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E-cig e formaldeide: lettera di denuncia contro la famosa rivista New England Journal of Medicine

Il 22 Gennaio 2015, la famosa rivista medico-scientifica New England Journal of Medicine (NEJM) pubblicava una lettera di alcuni studiosi della Portland State University (USA) in cui si dichiarava di aver riscontrato nel vapore delle e-cig livelli di formaldeide così elevati da risultare molto più tossici rispetto a quelli normalmente riscontrabili nelle sigarette convenzionali.
Questa notizia, che è stata diffusa dai media di mezzo mondo, ha alimentato l’imponente campagna anti-ecig sostenuta da certe frange della salute pubblica statunitense. Nonostante le immediate repliche di molti scienziati, il NEJM a tutt’oggi non ha ritrattato la pubblicazione né tantomeno gestito in maniera corretta le proteste pervenute, come avrebbe invece dovuto fare in accordo al Codice di Condotta del Comitato per l’Etica delle Pubblicazioni (COPE), a cui aderisce il NEJM.
Tale codice di condotta, che ha il fine di garantire la rispettabilità delle riviste medico-scientifiche, prevede infatti che dichiarazioni sbagliate, imprecise o fuorvianti vadano corrette prontamente se non addirittura cancellate dalla rivista tout court.
Nel caso in questione, spiegano i 40 esperti che hanno denunciato la rivista – tra cui anche il Responsabile Scientifico LIAF, prof. Riccardo Polosa – l’interpretazione dei dati presentati dagli studiosi americani è gravata da un approccio metodologico errato oltre a essere chiaramente fuorviante.
Appare infatti evidente che la misurazione della formaldeide – una nota sostanza cancerogena – è stata effettuata in condizioni di laboratorio non realistiche se confrontate con le normali condizioni d’uso delle e-cig. Pertanto, la conclusione degli autori che le e-cig siano molto più cancerogene rispetto alle sigarette convenzionali è assolutamente sbagliata.
E’ noto che i fumatori corrono seri rischi di salute per via delle malattie fumo correlate. È essenziale dunque che essi ricevano informazioni valide sui danni da fumo e sulle diverse opzioni a loro disposizione per smettere di fumare, incluso l’uso delle sigarette elettroniche.
“La negligenza di una rivista così blasonata sta gettando al vento anni di studi che hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza di questi prodotti – commenta il prof. Riccardo Polosa – Ma, ancor più grave, fa un danno enorme alla salute di milioni di fumatori che hanno deciso di passare alla sigaretta elettronica (o stavano per farlo) sapendo di avere una possibilità in più per ridurre i rischi legati al fumo”.
“Informazioni fuorvianti sui rischi delle e-cig influenzano negativamente le scelte fatte dei fumatori – aggiunge il dott. Pasquale Caponnetto, ricercatore del Centro Antifumo dell’Università di Catania – Abbiamo dovuto rassicurare diverse decine di utilizzatori spaventati dalle notizie allarmanti diffuse dai media.”
Esiste, dunque, un forte imperativo etico nel riferire correttamente i potenziali rischi connessi alla sigaretta elettronica. Ed è a questo che i 40 studiosi fanno appello per ottenere una ritrattazione di quanto pubblicato quattro mesi fa. La LIAF vi terrà aggiornati sugli sviluppi di questa scandalosa vicenda.

Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.

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