Tra rivoluzioni conclamate ma anche dubbi e perplessità, di certo un pò di strada è stata fatta dall’introduzione della legge 3/2003 (art. 51: “tutela della salute dei non fumatori”).
Il dato certo è che l’Italia è stato il primo grande Paese europeo a regolamentare l’abitudine dei tabagisti, ponendo delle regole ben delimitate.
L’applicazione del divieto di fumo di sigaretta convenzionale nei locali pubblici oggi è stimata al 91,9% e per i luoghi di lavoro al 93,9%. Il controllo sugli esercizi commerciali è stato serrato e ha dato i suoi frutti.
Lo stesso non può dirsi per le strutture pubbliche dove sino a pochi mesi fa, ricordiamo, si fumava addirittura nelle aule del Parlamento, secondo quanto denunciato anche da noi della LIAF.
La sensibilizzazione nei confronti del fumo passivo procede però velocemente. L’introduzione delle nuove normative volute dall’ex Ministro Beatrice Lorenzin, con il divieto di fumo nelle pertinenze di ospedali, luoghi di interesse sociale e in auto in presenza di minori, hanno rappresentato segnali positivi.
Dal 2005 ad oggi il numero di tabagisti è sceso drasticamente. Secondo l’ISS Istituto Superiore di Sanità la diminuzione è dovuta alla percentuale di cessazione femminile e alle campagne antifumo diffuse in questi ultimi anni.
Tuttavia, gli utilizzatori di sigaretta elettronica in Italia oggi sono più di 1 milione e mezzo. Un dato che non può essere ne sottovalutato ne commentato genericamente.
Quasi il 2% della popolazione (circa 900.000 persone) utilizza sigarette elettroniche. E a questi bisogna aggiungere gli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato, che recenti stime, avrebbero raggiunto nel 2019 il 4% del mercato.
Nonostante la Legge Sirchia abbia un pò patito l’assenza di valide soluzione per l’applicabilità delle sue norme, il bilancio dell’abitudine al fumo tra il 2005 e il 2020 in Italia è positivo. Le vendite di prodotti da tabacco è sceso del 32% ed è cresciuto (tra alti e bassi) il mercato dei prodotti a rischio ridotto a dimostrazione del fatto che la possibilità di ridurre i danni, per chi non riesce a smettere da solo, è almeno stata riconosciuta come valida alternativa.
Gabriella Finocchiaro, giornalista siciliana impegnata da anni nelle più importanti emittenti televisive della Sicilia è la nuova redattrice del sito LIAF. Appassionata di sport, soprattutto di pallavolo e calcio, è stata consulente anche per amministrazioni locali e provinciali e portavoce di sindaci e presidenti. Microfono e telecamera in mano, Gabriella è il volto della cronaca e della politica regionale. Il suo primo amore è stato la radio, lo strumento che le ha consentito di entrare a far parte del mondo giornalistico. Ama il teatro, il cinema, la musica, gli animali e soprattutto la vita! Gabriella crede tantissimo nelle possibilità offerte dalla comunicazione sociale e dalla diffusione di messaggi positivi a tutela degli altri. Oggi si scommette in una nuova avventura con LIAF che trova già entusiasmante!