La 99ma Conferenza Annuale del TMA ha visto la eterogenea partecipazione degli enti regolatori statunitensi (in rappresentanza della Federal Drug Administration, Mitch Zeller, il direttore del Center for Tobacco Products della FDA), dirigenti dell’industria del tabacco, imprenditori del settore del vapore elettronico e di prodotti nicotinici non combustibili, associazioni dei consumatori, analisti delle banche di affari di Wall Street, ricercatori, ed esperti di salute pubblica.
Nel corso del primo giorno della Conferenza si è a lungo dibattuto sulla nuova normativa del prodotti del tabacco (FDA, TPD) e sulla importanza di introdurre sostanziali correttivi, soprattutto nel settore del vapore elettronico, dove il rischio palese è da una parte quello della parificazione di questi prodotti a quelli convenzionali derivati dal tabacco, e dall’altra quello di esigere costose e complesse procedure registrative simili a quelle dei prodotti medicinali.
Anche se le autorità regolatorie di tutto il mondo sembrano finalmente riconoscerne la loro scarsa pericolosità a livello individuale, l’FDA esige ora verifiche sugli effetti a livello di popolazione. In particolare, si chiede ai produttori di dimostrare che questi prodotti non siano un rischio per la iniziazione al tabagismo o che non interferiscano negativamente con gli attuali tassi di dissasuefazione.
Molti dei partecipanti hanno concordato sul fatto che le norme emanate in questa loro forma attuale costringeranno alla chiusura diverse imprese indipendenti e arresteranno la spinta innovativa tecnologica che ha caratterizzato questo settore in anni recenti. La regolamentazione – ostentata (o sarebbe meglio dire, camuffata) come una garanzia per la salute del consumatore – di fatto avrà un impatto negativo sulla ricerca, sull’innovazione tecnologica, e sull’ampia e libera scelta dei consumatori per questi prodotti; di fatto, un embargo al rallentatore.
Paradossalmente, restrizioni sproporzionate e ingiustificate sul dosaggio di nicotina, sull’assortimento degli aromi e dell’hardware, sugli eventuali benefici per la salute e sulle modalità di commercializzazione, limiteranno la penetrazione commerciale del prodotto e di conseguenza il suo potenziale in termini di migliorata salute pubblica, favorendo di riflesso i prodotti di tabacco convenzionali.
I potenziali benefici delle e-cig per l’individuo e la collettività hanno costituto l’anima del dibattito del secondo giorno della Conferenza. Le prove scientifiche sulla sicurezza e l’efficacia delle e-cig stanno aumentando, e suggeriscono il grande potenziale di questi dispositivi come aiuto per ridurre o smettere di fumare, così come per ridurre il danno fumo-correlato già nel breve-medio termine. Su questo tema innovativo si è speso il Prof. Riccardo Polosa che ha presentato i dati di una serie di ricerche innovative condotte presso l’Università di Catania e supportate dalla LIAF. La tesi illustrata da Polosa (nella foto, nel corso della sua lettura al Congresso TMA, mentre viene moderato da Scott Leischow della Mayo Clinic) è che la sostituzione completa della sigaretta convenzionale con il vapore elettronico può determinare reversibilità del danno fumo-correlato sia a livello cardiaco che respiratorio anche solo dopo pochi mesi.
Molti dei partecipanti hanno molto apprezzato questo approccio innovativo che tende a semplificare la rigidità e i costi dei trial clinici tradizionali. Tra i problemi di difficile soluzione sono emerse la necessità di definire le modalità per un finanziamento indipendente della ricerca scientifica e la difficoltà da parte degli investitori di comprendere in pieno il valore di questo tipo di investimento, se non limitatamente alla ricaduta commerciale per il loro specifico brand.
La terza giornata ha sancito che la maggiore crescita del settore dei prodotti contenenti nicotina è rappresentata dalla categoria “personal vaporizers”. Questa categoria offre hardware molto performanti con ampia scelta di liquidi aromatizzati e di dosaggi nicotinici regolabili a prezzi molto concorrenziali, e risulta molto più appagante per gli utilizzatori; pertanto sono destinati a predominare il mercato del vapore elettronico surclassando le sigarette elettroniche tipo “cigalike”, i cui volumi di vendita sono in stallo già da diversi mesi.
L’impatto delle politiche di controllo sui prodotti contenenti nicotina è stato un altro tema di grande interesse. I dati epidemiologici dimostrano che la riduzione della prevalenza di fumatori nel mondo sta rallentando: in 187 paesi nel periodo 1996-2006 il declino si è attestato mediamente sull’1,7 % annuale, per poi rallentare allo 0,9% nel periodo 2006-2012. Questo a dimostrazione che le recenti severe politiche di controllo sul tabacco non hanno sortito l’effetto preventivato. E non solo. Nello scandaloso caso del tabacco masticabile tipo “snus” queste politiche possono addirittura aver contribuito a rallentare il declino del tabagismo in europa:
Nel corso dell’ultima giornata dei lavori, si è cercato di coniugare sviluppo di prodotti nicotinici ad elevata fruibilità e politiche di controllo sul tabacco. A tale proposito è stata segnalata la preoccupazione che tanto più un prodotto risulti attraente per i fumatori tanto più potrebbe creare dipendenza. Anche in questo caso si è evidenziata la necessità di compiere studi approfonditi, poiché la ricerca sui personal vaporizers risulta ancora molto limitata, e i risultati ottenuti con le vecchie tipologie di prodotto possono essere molto diversi da quelli ottenibili con i nuovi personal vaporizers.
Dipendenza a parte, l’accordo generale è stato che il rischio rappresentato da tutta la categoria del vapore elettronico è solo una frazione di quello del fumo convenzionale, a dimostrazione del fatto che non tutti i prodotti contenenti nicotina sono ugualmente pericolosi. Questo concetto è stato ulteriormente rimarcato nella lettura tenuta dal Prof. Jonathan Foulds, uno dei 13 coautori, insieme a Polosa, dello studio internazionale sovvenzionato da LIAF, che ha stimato un indice di rischio pari a 4 per la e-cig fatto 100 quello della “bionda”:
Tutti hanno concordato sulla necessità di ulteriori studi clinici per determinare gli effetti a lungo termine del passaggio dalla sigaretta convenzionale alla sigaretta elettronica, insieme alla ricerca mirata su aromi e ingredienti oltre ad approfondimenti sulle capacità dei componenti elettronici e meccanici delle e-cig di interferire con la sicurezza e l’ “appeal” degli e-liquid.
Il prof. Riccardo Polosa, tra i relatori della Conferenza TMA 2014, ha così commentato: “Sono orgoglioso che il lavoro svolto dall’Università di Catania e dalla LIAF sulla e-cig abbia ispirato e guidato così tanti gruppi di ricerca statunitensi” e ha anche aggiunto “È una grande soddisfazione vedere sempre più esperti sposare il principio che la regolamentazione di questi prodotti deve necessariamente basarsi sulle evidenze scientifiche”.