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Una tazza di Tè verde? Aiuta a combattere gli effetti della sigaretta

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Il Tè verde è la seconda bevanda più consumata nel mondo, dopo l’acqua, e la sua storia ha origine in Oriente, nei territori della Cina. 

La bevanda divenne famosa in Occidente più tardi, intorno al 1700, grazie all’intensificazione dei rapporti commerciali ad opera della flotta olandese e fu, per un breve periodo, parte integrante del rituale del tè inglese, anche se i britannici le preferirono sempre la variante nera.

Un infuso le cui proprietà curative sono note sin dall’antichità, dove veniva preparato per lenire o guarire determinati stati sintomatici. 

Benefici che vengono riconosciuti anche in epoca moderna grazie alla presenza di sostanze antiossidanti, le catechine, contenute nelle foglie, che aiutano a ridurre i livelli di colesterolo, facilitare la diuresi e depurare il nostro organismo, contrastando le infezioni e aiutando il sistema immunitario.

La presenza di minerali quali, calcio, fosforo, ferro, potassio e sodio, lo rendono un integratore naturale usato soprattutto in estate per contrastare le perdite idrosaline. 

Il tè verde avrebbe anche proprietà antitumorali: un meccanismo studiato da un gruppo di ricercatori di New York, che avrebbe individuato in uno specifico polifenolo, l’epigallocatechina gallato, e nel suo legame con la proteina naturale anti cancro nota come “guardiano del genoma”, un meccanismo di oncoprotezione.

Inoltre, il tè verde aiuterebbe il sistema cardiocircolatorio e quello respiratorio, diventando così particolarmente importante per i fumatori.

Una ricerca effettuata dalla Chung Shan Medical University di Taiwan, afferma che i fumatori che non bevono tè verde hanno un rischio 13 volte più alto di sviluppare un tumore. 

Chi invece consuma ogni giorno una tazza dell’infuso verde, riduce, sempre secondo lo studio, del 66% la possibilità di sviluppare il cancro al polmone, tutto merito dei polifenoli contenuti nelle foglie.

Questa bevanda contrasta anche la stipsi, che spesso si manifesta in chi smette di fumare.

Benefici aumentati se si sceglie di addolcire il tè con un cucchiaio di miele o renderlo più saporito con il succo di limone.

Il Tè verde, dunque, è un vero e proprio toccasana per l’organismo e per la nostra salute, ma non dobbiamo dimenticarci di inserirlo in una dieta equilibrata, con altre sostanze antiossidanti, come i pomodori o i mirtilli.

Ricordiamoci inoltre che non parliamo di un medicinale o di una terapia, ma di un aiuto che proviene dal mondo naturale e, sopratutto per chi soffre di patologie tumorali o di disturbi specifici, è sempre importante consultare un medico per stabilire una terapia adatta.

Giornata Mondiale della Salute, si inizia cambiando stile di vita

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Oggi, 7 Aprile, si celebra la Giornata Mondiale della Salute, un evento internazionale istituito dall’OMS, il cui scopo è sensibilizzare l’umanità su argomenti riguardanti la salute pubblica e il bene comune. Slogan di quest’anno è “Il nostro pianeta, la nostra salute”. Un claim scelto per mettere in luce le problematiche legate all’inquinamento atmosferico che ogni anno, come afferma l’OMS, causa più di 13 milioni di vittime.

L’inquinamento atmosferico, infatti, è responsabile di tumori ai polmoni, malattie cardiache, asma e ictus. Oltre all’inquinamento da rifiuti, traffico, impianti per la produzione di energia e attività industriali, anche la cattiva abitudine al fumo contribuisce all’inquinamento atmosferico.

I nostri mari e l’intero suolo terrestre, ogni anno, vengono inquinati da numerosissimi mozziconi di sigaretta che vengono incivilmente gettati con estrema indifferenza.

Anche il fumo di sigaretta è dannoso per l’ambiente, poichè rilascia biossido di azoto, anidride carbonica e metano, inquinando, così, l’atmosfera terrestre.

Inoltre, esso libera residui che, depositandosi sulle superfici, possono nuocere a bambini e animali.

La produzione di sigarette è anche una delle tante cause di deforestazione: ogni anno, infatti, milioni di alberi vengono abbattuti, ricavando così terreno per la realizzazione di piantagioni di tabacco.

La coltivazione del tabacco richiede anche l’utilizzo di pesticidi, fertilizzanti e sostanze chimiche che alimentano l’inquinamento ambientale.

Smettere di fumare contribuisce a migliorare in modo significativo sia le condizioni ambientali marittime e terrestri che la speranza di vita di chi li abita, garantendo una migliore qualità dell’aria.

Meno fumo nell’aria ridurrebbe il rischio dell’insorgere di malattie cardiovascolari e tumori.

Non è mai troppo tardi per intraprendere uno stile di vita sano, soprattutto smettendo di fumare, per migliorare le problematiche legate all’ambiente e alla nostra salute.

Articolo scritto dalle studentesse dell’Università di Catania, Alessia Cali e Irene Campisano

Terapie tramite app e sostegno psicologico online: la lotta al fumo in digitale risulta sempre più efficace 

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Catania, 5 aprile 2022 – Lo sviluppo di algoritmi sempre più complessi, interfacce grafiche elaborate e applicazioni evolute dell’intelligenza artificiale, hanno permesso di compiere progressi molto rapidi nell’individuazione e nel trattamento delle dipendenze e delle patologie mentali, anche a distanza. Applicazioni per smartphone, videogiochi e Realtà Virtuale sono oggi strumenti su cui poter contare nella gestione di determinate condizioni cliniche, laddove non sia possibile intervenire a causa della distanza, di costi elevati o di indisponibilità del paziente. 

Interventi terapeutici la cui applicazione è stata valutata dallo studio “Update on Cyber Health Psychology: Virtual Reality and Mobile Health Tools in Psychotherapy, Clinical Rehabilitation, and Addiction Treatment”, coordinato dal professore Pasquale Caponnetto, docente a contratto di psicologia clinica delle dipendenze dell’Università di Catania e membro del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania. 

Scopo della ricerca è stato valutare quanto, nel corso degli ultimi anni, le nuove tecnologie hanno influenzato l’approccio alla psicoterapia, alla riabilitazione clinica e al trattamento delle dipendenze. A differenza di quanto si possa pensare, infatti, l’impiego di strumenti digitali avanzati non si basa semplicemente sull’evoluzione dei software impiegati, ma richiede studi scientifici che valutano risposte e risultati delle moderne tecnologie utilizzate, soprattutto nei casi in cui i metodi tradizionali sembrano non sortire effetto.

Tra i vari metodi analizzati, la Realtà Virtuale sembra essere quello di maggior impatto perché consente di creare un’esperienza immersiva complessa e totale, in cui l’interazione con l’ambiente circostante avviene anche attraverso controller o tastiere, rivelandosi particolarmente utile, ad esempio, con pazienti affetti da disturbi dello spettro schizofrenico o affetti dal morbo di Parkinson.

Ma è soprattutto con lo smartphone e le applicazioni in esso contenute che emergono dati interessanti: considerato che circa il 92% degli italiani possiede un telefono cellulare, le app vengono usate sempre più spesso in trattamenti riabilitativi specifici, in particolare se rivolti alla dipendenza da fumo o da alcol.

Su un totale di oltre 3556 articoli in materia, lo studio dei ricercatori del CoEHAR ha incluso nella revisione un totale di 28 ricerche. Quello che è emerso è un quadro scientifico in rapida evoluzione: software sempre più avanzati permettono di ricreare ambienti dettagliati e avatar realistici, garantendo al paziente un’esperienza completa e facendolo interagire con simulazioni di esperienze di vita reale, stimolando comportamenti o abitudini diverse. Inoltre, la drastica riduzione dei costi e la mancanza di ricorso ai farmaci rappresenta un valido motivo per arrivare prima al risultato. 

I ricercatori consigliano sempre di affiancare l’uso degli strumenti digitali ad un percorso di psicoterapia, sfruttando dunque un approccio clinico integrato e mettendo in risalto il fatto che l’uso di tali strumenti permette di creare percorsi terapeutici focalizzati sui bisogni dei singoli pazienti, intervenendo anche nei casi di condizioni cliniche non trattabili con farmaci.

Prof. Pasquale Caponnetto

Permettere ai pazienti di entrare digitalmente in esperienze di vita reale con il sostegno di un terapeuta significa aumentare le possibilità di riuscita” spiega Pasquale Caponnetto, autore dello studio “Non solo, ma l’accesso immediato a sostegni di supporto online o su telefono rompe gli schemi classici della terapia, garantendo una supporto costante nella lotta alle dipendenza, soprattutto quando il paziente si trova a gestire fattori di stress o situazioni che innescano il bisogno di fumare. Costi bassi, elevata replicabilità e accesso internazionale: la lotta al fumo deve passare anche dal mondo digitale”.

Con un’applicazione si mette letteralmente nelle mani del paziente un percorso di guarigione, con accesso a un supporto immediato e costante, aumentando le possibilità di monitoraggio delle abitudini, riducendo lo stigma connesso alla terapia e rendendo il percorso molto più personalizzabile. Sorprendentemente, ciò che è emerso dalla review è che non esistono, al momento, app studiate per il supporto al trattamento di dipendenza da droghe o sostanze stupefacenti: molto probabilmente, una volta che i risultati nel trattamento del tabagismo saranno standardizzati, la ricerca e lo sviluppo si rivolgeranno anche a questo settore. 

Continua “LIAF nelle scuole”, stamane incontro al Liceo Artistico “Emilio Greco”

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articolo di Alessia Calì e Irene Campisano, studentesse dell’Università di Catania

Catania 30 Marzo 2022 – Si è tenuto questa mattina presso il Liceo Artistico Statale “Emilio Greco” di Catania un altro appuntamento con “LIAF nelle scuole“, il progetto che nelle prossime settimane vedrà la realizzazione di un murales in una delle vie più trafficate del territorio etneo.

A scuola, con i 200 ragazzi del liceo (alcuni di loro collegati in remoto) erano presenti gli esponenti del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania, e i rappresentanti di LIAF, Lega Italiana Anti Fumo.

Tra loro il prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR; il prof. Marco Palumbo, ordinario di ginecologia e ostetricia dell’Università di Catania; il dott. Toti Urso, project manager del progetto “Smile Study” del CoEHAR; la dr.ssa Marilena Maglia, psicologa del CPCT Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania e la dr.ssa Valeria Nicolosi, responsabile comunicazione del consorzio CoEHAR.

All’inizio dell’incontro il prof. Li Volti ha presentato ai discenti i singoli progetti in corso e gli obiettivi dell’attività di ricerca del centro universitario e si è poi soffermato sui danni provocati dalle sigarette convenzionali: “Il fumo di sigaretta causa problemi gravissimi – ha detto Li Volti – il CoEHAR studia soluzioni alternative per chi non riesce a smettere di fumare da solo. Si muore per la combustione delle sostanze tossiche e non per la nicotina”.

Come hanno ricordato i rappresentanti ed esperti delle due organizzazioni, i danni provocati dal fumo sono molti. Oltre alle patologie più comuni come quelle cardiovascolari e polmonari, come ha spiegato il prof. Palumbo: “Il fumo incide negativamente sulla sessualità maschile e femminile ed è una delle maggiori cause di impotenza e infertilità. Peraltro, studi dimostrano che il fumo in gravidanza provoca enormi rischi per la salute del feto“.

Fumare inoltre è un fattore di rischio anche per la salute della bocca. Baci e sorrisi sono messi a dura prova. Per questo il progetto “Smile Study”, coordinato dal CoEHAR in collaborazione con 5 Paesi diversi nel mondo, intende studiare l’utilizzo di strumenti meno dannosi per la salute dentale al fine di produrre dati scientifici rilevanti in uno dei settori meno studiati in ambito HArm Reduction. A presentare Smile, il project manager dello stesso progetto, dr. Toti Urso.

Ricordiamo che il progetto “LIAF nelle scuole” nasce con l’obiettivo di diffondere tra gli adolescenti la cultura antifumo, informandoli sui danni causati dall’abitudine al tabagismo sulla salute del corpo e anche sulle relazioni interpersonali.

Il tour di LIAF e CoEHAR nelle scuole continua anche nei prossimi mesi.

Per maggiori informazioni su questo progetto o per fissare un incontro anche nella tua scuola, invia email a: [email protected]

Smettere di fumare può migliorare la sopravvivenza anche quando è già stato diagnosticato un tumore del polmone

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Un caso di cancro su tre è dovuto al fumo. In questi ultimi due anni la paura di contrarre il Covid-19 ha spostato l’attenzione per la prevenzione e la cura di malattie spesso più letali come il cancro ed i tumori fumo correlati.

Il tumore del polmone continua a rimanere una delle neoplasie più letali. Oggi nel mondo si registrano ogni anno oltre 2,2 milioni di casi di questa malattia, mentre in Italia le nuove diagnosi annue sono circa 41.000 (27.550 negli uomini e 13.300 nelle donne), con una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del 16% circa negli uomini e 23% nelle donne. Per quel che riguarda uno dei tumori più aggressivi e in rapida crescita come quello al polmone la prevenzione è fondamentale.

Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Journal of Thoracic Oncology dai ricercatori guidati da Saverio Caini dell’Istituto per la ricerca sul cancro di Firenze, afferma che smettere di fumare può migliorare la sopravvivenza anche quando è già stato diagnosticato un tumore del polmone. Anche nel caso in cui si sia smesso poco prima della diagnosi. 

I tumori del polmone causati dal fumo di sigaretta possono essere trattati con cure meno invasive se presi per tempo, ma evitare di fumare sarebbe significativo per prevenire questo tipo di cancro. 

Ciò che emerge dallo studio e dai 21 articoli pubblicati sulla ricerca è che la sopravvivenza generale aumenta del 29% in chi ha smesso di fumare appena prima o dopo la diagnosi di tumore del polmone rispetto a chi invece ha proseguito.

Questa specifica osservazione riguarda tutti i tipi di tumore del polmone, i tumori non a piccole cellule e anche i tumori a piccole cellule. A spiegarlo, Saverio Caini, che mette in evidenza come il fumo di sigaretta possa sostenere crescita, progressione e disseminazione della malattia. Da non sottovalutare anche la riduzione dell’efficacia della chemioterapia e della radioterapia se si continua a fumare durante le cure. 

Non fumare, fare movimento, seguire una corretta alimentazione sono fondamentali nella lotta ai tumori perché rappresentano l’arma più potente per sconfiggerli.

Spiegare ai pazienti l’importanza di smettere di fumare e dare loro consigli su come fare sono momenti di fondamentale importanza e condivisione, soprattutto durante gli screening medici.

Vaping USA: FDA sblocca altri brand e valuta circa il 99% delle domande

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FDA vaping ecig
FDA vaping ecig

I timori statunitensi sulla possibilità che il vaping rappresentasse un precursore del fumo di sigaretta, o lo sostituisse in toto, avevano spinto le autorità americane a richiedere una regolamentazione più rigida in materia di commercializzazione delle ecig all’FDA.

L’agenzia ha così pianificato un complesso sistema di approvazione per esaminare, valutare e infine dirimere sulla produzione e sulla vendita dei prodotti del vaping in territorio americano.

Decisione che aveva suscitato critiche importanti da parte dei produttori minori, che nei limiti previsti avrebbero faticato a consegnare tutta la mole di documenti richiesti dagli organi di controllo USA.

Ad ottobre 2021, dopo oltre più di un anno di attesa, l’FDA aveva concesso per la prima volta la possibilità un gruppo ristretto di prodotti del vaping, al solo aroma di tabacco, di esseri immessi in commercio.

L’iter prevede che per ogni singola azienda vengano valutati in maniera singola tutte le categorie di prodotti, sulla base delle valutazioni dei ricercatori dell’agenzia.

Rimangono esclusi i prodotti aromatizzati, ancora al centro delle polemiche per la possibilità che rappresentino un’attrattiva maggiore per i più giovani.

Nei giorni passati, l’FDA ha acconsentito alla commercializzazione di tre prodotti dell’azienda Logic, annunciando che presto avrebbe fatto lo stesso per altri grandi brand del vaping.

Secondo quando dichiarato, delle circa 6.7 milioni di richieste presentate, l’agenzia americana ha agito su circa il 99%, incluso 1 milione di domande rigettate.

Una decisione che arriva però ben oltre la data limite imposta dalle sentenze della corte americana, che aveva richiesto all’autorità di pronunciarsi in tempi stretti.

Una notizia parzialmente positiva, che sblocca finalmente una situazione di stallo, mentre rimanda la decisione sugli aromi, che appare essere complessa e inficiata da un difficile gioco di equilibri che esulano dai risultati delle ricerche scientifiche.

Equilibri che hanno come conseguenza quella di lasciare in sospeso la questione dell’azienda JUUL, che controlla circa il 42% del mercato delle sigarette elettroniche.

Sappiamo che c’è richiesta da parte dei fumatori adulti di poter utilizzare le sigarette elettroniche per abbandonare le sigarette convenzionali più dannose, ma milioni di giovani usano questi prodotti e diventano dipendenti dalla nicotina“, ha osservato il commissario della FDA Robert Califf, in un comunicato stampa dell’agenzia.

Il dover bilanciare le diverse problematiche è ciò che muove l’azione degli scienziati dell’agenzia durante la valutazione del potenziale di marketing e vendita dei prodotti del vaping”.

Fatto è, come già verificato in molti paesi europei, che i dati dimostrano che l’utilizzo di prodotti a rischio ridotto tra i giovani è ancora limitato e l’allarme più grande resta comunque l’abitudine al fumo di sigaretta convenzionale, in voga tra gli adolescenti incuriositi nel provare un prodotto che è certamente molto più dannoso rispetto al vaping.

È ancora cool accendersi una sigaretta in diretta tv?

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Emma bonino sigaretta tv

Con l’avvento dei collegamenti in diretta tv da casa, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, si è inaugurata un’era in cui è diventato normale entrare nei salotti o negli spazi personali degli intervistati.

Quello che prima era considerata un’eccezione, negli ultimi anni è diventata una norma, che ha ridotto di molto le difficoltà legate alla necessità di avere ospiti in studio. Dall’altro lato, però, si ha avuto accesso alla quotidianità delle persone

Pochi giorni fa, a Mattino 5, nota trasmissione mattutina, si apre un collegamento live con la senatrice Emma Bonino per un commento sulla politica estera europea.

Ad un certo punto, inaspettatamente, la Bonino accende una sigaretta con stupore e imbarazzo del conduttore Francesco Vecchi, che l’ha invitata a non fumare. 

Non vogliamo trasmettere questo tipo di immagine” ha spiegato, sottolineando come la trasmissione fosse seguita da milioni di telespettatori.

A questo punto ci si aspettava delle scuse della senatrice che invece, imperterrita e per niente in imbarazzo, ha sottolineato che a casa propria poteva fare quello che voleva.  Incredulo Vecchi ha ribadito il concetto di non fare passare questo messaggio, assolutamente negativo. 

A quel punto Emma Bonino per niente mortificata, ha continuato a fumare, lasciando scemare lo scambio di battute.  

L’episodio ha scatenato un dibattito online tra chi spalleggiava la decisione della senatrice, libera di comportarsi come voleva all’interno della propria abitazione, e chi invece la riteneva una scelta non educativa per il tenore della trasmissione.

La questione è di una tremenda attualità: data la natura molto recente di questi collegamenti, si apre la questione se si possano applicare le medesime regole di collegamenti in presenza.

Premesso che nell’ambito delle propria casa si è liberi di comportarsi nella maniera che più aggrada, è anche vero che la valenza di un collegamento tv va oltre le limitazioni del posto da cui ci si collega.

Fermo restando che, forse, nel 2022, rimaniamo ancora stupiti che si voglia rendere cool o interessante accedersi una sigaretta mentre si discute, una moda ormai superata.

Resta il fatto che, oltre a dare un pessimo esempio, la Senatrice, che ha combattuto per molto tempo contro un tumore e dovrebbe essere la prima sia a smettere di fumare ma soprattutto dare un immagine è una visione certamente diversa da quella apparsa in tv in questa occasione.

Ma come si dice …il bello della diretta , anche se in questo caso è meglio dire “…che brutta figura “ !!!

Difetti metodologici e dati non affidabili: molti studi su ecig non all’altezza

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difetti errori ecig

I risultati dei più noti studi nel campo delle ecig sono necessari per impostare le linee guida delle principali politiche di salute pubblica.

Notando una crescente disinformazione nel campo delle sigarette elettroniche e della riduzione del danno e accorgendosi che molti organizzazioni internazionali, in prima l’OMS, non recepiscono correttamente i messaggi lanciati dagli esperti di settore, un gruppo di ricercatori internazionali, guidati dal CoEHAR, ha voluto valutare se alcuni tra i principali studi del settore fossero condotti nella giusta maniera.

Il risultato?

Gran parte delle ricerche nel campo del vaping contengono errori metodologici importanti, da cui discende un flusso di informazioni fuorvianti che alimenta il caos e la disinformazione soprattutto tra coloro che sono timorosi nell’approcciare il vaping per smettere di fumare.

Un problema che determina una diffusione capillare di notizie cosiddette “acchiappaclick”, basate su studi che contengono rilevazioni errate o soggetti di studio di cui non si considera la pregressa storia clinica o il precedente status di fumatori: insomma, un guazzabuglio metodologico che non facilita il compito di chi invece conduce seriamente le ricerche nel campo del vaping.

Sotto la supervisione della dott.ssa Cother Hajat, dell’Università degli Emirati Arabi Uniti, i ricercatori hanno analizzato i 24 studi più popolari sul vaping e pubblicati sulle più autorevoli riviste internazionali di medicina.

Gli scienziati hanno notato una pletora di errori disastrosi: ogni lacuna è stata identificata, categorizzata e accuratamente studiata.

Lo studio “Analysis of common methodological flaws in the highest cited e-cigarette epidemiology research” non lascia spazi a fraintendimenti: la quasi totalità delle ricerche più note del settore ha rilevato difetti metodologici, mancando di una chiara ipotesi, utilizzando un metodo inadeguato, non rilevando dati essenziali e non correggendo i risultati considerando ovvi fattori di confondimento. 

Molti degli studi analizzati contenevano informazioni soggettive e, analizzando nel dettaglio i lavori che valutavano la possibilità che lo svapo fosse o meno uno strumento valido nei percorsi di harm reduction o cessazione, sono emerse problematiche legate a metriche valutative poco idonee.

La maggior parte degli studi inclusi nella ricerca non ha beneficiato di una appropriata progettazione e non ha dato risposta alle ipotesi e alle domande iniziali presentate. Nel nostro lavoro offriamo delle raccomandazioni pratiche che possono migliorare enormemente la qualità e il rigore della ricerca futura nel campo della riduzione del danno” spiega la dott.ssa Hajat.

Gli autori concludono che molte delle ricerche più influenti sulle sigarette elettroniche sono di scarsa qualità e inadeguate a indirizzare le scelte di salute pubblica e offrire raccomandazioni  pratiche per migliorare al ricerca in questo campo.

“Siamo orgogliosi di annunciare l’analisi più completa mai pubblicata sui difetti metodologici comuni nella ricerca sulla sigaretta elettronica!” dichiara il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR.

“Invitiamo ricercatori, revisori, redattori scientifici e responsabili politici di tutto il mondo a leggere questo articolo e imparare come prevenire la propagazione di errori comuni che generano una distorsione della verità scientifica.

La reiterazione sistematica degli stessi errori che conducono a una scienza priva di informazioni utili è la nuova pandemia! Sono sbalordito che studi di così bassa qualità abbiano passato la revisione editoriale di prestigiose riviste scientifiche. È in gioco la credibilità degli scienziati nel campo del controllo del tabacco e della loro attività di ricerca!”

Caos in Sudafrica: si potrebbero pagare di più le ecig che le sigarette

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sudafrica ecig tasse
sudafrica ecig tasse

La comunità internazionale accoglie tiepidamente le richieste di esperti e scienziati di adottare misure di controllo del tabacco che tengano conto delle evidenze scientifiche e dei risultati di studi accreditati sul vaping. A farne le spese, ultimi in linea temporale, i cittadini del Sudafrica, che potrebbe vedersi aumentare i costi per le ecig e i prodotti a tabacco riscaldato

Sembra non esserci pace per il mercato delle sigarette elettroniche: secondo la recente proposta di legge del governo del Sudafrica, i prodotti del mercato del vaping potrebbero incorrere in una nuova accisa che, a seconda del contenuto di nicotina o delle dimensioni del singolo prodotto, potrebbe far lievitare i prezzi di mercato anche di qualche decina di euro.

Il paradosso? Le tasse su questi prodotti potrebbero anche superare quelle previste per i tradizionali pacchetti di sigarette.

Una decisione che ha suscitato un allarme crescente tra coloro che sono impegnati nella diffusione di un’informazione corretta in merito alle alternative meno dannose del tabacco combusto.

Legge che, se approvata, spazzerebbe via in un colpo solo anni di evidenze scientifiche e di progressi nel campo del controllo del tabacco e che, di fatto, renderebbe impossibile l’acquisto di sigarette elettroniche e di prodotti a tabacco riscaldato da parte della popolazione a basso reddito.

Se consideriamo che il numero di fumatori in Sudafrica è stimato essere di circa 7 milioni di individui, con 39000 morti fumo correlate ogni anno, l’interesse di chi lavora nel settore è garantire alternative alla classica sigaretta

Tra coloro che si scagliano contro la proposta, la Free Market Foundation, secondo la quale i fumatori “possono optare per prodotti illeciti che sono più economici e costituiscono il 42% del mercato informale delle sigarette. Inoltre, le merci illecite sono più dannose poiché gli standard di produzione non vengono rispettati”.

Come si è arrivati a questa nuova proposta di legge?

In realtà la proposta del ministro delle finanze Enoch Godongwana è abbastanza lineare: utilizzare le linee guida di altri prodotti soggetti a tassazione, come le sigarette, per stabilire una accisa minima per millilitro di soluzione utilizzate nelle ecig, indipendentemente dal fatto che contengano nicotina o meno.

Applicando tali regole, la variazione di prezzo sui singoli prodotti, tenendo conto delle specifiche tecniche, potrebbe variare da pochi euro fino a qualche decina.

Una richiesta, quella del Sudafrica, basata essenzialmente sulle posizioni fuorvianti dell’OMS, che preferisce adottare misure stringenti nei confronti di prodotti alternativi a base di nicotina di cui si hanno prove significative circa la relativa sicurezza, rispetto che porre un freno alla commercializzazione e alla diffusione delle sigarette convenzionali. 

Una scelta non casuale, che arriva in un momento in cui il rapporto tra PIL e debito pubblico sudafricano sta raggiungendo livelli altissimi a causa delle spese elevate dei comuni africani e dell’evasione fiscale.

Un altro esempio di come la tassazione sia usata impropriamente come metodo per controllare il mercato del fumo, senza tenere in considerazione il benessere di chi potrebbe trarre beneficio, in termini di salute, da una classe di prodotti a rischio ridotto.

“Otto mesi fa ho smesso di fumare e ho scelto le ecig”: la storia di Natalia

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ecig smettere fumo natalia
ecig smettere fumo natalia

Passare alle ecig non è semplicemente uno switch tra un metodo di consumare tabacco e un altro, ma una scelta che comporta dei cambiamenti nelle proprie abitudini e nel proprio stato di salute. Ne abbiamo parlato con Natalia, giovane fumatrice che ha scelto di abbandonare la sigaretta tradizionale e orientarsi verso il fumo elettronico

Articolo delle studentesse Alessia Cali e Irene Campisano 

Molte sono le storie di ex-fumatori che sono riusciti a smettere grazie a una forte motivazione interiore, per salvaguardare il proprio benessere o la salute di chi li circonda.

Recentemente abbiamo pubblicato le storie di Francesca e Luigi che, grazie a una grande forza di volontà, hanno deciso di abbandonare le sigarette.

Esistono però molti fumatori per cui smettere si rivela più arduo del previsto. E tanti altri, invece, che non hanno intenzione di farlo.

Le ecig e i prodotti a tabacco riscaldato permettono di soddisfare il bisogno il nicotina e allo stesso tempo di mantenere tutte quelle abitudini tipiche dell’accendersi una sigaretta, offrendo una possibilità in più ai fumatori più incalliti.

Perchè si decide di provare questi prodotti? Come avviene il passaggio?

Lo abbiamo chiesto a Natalia, fumatrice di 33 anni, che otto mesi fa a deciso di provare le ecig: da allora, ha smesso con il fumo convenzionale.

A che età hai provato la prima sigaretta?

La prima sigaretta l’ho provata a scuola all’età di 14 anni.

Come e perché hai iniziato a fumare?

Ero stata influenzata dal mio gruppo di amici e quindi, incuriosita, ho comprato il mio primo pacchetto di sigarette.

Ho cominciato a fumare per costrizione sociale, per sentirmi parte del gruppo che frequentavo, come la maggior parte dei ragazzi a quell’età.

Poi ho continuato perché mi piaceva accompagnare la sigaretta a dei piccoli momenti della mia vita quotidiana.

Ogni quanto fumavi?

Fumavo tutti i giorni, specialmente durante la ricreazione.

Quante sigarette al giorno?

Inizialmente fumavo 3-4 sigarette al giorno.

Crescendo sono arrivata a fumare anche un pacchetto di sigarette al giorno, soprattutto in quei periodi in cui mi sentivo più ansiosa e nervosa.

Come era il tuo stato di salute?

Il mio stato di salute era pressoché buono. Non ho mai sofferto di patologie o problematiche gravi legate al fumo.

Ogni tanto, però, mentre fumavo o dopo, sentivo un peso al petto.

Quando e perché sei passata alla sigaretta elettronica?

Sono passata alle ecig circa otto mesi fa.

Ho deciso di abbandonare la sigaretta convenzionale perché ha iniziato a darmi fastidio il suo odore e soprattutto il sapore che mi lasciava in bocca.

Qual è il tuo stato di salute adesso che fumi la sigaretta elettronica?

Nonostante, prima, non riscontrassi particolari problemi, credo che adesso il mio stato di salute sia migliorato.

La mattina, per esempio, non sento più quel peso al petto che mi provocava la sigaretta convenzionale.

Senti il bisogno di fumare ogni tanto la sigaretta convenzionale?

Anche se sono passati diversi mesi, non sento mai il bisogno di fumarla, anzi, il fumo della sigaretta convenzionale mi dà ancora più fastidio rispetto a prima.

Se dovessi dare un consiglio ad un fumatore di sigarette convenzionali, cosa gli diresti?

Il consiglio che posso dare ad un fumatore di sigaretta convenzionale è quello di fumare meno e di passare alla sigaretta elettronica, che possedendo minori quantità di sostanze nocive, è meno dannosa per la salute e i miglioramenti si riscontrano sin da subito.

Fumando e-cig, hai notato sensazioni differenti?

No, assolutamente. Provo lo stesso piacere che provavo inizialmente con la sigaretta convenzionale.

 Pensi che riuscirai a smettere del tutto o perlomeno a limitare il tuo vizio grazie alle e-cig?

Si. Io penso che le sigarette elettroniche sono un ottimo strumento per fumare meno e per smettere di fumare definitivamente.

Io, per esempio, fumo molto meno grazie alle e-cig, spesso anche solo una sigaretta al giorno.