sabato, Novembre 23, 2024
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Philip Morris International: gli esperti USA varano una politica proibizionista

Quando si parla di salute pubblica, gli americani tendono ad adottare un approccio rigido e selettivo. A maggior ragione quando si tratta di valutare l’efficacia e la pericolosità di prodotti a danno ridotto, come le sigarette elettroniche.

Una diatriba quanto mai attuale, il cui punto focale ora sembra vertere sulla prevenzione in materia di fumo, soprattutto tra i giovani in età pre-adolescenziale e adolescenziale.
“Dovreste sviluppare prodotti più sicuri”
Così incomincia il comunicato della Philip Morris: l’industria vuole spiegare quale sia la direzione che il reparto ricerca e sviluppo sta prendendo.
Secondo il colosso statunitense, gruppi di esperti, finanziati prevalentemente dalla Bloomberg Philanthropies, starebbero impendendo a chi fuma di scegliere in libertà alternative che scientificamente sono meno dannose della sigaretta convenzionale, trincerandosi dietro l’egida della salute pubblica.
La risposta sembra essere semplice: questi esperti stanno portando avanti una campagna proibizionista, attaccando quella che, a detta del comunicato, è l’unica azienda pubblicamente esposta e impegnata nell’eliminare le sigarette.
Il timore rimane che di fronte alla negazione al pubblico di informazioni accurate e scientifiche, i fumatori, spaventati da possibili ritorsioni in termini di salute, possano semplicemente decidere di continuare a fumare, senza valutare le alternative.
I numeri del comunicato della Philip Morris
  • I prodotti smoke-free rappresentano un quinto del business dell’azienda, partendo da una base di zero cinque anni fa
  • Dal 2008, la Philip Morris ha investito 7.2 miliardi di dollari per sviluppare alternative scientificamente valide alle sigarette tradizionali
  • Quasi 10 milioni di adulti hanno completamente smesso di fumare passando a prodotti a tabacco riscaldato elettrici, presenti in almeno 52 mercati
  • Mentre smettere rimane l’opzione migliore, le ricerche di mercato in molti paesi mostrano che l’80% degli adulti che fumano vogliono alternative migliori.
  • Nel 2019, il 71% delle spese è stata dedicata ai prodotti smoke-free
chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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