venerdì, Gennaio 10, 2025
Home Blog Pagina 14

Cosa significa prevenire l’esposizione ai rischi del cancro? Lo studio pubblicato su The Lancet

0

Il cancro è la seconda causa di morte nel mondo. Conoscere l’esposizione ai fattori di rischio gioca un ruolo importante quando si parla di prevenzione. Soprattutto dal momento in cui la metà dei decessi a causa del cancro è strettamente connessa a cause che sappiamo essere predicibili. L’uso di alcol e tabacco è ancora oggi tra le principali cause, a seguire l’obesità.

A confermarlo uno studio di cui fanno parte diversi medici dell’ateneo catanese pubblicato su The Lancet e che ha rilevato come 4,45 milioni di decessi per tumore siano associati a uno dei 34 fattori di rischio ritenuti prevenibili. Secondo il Global Burden of Disease (GBD) programma di ricerca sull’impatto delle principali malattie nel mondo, questo dato a livello globale rappresenta il 44,4%.

Sebbene alcuni tipi di tumore non siano prevenibili, si può lavorare per creare e supportare un ambiente che riduca al minimo l’esposizione ai noti fattori di rischio del cancro. Lo studio, finanziato dalla Bill and Melinda Gates Foundation, non è il primo a giungere a questa conclusione ma l’ampiezza e la specificità lo contraddistinguono.

Ma quali sono gli aspetti più interessanti che sono emersi dallo studio?

Il primo è stato individuare il collegamento tra 23 forme di tumori e 34 diversi fattori di rischio e suddividerli in diverse categorie come quella ambientale e occupazionale, comportamentale o metabolica. La suddivisione dei dati per anno, fascia di età, sesso, causa e luogo ha consentito ai ricercatori dello studio di determinare quali abitudini sono state associate al maggior numero di decessi per cancro.

Ad avere importanza anche altri aspetti come quello di genere e quello geografico. Uomini e donne possono sviluppare diversi tipi di tumore o possono essere esposti ai rischi in modo diverso date le differenze anatomiche e biologiche.

Secondo i ricercatori c’è un nesso anche fra i decessi prevenibili dovuti al cancro e le fasce di povertà nel mondo. L’essere esposti ai rischi più comuni cambia tra le popolazioni a reddito più alto e quello a basso reddito. I primi tre fattori di rischio – fumo, consumo eccessivo di alcol e obesità – sono coerenti a livello globale e tra le nazioni più ricche, le nazioni più povere invece vedono il sesso non sicuro come il secondo fattore di rischio più alto. Nei paesi con meno risorse, le persone hanno maggiori probabilità di essere esposte al papillomavirus umano (HPV) e hanno meno probabilità di avere un accesso adeguato al trattamento e alle cure.

Ma ci siamo mai chiesti cosa significa prevenzione quando parliamo di tumori? Forse l’aspetto più importante dello studio si concentra proprio su questo punto. Prevenzione del cancro dovrebbe significare trovare dei validi modi per vivere una vita più sana.

Il 44% di rischio di ammalarsi di cancro potrebbe essere prevenuto se si prendesse sul serio ciò che bisogna fare per promuovere comportamenti più salutari. La ricerca che ha passato in rassegna 204 nazioni fra il 2010 e il 2019, mette in evidenza i progressi che possono essere compiuti quando grandi gruppi di epidemiologi, psicologici, medici e altri scienziati si uniscono per lavorare insieme e raccogliere questi dati. Modificare le abitudini potrebbe portare alla salvezza di milioni di persone.

In UK è vaping revolution: obiettivo paese senza fumo entro il 2030

0

Lo svapo è aumentato rapidamente negli ultimi dieci anni fino a raggiungere livelli record in Gran Bretagna con circa 4,3 milioni di persone che sono vapers regolari. A dimostrarlo è il report pubblicato da Action on Smoking and Health (Ash) che spiega come l’8,3% degli adulti in Inghilterra, Galles e Scozia svapa, rispetto all’1,7% di dieci anni fa, che equivaleva a circa 800.000 persone.

Dei 4,3 milioni di vapers attualmente presenti in Gran Bretagna, circa 2,4 milioni sono ex fumatori, 1,5 milioni sono fumatori attuali e 350.000 non hanno mai fumato una sigaretta.

Le cifre mostrano anche che la percentuale degli attuali vapers che non hanno mai fumato è aumentata dal 4,9% dello scorso anno all’8,1% di quest’anno.

Nel 2022, anche il 35% degli attuali vapers fumava. Ma in questo gruppo, coloro che svapano quotidianamente fumano meno sigarette rispetto ai dual user che svapano meno frequentemente.

Il rapporto ha mostrato che le sigarette elettroniche stanno diventando particolarmente popolari tra i giovani, con i giovani tra i 18 ei 24 anni i maggiori consumatori nel 2022, con l’11%. Un dato preoccupante che si riferisce alla commercializzazione illegale tra i minori.

Hazel Cheeseman, vice amministratore delegato di Ash, ha affermato che l’aumento dei fumatori che passa allo svapo è una notizia epocale: “Le ecig – si legge in una nota – sono strumenti salvavita per coloro che lottano contro il fumo di sigaretta convenzionale“.

Allo stesso tempo, spiega Cheeseman: “Dobbiamo affrontare il recente aumento dello svapo giovanile e mettere in atto tutti gli sforzi più ampi per affrontare il problema. Il momento per l’azione del governo è ora“.

Oggi in Inghilterra ci sono cinque volte più vapers rispetto al 2012, con milioni di persone che hanno avuto accesso allo strumento per smettere di fumare con facilità e su consiglio regolare degli operatori sanitari.

Secondo gli autori, la rivoluzione dello svapo che si sta attuando in Gran Bretagna aiuterà il paese a raggiungere l’obiettivo di un “paese senza fumo entro il 2030”.

Ricerca ecig: Polosa e Goniewicz sono gli autori più influenti al mondo

0

Una nuova analisi bibliometrica ha sancito che nella top ten degli studiosi più autorevoli nel campo della ricerca sulle sigarette elettroniche rientra a pieno titolo il lavoro svolto dal prof. Riccardo Polosa, eletto tra gli scienziati più influenti e prolifici del settore. Un riconoscimento della carriera professionale, ma anche una testimonianza dell’incredibile lavoro svolto dal CoEHAR e dall’Università di Catania.

La ricerca nel campo delle sigarette elettroniche è cambiata radicalmente nel corso di questo decennio, complice l’innovazione tecnologica e la necessità di fornire risposte chiare ed esaustive agli interrogativi che circondano questi prodotti.

Un trend che rispecchia l’animato dibattito sulle alternative a rischio ridotto al fumo tradizionale, che divide l’opinione pubblica e quella istituzionale tra chi ritiene sia giusto vietare in toto questi strumenti e chi invece li vede come un’alternativa efficace e salvavita per milioni di fumatori.

Nel 2013, il progetto ECLAT, condotto da un team di scienziati guidati dalla lungimiranza del prof. Riccardo Polosa, è stato il primo studio al mondo a valutare l’efficacia delle sigarette elettroniche come metodo alternativo per smettere di fumare

Da allora, la rete di collaborazioni tra l’Università di Catania e il CoEHAR, il Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla riduzione del danno da fumo, ha contribuito ad alimentare il panorama scientifico con studi all’avanguardia che hanno aiutato sia i fumatori a smettere, sia le autorità di salute pubblica internazionali a decidere “secondo scienza”.

Una recente analisi “The Mapping of Global Research on Electronic Cigarettes: A Bibliometric Analysis”, ha cercato di fornire una panoramica completa del mondo della ricerca delle sigarette elettroniche tra il 2000 e il 2021.

Analizzando un totale di 7,979 risultati nel database, si è notato che il numero di ricerche è aumentato incredibilmente a partire dal 2010, raggiungendo il picco nel 2020.

Prese nel loro insieme, le pubblicazioni coinvolgono un totale di 19.837 ricercatori, e gli studiosi nella top ten della ricerca di settore contribuiscono da soli all’8.71% di tutta la produzione scientifica

Secondo la “Mapping of Global Research on electronic cigarettes”, il prof. Riccardo Polosa (CoEHAR, Centro di Eccellenza Internazionale per la Ricerca sulla Riduzione del Danno da Fumo, Università di Catania) e il prof. Maciej L. Goniewicz (Roswell Park Comprehensive Cancer Center, USA) sono gli autori più influenti e autorevoli nel campo della ricerca sulle sigarette elettroniche

Per il prof. Polosa: “L’emergere di prodotti alternativi a rischio ridotto, come le sigarette elettroniche, sta portando nuova speranza per milioni di fumatori in tutto il mondo. È ormai imperativo accelerare gli sforzi per ridurre la morbilità e la mortalità dovute al fumo di sigaretta, sovvenzionando i farmaci approvati per i percorsi di smoking cessation e promuovendo tecnologie innovative per la sostituzione dei prodotti da fumo“.

Nella top ten deli autori co-citati rientrano Konstantinos Farsalinos, in testa con 2281 citazioni, seguito da Maciej L. Goniewicz (2070, 1.88%), Jean-François Etter (1738, 1.60%), Peter Hajek (996, 0.90%), Riccardo Polosa (949, 0.86%), Christopher Bullen (936,0.85%), Jessica K. Pepper (886,0.81%), Neal Benowitz (823,0.74%). 

Anafe: “Allarme contrabbando ecig monouso. Tuteliamo gli adolescenti”

0

L’estate 2022 si sta caratterizzando per il preoccupante aumento della diffusione tra i giovani di sigarette elettroniche monouso di contrabbando, commercializzate illegalmente sia tramite i social media sia attraverso alcune attività di distribuzione e rivendita all’ingrosso e al dettaglio. Si tratta di dispositivi non conformi alla normativa vigente in quanto presentano un serbatoio contenente un volume di prodotto liquido superiore a 2 ml e con una concentrazione nicotinica maggiore al livello massimo consentito dalla legge (fissato dalla normativa in 20 mg/ml, ovvero 2%), oltre a non avere affrontato le rigide analisi tecniche, tossicologiche e sulle emissioni a cui sono sottoposti i prodotti legali. È quanto avvertono con preoccupazione i produttori riuniti in Anafe Confindustria, l’Associazione Nazionale dei produttori di Fumo Elettronico.

“Siamo di fronte ad un fenomeno nuovo e allarmante. Per questo motivo stiamo segnalando costantemente da giorni alle autorità di Polizia tutti i casi di contrabbando di sigarette elettroniche, in particolare monouso. Questi prodotti illegali sono potenzialmente dannosi per la salute perché non corrispondono ai rigidi standard di qualità e alle verifiche di sicurezza previsti dalla normativa, in particolare per il contenuto di nicotina spesso ben oltre i limiti di legge. Un fenomeno pericoloso su cui è urgente porre l’attenzione soprattutto perché il target principale di questo commercio è rappresentato dai giovani, che vengono raggiunti anche tramite canali difficili da controllare come i social media”, dichiara Umberto Roccatti, presidente di Anafe.

Anafe Confindustria si pone come presidio di legalità e di lotta al consumo minorile e lavora al fianco delle forze dell’ordine per contrastare il contrabbando e prevenire situazioni che possano nuocere alla salute pubblica. “Oltre alla costante attività di segnalazione dei casi di contrabbando, l’Associazione ha pubblicato sul proprio sito un vademecum normativo che rappresenta un’indicazione chiara a tutti quegli operatori seri che vogliono continuare a operare nella legalità”, prosegue Roccatti.

Il vademecum descrive le principali violazioni di legge che si possono riscontrare sui prodotti liquidi da inalazione e rammenta che possono essere compravenduti solo e soltanto per il tramite di: rivendite di generi di monopolio (Tabaccai), esercizi autorizzati (negozi di sigarette elettroniche, farmacie e parafarmacie debitamente autorizzati), e-commerce da parte di depositari autorizzati nel territorio italiano.

“Pur essendo stato ampiamente dimostrato che l’utilizzo delle e-cig rappresenta un’alternativa preferibile per i 12 milioni di fumatori che non riescono o non vogliono smettere di fumare, in ogni caso non vogliamo che i giovani inizino a fumare, neanche le e-cig. La legislazione è molto restrittiva e parla chiaro: la vendita di e-cig ai minori di 18 anni è assolutamente vietata e va impedita con ogni mezzo”, conclude Roccatti.

Il fumo fa invecchiare più velocemente il cervello?

0
cervello fumo sigaretta

Articolo scritto dalle studentesse dell’Università di Catania, Alessia Cali e Irene Campisano

Il cervello, insieme a cuore, fegato e reni, è uno degli organi più importanti del nostro corpo, poichè ci permette di controllare i pensieri, la memoria e il linguaggio.

Inoltre, è fondamentale per il funzionamento degli altri apparati, per il movimento di braccia e gambe e permette di regolare il respiro e il battito cardiaco.

Ambiente, stili di vita e abitudini non solo permettono di scongiurare o posticipare il rischio di gravi danni al cervello e di patologie degenerative, ma costituiscono le basi per garantire a questo organo di aumentare la propria “aspettativa di vita”, invecchiando in maniera sana.

Diversi studi, i primi dei quali risalgono agli anni ’80, hanno indagato la capacità del cervello di costituire quella che in gergo viene definita “riserva cognitiva”, un insieme di neuroni, sinapsi e connessioni che formano una protezione dalle malattie degenerative e interverrebbero in caso di traumi al cervello.

Si è scoperto che il cervello deve essere inteso come un organo capace di adattarsi e di modificarsi strutturalmente sulla base degli stimoli che subisce.

L’insieme delle nostre abitudini non influisce semplicemente sull’invecchiamento fisico, ma anche su quello del cervello: tra le abitudini che compromettono il funzionamento delle strutture di questo organo, vi è il fumo di sigaretta.

Secondo uno studio pubblicato sul Nature Journal Molecular Psychiatry, tra i tanti effetti negativi provocati dal fumo sul corpo, vi è anche l’assottigliamento dello strato più esterno della materia grigia cerebrale.

I partecipanti allo studio sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica, dalla quale sono emerse enormi differenze riguardanti aspetti come la memoria e la flessibilità cognitiva tra fumatori abituali e coloro che non avevano mai fumato.

Ricercatori dell’Università di Gent in Belgio e quella di Medicina a Berlino, invece, hanno constatato una riduzione della corteccia cerebrale nei fumatori, in un’area che gli scienziati ritengono collegata ai problemi di dipendenza.

Inoltre, le sostanze nocive del fumo di sigaretta sono responsabili dello sviluppo di aneurismi cerebrali e ictus.

Per i fumatori, il rischio di sviluppare un ictus è 6 volte maggiore rispetto ai non fumatori; in un ex-fumatore, invece, dopo 2 anni dall’ultima sigaretta, il rischio di ictus è calato della metà e, a partire dal quinto anno, è equiparabile a quello di una persona non fumatrice.

Il nostro cervello è il “mezzo” migliore da utilizzare per smettere di fumare.

Testimonianze di ex fumatori dimostrano che grazie alla volontà, all’impegno e al supporto professionale di esperti, smettere di fumare è possibile a qualsiasi età.

Soltanto grazie al nostro cervello, quindi, possiamo riuscire davvero a smettere di fumare!

Il white paper del vaping sicuro

0
ecig medici salute umana

LINK ALLA PUBBLICAZIONE

Il fumo uccide: un assioma ormai noto da tempo, sin dagli anni ’50, quando divenne chiaro l’impatto catastrofico di questa abitudine sulla salute umana. Accendersi una sigaretta crea una dipendenza talmente forte e radicata che chi ne fa uso perde il controllo sulla propria capacità di gestire il consumo di tabacco e di conseguenza la possibilità di decidere sulla base del libero arbitrio.

Allora, qual è la strada da percorrere per aiutare chi fa uso di tabacco, in particolare i fumatori?

Secondo alcune associazioni di professionisti del settore sanitario, la soluzione potrebbe essere rappresentata dalla sostituzione del fumo tradizionale con l’utilizzo di sigarette elettroniche.

I ricercatori del CoEHAR si sono impegnati in questi mesi in un lavoro di sintesi e catalogazione delle più importanti evidenze scientifiche sul vaping. E oggi pubblicano e diffondono un documento che sarà considerato dalla comunità medico-scientifica internazionale come “il libro bianco del vaping sicuro“.

Ci sono prove sostanziali che, fatta eccezione per la nicotina, in condizioni di uso tipiche, dimostrano che l’esposizione a sostanze potenzialmente tossiche provenienti dalle sigarette elettroniche è significativamente inferiore alle sigarette convenzionali” (US National Academics of Sciences Engineering and Medicine).

Il Royal College of Physicians (RCP) incoraggia le persone a passare dalla sigarette convenzionali o altre forme di tabacco combustibile alle sigarette elettroniche, meno tossiche e potenzialmente più sicure”  (Royal College of Physicians. Nicotine without smoke: tobacco harm reduction).

Per raccogliere e valutare le prove migliori a disposizione sugli effetti sulla salute delle sigarette elettroniche, il team di ricerca del progetto del In Silico Science di CoEHAR ha condotto una serie di revisioni sistematiche esaustive per rispondere alle seguenti domande:

1) Quali sono gli effetti sulla salute respiratoria, sia acuti che a lungo termine, derivati dalla sostituzione delle sigarette di tabacco con i sistemi elettronici a rilascio di nicotina?

2) Quali sono gli effetti in termini di salute sul sistema cardiovascolare che derivano dal passaggio dalle sigarette convenzionali alle sigarette elettroniche?

3) Quali sono gli effetti della sostituzione del fumo combusto con le sigarette elettroniche in termini di variazioni di peso?

La revisione sistematica di In Silico Science include:

  • 25 studi con 26 pubblicazioni sugli effetti sul sistema cardiovascolare
  • 16 studi con 20 pubblicazioni sugli effetti sul sistema respiratorio 
  • 6 studi sulla gestione delle variazioni di peso

Cosa abbiamo imparato dalle revisioni sistematiche?

I dati ricavati dal team di ricerca hanno dimostrato che la sostituzione delle sigarette convenzionali con le sigarette elettroniche rappresenta una chance di migliorare la salute, poiché a differenza del fumo combusto, non comportano un peggioramento Dello stato di salute nel lungo periodo.

I risultati principali ottenuti dall’analisi di 52 articoli sulla sostituzione delle sigarette convenzionali con quelle elettroniche rilevano: 

  • arresto del decorso patologico della BPCO e miglioramento della funzionalità polmonare nei pazienti con asma
  • abbassamento dei valori dell’ipertensione preesistenti
  • mantenimento del peso

La revisione condotta sugli effetti respiratori ricopre sessanta test. Risultati degni di nota sono stati osservati in uno studio che ha coinvolto 16 asmatici con un livello compreso tra lievi e moderato della patologia osservati dopo 24 mesi. 

I consumatori di sigarette elettroniche hanno riscontrato un miglioramento della funzionalità polmonare (test FEV1, FVC e FEF 25-75).  Risultati migliori sono stati raggiunti con l’utilizzo esclusivo di sigarette elettroniche rispetto ai partecipanti che hanno utilizzato sia le sigarette tradizionali che quelle elettroniche.

In uno studio della durata di cinque anni sulla broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO), i pazienti hanno ottenuto miglioramenti significativi come mostrato dai test FEV1. I partecipanti avevano un’età compresa tra 61 e 72 anni: la sostituzione esclusiva delle sigarette elettroniche anche in età avanzata può portare a miglioramenti trasformativi della funzione polmonare su un periodo di tempo più lungo. 

Al contrario, uno studio in cui gli utilizzatori di sigarette elettroniche dovevano utilizzare di sigarette convenzionali ha rilevato un peggioramento dei parametri respiratori (decremento nei test FVC e FEV1).

Ventidue studi hanno invece valutato l’effetto delle sigarette elettroniche sulla frequenza cardiaca. Dodici studi relativi a test acuti hanno prodotto risultati contrastanti. In alcuni casi, la frequenza cardiaca è aumentata in modo significativo con l’uso delle sigarette elettroniche, ma in diversi studi l’aumento è stato inferiore rispetto alle sigarette convenzionali. 

Uno studio ha mostrato effetti diversi in base alla storia pregressa di tabagismo del partecipante. Otto studi di maggiore durata non hanno dimostrato alcun effetto significativo sulla frequenza cardiaca. Diciannove studi hanno valutato l’effetto dell’uso della sigaretta elettronica sulla pressione sanguigna: quindici studi non hanno prodotto risultati significativi. Più promettenti, due studi hanno riscontrato una significativa diminuzione della pressione sanguigna con l’uso di sigarette elettroniche.

Infine, per quanto riguarda il discorso sulle variazioni di peso, un aumento di peso di almeno il 7% del peso di partenza dopo 12 mesi è definito come un cambiamento di peso clinicamente rilevante. La revisione sugli studi relativi ai cambiamenti di peso contiene un solo studio che attesta un aumento di peso statisticamente significativo, ma non clinicamente rilevante a segutio dell’uso della sigaretta elettronica (uso esclusivo e uso duale) con una media di solo 1.2 kg dopo 12 mesi.

Incomprensioni sugli effetti della nicotina

Si fuma per la nicotina ma si muore per il catrame!  

Le questioni sulla nicotina sono ancora controverse e piene di fraintendimenti. Le evidenze scientifiche mostrano che sebbene la nicotina crei dipendenza, essa non è cancerogena. 

 L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approvato la terapia sostitutiva della nicotina (NRT) come medicina essenziale definendola un trattamento sicuro ed efficace per smettere di fumare. 

Il dottor Neil Benowitz, esperto di farmacologia della nicotina, afferma inequivocabilmente “la nicotina svolge un ruolo minore, se del caso, nel causare malattie indotte dal fumo”

“La sigaretta elettronica è quasi due volte più efficace nell’aiutare i fumatori a smettere rispetto ad altri trattamenti sostitutivi della nicotina come cerotti e gomme. Dopo un anno, il 18% dei consumatori di sigarette elettroniche non fumava, rispetto al 9,9% delle persone che usavano altre terapie sostitutive della nicotina”

Le sigarette elettroniche sono state descritte come il 95% più sicure delle sigarette convenzionali dal Royal College of Physicians (Regno Unito). È fondamentale capire che non è la nicotina nelle sigarette a causare il cancro ma le migliaia di sostanze tossiche sprigionate dal processo di combustione. 

Se si parla di effetti cardiovascolari della nicotina, ci si riferisce ad effetti emodinamici che hanno comunque un ruolo limitato nelle malattie cardiovascolari. La nicotina, essendo uno stimolante, può portare a variazioni della frequenza cardiaca, della contrattilità miocardica e della pressione sanguigna. D’altra parte, essa non sembra avere effetti clinicamente rilevanti sull’apparato respiratorio.

Allora, qual è l’effetto della nicotina sul peso?

La nicotina sopprime l’appetito, provocando un effetto anoressico. Allo stesso tempo, essa aumenta il metabolismo attraverso una maggiore disgregazione del tessuto adiposo (lipolisi) e una diminuzione della produzione di grasso (lipogenesi). Sfortunatamente, quando i pazienti smettono di fumare, possono sostituire il bisogno di nicotina con abbuffate di cibo, utilizzandole come strategia di coping che possono portare ad un aumento di peso. 

Mentre l’uso di gomme alla nicotina per la cessazione ha dimostrato di aiutare a mantenere lo stato di peso, altre terapie farmacologiche di cessazione, vareniclina e bupropione, non hanno mostrato efficacia nel controllo del peso corporeo. 

I medici devono correggere le loro percezioni errate sulla nicotina, in particolare se vogliono accettare l’uso di questa sostanza come strategia di riduzione del danno causato dal fumo di sigaretta convenzionale.   

Le nostre revisioni sistematiche hanno identificato distorsioni in troppi studi. 

Come si identificano gli studi distorti?

Revisione respiratoria:

  • 10 studi sono stati classificati ad alto rischio di risultati fuorvianti,
  • 6 sono stati classificati come alcune preoccupazioni
  • NESSUNO studio è stato classificato come a basso rischio di distorsione

Revisione cardiovascolare:

  • 20 studi sono stati classificati ad alto rischio di risultati fuorvianti,
  • 5 sono stati classificati come alcune preoccupazioni
  • NESSUNO studio è stato classificato come a basso rischio di distorsione

Revisione dello stato del peso:

  • 2 studi sono stati classificati per avere alcuni problemi di distorsione, 
  • 4 studi sono stati classificati come ad alto rischio di distorsione 
  • NESSUNO studio è stato classificato come a basso rischio di distorsione

Lo spin bias è la possibilità che una review presenti distorsioni o risultati fuorvianti dovuti anche alle posizioni degli autori. Nella review analizzata sono state trovate incongruenze su 12 studi sulla respirazione, 9 studi cardiovascolari e 3 studi sul peso: praticamente quasi la metà di tutti gli studi. 

La segnalazione selettiva, omettendo i dati dalla conclusione, è stata annotata in 7 studi cardiovascolari e 13 studi respiratori, quasi il 40% degli studi.

Altre fonti di distorsioni che abbiamo identificato sono state: 

  • l’assenza di un protocollo pubblicato, 
  • deviazioni inspiegabili dal protocollo, 
  • piccole dimensioni del campione, 
  • partecipanti non rappresentativi dei fumatori effettivi, 
  • esposizioni al vaping di gran lunga superiori all’uso reale

Alcuni studi hanno utilizzato diversi modelli di sigaretta elettronica, il che complica ancora di più l’interpretazione dei risultati. 

Limiti acuti degli studi

1. Gli studi che misurano gli effetti acuti delle sigarette elettroniche contribuiscono a una scarsa comprensione dei risultati sulla salute.

2. Gli studi acuti non hanno mostrato un peggioramento clinicamente significativo della funzione polmonare in partecipanti sani dopo l’uso di sigarette elettroniche. 

3. I cambiamenti nei risultati non tengono conto del danno già subito da anni di fumo.

4. Le misurazioni dei test cardiovascolari possono essere transitorie e collegate all’attivazione del sistema nervoso simpatico dalla nicotina, producendo un aumento della FC, della PA e della contrattilità miocardica.

Sigarette elettroniche e cessazione da fumo di sigaretta convenzionale 

I risultati delle nostre revisioni sistematiche, che dimostrano una migliore possibilità di salute con il passaggio all’uso di sigaretta elettronica sono ulteriormente convalidati dall’ultimo rapporto di Public Health England nel quale si afferma che ci sono “sostanziali benefici per la salute” nel passaggio dal fumo al vaping. 

Le prove di una revisione Cochrane di 61 studi completati con 16.759 partecipanti hanno mostrato vari aspetti della cessazione. I tassi di abbandono nelle persone randomizzate a sigarette elettroniche erano superiori a quelli randomizzati a NRT, rapporto di rischio (RR) 1,53. Ciò si traduce in altri tre smetteri ogni 100 (IC 95% da 1 a 6). Questa non è una prova debole: è stata valutata come una certezza moderata.

Alla luce di tutte le prove disponibili, gli operatori sanitari dovrebbero indirizzare i fumatori attuali alle sigarette elettroniche come alternativa al fumo di sigarette convenzionali se sono altrimenti improbabili o incapaci di smettere. 

Molti professionisti della salute chiamano le sigarette elettroniche lo “standard d’argento” per smettere di fumare, il gold standard è il programma di cessazione di 12 settimane.

La National Pharmacy Association (NPA) UK afferma che “ora è chiaro che le sigarette elettroniche hanno un posto legittimo nella cessazione da fumo, supportato da una consulenza professionale“. Il rapporto del Public Health England aiuterebbe i farmacisti a fornire consigli utili ai fumatori desiderose di smettere, ma aiuterebbe anche le farmacie a decidere se mettere in vendita sigarette elettroniche.

Quindi, per smettere di fumare e per gli altri potenziali benefici per la salute che abbiamo riscontrato nelle nostre revisioni sistematiche, possiamo affermare con certezza che la il passaggio alla sigaretta elettronica offre una migliore possibilità di salute rispetto a continuare a fumare.

Ecig alleate per combattere i danni del fumo al sistema vascolare 

0
replica sistema vascolare ecig

L’endotelio è un tessuto che ricopre la parete interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore. Ma anche se strutturalmente sempre uguale, a seconda dell’organo in cui si trova assume caratteristiche peculiari.

Tra i fattori che contribuiscono ad alterare la normale risposta dell’endotelio vi è il fumo di sigaretta, il precursore di danni al sistema vascolare e patologie quali arteriosclerosi e ipertensione.

La combustione della sigaretta, infatti, sprigiona una serie di componenti tossici che impediscono la normale riparazione del sistema endoteliale, agendo in maniera dannosa sui meccanismi quali l’inibizione della migrazione delle cellule endoteliali.

Ridurre l’esposizione a questi componenti tossici può rappresentare una strategia valida per ridurre l’effetto dannoso sull’endotelio e, di conseguenza, l’insorgenza di patologie cardiovascolari.

Se il fumo di sigaretta è così dannoso, quali possono essere gli effetti delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato su tali meccanismi?

Numerosi studi internazionali hanno valutato gli effetti del fumo sul sistema vascolare: in particolare, una ricerca condotta da Taylor e colleghi del 2017 ha mostrato che le cellule endoteliali esposte al vapore di sigaretta elettronica mantengono la loro capacità di riparare efficacemente delle piccole ferite che possono generarsi per diversi motivi nei vasi sanguigni, a differenza delle cellule endoteliali esposte ai sottoprodotti del fumo di sigaretta, che risultano invece fortemente limitate in questa funzione di riparazione.  

I ricercatori del progetto Replica, uno dei progetti di maggior successo del CoEHAR, che negli ultimi due anni ha replicato gli studi internazionali di maggior rilevanza nel mondo della riduzione del danno grazie a un network di laboratori indipendenti, dimostrando la ridotta tossicità delle sigarette elettroniche e creando standard di riferimento per la ricerca scientifica, hanno voluto riprodurre in condizioni indipendenti i risultati dello studio di Taylor: una scelta, quella del team di ricerca di Replica, necessaria per garantire una maggiore validità ai dati ottenuti dagli studi empirici. 

Lo studio “Comparative assessment of electronic nicotine delivery systems aerosol and cigarette smoke on endothelial cell migration: the Replica Project” ha messo a confronto gli effetti di tre dispositivi elettronici a rilascio di nicotina commerciali e una sigaretta classica.

Seguendo gli standard di riferimento internazionali ed utilizzando gli strumenti più innovativi del settore, i dati rilevati dai ricercatori del CoEHAR hanno confermato i risultati della ricerca di Taylor: le sigarette elettroniche non inducono l’inibizione della migrazione delle cellule endoteliali in vitro rispetto al fumo di sigaretta, e riducono significativamente il tipico danno da fumo sul sistema vascolare.

Ancor di più, i ricercatori CoEHAR hanno aggiunto allo studio originale una comparazione con due prodotti a tabacco riscaldato molto diffusi e hanno dimostrato che anche per questi prodotti gli effetti sono molto meno pronunciati di quelli osservati con il fumo di sigaretta. 

Lo studio, condotto grazie alla collaborazione di quattro laboratori internazionali, ha confermato che le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono caratterizzati da un effetto citotossico di almeno il 95% inferiore rispetto alle sigarette convenzionali, e, sempre rispetto alle stesse, mostrano una risposta migliore (di circa il 100%), a parità di quantità di nicotina rilasciata

Gli esperimenti sono stati condotti e convalidati utilizzando gli standard ISO, CORESTA e HCI e protocolli simili alle normali condizioni d’uso.

Come dimostrato nei precedenti studi condotti da Replica, il danno prodotto dalla sigarette elettroniche è significativamente inferiore rispetto a quello prodotto dalle sigarette convenzionali” ha spiegato il prof. Massimo Caruso, autore dello studio e co-project leader di Replica “ma la scoperta interessante è che passare a prodotti senza combustione riduce i danni al sistema vascolare e previene la possibilità di insorgere in malattie fumo correlate come l’arteriosclerosi e l’ipertensione”.

Il metodo utilizzato dai ricercatori è stato quello di ricreare artificialmente piccole lesioni sulla superficie cellulare, valutando se a seguito dell’esposizione all’aerosol o fumo di ogni singolo prodotto queste cellule riuscissero a riparare il danno provocato.

I risultati sulla capacità delle cellule endoteliali di guarire la ferita in seguito all’esposizione al fumo di sigaretta e all’aerosol di sigaretta elettronica dei quattro laboratori internazionali coinvolti in questo studio hanno confermato i risultati riportati nello studio originale.

Replicando i risultati ottenuti dagli studi sulle sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, i ricercatori del CoEHAR dell’Università di Catania e i partner internazionali hanno dimostrato che questi dati sono solidi e affidabili.

I risultati di questo studio hanno una forte rilevanza nel campo della prevenzione per la salute umana – ha aggiunto il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosaconsiderati i danni che il fumo di sigaretta crea nell’apparato cardiovascolare ed il fallimento delle attuali strategie antifumo. Questi dati rappresentano informazioni scientifiche utili a supporto del processo di regolamentazione di questi prodotti che possono rivelarsi validi al fine di sviluppare efficaci strategie di riduzione del danno basate sulle evidenze scientifiche”. 

Lauree 2022: la ricerca sulle ecig argomento di interesse multidisciplinare

0

Si stanno concludendo le sessioni di laurea del secondo semestre 2022 e tra le tesi di laurea dei neo dottori torna di nuovo alta l’attenzione sulla ricerca antifumo. Al centro del dibattito accademico dell’Università di Catania gli strumenti utili e le terapie più efficaci per ridurre i danni causati dall’abitudine al fumo.

Ginecologia, neurologia, chimica, fisica, giurisprudenza, in quasi tutti i Dipartimenti le commissioni di valutazione hanno assistito ad una proliferazione importante dei temi inerenti le patologie fumo correlate e i risultati portati avanti dai progetti di ricerca condotti all’interno del CoEHAR.

Questa mattina, tra le altre, la dr.ssa Alessia Zimone, ha conseguito la laurea in Biotecnologie con una tesi dal titolo: “Studio di Marker di disfunzione endoteliale da monociti e cellule endoteliali esposti a fumo di sigaretta”, incentrata sulle innovazioni introdotte dal progetto REPLICA coordinato dal prof. Massimo Caruso.

Prof. Massimo Caruso, Università di Catania: “La dr.ssa Zimone ha contribuito ad evidenziare come il fumo di sigaretta, già in esposizioni acute, sia capace di agire sulle cellule circolanti del sistema immunitario. Questi marcatori saranno utili nella determinazione della riduzione del rischio di esposizione all’aerosol di sigarette elettroniche e riscaldatori di tabacco per la valutazione del rischio ridotto con i dispositivi alternativi alla classica sigaretta“.

RIDE 4 VAPE: al via la 3° edizione con meta Strasburgo

0
Ride4Vape

“Vaping is not smoking: differentiate!”. È questo il claim scelto per la III edizione della “Ride 4 Vape”, il viaggio simbolico in bicicletta nato nel 2020 per sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni della sigaretta tradizionale e sul rischio ridotto della sigaretta elettronica.

Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE (Associazione Nazionale dei produttori di Fumo Elettronico), e Vicepresidente di IEVA (Independent European Vape Alliance) quest’anno oltrepasserà per la prima volta i confini nazionali: partirà da Torino sabato 2 luglio e arriverà al Parlamento europeo a Strasburgo martedì 5.

Un tour di 700 km in 4 tappe per rimarcare anche a livello internazionale l’importanza dell’approccio della riduzione del rischio nella lotta al fumo che poggia le sue basi anche sulla differenziazione a livello normativo tra le sigarette (principale causa di decessi e di malattie fumo-correlate in tutto il mondo, in quanto il loro consumo presuppone la combustione) e i prodotti di nuova generazione senza combustione come le e-cig. 

Durante il viaggio, il Presidente Roccatti approfondirà, con dei video, il potenziale in ambito sanitario del principio di riduzione del rischio ed evidenzierà le eventuali criticità che potrebbero scaturire dalle prossime scelte legislative dell’Ue (TED – Direttiva sulle accise – e TPD – Direttiva sui prodotti del tabacco) qualora dovessero basarsi sull’ormai inattuale approccio di “massima precauzione”.

Tra le tappe della “Ride 4 Vape” ci sarà anche Ginevra, in Svizzera, dove ha sede l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Lì Roccatti consegnerà una chiavetta USB contenente i principali studi scientifici indipendenti sulle e-cig che ne rilevano una riduzione della tossicità fino al 95% in meno rispetto alle sigarette tradizionali.

“Con questo nuovo viaggio – spiega Umberto Roccatti – vogliamo dimostrare concretamente, ancora una volta, come una persona come me, che fumava 30 sigarette al giorno, passando al vaping può normalizzare la propria salute, cambiare stile di vita e fare sport con successo.

È stato infatti ampiamente dimostrato che l’utilizzo delle e-cig non solo impatta molto meno sullasalute ma rappresenta una valida alternativa per tutti coloro che non riescono o non vogliono smettere di fumare”.

Perché lo svapo è profondamente diverso dal fumo. “Il legislatore deve quindi comprendere e interiorizzare la distinzione tra prodotti tradizionali e nuovi prodotti senza combustione. Se l’obiettivo è avere politiche sanitarie europee efficaci e raggiungere la quota del 5% (dall’attuale 25%) di fumatori in Ue entro il 2040 – conclude Roccatti – è importante non solo una differenziazione sul piano fiscale ma anche su quello dei divieti”.

La “Ride 4 Vape” è un’iniziativa promossa da ANAFE e IEVA e realizzata con il supporto di LIAF (Lega Italiana Anti Fumo) e Sigmagazine.

Sarà possibile seguire quotidianamente il tour sui social: per aggiornamenti in inglese consultare la pagina Facebook della Ride 4 Vape, mentre i contenuti in italiano saranno disponibili sui canali social di ANAFE.

Stati Uniti: dati attestano la fine del picco di uso di ecig tra gli studenti

0

L’uso della sigaretta elettronica tra gli adolescenti negli Stati Uniti è considerato uno dei più importanti problemi di salute pubblica. Ciononostante, i dati federali dimostrano che, rispetto al picco epidemico del 2019, il numero di svapatori minorenni è incredibilmente diminuito insieme al numero di fumatori. 

Lo svapo da parte di adolescenti e giovani adulti è una preoccupazione legittima, ma la paura per i rischi collegati all’uso di questi strumenti è stata notevolmente esasperata.

Sappiamo che l’utilizzo di prodotti senza combustione è aumentato nella popolazione studentesca nell’ultimo decennio ma dal 2019 negli Stati Uniti è stato riscontrato un drastico calo del numero di svapatori tra gli adolescenti e nello stesso periodo i tassi di fumo sono costantemente scesi a nuovi livelli record. 

Il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR dell’Università degli Studi di Catania, insieme al prof. Thomas B. Casale dell’Università della Florida e Donald P. Tashkin della UCLA Health Sciences di Los Angeles, ha di recente pubblicato sul “The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice” una ricerca dal titolo “A close look at vaping in adolescents and young adults in the USA”, dedicata esclusivamente alle abitudini di svapo tra gli adolescenti negli Stati Uniti. 

Obiettivo dell’articolo era quello di fornire uno sguardo di insieme sull’utilizzo di prodotti del vaping tra gli adolescenti e i giovani adulti nel territorio americano e valutare l’impatto in termini di salute respiratoria e i dati sul loro utilizzo.

Nel corso dell’ultimo decennio, le percentuali di utilizzo delle sigarette elettroniche tra gli studenti delle superiori è aumentato in maniera sostanziale, ma dopo il picco del 2019, ha iniziato a diminuire sensibilmente.

Di contro, nello stesso arco temporale, i tassi di fumo sono diminuiti costantemente fino a raggiungere i minimi storici. Questi trend, uniti ai dati delle più recenti analisi, non sembrano giustificare la teoria del cosiddetto gateway effect, ovvero che il vaping rappresenti una porta di ingresso al mondo del fumo. 

La grande maggioranza di coloro che utilizzano le ecig riporta un uso infrequente ed è improbabile che il loro uso aumenti il rischio individuale di effetti sulla salute. Inoltre, chi svapa molto spesso ha già fumato in precedenza e raramente si tratta di persone che non hanno mai fumato.

Un aumento simile nell’abitudine allo svapo è stato segnalato tra i giovani nella fascia tra i 18 e i 24 anni di età nell’ultimo decennio, sebbene in misura minore rispetto alla fascia degli studenti delle scuole superiori. 

Allo stesso tempo, i tassi di fumo sono notevolmente diminuiti, ma rimangono sempre superiori ai dati sugli studenti delle scuole superiori. 

Come per questi ultimi, non ci sono dati che l’utilizzo di sigarette elettroniche possa aprire la strada al consumo di sigarette convenzionali. Al contrario, i dati dimostrano che una percentuale molto alta dei giovani che svapano in realtà ha già fumato in precedenza.

È interessante notare come la percentuale di utilizzatori duali sia diminuita negli ultimi anni: i sondaggi federali riportano infatti cali drastici nei tassi di utilizzo duale (NHIS 2019 23%; NYTS 2021 12.5%). 

Ciò è probabilmente dovuto a diversi fattori: con il progresso tecnologico, e il conseguente miglioramento sia dei sistemi che dell’esperienza sensoriale, è possibile che un numero sempre maggiore di svapatori si ritenga soddisfatto del solo svapare, trovandolo un’alternativa soddisfacente al fumo di sigaretta. 

L’utilizzo duale dovrebbe essere considerato parte di un percorso comportamentale che si evolve nel tempo , non qualcosa di statico e fisso. 

Un soggetto può iniziare a svapare senza avere in mente di smettere di fumare, ma mano a mano che l’utente acquisisce familiarità e trova il prodotto che preferisce, inizierà ad utilizzare lo strumento con sempre maggiore frequenza in diversi contesti e situazioni.

È una buona notizia che l’abitudine allo svapo tra gli studenti delle scuole superiori sia in rapido declino, tanto che “l’epidemia da svapo” tra gli adolescenti sia ormai da considerarsi finita” ha affermato il prof,. Polosa “E una notizia ancora migliore è quella che riporta il drastico calo dei tassi di fumo di sigaretta tra gli studenti delle scuole superiori, con le percentuali sul fumo che raggiungono i minimi storici. L’eradicazione del fumo di tabacco è alle porte!… ma dobbiamo rimanere vigili per garantire che i livelli di svapo tra i giovani rimangano bassi. Nel frattempo, le autorità devono far rispettare le norme vigenti in materia di vendite illegali ai minori per limitare l’accesso al tabacco e ai prodotti a base di nicotina”.

L’uso di sigarette elettroniche frequente o giornaliero tra gli adolescenti non è molto diffuso: la maggior parte dei giovani utilizzatori di prodotti elettronici a rilascio di nicotina ha dichiarato di aver utilizzato la sigaretta elettronica solo 1 o 2 volte al mese. Questi dati dimostrano che l’utilizzo giornaliero di sigarette elettroniche non è molto comune. Abbiamo bisogno di forti campagne di prevenzione destinate agli studenti che li informino dei potenziali rischi” ha aggiunto il Prof. Thomas B. Casale

Un dato allarmante è quello che rileva un aumento esponenziale del numero di giovani svapatori che svapa marijuana con una frequenza relativamente alta. E sappiamo che l’assunzione di marijuana durante l’adolescenza è associata al declino della memoria, dell’attenzione e dell’apprendimento. 

Gli adolescenti e i giovani adulti non dovrebbero svapare, fumare, bere smoderatamente o usare droghe, ma alcuni lo faranno comunque, indipendentemente da ciò che gli adulti dicono loro di fare. C’è una reale preoccupazione al momento per il consumo di marijuana in questa fascia di età vulnerabile, ma sono disponibili solo dati limitati in merito agli effetti negativi sulla salute per quanto riguarda questi prodotti” ha affermato il prof. Donald P. Tashkin.

Il NYTS (The National Youth Tobacco Survey) nel 2019 ha confermato un aumento significativo dello svapo tra gli studenti delle scuole superiori degli anni precedenti: dal 7,6% nel 2017 si è passati al 15,1% nel 2018 e al 22,4% nel 2019. Contemporaneamente, nel 2019 il fumo di sigarette convenzionali è passato dal 3,6% del 2017 allo 0,8% nel 2019. Tuttavia, i dati dell’indagine più recente (NYTS 2021) hanno mostrato una riduzione del 58% dello svapo delle scuole superiori, dal picco del 27,4% nel 2019, all’11,2% al 2021. 

Non sappiamo se l’uso di ecig nei giovani può portare a esiti negativi per la salute nell’età adulta e sono necessari studi a lungo termine di alta qualità– ha concluso Polosa – sebbene lo svapo sia stato collegato a sintomi respiratori, questi si sono rivelati transitori e spesso incerti. Rispetto alle sigarette convenzionali, le elettroniche emettono molte meno sostanze tossiche e cancerogene e la riduzione del danno rispetto al fumo di sigaretta convenzionale è ormai certa”.