Da una nota ufficiale del CDC emergono finalmente notizie certe sui casi di danni ai polmoni che hanno coinvolto più di 2050 casi negli Stati Uniti, inclusi 40 decessi. Secondo l’autorità statunitense, l’acetato di Vitamina E è stato identificato come “tossina potenzialmente pericolosa e di interesse” nei casi di malattie sospette ai danni del sistema respiratorio nei pazienti americani.
Il professore Riccardo Polosa è stato tra i primi ad affermare e spiegare questa tesi.
“Come ho sostenuto più volte – ha spiegato il professore – è necessaria ora più che mai un controllo attento sui prodotti da vaporizzazione di nuova tipologia a base di cannabis, non di certo su quello delle sigarette elettroniche che, per legge, è già monitorato“
“I casi di malattie respiratorie verificatisi negli Stati Uniti sono – come riportano diversi quotidiani americani – stati associati al consumo di liquidi THC o CBD contenenti estratti oleosi mai utilizzati prima. Le autorità sanitarie statunitensi hanno lanciato l’appello di non svapare prodotti non certificati o comprati illegalmente. E’ riduttivo – ha aggiunto Polosa – credere che il problema sia solo statunitense, queste situazioni possono accadere ovunque. Pertanto, nel tentativo di tutelare i consumatori italiani da queste eventualità è necessario costruire un proficuo rapporto di collaborazione tra enti regolatori, esperti della materia e produttori“.
I campioni prelevati dai tessuti polmonari di 29 pazienti hanno rilevato la presenza del composto, così come dichiarato dal vice direttore del CDC Anne Schuchat.
“Abbiamo rilevato una tossina potenzialmente pericolosa e di interesse dai tessuti biologici dei pazienti. In termini di identificazione di una causa scatenante, siamo a un punto migliore di quanto non fossimo qualche settimana fa”, ha dichiarato la Schuchat.
Informazioni che già da tempo circolavano in Europa: una così rapida evoluzione della casistica faceva pensare più a un caso di avvelenamento, che all’utilizzo continuato di una sostanza dannosa, sia per le tempistiche di propagazione che per varietà e differenza di soggetti coinvolti.
Estratti di olii di THC sono stati rinvenuti in 23 campioni su 29, mentre tracce di nicotina sono emerse da 16 campioni.
Per il CDC, ancora non si esclude la concorrenza di più fattori scatenanti e i prodotti da svapo, così come i dispositivi, rimangono sotto controllo, anche se i dati pubblicati gettano chiarezza su una situazione quanto mai confusa e alimentata dalle notizie fuorvianti dei media americani nel corso di questi ultimi mesi.
A questo punto, le autorità americane dovrebbero tentare di regolamentare una situazione di vendita e commercio di prodotti illegali, alimentata dalla mancanza di una corretta informazione a riguardo.
Anche i ricercatori del CoEHAR stanno effettuando degli studi per cercare di capire quanto avvenuto in USA.
In Europa, invece, ricordiamo che la produzione e il commercio dei prodotti da svapo, siano essi strumenti oppure prodotti, è controllata più severamente che oltreoceano.
Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.