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Avvelenamento da e-cig? Le 5 sostanze più pericolose le abbiamo in casa!

Lo scorso 23 marzo 2014, il New York Times ha riportato la notizia che il liquido alla nicotina utilizzato nelle sigarette elettroniche sia altamente nocivo.
Matt Richtel, autore dell’articolo, dipinge la ricarica di nicotina liquida per le e-cig come la sostanza più pericolosa a memoria d’uomo, e riporta alcuni dati dell’American Association of Poison Control Centers (AAPCC), secondo cui il numero di segnalazioni per ingestione o contatto accidentale di liquido per e-cig è salito a 1.351 nel 2013, aumentando del 300% rispetto al dato del 2012.
Due giorni dopo l’uscita dell’articolo di Richtel, l’AAPCC – che possiede il database (NDPS) di tutti i casi di esposizione umana a veleni raccolti su segnalazioni telefoniche ai centri antiveleno americani – ha rilasciato un comunicato stampa sull’incremento del numero di segnalazioni riguardanti le e-cig nel 2013.
Tuttavia, se si legge con attenzione il comunicato, queste segnalazioni non sono tutte riferite solo al liquido alla nicotina, ma in generale a tutti i prodotti e-cig, incluse le cartucce. Inoltre queste segnalazioni non sono ancora state verificate, procedimento che solitamente avviene a fine anno quando si pubblica il report annuale che contiene i numeri definitivi. Tale avvertimento dell’AAPCC voleva più che altro essere un sollecito rivolto agli adulti americani affinché badino a tenere e-cig e liquidi alla nicotina al di fuori dalla portata dei bambini, e utilizzino il prodotto seguendo le istruzioni specifiche riportate sulle confezioni.
L’ultimo report disponibile è riferito al 2012; in quell’anno sono state effettuate 3.373.025 di chiamate al centro antiveleni. Di queste chiamate, poco più di due milioni denunciavano esposizioni umane, mentre le restanti erano solo richieste di informazioni o falsi allarmi. Ma forse il dato più eclatante è che i risultati del report mostrano come le prime 5 più frequenti cause di avvelenamento accidentale siano: gli antidolorifici (11,6% dei casi), i cosmetici/prodotti per la cura personale (7,9%), le sostanze per la pulizia domestica (7,2%), i sedativi/ipnotici/antipsicotici (6,1%) e i corpi estranei/giocattoli (4,1%). Anche alcune chiamate relative alla sigaretta elettronica sono state registrate fra i dati raccolti dal report, ma il numero di casi segnalati è davvero basso – pari a 459 (di fatto 447 casi riguardavano il dispositivo della sigaretta elettronica e/o la cartuccia contenente la nicotina, mentre solamente 12 si riferivano alla nicotina contenuta nel liquido dell’e-cig). Si evince chiaramente che solo lo 0,01% del totale delle chiamate registrate nel 2012 era connesso alla sigaretta elettronica. A confronto, il numero di chiamate per prodotti contenenti tabacco è stato molto più elevato, pari a 8.200 (di cui 5.881 legate alla sigaretta convenzionale). Peccato che di tutto questo il giornalista del New York Times non fa menzione. Se avesse letto anche il report del 2012 sarebbe stato in grado di dare la logica spiegazione per l’incremento delle segnalazioni dovute a e-cig nel 2013.
Per LIAF, questa spiegazione la fornisce il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico della LIAF. “Nel 2013, il numero di e-cig vendute negli USA si è praticamente triplicato rispetto all’anno precedente. È ovvio quindi aspettarsi che il numero di segnalazioni aumenti di conseguenza. Comunque sia, il numero di segnalazioni rappresenta solo una percentuale irrisoria rispetto al volume del venduto. Semmai il vero problema è che qualche adulto sembra essere incapace di utilizzare correttamente questi prodotti e di tenerli a distanza dai bambini.”
La prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF ed esperta di Igiene e Medicina del Lavoro, ha così commentato “Se aumentasse il numero di iscritti alle piscine, state certi che il numero di segnalazioni per esposizione ai prodotti chimici contenuti nell’acqua delle vasche si moltiplicherebbe in misura esponenziale. La strumentalizzazione dell’avvertimento dell’AAPCC dimostra ancora una volta l’ennesimo tentativo, da parte delle agenzie di stampa, di diffondere terrore nei confronti di un prodotto che rappresenta invece uno strumento importante di aiuto per tutti coloro che vogliono smettere di fumare.”

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