale, si accorge di un nuovo negozio. Incuriosito, entra e 20 minuti dopo dichiara di “essere uscito da non fumatore”.

Un ragazzo di 19 anni con un diploma di licenza superiore è riuscito laddove nessuno ha avuto successo in 30 anni, ne il governo, ne gli organi di sanità pubblica ne la comunità medica, ovvero farmi smettere di fumare. Non è costato un centesimo ne allo stato ne al governo federale. È servita solo una spiegazione di un prodotto molto semplice ed ha funzionato”.

A distanza di un anno, acquista quello stesso negozio con l’idea di aiutare altre persone a smettere di fumare.

L’esperienza di Mark spicca sopratutto per i dati che porta a sostegno della sua tesi: secondo le sue stime, non considerando differenze di popolazione tra adulti e minorenni, sul totale di abitanti dello stato del Michigan, i suoi clienti, passati e presenti, sono il 2.7% del totale.

Secondo mark proprio la varietà di aromi sarebbe alla base del successo della sigaretta elettronica: senza, lo strumento perderebbe il suo appeal costringendo i fumatori abituali a ricadere nella dipendenza.

Dall’analisi caso per caso della situazione in USA sembra emergere chiaramente che le patologie emerse a danno del sistema respiratorio debbano essere ricondotte più probabilmente all’utilizzo di prodotti illegali contenenti estratti olii di THC o CBD.

In merito alla questione, il professor Riccardo Polosa non ha dubbi:

Come ho affermato in altre occasioni non c’e’ alcun motivo di preoccupazione per i milioni di svapatori che nei prodotti a rischio ridotto hanno invece trovato una via d’uscita dal fumo. L’ago non è la causa di una overdose, dunque non incolpiamo lo strumento per la malattia. Non si dovrebbero confondere i pericolosi prodotti da svapo contenenti marijuana e provenienti dal mercato illegale con le sigarette elettroniche a base di nicotina la cui compravendita in Europa è regolata dalla normativa vigente”.

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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