martedì, Gennaio 7, 2025
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Progetto Ospedali Senza Fumo

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In occasione della Giornata Internazionale antifumo che si svolgerà il 31 maggio, promossa in tutto il mondo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo (Cpct) dell’Università di Catania e dell’Azienda ospedaliera universitaria “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania (Ove), lancia il progetto “Policlinico Smoke Free” nel presidio Gaspare Rodolico.
L’iniziativa – realizzata in collaborazione con l’Ufficio Urp e Comunicazione del Policlinico universitario e con il contributo della Lega italiana Antifumo (Liaf) – è stata presentata dal prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico del progetto insieme al dott. Pasquale Caponnetto, mercoledì 30 maggio nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina dell’Università di Catania.
Nel corso dell’incontro diversi medici specialisti hanno spiegato le strategie migliori per smettere di fumare, ridurre i danni e valutare le patologie fumo correlate.
«L’obiettivo del progetto – ha spiegato il prof. Polosa – è dare un aiuto concreto per smettere di fumare ai dipendenti, medici, infermieri, personale amministrativo, oltre che ai pazienti del Policlinico supportandoli attraverso visite gratuite con medici e psicologici esperti che sapranno consigliare il percorso terapeutico migliore. Ogni medico potrà inoltre avvalersi della consulenza antitabagica del Cpct per inquadrare in modo olistico i pazienti, riducendo e prevenendo i danni fumo correlati che interagiscono con altre patologie. Il Policlinico Gaspare Rodolico, attraverso questa campagna di sensibilizzazione, si fa quindi promotore e punto di riferimento per l’intera comunità di uno stile di vita più sano».
Secondo l’Istituto superiore di Sanità, infatti, il numero di fumatori in Italia supera i 12 milioni. La dipendenza tabagica è una malattia cronica recidivante e come tale va affrontata da medici esperti con cure mirate. I benefici che si ottengono dallo smettere di fumare sono immediati e apportano miglioramenti all’intero corpo umano come l’apparato respiratorio, cardiocircolatorio, riproduttivo, muscolare oltre ad un benessere psicologico. La disassuefazione da fumo di sigaretta è una pratica sanitaria non ancora svolta pienamente dai medici italiani e poco conosciuta dalla società.
Il progetto “Policlinico Smoke Free” nasce dall’esigenza di formare medici specialisti per una cooperazione sanitaria che miri al benessere olistico del paziente e a fornire un servizio di smoking cessation per l’intera comunità. Inoltre la visita medica o il ricovero, sono momenti in cui il paziente ha una reale paura sul suo stato di salute e pertanto possono essere un’ottima occasione per invogliarlo a smettere di fumare

 

Calcio Catania: progetto di sensibilizzazione antifumo

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Il progetto “Primi calci al fumo” vincitore del premio nazionale Uliveto e SIMI, Società Italiana di Medicina Interna dedicato allo sport,  ha come obiettivo la sensibilizzazione sul tabagismo dei bambini tra 5 e 10 anni della Scuola Calcio Catania, con l’intento di influenzare i genitori a smettere di fumare.
Il progetto di ricerca ha previsto un incontro con oltre 100 bambini accompagnati dai genitori presso il Calcio Catania,  sono state distribuite brochure informative dell’OSSFAD, l’Osservatorio Fumo Alcool e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità; ai genitori verrà dataquindi  la possibilità di seguire un percorso antifumo presso il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, Az. Osp. Policlinico- V. Emanuele.
<<Poter sviluppare il progetto “Primi calci al fumo” grazie all’importante iniziativa della SIMI e Uliveto è una valida occasione per fare prevenzione antifumo ai giovanissimi – afferma il Prof. Riccardo Polosa direttore del Centro Antifumo dell’Università di Catania e responsabile scientifico LIAF – e indurre i genitori a smettere>>.
<<Attuare una campagna di sensibilizzazione sui danni del fumo di sigaretta sia passivo che attivo, associandola ad uno sport nazional popolare e divertente come il calcio è un’opportunità unica – afferma il Dott. Davide Campagna che ha ritirato il premio al Congresso SIMI>>.

U-BIOPRED: Pazienti con asma severa screening per cure migliori

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L’asma è uno dei principali problemi sanitari in tutto il mondo. Non tutti i tipi di asma sono gli stessi,
mentre le cure spesso adottano un approccio uniforme, che non sempre funziona in modo ottimale.
«Nella maggior parte dei casi, i sintomi dell’asma severa possono essere gestiti, ma per circa 1,2 milioni
di persone in Europa gli approcci terapeutici attuali non sono adeguati – afferma il prof. Riccardo Polosa, responsabile dello studio “Ubiopred” – il progetto ha infatti l’obiettivo di migliorare le attuali opzioni di trattamento e per far ciò abbiamo bisogno di volontari che soffrono di asma severa e che possono dare un contributo alla ricerca scientifica». I pazienti potranno così partecipare allo studio clinico europeo U-biopred che indaga vari aspetti della patologia asmatica. I volontari potranno sottoporsi a tre differenti visite in un periodo di
tre-sei mesi, durante le quali verrà valutato il loro stato di salute l’eventuale presenza di allergie, la funzione polmonare, il livello di infiammazione e il patrimonio genetico.
Chi volesse prenotare una visita può telefonare allo 0953781583 o inviare una mail [email protected].
L’immagine è di Marije Kootstra, vincitrice dell’art contest U-BIOPRED.

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INTRODUCTION
With approximately 5 million tobacco-related deaths annually, tobacco smoking is the leading cause of preventable premature mortality in the world (1). According to a recent survey (2), one of the basic problems of anti-smoking centers in Italy and also in Europe, is the low number of entrances, despite the high number of smokers present. As evidenced by recent international studies (3,4), the use of media campaigns, could be useful to increase the knowledge on medical and scientific activities in the antitabagic field. However, while we know the positive effects of these campaigns in promoting healthy behaviour and the raised awareness on smoking damages, nothing is known about the effects of media campaigns aimed to prompt smokers to start smoking cessation program with physicians. Indeed, if the smoking damages and the need to stop, are socially recognized concepts, the physician’s antismoking activities to help people to cure tobacco addiction, aren’t known (5).
OBJECTIVE
A communication plan, dedicated to Tobacco Prevention and Treatment Center of Catania University, has been realized. In the course of 2011, the most interesting activities of CPCT, were selected to create an information profile for the public and for the media through the launch of press releases, locally, nationally and internationally, with publication and dissemination of related news on TV, newspapers and Internet also on social networks and forums. Media campaigns have been built to increase the number of accesses to the antismoking center, increase the number of people wanting to stop smoking and raising the level of knowledge of the CPCT, up to now in decline as evidenced by a survey (1).
METHOD
To test the impact of communication campaigns, we compared the number of accesses to the center within 15 days after the press release launch, compared to periods in which no dissemination activities were done and no media published related news. During 2011, six campaigns about center’s activities were launched.
MEDIA CAMPAIGN
20/January/11
A press release on the ECLAT project, about the first clinical study in Europe on efficacy and safety of electronic cigarettes, was made. The campaign caused an increase of 57 new members to the antismoking center, in comparison to 7 in the neutral period.
Press release: https://www.liafmagazine.it/comunicato.php?id=24-electronic-cigarettes-hel…
Press review: https://www.liafmagazine.it/rassegna_stampa.php?s=rassegna&page=9
http://www.youtube.com/watch?v=15I6-HSizOM&feature=youtube_gdata_player
20/March/11
A press release concerning the awarding of the GRAND on nicotine dependence research for smokers with diabetes (Diasmoke), was launched bringing 16 new members in comparison to 7 in the neutral period.
Press release: https://www.liafmagazine.it/comunicato.php?id=2-progetto-diasmoke-l-italia…
Press review: http://www.ilfarmacistaonline.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo…
06/April/11
A press release about the clinical study conducted in collaboration with local pharmacies about smoking and osteoporosis, was spread bringing 14 new members in comparison to 6 in the neutral period.
Press release: https://www.liafmagazine.it/comunicato.php?id=17-osteoporosi-fumo-e-depres…
Press review: http://www.agendabda.unict.it/open_page.php?sez=articolo&id=5632
30/May/11
A press release regarding local and regional initiatives for Antismoking World Day 2011, was sent bringing 47 new members, in comparison to 7 in the neutral period.
Press release: https://www.liafmagazine.it/comunicato.php?id=14-no-tobacco-day-31-maggio-…
Press review: http://www.italia-news.it/salute-c13/giornata-mondiale-senza-tabacco–i-…
10/September/11
A press release, concerning the preliminary results of ECLAT study published on international journals, was launched bringing 19 new members to CPCT, in comparison to 11 in the neutral period.
Press release: https://www.liafmagazine.it/comunicato.php?id=19-le-sigarette-elettroniche…
Press review: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_i…
20/October/11
A press release, about two anti-smoking projects, one aimed at employees of a factory in Catania and another for the parents of children from soccer schools, who are smokers, was made bringing 46 new members in comparison to 8 in the neutral period.
Press release: https://www.liafmagazine.it/comunicato.php?id=8-medicina-dello-sport-liaf-…
https://www.liafmagazine.it/comunicato.php?id=26-progetto-pfizer-azienda-s…
Press review: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=1NGL_4EcYaY#!
http://www.controcampus.it/2011/10/unict-medicina-dello-sport/
The media campaign was realized in collaboration with LIAF, Italian No smoking association. https://www.liafmagazine.it/index.php
CONCLUSION
These communication campaigns have created greater awareness of the CPCT of Catania University and its services and has allowed an increase in the number of smoker to the center in 2011, compared to the average of the smoker arrived in the center since 2002 (year of creation of the center) to 2010. In 2011, 286 smokers have been treated compared to the average of 187.66 persons per year refering to the years 2002-2010.
These data suggest that the planning and the use of a targeted communication campaign, may be useful to increase the knowledge of the anti-smoking center, fostering successful activities and initiatives undertaken and enticing a greater number of smokers motivated to undertake a process of smoking cessation. This process is it also easily transferable and applicable to other centers, because every University or Hospital have a communication and press office that can do it.

Fumatori incalliti: sigarette elettroniche efficaci per smettere

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L’Italia pubblica sul Journal of Medicine Case report (Bmj) i primi risultati al mondo ottenuti con le sigarette elettroniche su fumatori ostinati
I ricercatori del Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, diretti dal Prof. Riccardo Polosa e dal dott. Pasquale Caponnetto hanno pubblicato per primi al mondo un “report” sul Journal of Medicine Case Report (gruppo BMJ), riguardante il successo ottenuto con le sigarette elettroniche nel far smettere di fumare fumatori incalliti.
I forti fumatori erano segnati da una elevata dipendenza da nicotina, con oltre 30 sigarette fumate al giorno, ed erano stati ripetutamente trattati per anni in centri di eccellenza per la cura del tabagismo con farmaci, cerotti alla nicotina e tecniche psicologiche, ma con scarso successo, alternando cosi’ periodi di astinenza e ricadute. Questi fumatori, mediante l’uso di comuni sigarette elettroniche (Categoria™, Arbi Group) con cartucce contenenti nicotina, sono riusciti a ridurre l’uso delle “bionde” e a smettere completamente anche fino a 6 mesi.
I ricercatori sostengono che il successo ottenuto in questi fumatori, che hanno ridotto da 30 a zero il numero di sigarette fumate al giorno, è conseguenza di una delle caratteristiche intrinseche delle sigarette elettroniche che è quella di essere capaci di riprodurre la gestualità tipica del fumatore.
I risultati di questo report intitolato dal titolo “Successful smoking cessation with electronic cigarettes in smokers with a documented history of recurring relapses: a case series” (http://www.jmedicalcasereports.com/content/5/1/585/abstract) necessitano di studi approfonditi e si aggiungono all’importante sperimentazione clinica pubblicata dallo stesso team dell’Universita’ di Catania, su BMC Public Health (http://www.biomedcentral.com/1471-2458/11/786) dove si dimostra che nel 55% dei casi i partecipanti hanno ridotto o eliminato la dipendenza di tabacco grazie all’utilizzo delle sigarette elettroniche.

Fumatori incalliti: sigarette elettroniche efficaci per smettere

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I ricercatori del Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, diretti dal Prof. Riccardo Polosa e dal dott. Pasquale Caponnetto hanno pubblicato per primi al mondo un “report” sul Journal of Medicine Case Report (gruppo BMJ), riguardante il successo ottenuto con le sigarette elettroniche nel far smettere di fumare fumatori incalliti.
I forti fumatori erano segnati da una elevata dipendenza da nicotina, con oltre 30 sigarette fumate al giorno, ed erano stati ripetutamente trattati per anni in centri di eccellenza per la cura del tabagismo con farmaci, cerotti alla nicotina e tecniche psicologiche, ma con scarso successo, alternando cosi’ periodi di astinenza e ricadute. Questi fumatori, mediante l’uso di comuni sigarette elettroniche (Categoria™, Arbi Group) con cartucce contenenti nicotina, sono riusciti a ridurre l’uso delle “bionde” e a smettere completamente anche fino a 6 mesi.
I ricercatori sostengono che il successo ottenuto in questi fumatori, che hanno ridotto da 30 a zero il numero di sigarette fumate al giorno, è conseguenza di una delle caratteristiche intrinseche delle sigarette elettroniche che è quella di essere capaci di riprodurre la gestualità tipica del fumatore.
I risultati di questo report intitolato dal titolo “Successful smoking cessation with electronic cigarettes in smokers with a documented history of recurring relapses: a case series” necessitano di studi approfonditi e si aggiungono all’importante sperimentazione clinica pubblicata dallo stesso team dell’Universita’ di Catania, su BMC Public Health3, dove si dimostra che nel 55% dei casi i partecipanti hanno ridotto o eliminato la dipendenza di tabacco grazie all’utilizzo delle sigarette elettroniche.

Progetto Pfizer: Azienda Smoke Free

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Azienda Smoke Free è il primo progetto integrato di “smoking cessation” in Italia condotto direttamente sul luogo di lavoro, e aiuterà i dipendenti dello stabilimento di Catania dell’azienda farmaceutica Pfizer a smettere di fumare.

Si tratta di “Azienda smoke free”, ideato – in collaborazione con la Lega Italiana Antifumo – dal prof. Riccardo Polosa, esperto internazionale in cure antitabagiche e direttore del Centro prevenzione e cura del tabagismo dell’Università di Catania (Cpct) presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico Vittorio Emanuele e dall’ing. Giuseppe Galizia, direttore dello stabilimento Pfizer Catania, per rendere l’ambiente lavorativo più salubre, aiutando i fumatori a smettere e tutelando i dipendenti anche dal fumo passivo.
Considerando la dipendenza tabagica nella sua complessità, quale patologia cronica recidivante, e le relative difficoltà che il fumatore dovrà affrontare nella gestione dei sintomi astinenziali durante le ore di lavoro, LIAF, Cpct e Pfizer si sono fatti promotori di questo progetto antifumo a sostegno dei dipendenti, per la riduzione del numero di sigarette fumate giornalmente e il controllo e la gestione della dipendenza tabagica. Per un periodo di circa sei mesi i dipendenti fumatori saranno seguiti direttamente sul luogo di lavoro dall’equipe di medici del Cpct: seguiranno cure personalizzate, individuate tramite test psicologici, che valuteranno il grado di dipendenza di ogni singolo lavoratore e le abitudini fumo correlate. I partecipanti al progetto potranno inoltre associare il counseling degli psicologi all’assunzione di uno specifico farmaco che elimina il desiderio della sigaretta, la vereneclina tartrato.
«Per la prima volta in Italia i professionisti delle strategie antitabagismo entrano in un’azienda – ha affermato il prof. Polosa nel corso della presentazione del progetto alla stampa, che si è svolta oggi presso l’Università di Catania- aiutare i dipendenti a smettere è un gesto importante per la salvaguardia delle persone e dell’ambiente lavorativo, la letteratura medica ci suggerisce inoltre che i dipendenti non fumatori lavorano meglio».
<<Ogni azienda dovrebbe supportare i propri dipendenti a smettere di fumare dando un aiuto concreto – afferma il Presidente LIAF Sebastiano Pacino – infatti il solo divieto non è sufficiente per eliminare la dipendenza tabagica>>.
«Un’azienda farmaceutica non può non preoccuparsi del benessere dei suoi dipendenti- ha evidenziato l’ing. Galizia– l’obiettivo è rendere l’azienda smoke free e per fare questo abbiamo pensato di portare avanti un’attività di prevenzione e di sensibilizzazione>>.
<<Sono già circa 60 su 150-200 fumatori i dipendenti che hanno aderito entusiasti al progetto, ma contiamo di coinvolgere tutti gli altri ed estenderlo ai familiari » ha spiegato il medico aziendale della Pfizer di Catania Ernesto Ramistella.
Ufficio Stampa LIAF
Lega Italiana Antifumo
Dott.ssa Gabriella Papale

Il New York Times dedica un articolo allo studio LIAF su sigarette elettroniche

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Sigarette elettroniche e le improbabili critiche a uno strumento utile per ridurre il rischio da fumo

Se siete in cerca di un lavoro davvero frustrante nel campo della sanità pubblica, provate a convincere la gente a smettere di fumare. Vedrete che anche combinando le più sofisticate tecniche di disassuefazione dal fumo di sigaretta (es. consulenza antifumo integrata con terapia farmacologica), in pochi smettono di fumare.
Recentemente però un gruppo di ricercatori italiani ha elaborato una strategia vincente grazie all’utilizzo della sigaretta elettronica. Il team diretto dal Prof. Riccardo Polosa dell’Università di Catania ha reclutato 40 forti fumatori – che avevano rifiutato l’accesso gratuito a un programma di disassuefazione dal fumo e non erano intenzionati a smettere – a cui è stato chiesto di utilizzare a titolo gratuito una sigaretta elettronica (offerta per gentile concessione di Categoria, Arbi Group Srl, Milano n.d.r.). Questo prodotto innovativo contiene un piccolo serbatoio di nicotina in soluzione liquida che viene poi erogata in forma nebulizzata come un aerosol.
L’utilizzatore “vaporizza” una boccata di vapore di nicotina ottenendo contestualmente la sensazione familiare di portare la sigaretta alla bocca, senza però esporre il proprio organismo alle sostanze nocive contenute nel fumo di una sigaretta accesa.
Dopo sei mesi, più della metà dei partecipanti allo studio del Prof. Polosa avevano ridotto il loro regolare consumo di sigarette di almeno il 50% e circa un quarto aveva smesso del tutto. Sebbene si tratti di un piccolo studio pilota, i risultati sono incoraggianti e tengono viva la speranza che le sigarette elettroniche possano essere lo strumento ad oggi più efficace per ridurre mortalità e rischi da fumo di sigaretta per la salute.
Eppure c’è un potente gruppo che lavora contro tale innovazione – e non sono solo le multinazionali del tabacco! Paradossalmente si tratta di società medico-scientifiche (soprattutto quelle impegnate nella lotta al tabagismo), di enti regolatori farmaceutici, e delle istituzioni governative che ripetutamente mettono in guardia sui pericoli delle sigarette elettroniche e cercano di vietarne la vendita, ma senza averne prova.
La polemica fa parte di un annoso dibattito sulle linee di condotta in tema di salute pubblica, ma con un ironico capovolgimento di ruoli. Siamo già stati testimoni di polemiche simili in ambito di salute pubblica, quando per esempio si è dovuto affrontare il problema delle gravidanze adolescenziali e della dipendenza da eroina con i conservatori che tendevano verso una politica di “sola astinenza”, mentre i liberali si mostravano aperti a strategie di “contenimento del danno” quali il controllo delle nascite e la distribuzione di metadone.
Quando si tratta di nicotina però, i conservatori a favore dell’astinenza tendono ad essere più liberali, compresi i funzionari governativi che invece di bandire la vendita e il commercio di sigarette si sono limitati semplicemente ad emanare leggi di tutela della salute dei non fumatori. Inoltre i conservatori si sono affrettati a bandire le sigarette elettroniche e a far sapere che se i fumatori sono in cerca di una fonte alternativa di nicotina, questi dovrebbero usare solo e soltanto prodotti approvati dagli enti regolatori farmaceutici (es. gomme e cerotti alla nicotina) e solo dietro prescrizione medica.
La Food and Drug Administration (FDA), potente ente regolatore per la commercializzazione dei farmaci negli Stati Uniti, ha tentato di limitare la diffusione delle sigarette elettroniche cercando di assoggettarle alle stesse complesse e costose regolamentazioni dei farmaci e dei dispositivi farmaceutici. Pertanto, secondo l’FDA, la sigaretta elettronica non potrebbe essere immessa in commercio prima che vengano dimostrate efficacia e sicurezza in studi clinici adeguatamente strutturati. In questa disfida, l’FDA è stata anche spalleggiata da due importanti società medico-scientifiche (American Cancer Society e American Heart Association) e persino da organizzazioni antifumo no-profit quali Action for Smoking and Health e Center for Tobacco-Free Kids.
I proibizionisti della sigaretta elettronica hanno perso la battaglia quando l’anno scorso la FDA è stata richiamata dall’alta corte degli USA che ha decretato che le sigarette elettroniche non possono essere regolamentate come farmaci. Nonostante ciò, il potente schieramento anti sigaretta elettronica ha continuato a screditare il prodotto diffondendo notizie sui presunti rischi derivanti dal loro uso. Si afferma, ad esempio, che la sigaretta elettronica possa disincentivare alla disassuefazione dal fumo di tabacco e che potrebbe persino rappresentare una “via di accesso” alternativa alla dipendenza da nicotina per giovani e non fumatori. I proibizionisti citano anche un avvertimento dell’FDA riguardo pericolosità e tossicità delle varie sostanze chimiche contenute nel vapore delle sigarette elettroniche, anche se l’FDA non ha mai provato che le sostanze contenute nelle sigarette elettroniche possano rappresentare un reale pericolo per la salute ed ha tralasciato di menzionare che simili quantità di sostanze ritenute nocive si trovano comunque anche in altri prodotti già approvati dall’FDA stessa, compresi cerotti e gomme alla nicotina. I metodi poco ortodossi dell’FDA sono stati oggetto di critica accesa sui giornali scientifici da parte del Prof. Polosa e di altri studiosi tra cui il Dott. Brad Rodu, professore di medicina all’Università di Louisville nel Kentucky.
In un articolo pubblicato di recente sulla rivista “Harm Reduction Journal”, il Dott. Rodu scrive testualmente che è molto improbabile che i risultati tossicologici dell’FDA possano avere rilevanza clinica per gli utilizzatori dato che quando sono state rilevate sostanze chimiche, queste erano solo presenti in tracce con concentrazioni milioni di volte inferiori a quelle plausibilmente correlate a danni per la salute. La sua conclusione è condivisa da un altro noto cultore della materia, il Dott. Michael Siegel, professore di salute pubblica alla Boston University: <<È sconcertante il fatto che esista un preconcetto contro la sigaretta elettronica proprio tra i sostenitori della lotta al tabagismo >>. Egli aggiunge anche che non ha senso agitarsi in merito agli ipotetici rischi derivanti da livelli minimi di svariate sostanze chimiche contenute nelle sigarette elettroniche quando è risaputo che l’alternativa è letale: infatti le sigarette contengono migliaia di sostanze chimiche, comprese dozzine di agenti cancerogeni e centinaia di tossine a dosaggi centinaia di volte superiori.
Certo è che entrambi i contendenti di questa polemica sono d’accordo sul fatto che le sigarette elettroniche vadano studiate più approfonditamente e vadano assoggettate a regole più severe, compresi standard di controllo di qualità e il divieto di vendita ai minori.
Lo schieramento a favore della sigaretta, che comprende l’Associazione dei Medici Americani e il Consiglio Americano di Scienza e Salute, non vede alcun ostacolo all’utilizzo della sigaretta elettronica da parte di adulti maggiorenni. In Gran Bretagna, il Royal College of Chest Physicians (ente professionale dei medici che si occupano della salute del sistema respiratorio) ha etichettato come “irrazionali e immorali” le norme che si oppongono all’introduzione di strumenti per il rilascio di nicotina a basso rischio per la salute come le sigarette elettroniche.
<<La nicotina in sé non è particolarmente dannosa – concludeva in un suo importante documento del 2007 la società medica inglese – se la nicotina potesse essere erogata in forma accettabile, efficace e sicura in sostituzione della sigaretta tradizionale, si potrebbero salvare milioni di vite>>.
Il numero di utilizzatori americani di sigarette elettroniche si è quadruplicato dal 2009 al 2010, secondo il Centers for Disease Control. Il sondaggio condotto l’anno scorso ha evidenziato che l’1.2% degli adulti, cioè quasi tre milioni di persone, le avevano usate nel mese precedente all’indagine.
<<Le sigarette elettroniche potrebbero andar a sostituire una grande quota del consumo di sigarette negli U.S.A. nel prossimo decennio>> – riferisce William T. Godshall direttore esecutivo di Pennsylvania Smokefree, un associazione no-profit particolarmente attiva su tematiche antifumo che nel passato ha lanciato campagne per l’innalzamento delle tasse sulle sigarette, sul divieto di fumo in luoghi pubblici e sugli avvertimenti grafici sui pacchetti di sigarette, ma che si trova ora in disaccordo con molti dei suoi sostenitori storici riguardo la questione delle sigarette elettroniche.
<<Non ci sono prove che le sigarette elettroniche abbiano mai provocato danno o che abbiano creato le condizioni per nuove forme di dipendenza nei giovani o nei non fumatori – afferma Godshall – in una scala di rischio da 1 a 100, dove le gomme e i cerotti alla nicotina fanno punteggio 1 e le sigarette 100, le sigarette elettroniche probabilmente si attestano su un punteggio che non supera il valore di 2>>.
Se milioni di fumatori decidessero di convertirsi in massa al “vapore”, si otterrebbe un risultato senza precedenti in termini di riduzione della prevalenza del tabagismo. Un risultato positivo, ma difficile da digerire per gli enti e le associazioni impegnate nella lotta al tabagismo che sono solite attribuire alle politiche sociali paternalistiche e proibizioniste un ruolo primario per la riduzione della prevalenza dell’abitudine al fumo di sigaretta.
Va fatto osservare che il più netto declino della percentuale di fumatori negli Stati Uniti si è registrato nei decenni antecedenti gli anni ’90, quando si è fatto ricorso a semplici campagne informative riguardo i rischi del fumo di sigaretta. Questo declino ha subito un rallentamento nel ventennio appena trascorso, nonostante programmi antifumo sempre più elaborati e tattiche sempre più coercitive (es. tassazione elevata, limitazioni alla vendita e alla pubblicità, divieto di fumo nei luoghi pubblici.
Circa 50 milioni di americani continuano a fumare, e non perché sono troppo stupidi per capire che è pericoloso. Continuano a fumare per un particolare che i proibizionisti rifiutano di ammettere: la nicotina è una droga che procura benefici e la ritualità legata all’uso della sigaretta è una importante componente del benessere percepito dal fumatore. La nicotina è nota per la sua capacità di ridurre stress e ansia, di controllare il peso corporeo, di migliorare i tempi direazione e di migliorare la capacità di concentrazione.
<<È ora di essere onesti con i 50 milioni di americani e le centinaia di milioni di persone nel mondo che fumano – scrive il Dott. Rodu – i benefici derivanti dal fumo di tabacco sono molto reali, non immaginari ed è difficile per il fumatore rinunciarvi durante il tentativo di smettere>>.
È ora di sfatare il mito che la nicotina sia priva di vantaggi, e di concentrarsi sul modo in cui possiamo aiutare i fumatori nel continuare a godere dei benefici della nicotina senza però esporsi mix dannosi di sostanze tossiche e cancerogene per esempio promuovendo l’uso della sigaretta elettronica.
Da ex fumatore – sono stato un avido fumatore tempo fa, e sono stato schiavo delle gomme Nicorette per diversi anni – comprendo perfettamente le ragioni per cui i proibizionisti temono una qualsiasi accezione positiva della nicotina. In linea di massima sono d’accordo sul fatto che l’astinenza sia la migliore politica. Tuttavia, questo non significa che la strategia della deprivazione della nicotina sia una strategia che funzioni con tutti i fumatori. Nessuno sa esattamente quali benefici possano derivare da un uso regolare a lungo termine delle sigarette elettroniche, ma una cosa è certa: ogni volta che qualcuno accende una sigaretta farebbe invece molto meglio a usarneuna elettronica.

 

Primo Master in Europa in Smoking Cessation

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Il Master in Smoking Prevention and Cessation, diretto dal responsabile scientifico della LIAF, Prof. Riccardo Polosa, esperto internazionale in cure antitabagiche, seguendo le direttive europee e rispondendo alla forte necessita dei fumatori di essere curati da medici esperti, formerà figure professionali in grado di prevenire, gestire ed eliminare i problemi fumo correlati.
Prospettive occupazionali

Il professionista esperto in Smoking Prevention and Cessation può operare in diversi contesti socio-sanitari sia pubblici che privati, come ospedali, scuole, cliniche private, studi medici polispecialistici, centri benessere, centri sportivi, nonché avviare autonomamente un proprio centro per la prevenzione e cura del tabagismo. Ad oggi la carenza di percorsi formativi mirati alla smoking cessation fanno si che le suddette figure professionali siano molto richieste sia in un contesto nazionale che internazionale.
Il Master si svolgerà presso l’Università di Catania, Facoltà di Medicina e Chirurgia, darà diritto all’acquisizione di 60 CFU ed è aperto a coloro i quali sono in possesso di lauree triennali e/o magistrali afferenti alle Facoltà di Medicina e Chirurgia, Psicologia, Odontoiatria, Farmacia, Scienze infermieristiche, Scienze della formazione, Scienze dell’educazione, Scienze motorie e titoli equipollenti.
Struttura del Master

Il Master si articolerà in 1500 ore complessive nell’arco di 12 mesi, con lezioni durante i week-end così ripartite:
1. n. 850 ore di formazione assistita che si articolano come segue:
• n. 400 ore di didattica frontale dedicata agli insegnamenti caratterizzanti e a quelli professionali;
• n. 50 ore di verifiche degli apprendimenti;
•n. 475 ore di stage per la formazione extra aula (di cui 300 ore di tirocinio, 175 ore di
project work)
2. n. 575 ore di studio personale.
Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail a [email protected] oppure visionare il sito dell’Università di Catania cliccando qui

Medicina dello Sport: LIAF e Università di Catania vincono il Premio Nazionale Uliveto-SIMI

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Progetto “Primi calci al fumo”, campagna di sensibilizzazione antifumo
per i bambini delle scuole calcio
LIAF-Onlus Lega Italiana Antifumo, in collaborazione con il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, ha vinto il premio nazionale Uliveto e SIMI, Società Italiana di Medicina Interna dedicato alla medicina dello sport.
Il progetto vincitore intitolato “Primi calci al fumo”, ha come obiettivo la sensibilizzazione sul tema del tabagismo dei bambini tra 5 e 10 anni delle scuole calcio, con l’intento di influenzare i genitori fumatori a smettere.
Lo studio prevede il reclutamento di 100 bambini che parteciperanno ad un mini torneo di calcio. Ai partecipanti verranno inoltre distribuiti brochure informative e supporti didattici dell’OSSFAD, l’Osservatorio Fumo Alcool e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità; ai genitori verrà data la possibilità di seguire un percorso antifumo presso il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, Az. Osp. Policlinico- V. Emanuele.
<<Poter sviluppare il progetto “Primi calci al fumo” grazie all’importante iniziativa della SIMI e Uliveto è una valida occasione per fare prevenzione antifumo ai giovanissimi – afferma il Prof. Riccardo Polosa direttore del Centro Antifumo dell’Università di Catania e responsabile scientifico LIAF – e indurre i genitori a smettere>>.
<<Attuare una campagna di sensibilizzazione sui danni del fumo di sigaretta sia passivo che attivo, associandola ad uno sport nazional popolare e divertente come il calcio è un’opportunità unica – afferma il Dott. Davide Campagna che ha ritirato il premio al Congresso SIMI tenutosi a Roma dal 22 al 25 ottobre>>.
Dott.ssa Gabriella Papale
Ufficio Stampa LIAF-ONLUS Lega Italiana Antifumo