Le strategie che oggi vengono utilizzate dall’industria del tabacco e della nicotina contribuiscono alla morte di otto milioni di persone l’anno. Ma ciò che preme maggiormente all’OMS, soprattutto quest’anno e in un periodo molto delicato come questo, è che le industrie che producono i prodotti, hanno continuato a farlo anche quando molte persone rischiavano la vita a causa del Covid-19.
La denuncia da parte dell’OMS scatta dal momento in cui le strategie di marketing cercano di coinvolgere i più giovani, per questo la Giornata Mondiale senza Tabacco celebrata lo scorso 31 maggio, ha avuto come fine quello di informare ed educare gli adolescenti.
Gli adolescenti che vengono visti e considerati come quella fascia d’età più vulnerabile a determinate strategie, come i destinatari più “papabili”.
Da un interessante articolo pubblicato da UN NEWS – Global perspective Human stories apprendiamo la dichiarazione di Ruediger Krech, direttore per la Promozione della Salute presso l’OMS, che afferma:
“Educare i giovani è vitale perché quasi nove fumatori su 10 iniziano prima dei 18 anni. Vogliamo fornire ai giovani le conoscenze per parlare contro la manipolazione dell’industria del tabacco”.
Tale avvertimento nasce dalla particolare premura che è stata rivolta alla delicata questione delle sigarette elettroniche che vengono considerate come uno strumento alternativo per smettere di fumare ma che risultano essere comunque molto dannose perché provocano malattie cardiache e polmonari. Da tenere in considerazione è anche la varietà dei gusti dei liquidi messi a disposizione dal mercato (dalla gomma da masticare a quello di caramelle) che viene offerta e soprattutto prodotta per attirare e coinvolgere tutti quei giovani che non si sono ancora approcciati al fumo. Quasi come se fosse un invito per invogliarli a provare.
Il marketing del tabacco, infatti, si cela anche all’interno dei film, dei videogiochi, delle serie televisive proprio per ammaliare quegli adolescenti che prendono esempio e imitano le abitudini del proprio personaggio preferito, trasmettendo così un messaggio non proprio educativo.
L’OMS ha lanciato un’iniziativa sui social network tanto amati dagli adolescenti, tra questi Tik Tok, fornendo una serie di attività formative attraverso le quali è possibile smascherare l’atto della manipolazione. Come? Mettendosi nel ruolo di chi sta dietro l’industria del tabacco e gestisce questo tipo di mercato.
Anche LIAF da tempo ha avviato un progetto di disseminazione della cultura antifumo nelle scuole, sin dalla più giovane età. I partecipanti alle varie giornate di promozione antifumo si sono sempre dimostrati interessanti e molto coinvolti.
“E’ dalle organizzazioni sociali più territoriali che si deve partire – ha detto il presidente Ezio Campagna – bisogna parlare ai ragazzi ed alle loro famiglie per mostrare tangibilmente i danni causati dal fumo e per evitare che chiunque possa approcciarsi al fumo di sigaretta convenzionale anche solo per una volta”.
Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.