venerdì, Gennaio 10, 2025
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La protesta – Svapo Day, uniti contro la tassa sulle e-cig

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La LIAF – Lega Italiana Anti Fumo sostiene la manifestazione pubblica spontanea che si terrà domenica 26 Gennaio a Piazza San Babila, dalle ore 12.00 alle ore 18.00 e lunedì 27 gennaio, dalle 12.00 alle 13.00, davanti alla sede dei Monopoli di Stato.
Come sottolineato dagli organizzatori, la protesta non avrà etichette, né bandiere politiche.
“L’obiettivo della manifestazione – scrivono in una nota – è quello di difendere il mondo delle sigarette elettroniche da un decreto ingiusto, incostituzionale, inapplicabile”.
I manifestanti chiedono che venga modificata la legge che introduce la famigerata supertassa sulle e-cig che stabilisce un prelievo fiscale del 58,5%.
LIAF si batte con forza da mesi contro una normativa miope che non tiene conto dei risultati delle ricerche scientifiche. Per il neo presidente LIAF, Lidia Proietti, infatti: “La diffusione delle sigarette elettroniche può solo portare benefici alla salute pubblica nazionale, prima di tutto diminuendo mortalità e morbidità da patologie fumo-correlate ed in secondo piano assicurando un sostanziale risparmio economico al sistema sanitario nazionale. Il legislatore – ha concluso – ha l’obbligo etico e morale di approvare una regolamentazione proporzionata e basata su dati scientifici”.

Lidia Proietti è il nuovo Presidente della LIAF

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 “E’ con estremo piacere che ho accettato l’incarico di Presidente della LIAF, oramai da anni importante punto di riferimento per la lotta contro il fumo – ha dichiarato il neo Presidente Prof.ssa Lidia Proietti – Sono grata per la fiducia che mi è stata accordata e mi impegno ad essere all’altezza, sia sul piano
scientifico che organizzativo, dei Presidenti che mi hanno preceduta, soprattutto – ha aggiunto – adesso che la LIAF è impegnata nel sostegno della ricerca sul fumo elettronico”.
Il dott. Pacino lascia la Presidenza dopo cinque anni di mandato, portato a termine con grande impegno e costanza. “In questi anni siamo riusciti ad avviare e concludere tanti progetti importanti che hanno consentito di diffondere la cultura antifumo a 360 gradi. Al mio successore, a cui auguro buon lavoro,
lascio un compito arduo, ma sono sicuro che saprà con forza e determinazione portare avanti le battaglie di LIAF”.
Una Presidenza importante quella del dott. Pacino che lascia in eredità tante iniziative avviate con entusiasmo e portate avanti con successo.
Solo per citarne alcune, ricordiamo:
– il progetto europeo U-BIOPRED sull’asma grave e sul ruolo del fumo su questa patologia
– il progetto volto a misurare l’influenza di stand espositivi per la sigaretta elettronica sul numero di accessi al Centro Antifumo dell’Azienda “Policlinico-V. Emanuele” di Catania
– il progetto DIASMOKE volto a valutare il miglioramento del quadro clinico e delle complicanze nei fumatori diabetici che smettono grazie all’utilizzo di un nuovo farmaco (Vareniclina)
– l’intensa attività di ricerca culminata con lo studio per chiarire l’efficacia e la sicurezza delle sigarette elettroniche (es. Studio ECLAT)
– nell’ambito della sigaretta elettronica, il sostegno continuo alle istituzioni, ai media, alle associazioni di categoria e ai consumatori:
Partecipazione al primo appuntamento istituzionale sulla e-cig alla Camera dei Deputati

Positivo anche il giudizio espresso dal Responsabile scientifico di LIAF, Prof. Riccardo Polosa, che congratulandosi con il neo Presidente ha ricordato la necessità di continuare a portare avanti la battaglia contro le patologie fumo-correlate.
“Sono grato al Presidente Pacino per l’attività condotta in questi anni, ed esprimo le mie più sincere congratulazioni alla Prof.ssa Proietti, grande esperta di salute pubblica. Sono convinto che le battaglie della LIAF continueranno – ha aggiunto Polosa – per rendere maggiormente consapevoli i fumatori del rischio che corrono, per tutelare i non fumatori, e per sostenere la ricerca scientifica sul tabagismo e sulla sigaretta elettronica”.
LIDIA PROIETTI
Nata a Roma nel 1947, Lidia Proietti è già direttore di UOC di Medicina del Lavoro e Medico Competente Coordinatore, nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico V. Emanuele di Catania. Docente di Medicina del Lavoro presso l’Università di Catania, è anche socia della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale (SIMLII, ) e della Società Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM). La sua attività scientifica si compendia di numerose pubblicazioni a stampa su riviste italiane e straniere, relazioni e comunicazioni a Congressi nazionali ed internazionali. Ha svolto e coordinato attività di ricerca nell’ambito dell’Igiene del lavoro, delle Patologie da lavoro, delle problematiche ambientali ed occupazionali, della promozione della salute dei lavoratori con particolare riguardo anche alle problematiche legate alla abitudine al fumo dei lavoratori. Alcuni lavori scientifici relativi alla abitudine al fumo sono stati fatti in collaborazione con il Prof. R. Polosa.

Gli esperti invitano l’EU a tener conto delle evidenze scientifiche per una regolamentazione equilibrata delle e-cig

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Alcune settimane fa denunciavamo come i legislatori europei avessero tramato per introdurre modifiche sostanziali alla normativa che dovrà disciplinare la diffusione delle sigarette elettroniche in Europa (articolo 18 della Tobacco Product Directive – TPD). In particolare, questa revisione risulta essere farcita di misure arbitrarie e sproporzionate che non tengono assolutamente conto delle evidenze scientifiche sulle e-cig.
Il Prof. Riccardo Polosa e il Dott. Pasquale Caponnetto, consulenti scientifici della LIAF e ricercatori dell’Università di Catania, insieme con altri 13 esperti internazionali noti per la loro attività di ricerca nell’ambito dei prodotti contenenti nicotina, hanno inviato ieri alla Commissione Europea e a tutti i Membri del Parlamento Europeo una lettera che rettifica in modo sistematico diversi punti dell’ articolo 18 della TPD. Tutti punti che travisano palesemente i risultati delle evidenze scientifiche da loro prodotte.
<<Una ampia diffusione delle sigarette elettroniche può salvare centinaia di migliaia di vite nella sola Comunità Europea – afferma Polosa – e il legislatore ha l’obbligo etico e morale di produrre una regolamentazione equilibrata basata sulle evidenze scientifiche. Questa lettera lo inchioda alle sue responsabilità>>.
<<Confidiamo che questo nostro documento possa assistere il legislatore europeo a una più completa e piena comprensione dei dati dei nostri studi e che possa ispirare modifiche appropriate all’attuale testo della TPD – ha aggiunto Caponnetto>>.

Lettera al Mediatore Europeo: svapatori, commercianti ed esperti denunciano la Commissione Europea per abuso di potere

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ECCA, DADAFO, ACVODA, NDS, WVO, sono solo alcune delle associazioni di svapatori che da tutta Europa, insieme alla LIAF, agli esperti in tabagismo e salute pubblica, alle associazioni di imprese del settore e-cig, hanno sottoscritto una lettera indirizzata al Mediatore Europeo – in UE conosciuto come Ombudsman – per denunciare un caso di abuso nella gestione della revisione della Direttiva sui Prodotti del Tabacco (TPD), con particolare riferimento all’Articolo 18 sulle sigarette elettroniche.
L’organo sotto accusa è la Commissione Europea, ritenuta colpevole di aver condotto in maniera faziosa, e contro ogni requisito di legge previsto dai Trattati Europei, il processo legislativo che ha portato alla proposta di un nuovo emendamento della TPD, in completa divergenza con la proposta votata l’8 ottobre 2013.
La lettera denuncia un sotterfugio adottato dalla Commissione Europea per bypassare gli articolati passaggi del processo legislativo previsto dall’UE per l’adozione di una Direttiva Europea. Facendo passare il nuovo testo prodotto dalla Commissione Europea come una proposta di modifica della già esistente Direttiva TPD, si evitano, infatti, ben quattro passaggi: una nuova consultazione con le parti interessate (svapatori, imprese, esperti); una nuova giustificazione basata su prove scientifiche; la valutazione d’impatto secondo i principi di sussidiarietà e proporzionalità; la valutazione e il voto da parte dei governi nazionali degli Stati Membri.
Tali passaggi, obbligatori quando si presenta la proposta di una nuova Direttiva, sono stati del tutto elusi dalla Commissione Europea, che ha pensato bene di imporre come piccola modifica un testo ben cinque volte più lungo del primo emendamento, e talmente diverso come impianto e ideologia da essere a tutti gli effetti una nuova proposta di legge.
Per i contenuti della nuova proposta, leggere qui:
Si riaccende in UE la battaglia per il futuro delle sigarette elettroniche

È un grave abuso procedurale quello denunciato dai numerosi firmatari della lettera, per di più condotto a porte chiuse in una negoziazione a tre – il cosiddetto “trialogo” tra Commissione, Parlamento e Consiglio europei – che non ha mai chiesto il parere fondamentale dei consumatori, vero perno di tutta la questione. Se lo scopo dell’Articolo 18 della TPD è salvaguardare gli utilizzatori di e-cig, i primi soggetti a dover essere interpellati sono proprio loro. Altrimenti sarebbe come fare un intervento chirurgico senza il paziente, o – per restare in casa – come avviare un percorso antifumo senza il fumatore.
L’Ombudsman è un organo indipendente e imparziale che chiede conto all’amministrazione dell’UE e conduce indagini su casi di cattiva amministrazione nell’azione di istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’Unione europea. Quello che si chiede all’Ombudsman in questa lettera di denuncia non è di giudicare le misure che si intendono prendere all’interno della TPD riguardo alle sigarette elettroniche, né di dare un giudizio sui milioni di svapatori e imprese di e-cig che perderanno un’opportunità di salute o di lavoro per una normativa ingiustificata.
Quello che si chiede all’Ombudsman è di:
1. indagare sulla cattiva amministrazione di un processo legislativo che dovrebbe essere condotto a porte aperte, tenendo in considerazione le esperienze dei consumatori, gli interessi delle aziende e le evidenze scientifiche degli esperti
2. richiedere alla Commissione Europea di sottoporre il nuovo emendamento alla normale prassi prevista per la proposta di nuove leggi
3. vigilare sul rispetto, da parte degli organi di governo europei, dei principi e delle procedure previste dai Trattati, di cui la Commissione Europea dovrebbe essere garante.
Peccato che in Italia non esista una figura come quella dell’Ombudsman cui rivolgersi per l’abuso procedurale, da parte del nostro governo, che ha visto come protagonista la e-cig. In Italia, non solo non sono mai stati consultati gli esperti del mondo della scienza e della medicina, ma addirittura si fuorviano, quando non si ignorano, i dati scientifici provenienti dagli studi fatti sul territorio nazionale. Non solo non si tengono in considerazione le esperienze positive di migliaia di consumatori, si pensa persino di penalizzarli imponendo un’imposta sul consumo che farà lievitare il prezzo del prodotto del 58% e, di conseguenza, fallire centinaia di negozi e produttori di e-cig, oltre che indurre gli svapatori a riprendere a fumare.
I deputati italiani sono stati il perfetto esempio dell’anti-democrazia più schizofrenica quando sono passati, nel giro di pochissimi mesi, da un divieto a una tassa, dall’abolizione del divieto al ripensamento della stessa.
“In Italia non avremmo un Ufficio garante del cittadino, ma abbiamo un uomo cui rivolgerci – interviene il Presidente della LIAF, dott. Sebastiano Antonio Pacino – Ci impegniamo fin da ora a inviare una lettera di protesta al Presidente della Repubblica, entro pochissimi giorni, per la mala gestione della questione e-cig da parte del nostro Parlamento”.
Per consultare il testo della lettera originale inviata al Mediatore Europeo, cliccare qui:

Sigaretta elettronica: tutta una questione di interessi finanziari

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Siamo rimasti positivamente sorpresi nell’apprendere del voto dei membri del Parlamento Europeo contro la regolamentazione farmaceutica delle sigarette elettroniche, proposta dalla Commissione europea, durante la prima lettura della Direttiva sui Prodotti del Tabacco (TPD), lo scorso 8 ottobre 2013. Sembrava che i parlamentari avessero finalmente compreso i rischi derivanti da un eccesso di regolamentazione di un prodotto pensato per ridurre i danni alla salute causati dal fumo di tabacco. Ci sbagliavamo.

Dall’oggi al domani, a porte chiuse, e con una consultazione ristretta a pochi, i legislatori europei sono infatti riusciti a introdurre modifiche sostanziali al TPD approvato in Ottobre, stravolgendo le norme del documento relative alle e-cigs. Il nuovo documento appena approvato è pieno di misure arbitrarie e sproporzionate. E avrebbe potuto essere molto peggio, se non fosse stato per l’intervento determinato di alcuni deputati coraggiosi che si sono battuti duramente in sede di consultazione per limitare i danni.

In buona sostanza, questo nuovo documento rende le sigarette elettroniche molto meno attraenti per quei fumatori di sigarette convenzionali indecisi se passare o meno ad un prodotto con un rischio per la salute nettamente ridotto. Nel dettaglio, il nuovo testo introduce il limite arbitrario di 20 mg/ml per la massima concentrazione di nicotina consentita nei liquidi, divieti pubblicitari rigorosi quanto quelli attualmente in vigore per le sigarette convenzionali, oltre a svariate prove di laboratorio (per nulla dettagliate), monitoraggio e requisiti di conformità.

Purtroppo, nessuna considerazione è stata riservata all’opportunità di mettere le basi per norme di sicurezza per i liquidi o per standard operativi per i dispositivi. Un semplice quadro normativo che garantisce la protezione dei consumatori e la qualità del prodotto, e che può disciplinare anche le e-cig, esiste già. Ad esempio, i liquidi possono essere commercializzati o come integratori alimentari o come cosmetici, mentre la vendita delle parti elettroniche, batterie e parti di ricambio sono già disciplinate dalle direttive vigenti per i prodotti di consumo elettronici.

Le eccessive (e perlopiù inesistenti) preoccupazioni per la salute che hanno costituito la principale ossessione dei legislatori dell’UE nel corso delle negoziazioni sull’e-cigs possono sembrare stupide scuse. Ma in realtà non sono affatto stupide. A dire il vero, sono scuse intelligenti. Così intelligenti che sono riuscite nel loro scopo di far valere regole restrittive in sintonia con una maldestra applicazione del principio di precauzione. Quindi, il fatto che il nuovo documento miri a rendere le e-cigs molto meno attraenti per i fumatori è del tutto intenzionale…

Guardiamo in faccia la realtà, le decisioni in materia di prodotti del tabacco sono sempre ed esclusivamente ispirate da ragioni finanziarie e non dalla preservazione dello stato di salute. Dopo settimane e settimane di snervanti tira e molla con i “legislatori” dell’EU, siamo arrivati alla conclusione che tutto questo ha ben poco a che fare con la medicina o la scienza, è tutta una questione politica e finanziaria. Abbiamo affrontato brevemente questo punto  nell’articolo pubblicato sul Lancet dai nostri consulenti scientifici, Prof. Riccardo Polosa e Dott. Pasquale Caponnetto:

Simili conclusioni si possono trarre dall’attuale situazione in Italia. Dal 1 Gennaio 2014, le e-cigs saranno regolamentate come prodotti del tabacco. Le misure includeranno: accise, un lungo iter burocratico per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’autorità nazionale del tabacco (i.e. Monopolio di Stato), divieto di svapare nei luoghi pubblici, e sostanziali limitazioni della pubblicità. Nessun dibattito scientifico è stato consentito, nessun parere degli svapatori e delle loro famiglie è stato preso in considerazione: in testa all’ordine del giorno dell’agenda politica italiana vi è stato l’obiettivo di “distruggere le e-cigs il più presto possibile”. Queste misure draconiane stanno già spingendo all’esodo in terra straniera un settore che in pochi anni aveva dato segni di prosperità e attività, migliaia di negozi stanno chiudendo, e coloro che attualmente svapano non avranno altra scelta che quella di rivolgersi al mercato nero, oppure di ritornare a fumare. L’Italia è ben conosciuta per i suoi processi legislativi lunghie laboriosi. Per la sigaretta elettronica, l’intero iter è stato completato in meno di 6 mesi! A buon intenditore…

Chiaramente, la crescente popolarità delle e-cigs rappresenta una minaccia per gli interessi di molti, compresi i governi nazionali – per via dei grossi ricavi generati dalle accise sul tabacco. Solo se questi ostacoli saranno superati, una regolamentazione realmente sensata e razionale delle e-cigs potrà essere concordata, e milioni di vite salvate.

Bocciato l’Emendamento per le sigarette elettroniche. Per il firmatario, On. Prodani: “Tutto e’ assurdo”.

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E’ stato bocciato stamane in Commissione Finanza l’emendamento firmato dall’On. Aris Prodani (M5S) n. 1.1480 circa la regolamentazione delle sigarette elettroniche in Italia.
La proposta intendeva sostituire l’imposta di consumo con una imposta di fabbricazione, che grava sui produttori, riferita ai liquidi contenenti nicotina o altre sostanze, atti ad essere somministrati mediante vaporizzazione per mezzo di strumenti meccanici e/o elettronici pari a 20 centesimi di euro per millilitro. Una disposizione che avrebbe prodotto effetti positivi sulla concorrenza e avrebbe contribuito a lasciare libero il prezzo del prodotto al dettaglio.
“Nonostante gli annunci mediatici dei giorni scorsi, il risultato di oggi è stato che l’emendamento proposto non è passato in Commissione – ha dichiarato l’On. Prodani ai microfoni di LIAF – Per alzata di mano, il testo è stato votato solo dai rappresentanti del Movimento Cinque Stelle e questo non ne ha consentito l’approvazione”. I gruppi presenti adesso dovranno prendersi le responsabilità del caso. Pare – continua Prodani – che ci sia una volontà precisa di non portare avanti la battaglia a sostegno del settore delle e-cig”.
Nell’ambito della seduta il viceministro Stefano Fassina avrebbe fatto presente che, dal punto di vista del Governo, il parere contrario espresso nei confronti dell’emendamento Prodani è stato determinato dall’assenza di “un’adeguata copertura finanziaria”.
Di contro Prodani conferma che: “Lo Stato sta bloccando uno dei pochi settori produttivi in crescita proponendo una tassa – che ricordiamo sarà in vigore dal 1 gennaio 2014 – del 58,5%. L’emendamento di oggi avrebbe trasmesso fiducia ai produttori e alle imprese e invece abbiamo dato un’ulteriore risposta negativa”.
Anche l’On. Sabrina Capozzolo (Pd) componente della I Commissione Finanza ha espresso parere positivo circa la sospensione della tassazione e ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà un mozione che potrebbe rappresentare un appiglio in più per la regolamentazione: “Si tratta di una tassazione esagerata su un prodotto commerciale sul quale non si fa nessun tipo di analisi – ci ha spiegato – non ci si chiede se fa bene o male, si attacca solo il settore e basta. Già domani – ha confermato la Capozzolo – presenterò una mozione con l’intento di proporre in qualche modo un momento di riflessione sulla questione. Siamo passati ad una tassazione senza valutare una regolamentazione – ha aggiuto – bisogna proporre una tassazione che consenta allo Stato di portare avanti il settore ma con una tassa regolare e normale perchè dal primo gennaio tutti coloro che hanno i punti vendita dovranno mettersi a norma ma non avendo i tempi potrebbero essere costretti a chiudere”.
“Questa misura draconiana rischia di soffocare il prodotto digitale per rilanciare il fumo di tabacco – dichiara il Presidente della LIAF, dott. Sebastiano Antonio Pacino – Avevamo una grande opportunità di rilancio della salute pubblica in Italia, con molti fumatori che avevano finalmente trovato nella ecig un valido strumento per affrancarsi dal fumo di sigaretta e per migliorare il loro stato di salute. Questa opportunità viene negata da un sistema politico miope e irresponsabile. Nonostante questo, continuiamo a renderci disponibili verso le Istituzioni per offrire il nostro supporto scientifico e legale a favore di una regolamentazione equa delle sigarette elettroniche”.

Lettera ai Parlamentari italiani ed europei

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Egregi Membri del Parlamento italiano,

Vorremmo richiamare la vostra attenzione su uno sviluppo significativo nella negoziazione della revisione della Direttiva sui Prodotti del Tabacco (TPD).

L’8 ottobre, il Parlamento Europeo ha respinto la proposta della Commissione Europea di regolamentare le sigarette elettroniche come farmaci.

La Commissione Europea ha ora prodotto una nuova proposta informale basandosi su un consistente Emendamento elaborato dal Parlamento Europeo durante la Prima Lettura dell’8 ottobre, ma aggiungendovi molte disposizioni e restrizioni aggiuntive.

Il nuovo ‘testo proposto’ è cinque volte più lungo del testo della prima proposta della Commissione, e adotta un approccio completamente diverso.

Invece di classificare e regolare le e-cigarette come medicinali, stabilisce una regolamentazione dettagliata all’interno della stessa Direttiva sui Prodotti del Tabacco, gran parte della quale sarebbe controproducente per la salute e sproporzionata, a nostro avviso.

Questa nuova proposta per l’articolo 18 della Direttiva TPD  potrebbe facilmente presentarsi come una nuova proposta legislativa di Direttiva completamente a se stante, e invece è in corso di negoziato attraverso il processo del trialogo, ovvero in una corsa affannata per raggiungere un accordo a porte chiuse nella negoziazione tra Consiglio, Commissione e Parlamento Europei.

Questa proposta non è stata oggetto di esame nei parlamenti nazionali e non è stato aperta alla consultazione con le imprese, i consumatori e i professionisti della salute pubblica coinvolti.

Non vi è alcuna documentazione di supporto basata su prove scientifiche per giustificare la proposta e nessuna valutazione d’impatto per esaminare le sue conseguenze o la sua compatibilità con i principi di proporzionalità, non discriminazione, sussidiarietà né con le regole del nostro  mercato interno.

Crediamo che ci siano due questioni da prendere in esame:

1 . Dato che questo importante aspetto della proposta è radicalmente diverso dall’Approccio Generale del Consiglio Europeo, la Commissione Affari Europei del Senato italiano dovrebbe esaminare di nuovo tale proposta prima che il Governo prenda una posizione durante la Prima Lettura del Consiglio, che sarà probabilmente a Dicembre? Le norme italiane suggeriscono di sì.

2. Dato l’emendamento significativo, il legislatore europeo avrebbe dovuto far esaminare il testo modificato ai parlamenti nazionali dando loro la possibilità di fornire ulteriori pareri motivati sulla nuova proposta? Il Protocollo dell’UE sull’Applicazione dei principi di Sussidiarietà e di Proporzionalità suggerisce che avrebbe dovuto.

Abbiamo aggiunto un’appendice con tutti i documenti citati che spero riterrete utile.

Lasciando da parte i requisiti procedurali, crediamo che la negoziazione di grandi cambiamenti attraverso un processo chiuso di consultazione a tre sia il modo peggiore di fare politica e legislazione. Una proposta che interesserà, positivamente o negativamente, la salute di milioni di utenti e le prospettive di migliaia di aziende grandi e piccole, si sta negoziando a porte chiuse e senza rispettare nessuno dei requisiti della legislazione dell’UE: la giustificazione basata sulle prove, la valutazione d’impatto e, soprattutto, la consultazione con gli interessati – consumatori, aziende ed esperti di sanità pubblica.

Crediamo, a questo punto, che l’approccio più pragmatico sia il seguente:

(1) Raggiungere un accordo rapido e soddisfacente sulla TPD, solo per quanto riguarda le parti relative ai prodotti a base di tabacco – non ci dovrebbe essere alcun problema su questo punto.

(2) In via provvisoria, regolamentare le e-cigarette applicando e facendo rispettare la già esistente corposa normativa sulla sicurezza e tutela del consumatore, e spronare il settore affinché raggiunga standard più elevati.

(3) Prendere in considerazione l’Emendamento proposto dal Parlamento Europeo per svilupparlo in una nuova proposta legislativa, che abbia una giustificazione basata su prove scientifiche, una valutazione di impatto e una consultazione, e che miri a sviluppare un quadro normativo realizzabile, proporzionato, e compatibile con le diverse regole dei mercati interni degli Stati dell’UE.

Vorremo sottolineare che non c’è alcun problema evidente che richiede una risposta normativa urgente sulla questione e-cigarette in questo momento. Non vi è alcuna prova che l’e-cig costituisca una “porta d’accesso” al fumo, né alcun segno di marketing deliberatamente rivolto ai bambini, né infine alcuna prova che l’e-cig sia pericolosa per la salute dell’uomo. In realtà l’esperienza finora è molto positiva, con milioni di utilizzatori che hanno ridotto o abbandonato del tutto l’uso del tabacco. È quindi giunto il momento di progettare la regolamentazione di questi prodotti importanti e dirompenti in modo da massimizzare gli effetti per la salute pubblica. Ciò avverrà solo se il processo è aperto e trasparente.

Nuova tassa sulla sigaretta elettronica: il “pasticcio” burocratico

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“Il 6 dicembre scorso sul giornale “Italia Oggi” è stata pubblicata una interessante disamina sulla questione della tassazione della sigaretta elettronica, firmata dal giornalista Stefano Sansonetti.
L’autore ha commentato, con dovizia di particolari e richiamando spesso la normativa, il “pasticcio” dell’iter burocratico che ha segnato l’approvazione della famigerata “supertassa” sulle sigarette elettroniche
Dal primo gennaio 2014, come è noto, viene stabilito il prelievo fiscale del 58,5% sulle sigarette elettroniche. Ma per far si che questo dispositivo normativo venga messo in pratica era necessaria, come già precisato dal DL n. 76 del 2013, l’approvazione di uno specifico decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia entro il 31 ottobre 2013. “Passaggio fondamentale – si legge nell’articolo – perchè è da questo che dipendono tutti gli iter autorizzativi indispensabili alle imprese che intendono continuare a commercializzare sigarette elettroniche”.
Ma, questa approvazione si è concretizzata ben oltre i termini stabiliti dal DL: “Il decreto attuativo in questione “non è mai arrivato entro il 31 ottobre scorso – continua l’autore – lo si dava praticamente per disperso, fino a quando sul sito dei Monopoli di Stato è spuntata fuori qualche giorno fa una bozza”.
Di fatto, il testo del decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 287 del 7 dicembre 2013 e si rifà integralmente alla normativa che dispone le modalità di vendita dei prodotti derivati dal tabacco, come previsto ai sensi dell’articolo 62-quater, comma 4, del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.
Ciò che risulta strano sia per l’autore dell’articolo, sia per LIAF , è che il testo è stato comunque pubblicato fuori dai limiti previsti dal DL e comunque, come sostiene Sansonetti: “Troppo tardi per un’entrata a regime delle vendite che a questo punto potrebbe non arrivare prima di giugno”. Il pasticcio procedurale, dunque, determinerà probabilmente il mancato incasso per il Fisco dei 117 milioni di euro attesi per l’anno in corso dalla tassazione delle sigarette elettroniche.
Con una nota dell’Ufficio di controllo sugli atti del ministero dell’economia, datata 3 dicembre 2013 “la Corte dei conti sbertuccia il decreto Saccomanni” – spiega il giornalista.
L’autorità competente, infatti, avrebbe premesso, innanzitutto “di aver dato corso per ragioni di correntezza al provvedimento, in considerazione della necessità di scongiurare la paralisi del settore, con le intuibili ricadute in termini di mancate entrate per le casse dello Stato”. Nel frattempo, però aggiunge anche l’accusa più grave circa il ritardo dell’approvazione del decreto: “L’adozione del decreto così a ridosso dell’entrata in vigore delle disposizioni, ha limitato drasticamente lo svolgimento del controllo preventivo di legittimità da parte dell’Ufficio che non ne ha potuto effettuare i necessari provvedimenti”.
Per il Presidente LIAF Sebastiano Antonio Pacino, la gaffe legislativa sembra abbastanza chiara: “Che dal primo gennaio la tassazione venga applicata o no ancora non è dato saperlo – ha dichiarato – ma che dietro l’approvazione del decreto ci sia un pasticcio burocratico è l’unica cosa che al momento sembra certa”.

Valutazione superficiale e fuorviante dei dati sulle sigarette elettroniche: bacchettata agli Editori del Lancet.

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Secondo il Prof. Polosa ed il Dott. Pasquale Caponnetto le affermazioni rilasciate dagli Editori per cui “le sigarette elettroniche stanno diventando una porta d’ingresso al fumo tradizionale, un prodotto che spinge i giovani a iniziare a fumare”, sono fuorvianti in quanto non suffragate dai risultati degli studi scientifici citati. Anzi, una attenta lettura del report diffuso a settembre dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitense (CDC) dimostra esattamente il contrario. Non esistono di fatto dati a sostegno della tesi che le e-cig siano popolari tra i giovani e li spingano poi a far uso di ‘bionde’. Il report del CDC non dimostra un incremento nell’uso regolare quotidiano di e-cig tra gli adolescenti, ma piuttosto che il numero di ragazzi che aveva provato a svapare era aumentato (essenzialmente una misura della sperimentazione che è tipica della fase adolescenziale). Va precisato che questo fenomeno della sperimentazione era documentato nel 90.6% dei ragazzi che già fumavano tabacco, mentre la percentuale nei non fumatori giovani era solo pari allo 0,5%. Da questo si può solo concludere che sperimentare un prodotto nuovo piace, e non è insolito tra i giovani – specie se già fumatori.

“Lo studio del CDC e i dati scientifici attualmente disponibili provano che non esiste per i giovani non fumatori una transizione dalla e-cig alla sigaretta convenzionale – specifica Caponnetto – semmai questi dati nel loro complesso confermano che l’uso di e-cig è poco popolare tra i giovani”. Priva di fondamento quindi la tesi che vuole vedere incriminata la e-cig come porta di entrata al tabagismo così come precisato in una nostra recente nota:

https://www.liafmagazine.it/page.php?id=146-le-ecig-inducono-al-tabagismo-nuove-evidenze-scientifiche-dicono-di-no

Un’altra affermazione degli Editori di “Lancet Oncology” che viene confutata dagli esperti dell’Università di Catania è quella che “le sigarette elettroniche rappresentano anche un serio pericolo per le attuali norme antifumo”. La tesi che le e-cig possano destabilizzare le leggi antifumo perpetua preoccupazioni di tipo meramente ideologico e non è supportata da alcun dato scientifico.

“Non esiste un solo studio che dimostri che ‘svapare’ in luoghi dove vige il divieto di fumare vada a minare l’efficacia delle norme antifumo – precisano nella loro nota Polosa e Caponnetto – ed è inverosimile che le persone abbiano difficoltà a distinguere il vapore dal fumo di tabacco”. Tutti i test sul vapore emesso dalle e-cig non hanno finora evidenziato nessuna particolare rischio per la salute pubblica. Pertanto – spiegano – non vi è alcuna giustificazione per estendere le normative esistenti a tutela della salute del non fumatore anche allo svapo. Anzi – aggiungono – l’uso di sigarette elettroniche dove è proibito fumare non solo potrebbe incoraggiare più fumatori a passare ad un prodotto che riduce il rischio di malattie fumo-correlate, ma anche stigmatizzare (anzichè legittimare) ancora di più l’uso di sigarette convenzionali. Come più volte dichiarato dal Prof. Polosa: “L’uso delle e-cig è una via d’uscita dal tabagismo”.

Nella loro nota, Polosa e Caponnetto, concordano con gli Editori di “Lancet Oncology”  che una regolamentazione è comunque necessaria al fine di evitare che le e-cig possano in futuro diventare popolari tra i non fumatori e essere utilizzate indiscriminatamente nelle scuole. E tuttavia mettono in guardia circa il pericolo che può derivare da una regolamentazione troppo rigida e onerosa con il rischio di rendere le e-cig poco attraenti per i fumatori e meno concorrenziali delle sigarette convenzionali sul piano del prezzo di vendita. Una regolamentazione ragionevole di questi prodotti dovrebbe semplicemente seguire le buone prassi di produzione, assicurando così che i liquidi utilizzati nelle sigarette elettroniche rispettino gli standard di qualità, non contengano sostanze contaminanti o impurità, e che vengano accuratamente etichettate.

“Sono rimasto positivamente sorpreso nel vedere pubblicata le nostre precisazioni in questa prestigiosa rivista medico-scientifica. È raro che autorità blasonate facciano retromarcia e ammettano pubblicamente la inesattezza e la falsità delle proprie affermazioni, e pertanto gli Editori sono da lodare per la loro integrità intellettuale” – ha dichiarato il Prof. Polosa.

Si riaccende in UE la battaglia per il futuro delle sigarette elettroniche

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Si riaccende in UE la battaglia per il futuro delle sigarette elettroniche

 

La scorsa settimana, la Commissione europea ha fatto circolare una nuova proposta “riservata” per la regolamentazione delle sigarette elettroniche. Il documento è stato inviato solo a coloro che, a Bruxelles, stanno negoziando il futuro delle e-cigarette a porte chiuse – ovvero, rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio europeo. Questa non è una proposta finale, ma fornisce di certo ai negoziatori qualcosa su cui discutere.
Il documento con tale nuova proposta è consultabile all’interno della lettera aperta firmata da otto esperti internazionali in tabagismo e indirizzata ai parlamentari nazionali ed europei.
<<La nuova proposta è francamente agghiacciante – dichiara il Prof. Riccardo Polosa, uno degli otto esperti internazionali firmatari della lettera – Non è accettabile che si riproponga la equiparazione della sigaretta elettronica a un farmaco o, peggio ancora, a una sigaretta convenzionale. Questi prodotti non condividono nulla né con l’una né con l’altra categoria, e tuttavia si cerca di farla passare come un mix di entrambi facendosi beffa della salute di milioni di fumatori europei>>
Se questa proposta venisse attuata, farebbe uscire fuori dal mercato ogni prodotto presente oggi e limiterebbe gravemente le opzioni per i prodotti futuri – oltre a renderne il loro sviluppo commercialmente impraticabile. Statene certi.
Redazione LIAF
Ai Membri del Parlamento Europeo
Ai Membri del Parlamento Italiano
Gentile Onorevole,
Il fumo di sigaretta è la principale causa di morte e di malattie evitabili negli stati dell’Unione Europea. Il tasso dei fumatori è mediamente pari al 29 % della popolazione adulta, con picchi sino al 50 % in alcuni paesi dell’UE, e con 700.000 decessi ogni anno. I programmi anti-fumo tradizionali hanno realizzato solo piccoli progressi in favore della riduzione di questa piaga. Ma lì dove gli approcci convenzionali per smettere di fumare stentano ad avere successo, le sigarette elettroniche stanno invece aiutando moltissimi fumatori a passare ad un’alternativa più sicura. Con una stima di 7-12 milioni di utenti nell’UE, le sigarette elettroniche rappresentano oramai una alternativa concreta alle sigarette convenzionali.
Molto ancora andrebbe fatto per incoraggiare questa tendenza positiva per la salute pubblica, eppure la bella storia della sigaretta elettronica potrebbe essere sul punto di sfumare. La recente revisione della Direttiva europea sui Prodotti del Tabacco (Tobacco Products Directive – TPD) ha proposto di regolamentare le sigarette elettroniche alla stessa stregua dei prodotti medicinali. Ma la regolamentazione dei medicinali è notoriamente costosa, particolarmente lunga e complessa, anticoncorrenziale e pertanto tende a soffocare l’innovazione. Metterebbe fuori mercato molti dei prodotti attualmente in commercio. Il Parlamento europeo ha saggiamente rigettato questa proposta, stabilendo una loro commercializzazione come prodotti di libero consumo. Il Consiglio e la Commissione (dichiaratamente a favore della regolamentazione farmacologica) devono ora avviare la negoziazione con il Parlamento europeo (che ha rigettato tale regolamentazione).
A sorpresa, si apprende ora che la Commissione vuole forzare nella TPD un nuovo emendamento che di fatto parifica le sigarette elettroniche a quelle convenzionali (mentre logicamente non lo sono), e che prevede: il divieto sull’uso degli aromi (parte importante dell’esperienza degli utilizzatori); l’imposizione di limiti arbitrari sul contenuto di nicotina consentito (che metterebbe fuori mercato la maggior parte dei prodotti esistenti); la proibizione di prodotti ricaricabili (che molti consumatori preferiscono); l’introduzione di rigide limitazioni sulla pubblicità come per le sigarette convenzionali. Queste proposte, nel loro complesso, avranno l’effetto di soffocare il mercato della sigaretta elettronica e pertanto di limitare l’impatto positivo di questi prodotti sulla salute pubblica.
Paradossalmente, forzando la regolamentazione in questa direzione si andranno a creare le condizioni per una maggiore diffusione delle sigarette di tabacco rispetto alle molto più sicure sigarette elettroniche. Esortiamo a fare opposizione a questo tentativo di far rientrare dalla finestra una regolamentazione che il Parlamento europeo aveva già legittimamente fatto uscire della porta.
Cordiali saluti,
Prof Riccardo Polosa, Professore Ordinario di Medicina Interna, University of Catania, Italy.
Prof Gerry Stimson, Emeritus Professor, Imperial College London, London, UK
Prof Peter Hajek, Wolfson Institute of Preventive Medicine Barts and Queen Mary University, London, UK
Dr Lynne E. Dawkins, University of East London, UK
Dr Miroslaw Dworniczak, Poznan, Poland
Dr Konstantinos Farsalinos, Onassis Cardiac Surgery Center, Greece and University Hospital Gathuisberg, Belgium
Dr Michał Kozłowski, eSmoking Institute, Poznan, Poland
Prof Demetrios Kouretas, School of Health Sciences and Vice Rector of University of Thessaly, Greece
Dr Jacques Le Houezec, Consultant in Public Health, Rennes, France
Dr Gérard Mathern, Saint-Chamond, France
Dr Philippe Presles, Institut Moncey, Paris, France
Prof Andrzej Sobczak, Medical University of Silesia, Katowice, Poland
Prof Aristides Tsatsakis, University of Crete, Greece

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