venerdì, Gennaio 10, 2025
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Nuovo allarme per le sigarette elettroniche: inviata una lettera aperta ai parlamentari europei e nazionale

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Nonostante il voto del Parlamento Europeo contro una regolamentazione farmacologica delle e-cig, la Commissione Europea cerca di ribaltare la decisione. La Lega Italiana Anti Fumo diffonde la lettera di protesta di otto esperti internazionali in tabagismo indirizzata ai parlamentari nazionali ed europei.
“La nuova proposta è francamente agghiacciante – dichiara il Prof. Riccardo Polosa, uno degli otto esperti internazionali firmatari della lettera – Non è accettabile che si riproponga la equiparazione della sigaretta elettronica a un farmaco o, peggio ancora, a una sigaretta convenzionale. Questi prodotti non condividono nulla né con l’una né con l’altra categoria, e tuttavia si cerca di farla passare come un mix di entrambi facendosi beffa della salute di milioni di fumatori europei”
Sul sito di LIAF è possibile consultare il testo completo della lettera indirizzata al Parlamento Europeo e al Parlamento Italiano.

Primo Forum Industriale sulla Sigaretta Elettronica a New York

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C’era eccitazione nell’aria al forum inaugurale sulle sigarette elettroniche (E-cig) organizzato dalla banca di affari Wells Fargo a New York. Presenti i più importanti leader del settore (Njoy, Fin, V2 Cigs, Johnson Creek, Ballantyne, Logic, E-Lites, BLU Ecig, Vapor Corp, and Victory Ecig) nonché investitori, esperti di salute pubblica, consulenti per le procedure normative, e giornalisti da tutto il mondo.
Il dibattito, diretto con perizia da uno degli analisti più attenti del settore – Bonnie Herzog di Wells Fargo Securities, ha inquadrato e approfondito le tendenze e le opportunità di un settore in rapida crescita.
Dal confronto è emerso che:
  1. il mercato è in forte espansione con spazio per tutti, sia per la industria indipendente che per i Big del Tabacco;
  2. si profila una rapida internazionalizzazione del mercato: nel futuro potrebbero nascere partenariati tra le imprese di paesi diversi;
  3. le E-cig sono ancora in una prima fase di sviluppo e si attendono cambiamenti significativi già a partire dai prossimi mesi;
  4. i margini di profitto rimangono elevati e decisamente più appetibili rispetto a quelli delle sigarette convenzionali;
  5. i leader del settore si stanno differenziando puntando sia sulla tecnologia che sulla qualità e visibilità del loro prodotto.
Si è ribadito che il business delle E-cig rappresenta una opportunità di straordinaria importanza per la salute pubblica. David Sweanor, professore di Diritto presso l’Università di Ottawa e esperto di legislazione del tabacco, ha moderato una tavola rotonda con altri nomi noti della salute pubblica, David Abrams, Clive Bates e Jean -Francois Etter, che hanno discusso le potenzialità delle E-cig in termini di riduzione del danno da malattie fumo-correlate.
Il dibattito ha chiarito che:
  1. le E-cig sono sostanzialmente molto meno dannose delle sigarette convenzionali e rappresentano una valida alternativa per i fumatori;
  2. le evidenze scientifiche su questi prodotti sono ancora limitate e quelle disponibili spesso fraintese o denigrate creando confusione e incertezza sulla loro bontà;
  3. è imperativo incrementare la sperimentazione di qualità sulle E-cig e convertire a questi prodotti quanti più fumatori possibili;
  4. la regolamentazione futura di questi prodotti dovrà consentire (anziché soffocare) l’innovazione e la più ampia diffusione possibile.
Le autorità sanitarie e i legislatori devono imparare a comprendere le importanti differenze tra E-cig e sigarette convenzionali. Solo così si potranno concretizzare le speranze per una seria regolamentazione di questi prodotti e per una salute migliore. Su questo tema si sono confrontati Neil Wilcox (BLU/Lorillard), David Graham (NJOY), e il consulente di salute pubblica Scott Ballin.
Si è convenuto all’unanimità che una regolamentazione è necessaria, ma che deve essere ben distinta da quella che regola i prodotti derivati dal tabacco. A detta degli intervenuti, Mitch Zeller (l’attuale Direttore del Dipartimento per i prodotti del tabacco della FDA) è allineato con questa corrente di pensiero per cui la imminente nuova regolamentazione dei prodotti contenenti nicotina (incluse quindi anche le E-cig) sarà verosimilmente calibrata in base allo specifico livello di rischio per la salute.
Suggeriti alcuni dei principi base che dovrebbero ispirare una regolamentazione sensata:
  1. Incoraggiare ricerca e innovazione;
  2. Adottare rigorosi standard di qualità;
  3. Stabilire che le E-cig sono prodotti intesi solo per fumatori adulti.
Nel complesso si è respirata aria di grande ottimismo a New York. “Forse anche troppa – ha commentato il Prof. Riccardo Polosa presente all’evento newyorkese – la mia impressione è che sia stato sottovalutato il rischio che decisori troppo rigidi e zelanti possano imporre norme devastanti per il settore e quindi per la salute”.
“In Italia stiamo correndo lo stesso rischio – ha aggiunto il Presidente LIAF, Sebastiano Antonio Pacino – invece di sostenere un settore che può rilanciare il Made in Italy nel mondo, lo si paralizza con una tassazione iniqua che avrà ripercussioni negative anche per la salute”.

Abolito il divieto di svapare nei luoghi pubblici

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Da oggi si torna a svapare liberamente nei luoghi di lavoro, nei ristoranti, nei bar, nelle pizzerie e al cinema. Ma non nelle scuole. Grazie ad un emendamento presentato nei giorni scorsi dal presidente della Commissione Cultura della Camera, Giancarlo Galan (PDL), è stata stralciata l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia che estendeva alle sigarette elettroniche le norme “in materia di tutela della salute dei non fumatori” previste per le sigarette convenzionali.
Le norme antifumo nei luoghi pubblici (Legge Sirchia) sono state introdotte per la tutela del non fumatore contro le sostanze tossiche presenti nel fumo passivo . Ma contrariamente al fumo di tabacco, il vapore emesso dalle sigarette elettroniche non rappresenta un reale pericolo per la salute. Pertanto, non aveva senso estenderle alle sigarette elettroniche. Si è trattato dell’ennesimo caso di irrazionale parificazione della ecig alla “bionda” sulla scia di una maldestra applicazione del principio di precauzione.
Da oggi viene anche ridimensionato il divieto alla pubblicità su stampa, TV, radio e Internet per le sigarette elettroniche (permangono i divieti per i minori).
Quindi aboliti due importanti divieti che hanno contribuito ad innescare la profonda crisi del settore e la inversione del numero di fumatori che hanno ridotto il consumo di tabacco grazie a questo prodotto.
“Il divieto di svapare nei luoghi pubblici – sostiene il Prof. Riccardo Polosa – responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) – è un ostacolo alla diffusione di questo importante strumento di salute pubblica”
“Questo dietrofront è un deciso, importante passo in avanti verso la porta d’uscita dal tabagismo” – è quanto ha dichiarato Polosa.
La svolta sul divieto di svapare e sui limiti alla pubblicità è frutto di iniziative congiunte tra esponenti del governo, esperti del mondo medico-scientifico e associazioni di settore (ANAFE, FIESEL e LIFE) dalla quali è emersa la volontà di garantire ai fumatori una via d’uscita alternativa al fumo di sigaretta.
Ma al di la di queste considerazioni positive, rimane comunque netta la sensazione che questo repentino dietrofront sui divieti nei luoghi pubblici e sulla pubblicità rappresenti solo un contentino per calmierare le giuste istanze dei consumatori e delle associazione di settore. La LIAF ritiene che lo Stato debba fare di più per sostenere e rilanciare un prodotto alternativo che potrebbe aiutare a salvare decine di migliaia di persone dalle patologie fumo-correlate. Per esempio, si potrebbe modificare la norma che estende alle sigarette elettroniche la stessa tassazione (accisa) applicata ai tabacchi lavorati.

Effetti grafici shock: un sito mostra i danni da fumo

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Si chiama Tobacco Body ed e’ un originale progetto antifumo realizzato in collaborazione con la Società Oncologica Finlandese.
Il sito Tobacco Body che presenta una grafica di alta qualità permette di visualizzare due corpi, uno di donna e uno di uomo, e di confrontare su diverse parti del corpo i danni provocati dal fumo di sigaretta apprezzandone immediatamente le differenze con le corrispondenti aree del non fumatore.
La campagna antifumo finlandese ha l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sui danni meno conosciuti, infatti oltre alle note malattie causate dal fumo di tabacco come il cancro e i disturbi cardio circolatori, le immagini shock permettono di esplorare forme di danno meno note, come quelle a carico dell’apparato riproduttore, della pelle, dei capelli, e dello stomaco.
Cliccando su ogni parte del corpo una breve spiegazione illustra nel dettaglio i disturbi che il fumo apporta. Ad esempio molti sottovalutano che il fumo di sigaretta incide negativamente sulla sessualità. Il ridotto afflusso di sangue causa impotenza e sterilità sia negli uomini che nelle donne. Inoltre il feto può essere danneggiato durante la gravidanza se la madre fuma.
Anche acne, rughe precoci, perdita dei capelli e infiammazioni gengivali vengono enumerati tra quei disturbi che i fumatori non considerano.

La sigaretta elettronica: “Porta d’uscita dal fumo convenzionale”

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La Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) ha partecipato al primo appuntamento istituzionale sulla sigaretta elettronica che si è svolto il 29 ottobre presso la Sala del Cenacolo del Complesso della Camera dei Deputati di Vicolo Valdina, a Roma.
Un momento di confronto e dibattito organizzato da Anafe-Confindustria in collaborazione con Fiesel-Confesercenti (le due principali associazioni di categoria che riuniscono i produttori e gli esercenti di sigarette e liquidi per sigarette elettroniche) che ha visto la partecipazione di Governo, Parlamento, Istituzioni e Associazioni di categoria durante il quale si è discusso della regolamentazione e della tassazione della sigaretta elettronica in seguito alla normativa
introdotta a giugno di quest’anno.
Tra i relatori Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria, e Massimiliano Federici, per Fiesel Confesercenti. Presenti, per il Ministero della Salute, il Direttore Generale della Prevenzione, Carlo Ruocco e per l’Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità, Roberta Pacifici.
Un lungo applauso ha accompagnato e seguito l’atteso intervento del direttore scientifico di LIAF, il Prof. Riccardo Polosa: “Nel 2012 si è registrata una riduzione dei consumi del tabacco mai vista in tutta la storia della lotta al tabagismo in Italia. Questa riduzione è da imputare alla ampia diffusione della sigaretta elettronica in Italia”.
Polosa si è poi rivolto a quanti demonizzano la diffusione di questo sostituto delle “bionde” ricordando che: “La sigaretta elettronica non è una porta d’entrata al fumo convenzionale, ma una porta d’uscita”.
Ed è solo verificando e assimilando le sempre più numerose evidenze scientifiche a favore di questi prodotti che il legislatore dovrebbe muovere il suo intento: “La normativa che si intende costruire deve ispirarsi rigorosamente a dati scientifici e non ad opinioni personali – ha continuato il Prof. Polosa – il divieto nei luoghi pubblici, se necessario, può anche essere accettato, ma non si può permettere di ostacolare il processo di evoluzione di un prodotto che se di qualità può risultare utile per la salute pubblica”.
Ricordiamo che con la Legge 99/2013 – contenente raccomandazioni sulla regolamentazione della sigaretta elettronica – oltre all’IVA, su questi prodotti graverà una pesantissima accisa del 58.5%. Un aumento che sta determinando una profonda crisi del settore, con un calo del 50% sui consumi e un impatto disastroso sul mercato, sulla filiera produttiva, e soprattutto sulla salute dei cittadini. E’ quanto infatti hanno ricordato due rappresentanti del mondo della sigaretta elettronica, l’avv. Filippo Fioretti, di Simmons & Simmons, e Massimiliano Begotti, di LIFE, Lega Italiana Fumo Elettronico.
A tal proposito, all’incontro sono intervenuti diversi esponenti del Governo, che si sono concentrati sulla crisi del settore e sul modo migliore di trovare una soluzione soprattutto nell’intento di tutelare la salute e il diritto dei fumatori che vogliono smettere di farlo. Tra questi, il Presidente della Commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan, l’on. Fabio Lavagno (SEL), l’On. Aris Prodani (Movimento 5 Stelle) e l’On. Ignazio Abrignani (Vicepresidente X Commissione Attività Produttive, PDL).
La politica fiscale italiana, infatti, si pone in netto contrasto con l’articolo 32 che recita «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» in quanto – per via della accisa del 58.5% – il prodotto digitale risulterà così poco competitivo rispetto alle “bionde” da scoraggiare molti fumatori che pensavano di affrancarsi dal fumo di tabacco e di migliorare il loro stato di salute in questa maniera.
Ogni fumatore in più che viene scoraggiato a smettere di fumare tabacco costerà alla sanità pubblica perché ha una più alta propensione alla malattia fumo-correlata.
In conclusione, i rappresentanti istituzionali e le associazioni intervenuti ieri si sono chiesti se la decisione del governo rispecchia davvero gli interessi della salute pubblica dato che, come dimostrano i risultati diffusi dalle numerose ricerche scientifiche, è stato dimostrato che la sigaretta elettronica è uno dei metodi al momento più popolari ed efficaci per smettere di fumare. L’intento a questo punto è quello di cercare di emendare in tempo la Legge 99/2013 con proposte coerenti e in linea con le evidenze della letteratura scientifica.

ExpoBimbo 2013: 600 visite antifumo

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Per il quarto anno consecutivo LIAF ed i suoi volontari (Dr.ssa Angela Alamo, Dr.ssa Marilena Maglia, Dr.ssa Cinzia Luca, Dr.ssa Mirella Paternò, Silvia Longo, Sottile Giulia, Marta Tortorici, Cristina Baldi, Federica Marano, Federica Scrofani) partecipa alla fiera per l’infanzia Expobimbo registrando circa 600 visite antifumo!
LIAF Lega Italiana Antifumo in collaborazione con i Centri Antifumo dell’Az. Ospedaliera “Policlinico-Vittorio Emanuele” di Catania ha partecipato ad Expobimbo, la fiera dedicata ai genitori e ai loro bimbi, che si è tenuta presso l’Ente Fiera di Etnapolis Catania dal 18 al 20 ottobre.
L’equipe di medici e psicologi esperti in cure antitabagiche hanno effettuato circa 600 visite antifumo ai partecipanti di Expobimbo.
Anche quest’anno LIAF ritiene un successo la partecipazione ad Expobimbo per la prevenzione antitabagica.
<<Siamo onorati di potere aiutare concretamente sempre più genitori a vivere meglio. I bimbi sono i più bravi motivatori nell’aiutare i grandi a smettere di fumare – afferma il Dr. Pasquale Caponnetto, del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania e responsabile scientifico per l’area psicologica della LIAF-Onlus>>.
<< Di anno in anno incrementa il numero di persone che si recano allo stand LIAF di Expobimbo per lo screening gratuito antifumo a dimostrazione dell’importante gemellaggio LIAF-Expobimbo – afferma il Dott. Antonio Pacino Presidente LIAF >>.
Di seguito i dati delle visite effettuate ad Expobimbo e dei fumatori, circa il 10% ogni anno, che si sono recati presso il Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Ateneo di Catania (CPCT).
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ExpoBimbo: Prevenzione Antifumo per mamme e papà

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LIAF in collaborazione con il Policlinico Rodolico di Catania partecipa anche quest’anno ad ExpoBimbo la fiera dedicata all’infanzia per aiutare mamme e papà a smettere di fumare e comprendere i danni che il fumo può causare anche ai loro piccoli.
Presso lo stand LIAF e del Centro Prevenzione e Cura del Policlinico G. Rodolico sarà possibile ricevere i consigli di medici e psicologi esperti in cure antifumo. Sarà inoltre possibile eseguire il test del monossido di carbonio per verificare il grado di inquinamento dei propri polmoni e prenotare una visita presso gli ambulatori antifumo dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania.
ExpoBimbo, giunto alla settimana edizione, si terrà dal 18 al 20 ottobre a Catania presso gli espositivi di Etnapolis.
 <<Siamo lieti di partecipare ad ExpoBimbo – afferma il Dott. Pasquale Caponnetto psicologo clinico dell’Università di Catania e consulente LIAF – anche quest’anno la fiera dell’infanzia sarà un’importante momento per far conoscere ai genitori i rischi del fumare che comporta dal concepimento, alla gravidanza fino al fumo passivo che può subire il neonato>>.
<< Sono stati numerosissime le persone che nelle precedenti edizioni di Expobimbo si sono recati allo stand LIAF di Expobimbo per uno screening gratuito antifumo – afferma il Dott. Antonio Pacino Presidente LIAF – e anche quest’anno ci aspetttiamo una grande partecipazione>>.

EU approvate nuove direttive sul tabacco ed Ecig

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Il Parlamento Europeo ha votato ieri ( 8 ottobre 2013) la revisione delle normativa per il controllo dei prodotti del tabacco (TobaccoProducts Directive – TPD).
Il Parlamento ha respinto la proposta della commissione ENVI di regolamentare le sigarette elettroniche come farmaci che potranno essere vendute in negozi e tabaccai e non esclusivamente in farmacia.
Per quanto attiene le sigarette convenzionali è stata respinta la richiesta di ricoprire almeno il 75% dei pacchetti con immagini e scritte di avvertimento sui rischi del fumo, passa la proposta per coprirne il 65%. E’ stata rifiutata la proposta di vietare le sigarette slim (con un diametro inferiore ai 7,5 mm).
Saranno vietati i pacchetti da meno di 20 sigarette e l’uso del mentolo dal 2022.
L’opinione pubblica si divide, ci si aspettava norme più rigide a sostegno della lotta al fumo, e invece sembra che gli sforzi delle multinazionali del tabacco, siano serviti ad influenzare l’esito del voto (fonte “Indipendent”)
Il voto del Parlamento Europeo consentirebbe un margine di manovra per una regolamentazione equilibrata della sigaretta elettronica senza tuttavia mettere a rischio l’esistenza, l’evoluzione e il libero commercio del prodotto.
La scelta della commissione ENVI di imporre una normativa di tipo farmaceutico a un prodotto di largo consumo che viene utilizzato come sostitutivo sicuro della sigaretta convenzionale (e non come farmaco) era fondamentalmente sbagliata. La decisione di rigettare una regolamentazione di tipo farmaceutico per le sigarette elettroniche è
un primo grande passo per consentire che questi prodotti possano svolgere il loro ruolo nella riduzione dei danni causati dal fumo di tabacco.
Se è una buona notizia che le sigarette elettroniche non saranno considerate alla stessa stregua dei medicinali e che potranno essere vendute liberamente, tuttavia la situazione rimane immutata e particolarmente grave nei paesi EU che hanno deciso di normare le sigarette elettroniche come prodotti derivati dal tabacco.
Questa normazione è legge in Italia dall’Agosto 2013, ma andrebbe cancellata in quanto immorale, anticostituzionale e lesiva per la salute pubblica. Di fatto la legge obbliga al pagamento di pesanti accise (storicamente previste per poter far fronte all’aumento della spesa sanitaria dovuta all’aumentata prevalenza di malattie fumo-correlate)
sulle sigaretta elettroniche e accessori rendendoli assolutamente meno competitivi rispetto alla sigaretta convenzionale. Se questa scelta non sarà modificata in tempo, si subiranno riflessi negativi per la salute pubblica.
Una forma di regolamentazione per questi prodotti è tuttavia necessaria. Questo è il momento di spingere per proporre regole utili ed equilibrate a tutela del consumatore.
1) elevato standard qualitativo di produzione;
2) etichettatura precisa che indichi contenuti e dosagi;
3) indicazioni e limitazioni chiare sul loro utilizzo.
Ora più che mai, i produttori di sigarette e di liquidi elettronici devono dimostrare, e non solo pubblicizzare, che i loro prodotti sono di alta qualità.

Smettere di fumare: lo strano caso della citisina, è efficace, costa poco, ma nessuno ne parla

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La “citisina” è un alcaloide naturale sperimentato con successo su migliaia di fumatori a partire dagli anni settanta nei paesi dell’est europeo per far smettere di fumare.
Almeno una dozzina di studi clinici hanno confermato che la citisina è un farmaco sicuro ed efficace.
Il più rappresentativo tra questi è stato pubblicato nel 2011 sulla prestigiosa rivista medica internazionale “New England Journal of Medicine”. Si trattava di uno studio randomizzato controllato in doppio cieco su 740 fumatori intenzionati a smettere a cui veniva fornito un ciclo di trattamento con citisina o placebo. La percentuale di successo dopo 1 anno era pari all 2,4% nel gruppo trattato con placebo ed incrementava sino al 8,4% nel gruppo trattato con citisina. Tutto questo senza alcun significativo effetto collaterale, fatta eccezione per qualche banale disturbo gastrointestinale.
E tuttavia le autorità regolatorie europee continuano a negare le necessarie autorizzazioni per commercializzarla quale farmaco per la cura del tabagismo.
La citisina, (nome commerciale, Tabex) è un composto naturale estratto dai semi degli alberi di “Laburnum” (maggiociondolo) con struttura chimica e funzione farmacologica simile alla vareniclina (nome commerciale, Champix), prodotto di sintesi farmaceutica noto per la cura della dipendenza nicotinica. La citisina è efficace quanto la vareniclina e costa circa un decimo rispetto alle terapie farmacologiche esistenti. Le linee guida sul trattamento del tabagismo raccomandano l’uso di diversi farmaci per aiutare a smettere di fumare come ad esempio la terapia sostitutiva della nicotina (in forma di gomma, cerotti, pastiglie), la vareniclina o il bupropione (nome commerciale, Zyban), ma non fanno alcun cenno alla citisina. Perchè non si fa menzione di un farmaco efficace e ampiamente testato come la “citisina” ?
Uno dei principali vantaggi della citisina rispetto alle terapie farmacologiche autorizzate per il trattamento della dipendenza nicotinica (i.e. gomme o cerotti con nicotina, vareniclina, e bupropione) sta nel fatto che risulta molto più economica. Inoltre, la citisina richiede una durata del trattamento più contenuta (8 settimane rispetto alle 12 dei altri farmaci). Per questo, la citisina risulta molto più concorrenziale rispetto agli altri farmaci per il tabagismo.
In origine, la libera vendita della citisina era normata in diversi paesi dell’Europa centrale e orientale. Successivamente l’autorizzazione è stata revocata in molti di questi paesi con la loro entrata nella Unione europea. Ad oggi, l’autorizzazione alla commercializzazione della citisina viene esclusivamente concessa a Polonia e Russia, i paesi dove è stata originariamente utilizzata per far smettere.
L’Agenzia Europea del farmaco (European Medicines Agency – EMA) dovrebbe concedere la licenza di commercializzazione per questa promettente molecola, ma – come già successo per le sigarette elettroniche e il tabacco masticabile (i.e. Snus) – si prende tempo per preservare il monopolio delle grandi industrie farmaceutiche. L’EMA ha recentemente fatto richiesta di ulteriori conferme della efficacia e sicurezza della citisina sulla popolazione europea (come se polacchi e russi non fossero europei!).
La citisina rappresenta una opportunità per la salute dei fumatori europei intenzionati a smettere. Pertanto velocizzare una legislazione che permetta alla citisina di essere commercializzata liberamente è una priorità a sostegno dei numerosi fumatori che hanno diritto ad avere le migliori cure ad un prezzo concorrenziale.
Bibliografia
1. NICE Guidance: Smoking cessation services in primary care, pharmacies, local authorities and workplaces, particularly for manual working groups, pregnant women and hard to reach communities http://www.nice.org.uk/ph010
2. Cahill K, Stevens S, Perera R, Lancaster T. Pharmacological interventions for smoking cessation: an overview and network meta-analysis. Cochrane Database Syst Rev. 2013 May 31;5:CD009329. doi: 10.1002/14651858.CD009329
3. Tutka P, Zatoński W. Cytisine for the treatment of nicotine addiction: from molecule to therapeutic efficacy. Pharmacol Rep 2006;58:777-98.
4. Etter JF, Lukas RJ, Benowitz NL, West R, Dresler CM. Cytisine for smoking cessation: a research agenda. Drug Alcohol Depend 2008;92:3-8.
5. Gotti C, Guiducci S, Tedesco V, Corbioli S, Zanetti L, Moretti M, Zanardi A, Rimondini R, Mugnaini M, Clementi F, Chiamulera C, Zoli M. Nicotinic acetylcholine receptors in the mesolimbic pathway: primary role of ventral tegmental area alpha6beta2* receptors in mediating systemic nicotine effects on dopamine release, locomotion, and reinforcement. J Neurosci 2010;30:5311-25
6. West R, Zatonski W, Cedzynska M, Lewandowska D, Pazik J, Aveyard P, Stapleton J. Placebocontrolled trial of cytisine for smoking cessation. N Engl J Med. 2011;365(13):1193-200

Tabacco da masticare: a sostegno degli SNUS una lettera all’UE

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Un gruppo di scienziati esperti in cure antifumo ha inviato una lettera alla commissione europea sul tabacco, che si riunirà giorno 8 ottobre, a sostegno degli SNUS, il tabacco da masticare.
Di seguito la lettera completa tradotta in italiano, (Click here to read the english version) firmata anche dal Responsabile Scientifico LIAF Prof. Riccardo Polosa.
Egregio Signor Schulz,
Siamo un gruppo di esperti internazionali di salute pubblica e le scriviamo relativamente alla Direttiva sui Prodotti del Tabacco (Tobacco Products Directive – TPD) la cui prima lettura al Parlamento Europeo è prevista per l’8 ottobre.
Auspichiamo che ogni membro del Parlamento Europeo basi la propria valutazione riguardo al tabacco per uso orale (‘snus’) sulle prove scientifiche esistenti, e sostenga la revoca totale o parziale del divieto apposto su questo prodotto.
Con questa lettera vorremmo spiegare brevemente perché non sussiste alcuna giustificazione per questo divieto, e perché nel recente passato molti esperti ne abbiano chiesto la revoca in una nota firmata da 15 esperti mondiali e inviata al commissario Dalli nel 2011.
Purtroppo, tutte le argomentazioni scientifiche accuratamente documentate nella nota di cui sopra sono state sistematicamente ignorate quando la Commissione ha pubblicato la sua proposta di revisione della TPD nel dicembre 2012.
Un punto deve essere ben chiaro: il vietare un prodotto sicuro a basso rischio espositivo commercializzato quale sostituto delle sigarette convenzionali non avrà come effetto una riduzione del consumo di sigarette, piuttosto il contrario determinando più malattie e più morti fumo-correlate. Speriamo che questo sia un motivo sufficiente
per valutare a mente aperta e con onestà intellettuale la questione del divieto dello snus.
Divieto ingiustificato dello snus
Lo snus è vietato nell’UE (fatta eccezione per la Svezia) dal 1992. Il motivo alla base del divieto, in origine, era il timore che questo prodotto potesse istigare all’uso del fumo di tabacco nei giovani. Questo rischio è stato sempre e solo ipotetico, anzi i dati sull’utilizzo dello snus in Norvegia e in Svezia, dimostrano esattamente il contrario, che questo prodotto è un tramite per liberarsi dalla schiavitù dal fumo di sigaretta. Lo snus è usato come alternativa al fumo e come mezzo per uscire dalla dipendenza tabagica. Inoltre, lo snus non aumenta, piuttosto diminuisce l’insorgenza del fumo nei giovani. È principalmente grazie all’utilizzo dello snus che il numero di fumatori in Svezia e Norvegia risulta il più basso in Europa. Si è talvolta disquisito che lo snus dovrebbe essere vietato perché non è sicuro al 100 %, non tenendo dunque conto del suo grande impatto in termini di migliorata salute pubblica laddove è permessa la libera vendita. Pertanto non c’è motivo di considerare lo snus in modo differente rispetto agli altri prodotti a base di tabacco senza combustione.
Come con la sigaretta elettronica, ci sono buone ragioni per incoraggiare il suo utilizzo come alternativa al fumo per
le persone che non possono o non desiderano smettere.
Potenziale dello snus per la salute nel resto d’Europa.
La salute pubblica in Svezia e Norvegia è migliorata nettamente. Secondo il più recente sondaggio dell’Eurobarometro, la prevalenza di fumatori adulti in Svezia è solo del 13%, di gran lunga inferiore alla media europea del 28%. Nulla di ciò che consumiamo può essere sicuro al 100% o puro, ma i rischi associati all’uso dello snus sono dell’ordine del 95-99 % inferiori rispetto a quelli associati all?uso della sigaretta convenzionale.
Questo ha determinato la sostanziale riduzione delle malattie fumo-correlate (es. cancro polmonare, malattie
cardiovascolari, enfisema polmonare). Ad esempio, il tasso di mortalità per cancro del polmone in Svezia è la metà di quello della vicina Danimarca. La Svezia ha anche livelli significativamente più bassi di mortalità per cancro orale. Non è corretto sostenere, come fa la Commissione, che lo snus è ‘tossico e crea dipendenza’: è molto meno tossico e crea molta meno dipendenza rispetto alle sigarette, e il fatto che rilasci nicotina in quantità adeguate lo rende una valida alternativa al fumo. È questo il principio base della ‘tobacco harm reduction’ (‘riduzione del danno da tabacco’) capace di migliorare la salute dei cittadini europei.
Un divieto non etico.
Quando le persone usano lo snus invece di fumare riducono in modo significativo i loro rischi per la salute, a proprie
spese, di propria iniziativa, e senza procurare alcun danno a nessuno. Su quali basi un governo può giustificare l’uso di una legge europea atta a impedire loro di fare questo? La conseguenza, visibile in tutta l’Unione Europea al di fuori della Svezia, è più fumo, più morti, più malattie. Anche se un solo utente in una qualsiasi parte dell’Unione
europea volesse usarlo, perché una direttiva dell’Unione Europea dovrebbe vietarglielo? Non esiste, nelle azioni governative, alcun precedente in termini di divieto di prodotti molto più sicuri rispetto ai loro corrispettivi a rischio più elevato. Questa politica fortemente arbitraria pone importanti problemi etici e rende l’Unione Europea complice nel perpetuare danni e morti da fumo di sigaretta.
Una incoerente legislazione sul tabacco discredita l’UE.
L’approccio alla regolamentazione e legislazione dello snus si basa su un errore vecchio di 25 anni, che i funzionari si sono rifiutati di accettare o correggere. Non c’è alcuna spiegazione plausibile per mettere al bando la forma di tabacco più sicura al mondo tra le alternative conosciute, lo snus, quando la più pericolosa, la sigaretta tradizionale, è invece ampiamente disponibile in commercio. Tantomeno ci si spiega come mai il tabacco masticato sia consentito, mentre quello succhiato sia vietato. Come può un divieto essere coerente con il principio della libera circolazione delle merci, soprattutto quando sappiamo che l’impatto del prodotto è positivo per la salute lì dove non è vietato? Queste evidenti contraddizioni minano le basi di tale importante normativa. Tutti i rami della legislatura hanno l?obbligo legale e professionale di tenere conto dei progressi nella comprensione scientifica, e questo è particolarmente rilevante date le vite in gioco. È il tempo di prendersi le proprie responsabilità, e di correggere quell’errore vecchio di 25 anni che sta alla base del divieto dello snus.
Correggere le disposizioni in materia di snus nella Tobacco Products Directive.
Ci sono tre opzioni principali, che riportiamo in ordine di preferenza, la prima più fortemente auspicata e sostenuta.
1. Considerare lo snus come qualsiasi altro prodotto di tabacco senza combustione. Le definizioni nella direttiva possono essere modificate rimuovendo la discriminazione arbitraria tra lo snus e gli altri prodotti a base di tabacco senza combustione. Questo sarebbe l’approccio più semplice e plausibile.
2. Trattare lo snus come un nuovo prodotto a base di tabacco. Lo snus potrebbe passare attraverso lo stesso processo riservato all’introduzione di nuovi prodotti del tabacco, come per quelli che prevedono il riscaldamento (non la combustione) del tabacco, ai sensi dell’articolo 17 della TPD. Dato che lo snus non è mai stato disponibile sul mercato, ad eccezione della Svezia, è ragionevole trattarlo come un prodotto nuovo.
3. Consentire una deroga al divieto generale laddove lo snus viene tradizionalmente utilizzato. Ciò consentirebbe agli Stati membri di stabilire che lo snus sia da considerarsi prodotto tradizionale, e pertanto permetterne l’uso.
Con tale lettera, chiediamo e supportiamo anche l’elaborazione di un quadro normativo per tutti i prodotti a base di tabacco senza combustione, che ponga dei limiti alle sostanze contaminanti potenzialmente tossiche e dannose per la salute dell’uomo. Il gruppo di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si occupa
di prodotti a base di tabacco senza combustione raccomanda esattamente questo, e tale approccio è sostenuto dal Royal College of Physicians del Regno Unito e da molti altri esperti.
Non esiste base scientifica, etica o legale per vietare lo snus, e ci auguriamo che Lei sosterrà una delle tre opzioni elencate sopra. Così facendo, favorirà certamente migliori condizioni di salute per i cittadini europei e sfiderà il dominio del fumo di sigaretta, che rappresenta la modalità in assoluto più pericolosa di assunzione di tabacco e nicotina.
Cordiali saluti,
Prof. Riccardo Polosa, MD, PhD Full Professor of Internal Medicine
Università degli Studi di Catania, Italy
Professor Martin Jarvis
Emeritus Professor of Health Psychology
Department of Epidemiology & Public Health
University College London, UK
Jacques Le Houezec, PhD
Consultant in Public Health, Tobacco dependence, France
Professor Karl Olov Fagerström PhD
Emeritus Professor of Psychology
President Fagerström Consulting AB
Professor Dr Michael Kunze
Head of the Institute for Social Medicine
Medical University of Vienna
Karl Erik Lund PhD
Norwegian Institute for Alcohol and Drug Research, Oslo Norway
Dr Lars Ramström
Director Institute for Tobacco Studies
Stockholm Sweden
Professor Tony Axell
Emeritus Professor Geriatric Dentistry
Consultant in Oral Medicine
Clive Bates
Former Director,
Action on Smoking & Health (UK) 1997-2003