La protesta – Svapo Day, uniti contro la tassa sulle e-cig
Lidia Proietti è il nuovo Presidente della LIAF
Gli esperti invitano l’EU a tener conto delle evidenze scientifiche per una regolamentazione equilibrata delle e-cig
Lettera al Mediatore Europeo: svapatori, commercianti ed esperti denunciano la Commissione Europea per abuso di potere
Sigaretta elettronica: tutta una questione di interessi finanziari
Dall’oggi al domani, a porte chiuse, e con una consultazione ristretta a pochi, i legislatori europei sono infatti riusciti a introdurre modifiche sostanziali al TPD approvato in Ottobre, stravolgendo le norme del documento relative alle e-cigs. Il nuovo documento appena approvato è pieno di misure arbitrarie e sproporzionate. E avrebbe potuto essere molto peggio, se non fosse stato per l’intervento determinato di alcuni deputati coraggiosi che si sono battuti duramente in sede di consultazione per limitare i danni.
In buona sostanza, questo nuovo documento rende le sigarette elettroniche molto meno attraenti per quei fumatori di sigarette convenzionali indecisi se passare o meno ad un prodotto con un rischio per la salute nettamente ridotto. Nel dettaglio, il nuovo testo introduce il limite arbitrario di 20 mg/ml per la massima concentrazione di nicotina consentita nei liquidi, divieti pubblicitari rigorosi quanto quelli attualmente in vigore per le sigarette convenzionali, oltre a svariate prove di laboratorio (per nulla dettagliate), monitoraggio e requisiti di conformità.
Purtroppo, nessuna considerazione è stata riservata all’opportunità di mettere le basi per norme di sicurezza per i liquidi o per standard operativi per i dispositivi. Un semplice quadro normativo che garantisce la protezione dei consumatori e la qualità del prodotto, e che può disciplinare anche le e-cig, esiste già. Ad esempio, i liquidi possono essere commercializzati o come integratori alimentari o come cosmetici, mentre la vendita delle parti elettroniche, batterie e parti di ricambio sono già disciplinate dalle direttive vigenti per i prodotti di consumo elettronici.
Le eccessive (e perlopiù inesistenti) preoccupazioni per la salute che hanno costituito la principale ossessione dei legislatori dell’UE nel corso delle negoziazioni sull’e-cigs possono sembrare stupide scuse. Ma in realtà non sono affatto stupide. A dire il vero, sono scuse intelligenti. Così intelligenti che sono riuscite nel loro scopo di far valere regole restrittive in sintonia con una maldestra applicazione del principio di precauzione. Quindi, il fatto che il nuovo documento miri a rendere le e-cigs molto meno attraenti per i fumatori è del tutto intenzionale…
Guardiamo in faccia la realtà, le decisioni in materia di prodotti del tabacco sono sempre ed esclusivamente ispirate da ragioni finanziarie e non dalla preservazione dello stato di salute. Dopo settimane e settimane di snervanti tira e molla con i “legislatori” dell’EU, siamo arrivati alla conclusione che tutto questo ha ben poco a che fare con la medicina o la scienza, è tutta una questione politica e finanziaria. Abbiamo affrontato brevemente questo punto nell’articolo pubblicato sul Lancet dai nostri consulenti scientifici, Prof. Riccardo Polosa e Dott. Pasquale Caponnetto:
Chiaramente, la crescente popolarità delle e-cigs rappresenta una minaccia per gli interessi di molti, compresi i governi nazionali – per via dei grossi ricavi generati dalle accise sul tabacco. Solo se questi ostacoli saranno superati, una regolamentazione realmente sensata e razionale delle e-cigs potrà essere concordata, e milioni di vite salvate.
Bocciato l’Emendamento per le sigarette elettroniche. Per il firmatario, On. Prodani: “Tutto e’ assurdo”.
Lettera ai Parlamentari italiani ed europei
Egregi Membri del Parlamento italiano,
Vorremmo richiamare la vostra attenzione su uno sviluppo significativo nella negoziazione della revisione della Direttiva sui Prodotti del Tabacco (TPD).
L’8 ottobre, il Parlamento Europeo ha respinto la proposta della Commissione Europea di regolamentare le sigarette elettroniche come farmaci.
La Commissione Europea ha ora prodotto una nuova proposta informale basandosi su un consistente Emendamento elaborato dal Parlamento Europeo durante la Prima Lettura dell’8 ottobre, ma aggiungendovi molte disposizioni e restrizioni aggiuntive.
Il nuovo ‘testo proposto’ è cinque volte più lungo del testo della prima proposta della Commissione, e adotta un approccio completamente diverso.
Invece di classificare e regolare le e-cigarette come medicinali, stabilisce una regolamentazione dettagliata all’interno della stessa Direttiva sui Prodotti del Tabacco, gran parte della quale sarebbe controproducente per la salute e sproporzionata, a nostro avviso.
Questa nuova proposta per l’articolo 18 della Direttiva TPD potrebbe facilmente presentarsi come una nuova proposta legislativa di Direttiva completamente a se stante, e invece è in corso di negoziato attraverso il processo del trialogo, ovvero in una corsa affannata per raggiungere un accordo a porte chiuse nella negoziazione tra Consiglio, Commissione e Parlamento Europei.
Questa proposta non è stata oggetto di esame nei parlamenti nazionali e non è stato aperta alla consultazione con le imprese, i consumatori e i professionisti della salute pubblica coinvolti.
Non vi è alcuna documentazione di supporto basata su prove scientifiche per giustificare la proposta e nessuna valutazione d’impatto per esaminare le sue conseguenze o la sua compatibilità con i principi di proporzionalità, non discriminazione, sussidiarietà né con le regole del nostro mercato interno.
Crediamo che ci siano due questioni da prendere in esame:
1 . Dato che questo importante aspetto della proposta è radicalmente diverso dall’Approccio Generale del Consiglio Europeo, la Commissione Affari Europei del Senato italiano dovrebbe esaminare di nuovo tale proposta prima che il Governo prenda una posizione durante la Prima Lettura del Consiglio, che sarà probabilmente a Dicembre? Le norme italiane suggeriscono di sì.
2. Dato l’emendamento significativo, il legislatore europeo avrebbe dovuto far esaminare il testo modificato ai parlamenti nazionali dando loro la possibilità di fornire ulteriori pareri motivati sulla nuova proposta? Il Protocollo dell’UE sull’Applicazione dei principi di Sussidiarietà e di Proporzionalità suggerisce che avrebbe dovuto.
Abbiamo aggiunto un’appendice con tutti i documenti citati che spero riterrete utile.
Lasciando da parte i requisiti procedurali, crediamo che la negoziazione di grandi cambiamenti attraverso un processo chiuso di consultazione a tre sia il modo peggiore di fare politica e legislazione. Una proposta che interesserà, positivamente o negativamente, la salute di milioni di utenti e le prospettive di migliaia di aziende grandi e piccole, si sta negoziando a porte chiuse e senza rispettare nessuno dei requisiti della legislazione dell’UE: la giustificazione basata sulle prove, la valutazione d’impatto e, soprattutto, la consultazione con gli interessati – consumatori, aziende ed esperti di sanità pubblica.
Crediamo, a questo punto, che l’approccio più pragmatico sia il seguente:
(1) Raggiungere un accordo rapido e soddisfacente sulla TPD, solo per quanto riguarda le parti relative ai prodotti a base di tabacco – non ci dovrebbe essere alcun problema su questo punto.
(2) In via provvisoria, regolamentare le e-cigarette applicando e facendo rispettare la già esistente corposa normativa sulla sicurezza e tutela del consumatore, e spronare il settore affinché raggiunga standard più elevati.
(3) Prendere in considerazione l’Emendamento proposto dal Parlamento Europeo per svilupparlo in una nuova proposta legislativa, che abbia una giustificazione basata su prove scientifiche, una valutazione di impatto e una consultazione, e che miri a sviluppare un quadro normativo realizzabile, proporzionato, e compatibile con le diverse regole dei mercati interni degli Stati dell’UE.
Vorremo sottolineare che non c’è alcun problema evidente che richiede una risposta normativa urgente sulla questione e-cigarette in questo momento. Non vi è alcuna prova che l’e-cig costituisca una “porta d’accesso” al fumo, né alcun segno di marketing deliberatamente rivolto ai bambini, né infine alcuna prova che l’e-cig sia pericolosa per la salute dell’uomo. In realtà l’esperienza finora è molto positiva, con milioni di utilizzatori che hanno ridotto o abbandonato del tutto l’uso del tabacco. È quindi giunto il momento di progettare la regolamentazione di questi prodotti importanti e dirompenti in modo da massimizzare gli effetti per la salute pubblica. Ciò avverrà solo se il processo è aperto e trasparente.
Nuova tassa sulla sigaretta elettronica: il “pasticcio” burocratico
Valutazione superficiale e fuorviante dei dati sulle sigarette elettroniche: bacchettata agli Editori del Lancet.
Secondo il Prof. Polosa ed il Dott. Pasquale Caponnetto le affermazioni rilasciate dagli Editori per cui “le sigarette elettroniche stanno diventando una porta d’ingresso al fumo tradizionale, un prodotto che spinge i giovani a iniziare a fumare”, sono fuorvianti in quanto non suffragate dai risultati degli studi scientifici citati. Anzi, una attenta lettura del report diffuso a settembre dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitense (CDC) dimostra esattamente il contrario. Non esistono di fatto dati a sostegno della tesi che le e-cig siano popolari tra i giovani e li spingano poi a far uso di ‘bionde’. Il report del CDC non dimostra un incremento nell’uso regolare quotidiano di e-cig tra gli adolescenti, ma piuttosto che il numero di ragazzi che aveva provato a svapare era aumentato (essenzialmente una misura della sperimentazione che è tipica della fase adolescenziale). Va precisato che questo fenomeno della sperimentazione era documentato nel 90.6% dei ragazzi che già fumavano tabacco, mentre la percentuale nei non fumatori giovani era solo pari allo 0,5%. Da questo si può solo concludere che sperimentare un prodotto nuovo piace, e non è insolito tra i giovani – specie se già fumatori.
“Lo studio del CDC e i dati scientifici attualmente disponibili provano che non esiste per i giovani non fumatori una transizione dalla e-cig alla sigaretta convenzionale – specifica Caponnetto – semmai questi dati nel loro complesso confermano che l’uso di e-cig è poco popolare tra i giovani”. Priva di fondamento quindi la tesi che vuole vedere incriminata la e-cig come porta di entrata al tabagismo così come precisato in una nostra recente nota:
Un’altra affermazione degli Editori di “Lancet Oncology” che viene confutata dagli esperti dell’Università di Catania è quella che “le sigarette elettroniche rappresentano anche un serio pericolo per le attuali norme antifumo”. La tesi che le e-cig possano destabilizzare le leggi antifumo perpetua preoccupazioni di tipo meramente ideologico e non è supportata da alcun dato scientifico.
“Non esiste un solo studio che dimostri che ‘svapare’ in luoghi dove vige il divieto di fumare vada a minare l’efficacia delle norme antifumo – precisano nella loro nota Polosa e Caponnetto – ed è inverosimile che le persone abbiano difficoltà a distinguere il vapore dal fumo di tabacco”. Tutti i test sul vapore emesso dalle e-cig non hanno finora evidenziato nessuna particolare rischio per la salute pubblica. Pertanto – spiegano – non vi è alcuna giustificazione per estendere le normative esistenti a tutela della salute del non fumatore anche allo svapo. Anzi – aggiungono – l’uso di sigarette elettroniche dove è proibito fumare non solo potrebbe incoraggiare più fumatori a passare ad un prodotto che riduce il rischio di malattie fumo-correlate, ma anche stigmatizzare (anzichè legittimare) ancora di più l’uso di sigarette convenzionali. Come più volte dichiarato dal Prof. Polosa: “L’uso delle e-cig è una via d’uscita dal tabagismo”.
Nella loro nota, Polosa e Caponnetto, concordano con gli Editori di “Lancet Oncology” che una regolamentazione è comunque necessaria al fine di evitare che le e-cig possano in futuro diventare popolari tra i non fumatori e essere utilizzate indiscriminatamente nelle scuole. E tuttavia mettono in guardia circa il pericolo che può derivare da una regolamentazione troppo rigida e onerosa con il rischio di rendere le e-cig poco attraenti per i fumatori e meno concorrenziali delle sigarette convenzionali sul piano del prezzo di vendita. Una regolamentazione ragionevole di questi prodotti dovrebbe semplicemente seguire le buone prassi di produzione, assicurando così che i liquidi utilizzati nelle sigarette elettroniche rispettino gli standard di qualità, non contengano sostanze contaminanti o impurità, e che vengano accuratamente etichettate.
“Sono rimasto positivamente sorpreso nel vedere pubblicata le nostre precisazioni in questa prestigiosa rivista medico-scientifica. È raro che autorità blasonate facciano retromarcia e ammettano pubblicamente la inesattezza e la falsità delle proprie affermazioni, e pertanto gli Editori sono da lodare per la loro integrità intellettuale” – ha dichiarato il Prof. Polosa.
Si riaccende in UE la battaglia per il futuro delle sigarette elettroniche
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Ai Membri del Parlamento Italiano
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