Un appuntamento importante che ha visto riuniti numerosi esperti di tabagismo di tutto il mondo. Al centro del dibattito i danni causati dal fumo e le possibili alternative per cercare di combattere questa piaga. I morti per malattie fumo correlate sono – come abbiamo spesso ricordato – milioni nel mondo. Per Polosa – che è anche direttore scientifico di LIAF: “La sigaretta elettronica è una valida ed efficace alternativa per smettere di fumare definitivamente, per passare – come sostiene – dal tabagismo al vapagismo”.
Per il prof. Robert West – docente di Psicologia della Salute e direttore degli studi sul tabacco presso il Centro di Ricerca sul Cancro del Regno Unito: “Mentre aumenta nel mondo il numero di svapatori che continuano ad essere anche fumatori (che utilizzano cioè sia la sigaretta elettronica che quella convenzionale), aumenta anche il numero di fumatori che decide di passare definitivamente a quella elettronica smettendo completamente di fumare”.
West ha esposto i dati provenienti dal suo modello di studio “Smoking Toolkit Study” che si occupa di monitorare mensilmente l’uso della sigaretta elettronica in Gran Bretagna. Se da un lato i dati dimostrano una prevalenza di soggetti dual users (che svapano e fumano), dall’altro si riscontra un aumento del numero di single users che smettono di fumare definitivamente.
Da segnalare anche l’intervento di Louise Ross, responsabile dello Stop Smoking Service di Leicester, che ha condiviso la sua esperienza presso un Centro Antifumo britannico esponendo al pubblico i feedback positivi ricevuti dai fumatori ai quali veniva proposta la sigaretta elettronica come metodo per uscire dal tabagismo,
Le analisi degli scienziati sono state per la maggior parte un rafforzativo della tesi sostenuta nelprimo studio al mondo sulle sigarette elettroniche di seconda generazione, condotto proprio da LIAF e dai medici del Centro per la Cura e la Prevenzione del Tabagismo del “Policlinico – Vittorio Emanuele” di Catania. “Sei mesi di uso regolare con e-cig di seconda generazione hanno reso possibile una riduzione del consumo di tabacco di almeno la metà in un buon 30% dei partecipanti – ha spiegato Polosa durante la presentazione dello studio – passando da una media di 25 a 6 sigarette al giorno”.