venerdì, Dicembre 27, 2024
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I medici fumano più dei loro pazienti

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Recenti sondaggi indicano come, nel nostro Paese, la percentuale di medici col “vizio” sfiora il 40%; venti volte più che negli Usa, dove la percentuale si attesta intorno al 2%! Questo dato risulta essere persino superiore a quello della popolazione generale. E’ paradossale che i medici fumino più dei loro pazienti! Un rischio è rappresentato dal fatto che il fumare in pubblico da parte dei medici risulti fortemente diseducativo in quanto veicola un esempio negativo che può essere di giustificazione per i fumatori e particolarmente per gli adolescenti, notoriamente influenzati da figure di riferimento importanti come i medici e gli insegnanti, oltre ai genitori. I medici sono tra i soggetti più idonei a illustrare i pericoli del fumo e dare consigli ai propri pazienti sulla necessità di smettere per evitare danni alla salute. A tale proposito l’Ordine dei Medici di Roma ha già avviato una importante campagna educativa per convincere i suoi iscritti ad abbandonare il pacchetto, o almeno a rinunciare alle sigarette quando indossano il camice in corsia o negli ambulatori in presenza dei malati.

Nell’ esprimere il vivo apprezzamento per la importante iniziativa dell’Ordine dei Medici di Roma, la LIAF si augura che il buon esempio delle istituzioni sanitarie capitoline venga al più presto seguito dagli altri Ordini dei Medici di Italia.

Scadimento della salute nei giovani fumatori

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Perfino una breve storia di tabagismo sembra nuocere alla qualità della vita. Secondo il Dr. Martinez e coll. dell’Università di San Paolo (Brasile), che hanno analizzato i dati ottenuti da 174 studenti universitari (di età inferiore a 26 anni) cui veniva chiesto di rispondere ad uno specifico questionario per la valutazione generale del loro stato di salute, coloro che fumano (n=77) sembrano palesare un peggiore livello di benessere psico-fisico rispetto ai loro pari grado che non fumano (n=97). Pertanto, sebbene nei giovani fumatori con una breve storia di tabagismo (durata media del vizio =  3,2 anni) non si riscontrino importanti patologie legate al fumo di sigaretta, risulta che questi tendono ad essere meno attivi, a palesare più spesso problemi riguardanti le relazioni sociali, e a manifestare con maggiore frequenza sintomi di depressione ed ansietà.

E’ sorprendente constatare come perfino in giovani fumatori con una breve storia di tabagismo si possano registrare variazioni importanti dello stato di salute generale e della qualità di vita. Tuttavia, non è chiaro se questo scadimento del loro stato di salute sia da imputare al fumo di sigaretta o se, viceversa, le alterate condizioni psico-fisiche siano pre-esistenti e possano essere causa del vizio del fumo. La riduzione nei punteggi ottenuti con il questionario nei fumatori potrebbe collegarsi direttamente alla consumazione delle sigarette; la combustione del tabacco produce migliaia di sostanze chimiche che, una volta assorbite attraverso i polmoni, possono scatenare nell’organismo effetti di tipo tossico, che possono dar ragione dello scadimento della condizione fisica e della maggiore frequenza di sintomi di depressione ed ansietà. D’altro canto, la presenza di un alterato profilo psicologico-comportamentale può più facilmente innescare il vizio del fumo. Ad esempio una storia clinica di depressione, la presenza di un basso livello di autostima, la predisposizione ad adottare un peggiore stile di vita, potrebbero essere i responsabili dell’inizio a fumare e delle variazioni nel punteggio ottenuto con il questionario. Infatti, è stato dimostrato negli adolescenti che l’età in cui si fuma la prima sigaretta è associata ad un livello di insoddisfazione globale della vita. Inoltre, è noto che la prevalenza del tabagismo è molto elevata nei pazienti psichiatrici e negli individui con sintomi di depressione ed ansietà.

Una migliorata conoscenza di questo circolo vizioso da una parte potrebbe suscitare una maggior attenzione da parte dei fumatori (soprattutto quelli che tendono a adottare uno stile di vita più salutare) nei confronti di programmi/tentativi di cessazione, e dall’altra potrebbe meglio identificare quelle popolazioni a rischio che sono il bersaglio preferenziale delle campagne di prevenzione antifumo.

Farmaco antifumo a costo contenuto

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E’ noto che il bupropione cloridrato rappresenti uno dei pochi presidi farmacologici con specifica indicazione per la disassuefazione dal vizio del fumo di sigaretta e  pertanto risulta importante nel difficile percorso di divezzamento dal tabagismo. Questo presidio medico-farmacologico viene utilizzato con successo nel contesto di articolati programmi di disassuefazione dal fumo di sigaretta attuati presso Centri Antifumo in tutto il mondo.Purtroppo, in relazione all’uso del bupropione, vi sono alcuni aspetti che vanificano gli sforzi dei programmi di disassuefazione al fumo di sigaretta e che è importante sottolineare. Il costo del farmaco è decisamente elevato ed è a totale carico dell’assistito, gravando pesantemente sulla già debole capacita motivazionale del fumatore pentito (soprattutto se disoccupato) che si avvicina ad un programma di cessazione del fumo.

In questa ottica, la Lega Italiana AntiFumo (LIAF-Onlus) si è fatta promotrice a Catania di un programma di produzione e distribuzione di preparazioni galeniche a base di bupropione cloridrato a costo 5 volte inferiore rispetto al corrispettivo commerciale attraverso un numero selezionato di farmacie distribuite sul territorio di Catania. Le preparazioni galeniche a base di bupropione vengono erogate dalle farmacie che aderiscono alla iniziativa a fronte di presentazione di ricetta medica rilasciata dal Centro Antifumo Universitario di Catania.
Per maggiori informazioni rivolgersi allo 095 7594506

Novità… il vaccino antifumo

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E’ di questi ultimi giorni la notizia di un “prodigioso” vaccino antifumo in grado di neutralizzare l’azione della nicotina che sembra poter alimentare le speranze del popolo degli aspiranti ex-fumatori, spesso bloccati nelle loro intenzioni dal classico “vorrei ma non posso!”. La fase di sperimentazione appena terminata sembra aver ottenuto risultati incoraggianti. Pare infatti che il vaccino sia di norma ben tollerato e che sia in grado di agevolare la produzione di anticorpi contro la nicotina, bloccando sia la dipendenza che l’induzione al fumo. Secondo i risultati di questa sperimentazione della compagnia biofarmaceutica statunitense NABI, il vaccino è in grado di indurre una buona risposta anticorporale che dura circa 60 giorni. Tuttavia la comunità scientifica ha manifestato delle perplessità e il dibattito sulla validità del vaccino è ancora aperto.

Fumo e radioattvità

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Oltre ai veleni chimici dalla sigaretta si sprigiona radioattività e chi fuma in media 30 sigarette al giorno, a seconda della provenienza delle sigarette, immette ogni anno nei polmoni una dose di radiazioni pari a circa 300 schermografie. Le sigarette sono radioattive in quanto in certe zone le piantagioni vengono fertilizzate con fosfati contenenti uranio, che si disintegra producendo polonio 210 radioattivo. La pianta assorbe i fosfati dal terreno e quando il tabacco brucia, attraverso il fumo aspirato, gli isotopi radioattivi entrano nei polmoni e qui possono restare da 3 a 6 mesi e a volte anche anni, continuando ad emettere radiazioni. Possono però penetrare anche nel sangue e raggiungere altri organi: fegato, pancreas, reni, tiroide, midollo osseo, dove si possono accumulare.

Il polonio 210 emette radiazioni alfa, identiche a quelle prodotte dal plutonio delle bombe atomiche, le quali colpiscono gli atomi trasformandoli in ioni che danneggiano il materiale ereditario delle cellule, uccidendole o trasformandole in cellule cancerose.

Recenti scoperte hanno messo in evidenza che le nostre case sono inquinate anche da un gas radioattivo invisibile e inodore, il radon. Se l’aria in casa è pulita, il radon tende ad attaccarsi alle pareti, alle tende , ecc. Ma in presenza di fumo il gas condensa attorno alle particelle di fumo e viene respirato sia dai fumatori, sia dai non fumatori. Questa combinazione, fumo e radon, può creare un’azione sinergica micidiale.

Studi condotti in America attribuiscono almeno la metà dei casi di tumori ai polmoni al danno radioattivo.Nonostante tutto ciò la gente continua a fumare, mentre esige che si rinunci alla costruzione di centrali nucleari, che rappresentano sì un danno potenziale, ma non certo come il fumo, e che almeno in cambio possono dare alcuni vantaggi per l’economia.

L’impegno LIAF per i fumatori

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La Lega Italiana AntiFumo (LIAF) vuole reclutare una gruppo di volontari fumatori (di almeno 8-10 sig/die) che si astengano dal fumare per almeno 4 ore.
E’ uno studio LIAF per valutare le proprietà psicometriche di alcuni questionari per valutare i sintomi da astinenza da nicotina.
Nel corso della “sperimentazione” i volontari verranno intrattenuti con la proiezioni di 2 film a loro scelta. Durante l’intervallo tra i due film verranno offerte granite e brioches.
Per maggiori informazioni rivolgersi allo 095 7593684

La Vita in Fumo

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Quando accendete la prima sigaretta? A metà mattinata? Dopo pranzo? O appena alzati dal letto? Si tratta della domanda chiave del questionario di Fagerstrom, usato dai ricercatori per stabilire il grado di dipendenza nicotinica nei fumatori. Ovviamente, quelli che cominciano a fumare appena svegli accusano una forte dipendenza nicotinica. Chi ha sviluppato dipendenza dall’alcaloide contenuto nel tabacco sente infatti il bisogno di mantenere stabile il livello di nicotina del sangue, raggiungendo una soglia che può variare a seconda del consumo. «Dato che nel corso del riposo notturno la nicotina viene progressivamente eliminata dall’organismo, al mattino il fumatore si sveglia in uno stato di astinenza, e cerca subito le sigarette», spiega il Prof. Riccardo Polosa, responsabile del Centro Antifumo dell’Università di Catania e Presidente della Lega Italiana AntiFumo (LIAF).

Rispetto ad altre droghe, per esempio l’alcool, la nicotina ha la caratteristica di sviluppare dipendenza nella stragrande maggioranza dei consumatori, anche se in forma relativamente blanda. Ecco perché chi fuma riesce di solito a convivere, anche se con scarso entusiasmo, con i divieti. Il che non significa che possa rinunciare senza sforzo alla tentazione del tabacco. La nicotina infatti agisce a livello cerebrale innescando in diverse parti del cervello vari circuiti neuronali che portano alla liberazione di diversi neurotrasmettitori; tra questi la noradrenalina, legata ai meccanismi dell’attenzione, e la dopamina, che ha un importante ruolo fisiologico legato al soddisfacimento di appetiti fondamentali come la fame, la sete o il desiderio sessuale. Si tratta di un meccanismo che la nicotina ha in comune con altre sostanze psicoattive, e che ne spiega le attrattive. Tanto più che questa sostanza ha la capacità di stimolare una forma di adattamento neurologico — forse solo parzialmente reversibile — che potrebbe spiegare quel ”rischio ricadute” cui sono soggetti i fumatori che cercano di smettere, e che viene di solito attribuito con imprecisione a cause psicologiche.

La maggior parte dei danni imputati al fumo di sigaretta non deriva dal principio attivo, la nicotina, ma dalle altre sostanze, oltre 4000, prodotte dalla combustione del tabacco e responsabili di varie patologie tra le quali spicca, per gravità e frequenza, il tumore al polmone. La nicotina si limita a provocare gli effetti psicoattivi ricercati da chi fuma, e capaci di innescare la dipendenza e il comportamento compulsivo: «Stimola l’attenzione e la concentrazione, distende, allevia l’ansia e l’umore depresso, ha un effetto anoressizzante» precisa ancora il Prof. Polosa.

La dipendenza ha comunque una solida base fisiologica: quando la nicotina viene a mancare si manifesta uno stato di astinenza contraddistinto da tensione, irritabilità, insonnia, cefalea, astenia e vertigini. L’abitudine di cui la maggior parte dei fumatori fatica a liberarsi è però qualcosa di più complesso in quanto non è facile distinguere tra dipendenza da nicotina e dipendenza da sigaretta.

Il Benvenuto del Presidente

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Porto il saluto a tutti i visitatori del sito della Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) che mi onoro di rappresentare in qualità di Presidente. La LIAF è un’organizzazione di volontariato senza scopo di lucro che opera per ottenere una migliore qualità della vita attraverso attività mirate alla riduzione del vizio del fumo. Credo che un tema così importante ci obblighi moralmente a dare tutto il nostro sostegno alla lotta contro il fumo. Da questo dipende non solo la nostra salute, ma anche quella dei nostri figli e delle future generazioni. Non dobbiamo mai stancarci di ricordare ai nostri cari e al nostro prossimo che il fumo fa male, sempre e comunque; che non esistono eccezioni per cui il fumo possa essere considerato qualcosa di neutrale.

Tengo a precisare, che non siamo per la criminalizzazione dei fumatori, vogliamo semplicemente lanciare un messaggio per tutti coloro che volessero smettere di fumare, e questo messaggio è semplice e lineare: “possiamo aiutarvi”.

Le nostre iniziative non vogliono essere sterili enunciazioni di slogan che trovano scarso riscontro nella realtà socio-sanitaria del cittadino bensì vogliono essere attività che rispondano alle esigenze dei cittadini nell’ottica di una società più sana e più rispettosa dei diritti della salute del prossimo.

Concludo, rinnovando un augurio per un futuro sempre migliore e senza fumo.

Prof. Riccardo Polosa

Presidente LIAF

I segni positivi dello smettere di fumare

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“Smettendo di fumare potrà capitare di avere sempre la bocca secca, tossire, ma questi sono i segnali della reale guarigione del tuo Corpo! In tempi diversi per ciascun individuo, nella norma mai troppo lunghi, passeranno e man mano ti accorgerai di tutti i benefici dello smettere di fumare..

Dopo 8 ore
Dopo solo 8 ore dall’ultima sigaretta, il livello di ossigenazione del fisico è già in aumento e la tua pressione inizia a scendere

Dopo un giorno
Dopo un giorno i tuoi polmoni lavorano meglio, avrai quindi “più fiato” per qualsiasi attività fisica

Dopo 2 giorni
Dopo 2 giorni l’olfatto ed il gusto migliorano: i cibi sembreranno molto più saporiti, e potrai sentire molti odori che prima neanche percepivi. In questi primi giorni potresti iniziare ad avere più tosse e catarro, ma sono segni che i tuoi polmoni di stanno disintossicando e stanno reagendo bene al cambiamento

Dopo 1 anno
Dopo un anno senza fumo avrai dimezzato il rischio di attacco cardiaco”