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Lettera aperta al preseidente Giorgio Napolitano. LIAF – Lancia un appello per la tutela della costituzione

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Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica Prof. Giorgio Napolitano,
La Lega Italiana Anti Fumo, LIAF Onlus, ha deciso di scriverLe in rappresentanza delle centinaia di migliaia di utilizzatori di sigarette elettroniche di tutta Italia. I cosiddetti “svapatori” si trovano oggi a dover fronteggiare una situazione paradossale: resistere al tentativo dello Stato, garante del diritto alla salute dei suoi cittadini (Art. 32 della Costituzione), di vanificare le loro speranze di successo contro la dipendenza e i danni da fumo di sigaretta. Si perchè per molti “svapatori” la sigaretta elettronica è una concreta via di fuga dal tabagismo, così efficace da aver da sola contribuito alla più significativa riduzione di consumo di tabacco di tutti i tempi; nel solo 2012 si è registrata una riduzione pari all’8% rispetto al 2011 (dati DOXA sul tabagismo e sull’uso della sigaretta elettronica in Italia).
Ci rivolgiamo a Lei per segnalare il grave abuso procedurale, da parte del nostro Governo e del nostro Parlamento, che sta segnando la sorte di questi prodotti in Italia. Dal 1° Gennaio 2014, è infatti entrata in vigore una legge (Legge 99/2013) che norma le sigarette elettroniche come prodotti del tabacco. Come per questi, le misure adottate ora includono: ingenti accise (58.5%), un lungo iter burocratico per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’autorità nazionale del tabacco, divieto di utilizzazione nei luoghi pubblici, e sostanziali limitazioni nella pubblicità.
Gli abusi procedurali e le penalizzazioni per gli “svapatori”
Senza entrare nel merito dei contenuti della Legge e delle sue ripercussioni negative in tema di salute pubblica, vorremmo fare rilevare come – prima di prendere una decisione così importante, peraltro in tempi record per quella che è la normale prassi legislativa italiana – non solo non è stata mai consultata la comunità scientifica competente in materia, ma addirittura sono state ignorate le evidenze scientifiche provenienti dagli studi fatti in tutto il mondo.
E non solo. La Legge 99/2013 é penalizzante per gli “svapatori”; le misure fiscali contenute nella Legge fanno lievitare il prezzo di vendita delle sigarette elettroniche (e accessori) di quasi tre volte favorendo così di fatto competitività e predominio delle sigarette convenzionali, con tutte le conseguenze negative per la salute che ben conosciamo. Le misure draconiane adottate dal Governo stanno già costringendo alla chiusura molte attività commerciali, e coloro che attualmente “svapano” non avranno altra scelta che quella di rivolgersi al mercato nero (col rischio di utilizzare prodotti dalla dubbia qualità) oppure di ritornare a fumare tabacco, unico vero dramma di tutta questa vicenda.
È sconsolante doverlo dire, ma questa Legge non ha alcuna valenza per la salvaguardia della salute. Serve solo a preservare gli interessi di grosse multinazionali. Per questo motivo l’iter legislativo di questa Legge è stato condotto a porte chiuse, in maniera sbrigativa e superficiale, ma soprattutto senza tener conto della voce dei diretti interessati, gli “svapatori”.
I deputati italiani sono stati il perfetto esempio dell’anti-democrazia più schizofrenica essendo passati, nel giro di poche settimane, dal divieto di “svapare” nei luoghi pubblici a una supertassa sul consumo, dall’abolizione del divieto al ripensamento della stessa. Inoltre, è sorprendente notare come la delegazione italiana al Parlamento Europeo abbia votato – giustamente – a favore di una libera commercializzazione della sigaretta elettronica e non come prodotto farmaceutico o derivato del tabacco. Risulta pertanto incomprensibile comprendere per quale ragione il Parlamento Italiano abbia contemporaneamente manovrato per legiferare in maniera diametralmente opposta.
Con la presente noi vogliamo denunciare che è solo per via di certi conflitti di interesse che i nostri deputati si sono ostinatamente affrettati a distruggere il settore delle sigarette elettroniche e le speranze degli “svapatori”. Come non criticare la scelta di utilizzare la procedura del Decreto Legge per forzare questa tassa? Il DL è un provvedimento che va adottato dal Governo in casi di straordinaria necessità e urgenza. Ma nel caso delle sigarette elettroniche non ne era ravvisabile né la necessità né tantomeno l’urgenza. I dati sulla pericolosità del fumo passivo da tabacco erano già noti alla fine degli anni ’80, ma a nessuno è venuto in mente di adottare un DL ad hoc in osservanza dell’art. 32 della Costituzione. Si sono dovuti attendere ben 25 anni per l’entrata in vigore della Legge Sirchia.
Nella fretta, i nostri deputati hanno persino trascurato specifici aspetti procedurali contenuti nel DL n. 76 del 2013, secondo cui il dispositivo normativo sulle sigarette elettroniche poteva essere messo in pratica solo dopo l’approvazione di uno specifico decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia entro il 31 ottobre 2013. Decreto che non è stato adottato entro il 31 ottobre e che poi, all’improvviso, è saltato fuori sul sito dei Monopoli di Stato sotto forma di bozza. Di fatto, il testo del decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 287 del 7 dicembre 2013 e si rifà integralmente alla normativa che dispone le modalità di vendita dei prodotti derivati dal tabacco, come previsto ai sensi dell’articolo 62-quater, comma 4, del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504. Questa pratica rappresenta un abuso di tipo procedurale.
Una così importante questione di salute pubblica che riguarda milioni di fumatori italiani, oltre che centinaia di migliaia di “svapatori”, non può essere liquidata nel giro di 6 mesi e senza alcuna consultazione con le parti interessate e la comunità scientifica.
Appello al Presidente
Signor Presidente, Le chiediamo di vigilare sul rispetto della Costituzione. La legge 99/2013 va infatti nella direzione opposta all’articolo 32 che garantisce: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività». E’ inoltre moralmente inaccettabile. Quello che Le chiediamo è di intervenire, inviando un Suo autorevole messaggio alle Camere (art. 69, co. 1, lett. i) per rilanciare il dialogo tra la politica e la scienza, onde superare il regime censorio introdotto con la legge in parola, e guidare il Governo verso una regolamentazione proporzionata che sia accettabile dal punto di vista etico-morale. Pretendiamo che gli “svapatori” e le loro famiglie vengano tutelati, e che vengano difesi i diritti dei fumatori che potrebbero avvicinarsi alla sigaretta elettronica, attratti da un prodotto innovativo, dal prezzo competitivo, che li aiuti a ridurre o smettere di fumare come sta già avvenendo in diverse parti del mondo.
La Legge 99/2013 di fatto parifica le sigarette elettroniche a quelle convenzionali, le quali a differenza di quelle elettroniche contengono livelli molto elevati di carcinogeni e altre sostanze tossiche pericolose per la salute. Tale Legge è dunque ingiusta e irragionevole perché espressione di una “demonizzazione” della sigaretta elettronica aprioristica e infondata. Stigmatizzare questo prodotto come pericoloso per la salute, ma poi sfruttarlo per cercare di rimpinguare l’erario pubblico, rappresenta l’esempio più vistoso di un impoverimento della politica.
Piuttosto la sigaretta elettronica è un mezzo attraverso cui – come dimostrato da studi puntuali in materia – può essere validamente contrastato il tabagismo. La sigaretta elettronica può rappresentare una straordinaria opportunità di miglioramento della salute pubblica, la conquista di una mèta che decenni di spot e di campagne antifumo e di norme demagogiche non sono mai riusciti a raggiungere.
Il legislatore ha l’obbligo etico-morale di produrre una regolamentazione equilibrata basata sulle evidenze scientifiche.
Certi di un suo interesse e riscontro positivi,
nell’accomiatarci confermiamo la nostra disponibilità per il dialogo con le Istituzioni.

Lettera aperta al Presidente della Repubblica. Appello di LIAF per la tutela della costituzione italiana

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Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica Prof. Giorgio Napolitano,


La Lega Italiana Anti Fumo, LIAF Onlus, ha deciso di scriverLe in rappresentanza delle centinaia di migliaia di utilizzatori di sigarette elettroniche di tutta Italia. I cosiddetti “svapatori” si trovano oggi a dover fronteggiare una situazione paradossale: resistere al tentativo dello Stato, garante del diritto alla salute dei suoi cittadini (Art. 32 della Costituzione), di vanificare le loro speranze di successo contro la dipendenza e i danni da fumo di sigaretta. Si perchè per molti “svapatori” la sigaretta elettronica è una concreta via di fuga dal tabagismo, così efficace da aver da sola contribuito alla più significativa riduzione di consumo di tabacco di tutti i tempi; nel solo 2012 si è registrata una riduzione pari all’8% rispetto al 2011 (dati DOXA sul tabagismo e sull’uso della sigaretta elettronica in Italia).

Ci rivolgiamo a Lei per segnalare il grave abuso procedurale, da parte del nostro Governo e del nostro Parlamento, che sta segnando la sorte di questi prodotti in Italia. Dal 1° Gennaio 2014, è infatti entrata in vigore una legge (Legge 99/2013) che norma le sigarette elettroniche come prodotti del tabacco.  Come per questi, le misure adottate ora includono: ingenti accise (58.5%), un lungo iter burocratico per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’autorità nazionale del tabacco, divieto di utilizzazione  nei luoghi pubblici, e sostanziali limitazioni nella pubblicità.

Gli abusi procedurali e le penalizzazioni per gli “svapatori”

Senza entrare nel merito dei contenuti della Legge e delle sue ripercussioni negative in tema di salute pubblica, vorremmo fare rilevare come – prima di prendere una decisione così importante, peraltro in tempi record per quella che è la normale prassi legislativa italiana – non solo non  è stata mai consultata la comunità scientifica competente in materia, ma addirittura sono state ignorate le evidenze scientifiche provenienti dagli studi fatti in tutto il mondo.

E non solo. La Legge 99/2013 é penalizzante per gli “svapatori”; le misure fiscali contenute nella Legge fanno lievitare il prezzo di vendita delle  sigarette elettroniche (e accessori) di quasi tre volte favorendo così di fatto competitività e predominio delle sigarette convenzionali, con tutte le conseguenze negative per la salute che ben conosciamo. Le misure draconiane adottate dal Governo stanno già costringendo alla chiusura molte attività commerciali, e coloro che attualmente “svapano” non avranno altra scelta che quella di rivolgersi al mercato nero (col rischio di utilizzare prodotti dalla dubbia qualità) oppure di ritornare a fumare tabacco, unico vero dramma di tutta questa vicenda.

È sconsolante doverlo dire, ma questa Legge non ha alcuna valenza per la salvaguardia della salute. Serve solo a preservare gli interessi di grosse multinazionali. Per questo motivo l’iter legislativo di questa Legge è stato condotto a porte chiuse, in maniera sbrigativa e superficiale, ma soprattutto senza tener conto della voce dei diretti interessati, gli “svapatori”.

I deputati italiani sono stati il perfetto esempio dell’anti-democrazia più schizofrenica essendo passati, nel giro di poche settimane, dal divieto di “svapare” nei luoghi pubblici a una supertassa sul consumo, dall’abolizione del divieto al ripensamento della stessa. Inoltre, è sorprendente notare come la delegazione italiana al Parlamento Europeo abbia votato – giustamente – a favore di una libera commercializzazione della sigaretta elettronica e non come prodotto farmaceutico o derivato del tabacco. Risulta pertanto incomprensibile comprendere per quale ragione il Parlamento Italiano abbia contemporaneamente manovrato per legiferare in maniera diametralmente opposta.
Con la presente noi vogliamo denunciare che è solo per via di certi conflitti di interesse che i nostri deputati si sono ostinatamente affrettati a distruggere il settore delle sigarette elettroniche e le speranze degli “svapatori”. Come non criticare la scelta di utilizzare la procedura del Decreto Legge per forzare questa tassa? Il DL è un provvedimento che va adottato dal Governo in casi di straordinaria necessità e urgenza. Ma nel caso delle sigarette elettroniche non ne era ravvisabile né la necessità né tantomeno l’urgenza. I dati sulla pericolosità del fumo passivo da tabacco erano già noti alla fine degli anni ’80, ma a nessuno è venuto in mente di adottare un DL ad hoc in osservanza dell’art. 32 della Costituzione. Si sono dovuti attendere ben 25 anni per l’entrata in vigore della Legge Sirchia.

Nella fretta, i nostri deputati hanno persino trascurato specifici aspetti procedurali contenuti nel DL n. 76 del 2013, secondo cui il dispositivo normativo sulle sigarette elettroniche  poteva essere messo in pratica solo dopo l’approvazione di uno specifico decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia entro il 31 ottobre 2013. Decreto che non è stato adottato entro il 31 ottobre e che poi, all’improvviso, è saltato fuori sul sito dei Monopoli di Stato sotto forma di bozza. Di fatto, il testo del decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 287 del 7 dicembre 2013 e si rifà integralmente alla normativa che dispone le modalità di vendita dei prodotti derivati dal tabacco, come previsto ai sensi dell’articolo 62-quater, comma 4, del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504. Questa pratica rappresenta un abuso di tipo procedurale.

Una così importante questione di salute pubblica che riguarda milioni di fumatori italiani, oltre che centinaia di migliaia di “svapatori”, non può essere liquidata nel giro di 6 mesi e senza alcuna consultazione con le parti interessate e la comunità scientifica.

Appello al Presidente

Signor Presidente, Le chiediamo di vigilare sul rispetto della Costituzione. La legge 99/2013 va infatti nella direzione opposta all’articolo 32 che garantisce: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività». E’ inoltre moralmente inaccettabile. Quello che Le chiediamo è di intervenire, inviando un Suo autorevole messaggio alle Camere (art. 69, co. 1, lett. i) per rilanciare il dialogo tra la politica e la scienza, onde superare il regime censorio introdotto con la legge in parola, e guidare il Governo verso una regolamentazione proporzionata che sia accettabile dal punto di vista etico-morale. Pretendiamo  che gli “svapatori” e le loro famiglie vengano tutelati,  e che  vengano difesi i diritti dei fumatori che potrebbero avvicinarsi alla sigaretta elettronica, attratti da un prodotto innovativo, dal prezzo competitivo, che li aiuti a ridurre o smettere di fumare come sta già avvenendo in diverse parti del mondo.

La Legge 99/2013 di fatto parifica le sigarette elettroniche a quelle convenzionali, le quali a differenza di quelle elettroniche contengono livelli molto elevati di carcinogeni e altre sostanze tossiche pericolose per la salute. Tale Legge è dunque ingiusta e irragionevole perché espressione di una “demonizzazione” della sigaretta elettronica aprioristica e infondata. Stigmatizzare questo prodotto come pericoloso per la salute, ma poi sfruttarlo per cercare di rimpinguare l’erario pubblico, rappresenta l’esempio più vistoso di un impoverimento della politica.

Piuttosto la sigaretta elettronica è un mezzo attraverso cui – come dimostrato da studi puntuali in materia – può essere validamente contrastato il tabagismo. La sigaretta elettronica può rappresentare una straordinaria opportunità di miglioramento della salute pubblica, la conquista di una mèta che decenni di spot e di campagne antifumo e di norme demagogiche non sono mai riusciti a raggiungere.

Il legislatore ha l’obbligo etico-morale di produrre una regolamentazione equilibrata basata sulle evidenze scientifiche.

Certi di un suo interesse e riscontro positivi,
nell’accomiatarci confermiamo la nostra disponibilità per il dialogo con le Istituzioni
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Catania, 19 Febbraio 2014

Il Presidente LIAF
prof.ssa Lidia Proietti

Il Vice Presidente LIAF
prof. avv. Agatino Cariola

Il Responsabile Scientifico LIAF
prof. Riccardo Polosa

Nuova tassa sulla sigaretta elettronica: “Il pasticcio burocratico”

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Dal primo gennaio 2014, come è noto, viene stabilito il prelievo fiscale del 58,5% sulle sigarette elettroniche. Ma per far si che questo dispositivo normativo venga messo in pratica era necessaria, come già precisato dal DL n. 76 del 2013, l’approvazione di uno specifico decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia entro il 31 ottobre 2013. Questa approvazione si è concretizzata ben oltre i termini stabiliti dal Decreto Legge.
Per il Presidente LIAF Sebastiano Antonio Pacino, la gaffe legislativa sembra abbastanza chiara: “Che dal primo gennaio la tassazione venga applicata o no ancora non è dato saperlo – ha dichiarato – ma che dietro l’approvazione del decreto ci sia un pasticcio burocratico è l’unica cosa che al momento sembra certa”.
Sul sito di LIAF il contenuto dell’articolo pubblicato da “Italia OggiAggiungi un appuntamento per oggi” e firmato dal giornalista Stefano Sansonetti che spiega l’iter burocratico della vicenda Il pasticcio burocratico e le accuse della Corte dei Conti circa i ritardi nella pubblicazione del testo decreto.

Convegno a Roma: “Sigaretta elettronica: benefici e rischi per la salute”

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 “Sigaretta elettronica: benefici e rischi per la salute e criteri di controllo” – è il titolo del convegno che si sta svolgendo oggi a Roma nell’Aula Pocchiari dell’Istituto Superiore di Sanità.
La recente ed ampia diffusione delle sigarette elettroniche trae origine dalla promozione dell’utilizzo di questi prodotti nel contesto del miglioramento degli stili di vita adottati dalla popolazione. Questi nuovi articoli, introdotti come alternativa alla sigaretta convenzionale, vengono proposti quale ausilio per la cessazione dell’abitudine al fumo.
Obiettivo del convegno odierno – promosso dall’Istituto Superiore di Sanitrà e da ACCREDIA – è quello di garantire l’aggiornamento delle conoscenze dei partecipanti in materia di benefici, rischi e criteri di controllo. Particolare attenzione è posta su alcuni aspetti quali le recenti valutazioni scientifiche, la sicurezza dei prodotti, la normativa nazionale ed europea e le attività e le metodologie di controllo ed autocontrollo.
Sono presenti numerosi esponenti del panorama scientifico nazionale. Tra questi interverrà anche il Prof. Riccardo Polosa dell’Università degli Studi di Catania e direttore scientifico di LIAF – Lega Italiana Anti Fumo: “Sono lieto di partecipare ai lavori di questa giornata. Evidenze scientifiche dimostrano – ha spiegato – che la sigaretta elettronica è un valido sostituto della sigaretta tradizionale e, se regolamentata in modo coerente, potrà rappresentare l’alternativa più giusta per uscire dalla porta del fumo”.

Sigaretta elettronica: è tempo di mettere fine a una regolamentazione sbagliata

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Catania, 04 febbraio 2014. I fumatori si rivolgono con sempre maggiore frequenza alle sigarette elettroniche per limitare i danni sulla salute derivanti dalla loro dipendenza dal fumo. Ma i legislatori di tutto il mondo sono ben lungi dall’essere concordi nell’approccio alla loro regolamentazione. Eppure la posta in gioco è molto alta: si parla di scongiurare sei milioni di decessi su base annua per patologie fumo-correlate.
Una legislazione malfatta e dettata da preoccupazioni inesistenti per la salute pubblica potrebbe avere conseguenze indesiderate gravi, sostengono tre esperti dell’Università di Catania.
Nell’ultima uscita della rivista internazionale “Therapeutic Advances in Chronic Diseases” pubblicata del noto gruppo editoriale SAGE, gli esperti di salute pubblica e legislazione, Daniela Saitta, Giancarlo Antonio Ferro e Riccardo Polosa, offrono in un loro articolo un’ampia e dettagliata panoramica della normativa vigente sull’e-cig in diversi paesi, esponendo una critica serrata dei punti deboli e delle gravi manchevolezze derivanti da un uso sproporzionato del principio di precauzione.
Contemplato a livello internazionale, tale principio può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo dagli effetti potenzialmente pericolosi non è stato sottoposto a completa valutazione scientifica e il potenziale danno non può essere determinato con sufficiente certezza. In tal caso, e solo se c’è la probabilità di un danno reale per la salute pubblica, tale principio giustifica l’adozione di misure restrittive, a condizione che siano oggettive e non discriminatorie.
Gli autori dell’articolo spiegano come quasi tutti gli Stati che hanno adottato norme restrittive sull’e-cig abbiano non solo abusato di un principio che non poteva essere applicato, ma addirittura condizionato il determinarsi di ripercussioni negative per la salute pubblica.
Catrame e sostanze chimiche presenti nel fumo di tabacco sono la vera causa dei rischi per la salute, piuttosto che la nicotina. Le e-cig mirano ad aggirare questi rischi fornendo nicotina senza fumo né tabacco. Eppure, nonostante i consumatori vedano il chiaro vantaggio delle e-cig, alcuni membri della comunità scientifica, gli enti regolatori e le imprese farmaceutiche continuano a esprimere preoccupazione. Questi temono che le sigarette elettroniche incoraggino un consumo di nicotina superiore, e che perpetuino la dipendenza piuttosto che promuovere la disassuefazione. I rischi per la salute derivanti dall’uso dell’e-cig a lungo termine non sono ancora noti, e i detrattori dicono che questi prodotti potrebbero fare presa sui giovani non fumatori, o fare diffondere l’idea che il fumo sia di nuovo socialmente accettabile. Gli autori dell’articolo sostengono che queste affermazioni sono per lo più teoriche e non sostenute da prove scientifiche, eppure vengono spesso citate a supporto di iniziative volte a limitare l’uso delle e-cig.
Le legislazioni attuate senza tener conto delle evidenze scientifiche – evidenze illustrate ampiamente nell’articolo – possono portare a conseguenze impreviste, argomentano gli autori. Per esempio, la prima bozza di revisione della Direttiva sui Prodotti del Tabacco del 2012 definisce limiti assolutamente arbitrari per il contenuto di nicotina nei liquidi per e-cig, ed è un chiaro esempio della scarsa comprensione del problema da parte dei legislatori. Solo alcuni mesi dopo, la stessa UE proponeva una modifica della bozza con applicazione generosa di norme farmaceutiche per le e-cig – mossa che è stata respinta dal Parlamento UE nell’Ottobre del 2013. Una legislazione di tipo farmaceutico per questi prodotti avrebbe comportato un’eccessiva lievitazione del prezzo di vendita e avrebbe limitato gravemente la diffusione del prodotto per i consumatori. “È controproducente e privo di senso critico questo eccesso di regolamentazione per un prodotto progettato per ridurre o eliminare le malattie e le morti premature causate dal fumo.” – si legge nell’articolo.
Purtroppo, come fanno notare gli autori, queste conseguenze non devono essere state prese in considerazione né dalla britannica Agenzia di Regolamentazione del Farmaco (MHRA), né dal Ministero della Salute canadese, quando hanno deciso di regolamentare le e-cig come prodotti farmaceutici.
Polosa e collaboratori propongono agli enti regolatori di prendere in considerazione alcuni semplici requisiti, che garantiscano:
• buone pratiche di fabbricazione (GMP – good manufacturing practices)
• tappi a prova di bambino per i contenitori dei liquidi
• documentazione ufficiale sul contenuto dei liquidi
• etichettatura chiara, accurata e dettagliata sui contenuti e i pericoli connessi all’uso dell’e-cig.
Inoltre, quadri normativi già esistenti nella legislazione dell’UE potrebbero essere utilizzati, come quelli previsti per dispositivi elettrici e batterie validi anche per le componenti hardware delle e-cig. Gli autori notano che la proposta di normativa suggerita può però rivelarsi “impossibile da attuare” a causa degli interessi delle industrie del tabacco e farmaceutiche, e anche a causa degli ingenti ricavi generati per i governi dalle accise sul tabacco.
“Se questi ostacoli potessero essere superati, molto dolore e sofferenza potrebbero essere ridotti e milioni di vite salvate “, dichiarano gli autori. “Le e-cigs non sono una porta di entrata al tabagismo, ma piuttosto una porta di uscita, e un regolamentazione restrittiva – limitando l’accesso a questi prodotti – servirebbe solo a incoraggiare il molto meno salutare fumo di tabacco”.
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Daniela Saitta è un’esperta di Comunicazione Sanitaria presso il Dipartimento di Biomedicina Clinica e Molecolare dell’Università di Catania.
Giancarlo Antonio Ferro è Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Catania.
Riccardo Polosa è Professore Ordinario di Medicina Interna presso il Dipartimento di Biomedicina Clinica e Molecolare dell’Università di Catania. La sua ricerca sul tabagismo è supportata dall’Università e dalla Lega Italiana Anti Fumo.
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“Achieving appropriate regulations for electronic cigarettes”, di Daniela Saitta, Giancarlo Antonio Ferro e Riccardo Polosa, 4 febbraio 2014, appare nella rivista Therapeutic Advances in Chronic Deseases.
Questo articolo sarà liberamente accessibile per un tempo limitato a questo link – http://taj.sagepub.com/content/early/2014/01/31/2040622314521271.abstract

V Meeting Annuale U-BIOPRED: ottenuto un altro anno di finanziamento per la ricerca sull’asma grave

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U-BIOPRED continua ancora. Fino al 2015 approvato il finanziamento per il progetto europeo quinquennale sull’asma grave, che vede coinvolti dal 2009 ben 40 partner, tra università, istituti di ricerca, industrie farmaceutiche e associazioni di pazienti, provenienti da 12 paesi europei differenti.
Questo è quanto emerso dal quinto Meeting Annuale del progetto, tenutosi a Barcellona lunedì 27 e martedì 28 gennaio, con il plauso di tutti i partner che si sono visti riconoscere il valore dell’impegno e della ricerca finora condotta, e ovviamente dei risultati che iniziano a rendersi chiari agli occhi di tutti.
La LIAF è uno dei partner del progetto, impegnata attivamente fin dall’inizio sia nel reclutamento dei pazienti con asma grave (che sono poi stati seguiti e valutati gratuitamente presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania – altro partner del progetto) sia nel trasmettere informazioni di pubblico dominio sui progressi dello studio, nonché a mantenere il contatto con i pazienti coinvolgendoli in eventi ludico-conoscitivi annuali.
Durante il Meeting, ogni gruppo di lavoro ha evidenziato i progressi fatti, i primi risultati ottenuti e gli obiettivi raggiunti, tra i quali l’importante istituzione di una banca dati europea di svariati campioni biologici provenienti da ben 700 pazienti asmatici.
A Barcellona era presente anche il prof. Riccardo Polosa, coordinatore scientifico per il Policlinico di Catania: “Questa collezione permanente di campioni biologici permetterà di avviare studi mirati per individuare nuove terapie personalizzate per le persone affette da gravi forme di asma. La personalizzazione delle cure è infatti la vera avanguardia della medicina”.
Per il presidente di LIAF, la prof.ssa Lidia Proietti: “Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto dai risvolti notevoli in termini di salute pubblica – ha commentato – non solo per il singolo paziente che spesso non riesce a fronteggiare la malattia con le attuali terapie, ma anche perché ha permesso di avvicinare molto i pazienti ai loro medici”.
Anche quest’anno, infatti, la LIAF organizzerà a Catania un nuovo incontro medico-paziente per dare ai soggetti affetti da asma grave la possibilità, unica nel suo genere, di confrontarsi in maniera informale con studiosi di questa patologia provenienti da tutta la Sicilia.
Un nuovo anno di studi e ricerche, dunque, che permetterà di avvicinarsi sempre più al traguardo di una più efficace e mirata diagnostica e cura di una patologia che affligge 300 milioni di persone nel mondo.
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Il progetto di ricerca U-BIOPRED (Unbiased BIOmarkers for the Prediction of Respiratory Disease outcomes) (Biomarcatori innovativi per la previsione degli esiti delle malattie respiratorie), si propone di approfondire il problema dell’asma grave con l’obiettivo di individuare nuove terapie. Il progetto, della durata di 5 anni, ora rinnovato fino al 2015, prevede un budget di circa 22 milioni di euro ed è finanziato dalla Commissione Europea e dalla EFPIA (European Federation of the Pharmaceutical Industries Association).
Per informazioni, visitare il sito:

Tavolo tecnico del Ministero della Salute per le sigarette elettroniche: insufficiente il confronto scientifico

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Il tavolo tecnico sulla sigaretta elettronica promosso dal Ministero della Salute è in assoluto la prima iniziativa di questo tipo in Europa.
Purtroppo l’agenda politica sulla regolamentazione – piuttosto che quella scientifica sugli esiti prodotti dalle evidenze – ha dominato il dibattito tenutosi tra esperti, autorità sanitarie, e legislatori.
E’ questo in sostanza l’epilogo del recente incontro romano al quale hanno partecipato diversi esponenti del mondo scientifico ed istituzionale, tra cui anche il presidente di LIAF, Lidia Proietti, che oggi spiega: “I lavori dell’incontro sono partiti con la premessa che la direttiva europea sulla regolamentazione delle e-cig non può essere modificata, premessa – ha precisato – che ha lasciato poco spazio ad atteggiamenti propositivi e che ci ha decisamente spiazzati. Il razionale per l’ attività di monitoraggio proposta dagli organizzatori del tavolo tecnico è semplicemente quello di andare a riscontrare eventuali rischi per la salute per poi giustificare norme ancor piú restrittive. E non quello di stabilire la reale portata di questi prodotti in termini di migliorata salute pubblica.
Un risvolto positivo per la Proietti è stato che: “Il lavoro svolto da LIAF in questi ultimi mesi e le evidenze scientifiche che si sono man mano accumulate sembrano aver mitigato le iniziali posizioni di intransigenza nei confronti delle e-cig tra molti participanti”.
La proposta di LIAF era quella di procedere con un grande studio osservazionale di tipo epidemiologico sulle dinamiche del vapagismo e del tabagismo (e relative patologie fumo-correlate) nella popolazione italiana. Uno studio calibrato non tanto per documentare potenziali rischi, ma soprattutto per stabilire la portata dei benefici.
“Il nostro ruolo non era certo quello di discutere la direttiva europea al Ministero, per questo é prevista altra sede -ha commentato il responsabile scientifico della LIAF, Prof. Riccardo Polosa – tuttavia la direttiva sarà adottata dagli stati membri solo tra due anni e credo che si rischi di perdere una opportunità straordinaria di ampliamento delle nostre conoscenze, dato che un arco temporale di due anni è abbastanza per studiare in modo serio il fenomeno del vapagismo. Il ruolo della scienza è stato svilito!” – ha concluso Polosa.

“Svapo day”, i manifestanti: “Rendeteci Liberi!”

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“Svapo Libero” – è questo lo slogan che centinaia di cittadini italiani ieri mattina hanno urlato tra le strade del centro di Milano.
La giornata dello “Svapo Day- La protesta” si è contraddistinta per essere stata una manifestazione pacifica ma affollata. Tantissime le persone accorse a Piazza San Babila e provenienti da tutta Italia per aderire al movimento di indignazione contro l’assurda tassazione del 58,5% sulle sigarette elettroniche. Una tassa che, non solo ucciderà il mercato mettendo in ginocchio le aziende produttrici e i negozianti ma, soprattutto, non permetterà al consumatore di scegliere liberamente, “Rendeteci Liberi” – urlavano infatti ieri gli svapatori.
Secondo gli organizzatori si sarebbero già raccolte circa duemila firme e la protesta continuerà anche oggi. Mentre a Roma, infatti, scienziati ed esperti del settore discutono insieme ai rappresentanti del Ministero della Salute su come affrontare le criticità derivanti da una normativa troppo rigida sulle sigarette elettroniche, la protesta continua davanti alla sede dei Monopoli di Stato ed i manifestanti “non si fermeranno” – hanno annunciato.
Abbiamo raccolto il pensiero di alcuni di loro: “Continueremo fino a che non arriverà un segnale concreto” – ci dicono. “La protesta questa volta parte dal basso – hanno aggiunto – e lo Stato si renderà conto che non siamo pochi e che vogliamo essere liberi di scegliere per noi stessi e per la nostra salute”.
La LIAF sostiene le manifestazioni di questi giorni: “Perché un sistema di salute pubblica diverso è possibile – ha spiegato il presidente, Lidia Proietti – e la tassazione sulle e-cig non produce effetti positivi né per i consumatori, né per lo Stato”.

LIAF partecipa ai lavori del tavolo tecnico del Ministero della Salute per la sigaretta elettronica

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La LIAF, Lega Italiana Anti Fumo – il prossimo 27 gennaio – prenderà parte al primo incontro del tavolo tecnico permanente per il monitoraggio sugli effetti delle e-cigs e dei prodotti derivati dal tabacco che si svolgerà nella sede del Ministero della Salute a Roma alla presenza di autorevoli rappresentanti del panorama scientifico nazionale. Tra questi Fabrizio Oleari, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità; Rosa Draisci, del Centro Nazionale per le Sostanze Chimiche; Luca Pani, Direttore AIFA; Umberto Veronesi, Direttore dell’Istituto Europeo di Oncologia, Silvio Garattini, dell’Istituto Mario Negri; Riccardo Polosa, Direttore della Clinica Medica del Policlinico Universitario di Catania e, insieme a loro, il neo presidente di LIAF, Lidia Proietti.

Come stabilito nella Legge n. 99/2013, l’incontro ha lo scopo di proporre e lanciare una serie di iniziative per studiare il ruolo che le sigarette elettroniche possono avere in termini di miglioramento della salute pubblica oltre a valutare gli sviluppi che la regolamentazione a livello europeo potrebbe apportare sulla normativa vigente.

“Cogliamo l’occasione per ringraziare il Ministro Beatrice Lorenzin per l’avvio di questo importante tavolo tecnico e per la sensibilità dimostrata nei confronti dell’impegno di LIAF sul tema della sigaretta elettronica – è quanto dichiara il presidente Proietti – questo invito è un giusto riconoscimento alla intensa attività scientifica svolta dalla Lega Italiana Anti Fumo in Italia e nel mondo”.

Secondo il Prof. Polosa – responsabile scientifico di LIAF – l’iniziativa, però, poteva e doveva essere proposta mesi fa, prima dell’approvazione della supertassa sulle e-cig: “Il tavolo ministeriale si riunisce con forte ritardo, con una Legge iniqua già approvata sulla testa di tutti, senza alcuna risorsa finanziaria e con lo spettro di scarsa possibilità di successo dato che – ha spiegato – sicuramente il dispositivo normativo stà già modificando il panorama del tabagismo e del vapagismo sul palcoscenico nazionale”.

Si rischia di fatto di monitorare, non tanto l’effetto di un prodotto potenzialmente innovativo per la salute pubblica, quanto l’effetto di una Legge immorale e poco etica. In ogni caso, gli incontri istituzionali ai quali la LIAF parteciperà con fare propositivo potranno sicuramente agevolare il dibattito e la sintesi necessaria per mettere a punto le iniziative scientifiche e normative necessarie per promuovere un nuovo ed innovativo sistema di tutela per la salute, con particolare riferimento ai pazienti affetti da patologie fumo-correlate.

ll prof. Riccardo Polosa risponde. Sigaretta elettronica, sicurezza e salute.

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A nome di tutti gli svapatori e di quei fumatori ancora indecisi se passare alla e-cig, LIAF da la parola al prof. Riccardo Polosa, esperto internazionale di tabagismo e malattie fumo-correlate, nonché autore del primo studio al mondo che ha indagato la sicurezza e l’efficacia delle sigarette elettroniche (studio ECLAT).
Riccardo Polosa
Professore Ordinario di Medina Interna e d’Urgenza presso l’Università di Catania. Noto Pneumologo, si è inoltre specializzato nel Regno Unito in Allergologia e Immunologia Clinica. E’ Direttore della Scuola di Specializzazione in Reumatologia dell’Università di Catania, e Professore Onorario all’Università di Southampton (UK).
1. overdose da nicotina
  • Prof. Polosa, pensa che l’overdose da nicotina possa rappresentare una reale fonte di preoccupazione per gli utilizzatori di sigaretta elettronica? Che consiglio darebbe agli svapatori per ridurne al minimo il rischio?
“Non credo questa sia una preoccupazione reale per lo svapatore medio. In generale, i fumatori (e per analogia gli svapatori) quantificano la loro assunzione di nicotina in base al feedback che ricevono dal loro corpo. Sensazioni di vertigine o nausea sono segno di un’eccessiva assunzione di nicotina. Sensazione di stanchezza, intontimento e confusione sono segno invece di bassi livelli circolanti di nicotina. Di conseguenza, i fumatori auto-regolano l’assunzione di nicotina per soddisfare le loro esigenze psico-fisiche. Con l’eccezione di coloro che sono affetti da gravi patologie psichiatriche, è raro che lo svapatore medio sperimenti sintomi da sovradosaggio (ad esempio, agitazione progressiva, nausea, vomito, tachipnea – respiro accelerato -, tremori e perdita di coscienza). Per minimizzare l’overdose da nicotina in coloro che svapano per la prima volta, il buon senso suggerirebbe un graduale aumento della concentrazione di nicotina nel liquido per e-cigs partendo da una concentrazione medio/bassa (a seconda del livello di nicotina presente nella loro marca di sigarette convenzionali).”
2. “allergia” al glicole propilenico
  • Alcune persone sono allergiche al glicole propilenico, in particolare – c’è pericolo di qualche reazione allergica generalizzata? Quali sintomi dovrebbero insospettire i neo-svapatori?
“Gli esseri umani entrano in contatto con una grande varietà di sostanze e possono verificarsi reazioni irritative o allergiche (ipersensibilità) in soggetti predisposti. Il glicole propilenico (PG) e il sottoprodotto della sua pirolisi, la formaldeide, non fanno eccezione. La maggior parte delle reazioni cutanee al PG sono irritanti in natura; tuttavia a volte capita anche una vera e propria sensibilizzazione allergica. Negli svapatori che si sono sensibilizzati, il contatto diretto con il PG può causare delle piccole (1-2 mm) papule, pustole e vescicole intorno alla bocca o nella mucosa orale, associate a bruciore, sensazione di puntura nelle zone colpite. Tuttavia, lo sviluppo di sintomi generalizzati a tutto il corpo dopo l’esposizione orale al PG è raro. Il mio consiglio in questi casi è quello di evitare l’agente incriminato (ad es. il PG) e di orientarsi verso prodotti contenenti solo glicerina vegetale”.
3. patologie in cui sarebbe sconsigliato svapare
  • Ci sono particolari condizioni di salute in cui lei sconsiglierebbe al fumatore di utilizzare le sigarette elettroniche, o di esercitare cautela? Per esempio, alcune persone hanno segnalato un peggioramento della psoriasi dopo aver iniziato a svapare – cosa consiglierebbe in una situazione di questo tipo?
“Nel rispetto del principio di precauzione, andrebbe evitato svapare durante la gravidanza, se affetti da malattie cardiovascolari, asma bronchiale o bronchite cronica ostruttiva (BPCO), nei casi di sensibilizzazione chimica multipla (MCS), e in alcune condizioni psichiatriche. Tuttavia va ricordato
che queste patologie sono parimenti (se non di più) controindicate per il fumo di tabacco e che lo svapare è un comportamento molto meno dannoso rispetto al fumare. Pertanto l’applicazione acritica del principio di precauzione nel caso delle e-cig dovrebbe essere riconsiderato. Ad esempio, abbiamo recentemente completato uno studio che ha evidenziato migliori risultati clinici e funzionali nei fumatori con asma dopo l’astinenza dal fumo di tabacco con uso a lungo termine di sigarette elettroniche. Inoltre, in un recente studio prospettico su pazienti schizofrenici cronici fumatori, abbiamo dimostrato che l’uso regolare di sigarette elettroniche può ridurre notevolmente il consumo di sigarette convenzionali senza causare significativi effetti collaterali e senza peggioramento dei sintomi psichiatrici:
Sono sorpreso di apprendere che alcune persone hanno segnalato un peggioramento della psoriasi dopo aver iniziato a svapare. Questo è del tutto insolito perché il peggioramento della psoriasi è notoriamente attribuito ad un aumento dello stress, e ciò è più verosimile che avvenga quando si cerca di smettere senza alcun aiuto. Inoltre, da uno studio recente, prospetta l’esatto opposto, e cioè che la nicotina possa mitigare i sintomi della psoriasi:
4. sigaretta elettronica e gravidanza
  • Prof. Polosa grazie per aver accennato al tema della gravidanza. Le sigarette elettroniche possono rappresentare una ragionevole alternativa per le fumatrici che cercano di minimizzare i danni fumo-correlati al loro bambino? o il rischio derivante dall’assunzione quotidiana di nicotina, in qualsiasi forma, rimane comunque alto?
“E’ noto quanto dannoso sia il fumo di sigaretta in gravidanza ed è essenziale per le donne incinte smettere di fumare il più presto possibile. La nicotina attraversa facilmente la placenta ed entra nella circolazione fetale determinando, oltre tutta una serie di effetti negativi per il nascituro, un basso peso alla nascita. Tuttavia, studi condotti in Svezia hanno concluso che la riduzione del peso alla nascita risulta significativamente più contenuta per le consumatrici di ‘snus’ – tabacco per uso orale raffinato, a basso contenuto di nitrosammine specifiche del tabacco – rispetto alle fumatrici di sigarette convenzionali. Per le gestanti che non riescono a smettere di fumare, i vantaggi dello smettere assumendo nicotina in forma purificata, superano i rischi derivanti dalle sostanze tossiche del fumo di tabacco. Penso che le sigarette elettroniche siano da rivalutare anche in questo contesto specifico”.
5. tossicità al silicio
  • C’è molta confusione relativamente al materiale più sicuro da usare per gli stoppini (wick) – ha qualche consiglio per gli svapatori su questo argomento? Pensa che gli stoppini di silicio, per esempio, possano causare patologie polmonari come ad es. la silicosi?
“La presenza di particelle di silicio è di scarso significato per quanto riguarda le conseguenze sulla salute, a meno che non si sia a conoscenza della presenza della sua forma cristallina (silice, o biossido di silicio; SiO2) e attualmente non vi è alcuna prova di questa presenza nell’aerosol delle sigarette elettroniche. La silicosi è una forma di malattia professionale polmonare caratterizzata da flogosi e cicatrizzazione del tessuto polmonare. Si determina dopo esposizione prolungata a polvere di silice (non a particelle di silicio); i primi sintomi respiratori compaiono da 10 a 30 anni dopo la prima esposizione. Anche nell’eventualità in cui si scopra che gli attuali stoppini di silicio generino livelli significativi di silice, la tecnologia della sigaretta elettronica si innova ad un ritmo così veloce che in pochi anni sarà ridotto al minimo questo seppur ipotetico rischio. Per queste ragioni, le preoccupazioni relative al potenziale pericolo di silicosi negli svapatori abituali sono squisitamente teoriche”.
6. tossicità al cromo
  • Alcuni utilizzatori sono anche preoccupati per l’esposizione al cromo esavalente come conseguenza delle alte temperature utilizzate quando si ossida uno stoppino d’acciaio (conosciuto come mesh). Questa loro preoccupazione è giustificata? Ha qualche consiglio da dare per ridurre al minimo il rischio?
“L’acciaio inossidabile è una lega metallica contenente almeno l’11 % di cromo; il cromo nell’acciaio inossidabile allo stato solido non è un pericolo per la salute. Il cromo esavalente può formarsi quando si esegue una “lavorazione a caldo” come la saldatura su acciaio inox. In queste situazioni, l’alta temperatura ossida il cromo nel suo stato esavalente. Il cromo esavalente è molto tossico, si trova in quantità nel fumo di tabacco, ed è noto per provocare tumore ai polmoni. La formazione di cromo esavalente in corso di vaporizzazione non è stata mai studiata, ma cromo esavalente può generarsi quando si arroventano gli stoppini d’acciaio (le mesh) per ossidarli. Il vero problema è che non sappiamo se da questo preliminare processo di ossidazione derivi poi una instabilità dei legami ionici del cromo con conseguente rilascio di cromo tossico anche alle normali temperature operative. In assenza di prove certe, consiglio di usare stoppini organici naturali (ad es. cotone)”.