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Il CoEHAR scrive al Ministero della Salute spagnolo

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Il CoEHAR, Centro di Eccellenza per la Riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania, ha appena partecipato alla consultazione pubblicata avviato dal Ministero della Salute spagnolo in merito alla recente proposta di modifica della legge antifumo che potrebbe portare il governo spagnolo a concedere la vendita dei prodotti considerati efficaci per la riduzione del danno da fumo solo ai tabaccai, eliminando così le possibilità offerte dall’acquisto di questi prodotti nei rivenditori autorizzati. 

La lettera appena inviata e firmata dai vertici del CoEHAR, il fondatore prof. Riccardo Polosa ed il direttore prof. Giovanni Li Volti, evidenzia che i prodotti senza combustione, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, sono significativamente meno dannosi rispetto alle sigarette convenzionali e possono aiutare i fumatori a ridurre i rischi associati al fumo e le conseguenze legate alle malattie fumo-correlate.

I vertici del CoEHAR si raccomandano che la legge anti-fumo spagnola non limiti l’accesso dei fumatori adulti a prodotti di riduzione del danno.

Dalla sua fondazione, invece, il CoEHAR ha pubblicato oltre 150 articoli peer-reviewed investigando gli effetti tossicologici dei prodotti senza combustione, la loro efficacia e tollerabilità tra i fumatori, ma anche il loro impatto sulle condizioni di salute tra gli individui con malattia polmonare cronica ostruttiva che sono passati a questi prodotti. Quello che è stato scoperto è che i prodotti senza combustione:

  • aiutano i fumatori a smettere di fumare;
  • offrono una significativa riduzione del rischio espositivo rispetto alle sigarette convenzionali;
  • sono associati a miglioramenti clinicamente rilevanti negli utenti con malattie correlate al fumo.

Basandosi sulle evidenze scientifiche raccolte finora, il CoEHAR offre tre spunti e consigli sulle proposte di modifica alla legge spagnola:

1) Promozione di spazi senza fumo: “Comprendiamo l’intento di proteggere la salute pubblica equiparando lo svapo al consumo di tabacco nei luoghi pubblici, ma è importante riconoscere le sostanziali differenze nei profili di danno tra il tabacco combustibile e i prodotti di svapo. Equiparare questi prodotti potrebbe scoraggiare i fumatori dal passare a alternative più sicure, minando così gli sforzi di riduzione del danno. Sosteniamo regolamenti che considerino i rischi ridotti associati allo svapo e ne supportino il ruolo nella riduzione del danno

2) Pubblicità, Promozione e Sponsorizzazione“Riconosciamo la necessità di regolamentazioni sulla pubblicità, promozione e sponsorizzazione per prevenire l’adozione da parte dei giovani. La crescente popolarità dello svapo tra i giovani non fumatori è una preoccupazione legittima ma le normative non dovrebbero essere così restrittive da limitare l’accesso dei fumatori adulti a informazioni accurate su alternative meno dannose. I social media e le recensioni dei prodotti sono fonti preziose di informazioni per i fumatori che stanno pensando di passare allo svapo. Regolamentazioni equilibrate possono garantire che, pur proteggendo i giovani, i fumatori adulti siano comunque in grado di prendere decisioni informate basate su informazioni affidabili”

3) Vendita e consumo di sigarette elettroniche: “Restrizione della vendita di sigarette elettroniche ai negozi statali di tabacco potrebbe limitare significativamente l’accesso a questi prodotti di riduzione del danno per i fumatori adulti. Una tale restrizione potrebbe involontariamente spingere i fumatori a ritornare ai tradizionali prodotti del tabacco più dannosi. Raccomandiamo di consentire la vendita di sigarette elettroniche nei negozi specializzati in vaping, dove il personale è competente e può fornire indicazioni sul loro corretto utilizzo. Inoltre, le vendite online dovrebbero essere consentite con rigorose misure di verifica dell’età per garantire che solo gli adulti possano acquistare questi prodotti” 

Svapo e fumo in spiaggia: la guida della gentilezza

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Con l’arrivo delle vacanze si rinnova puntualmente il problema del divieto di fumo o di svapo nelle spiagge e del giusto smaltimento di mozziconi e dispositivi. Nascono spontaneamente quindi i seguenti quesiti: posso fumare in quella spiaggia? Se sì, dove posso gettare i mozziconi di sigaretta?

Innanzitutto, bisogna partire dal presupposto che nel nostro Paese fumare in spiaggia non è un reato. Detto altrimenti, attualmente in Italia non esiste ancora una legge che vieti di fumare in spiaggia. Sono, quindi, le varie amministrazioni comunali o direttamente gli stabilimenti balneari che possono decidere se introdurre una linea di azione in materia oppure no.
Questo perché, come ben sappiamo, oltre ad essere nocivo per la salute propria, il fumo di sigaretta, anche se solamente passivo, può rivelarsi un elemento oltre che dannoso, anche di disturbo per gli altri bagnanti. Dunque, è buona prassi all’arrivo in spiaggia verificare i singoli divieti, se possibile, evitare comunque di fumare. I trasgressori, infatti, possono essere multati dalla polizia municipale con sanzioni veramente salate che possono variare dai 30€ ai 500€, anche a seconda della presenza di donne in gravidanza o di bambini nello spazio circostante.

E dove si possono gettare le cicche?

Le cicche di sigarette devono essere gettate negli appositi raccoglitori di mozziconi o, in assenza di questi, nei bidoni dell’immondizia. Questo perché le sigarette che vengono disperse in spiaggia in modo irresponsabile costituiscono da sempre un vero e proprio problema, provocando gravi conseguenze al nostro pianeta e alla salvaguardia di tutto l’ecosistema.

In primo luogo, come sappiamo, ogni anno vengono seppelliti sotto la sabbia un gran numero di mozziconi che possono impiegare fino a dieci anni per degradarsi del tutto. In secondo luogo, il materiale di cui sono fatti i filtri delle sigarette, ovvero microplastiche in fibre di acetato di cellulosa, possono subire un processo di decomposizione a causa dell’umidità, della luce solare o di altri fattori che rilascia nello spazio sostanze altamente tossiche.

Per salvaguardare le spiagge e non solo, nel 2015 è stata introdotta una legge, “Collegato ambientale”, che punisce con sanzioni che vanno dai 60€ ai 300€ chi viene sorpreso a gettare sigarette in mare o a nascondere mozziconi sotto la sabbia, sia negli stabilimenti balneari che nelle spiagge libere.

E per quanto riguarda sigarette elettroniche, riscaldatori di tabacco ed ecig usa e getta?

Anche in questo caso, proprio come per le sigarette convenzionali, lo Stato italiano non ha ancora redatto una legge sul divieto di svapo in spiaggia. In linea generale, però, possiamo dire che qualora ci fossero dei divieti specifici, emanati dal comune di pertinenza delle spiagge o dallo stabilimento balneare, potrebbero non riguardare le sigarette elettroniche usa e getta che, producendo meno sostanze nocive rispetto alle sigarette convenzionali, sarebbero più tollerabili. 

Ciò non toglie che sarebbe opportuno informarsi adeguatamente prima di iniziare a svapare sia perché il divieto potrebbe essere generale, per fumo e svapo, e sia per senso di civiltà, poiché l’aerosol dello svapo, per quanto sappiamo essere meno dannoso del fumo di sigaretta convenzionale, potrebbe comunque infastidire i nostri vicini di ombrellone. E allora, spazio alla gentilezza, se possiamo.

Per ciò che riguarda lo smaltimento delle sigarette elettroniche usa e getta, in quanto composte da diverse tipologie di materiali come metalli, plastiche e batterie si apre un capitolo a parte. La giusta pratica sarebbe “smontarle”, quando è possibile, e differenziare ogni pezzo nel giusto contenitore di raccolta tra carta, plastica e indifferenziato. Qualora, invece, questo non sia possibile bisogna gettarla per intero nel contenitore dell’indifferenziato o meglio ancora riciclarle grazie alla possibilità offerta da molti negozi di sigarette elettroniche italiane di riciclare le Ecig da smaltire.

Come ha ricordato il prof. Davide Campagna, membro del CoEHAR ed esperto sul tema: “L’Europa richiede che i dispositivi elettronici siano facilmente smontabili dal consumatore in modo da poter separare e smaltire correttamente tutta la componentistica elettronica (ricordiamo che batterie e circuiti elettrici possono essere riciclati correttamente solo se separati prima di essere smaltiti). Anche se nel 2018 si è arrivati ad un tasso di recupero vicino al 43%, per raggiungere il più alto tasso di successo, bisogna incentivare l’utente finale a riciclare il dispositivo nel modo più corretto anche con il supporto della stessa rete di vendita italiana. Anziché riciclo 1 a 0, si potrebbe parlare di riciclo 1 a 0.5, con uno sconto da concordare tra produttori e venditori da applicare all’acquisto di un nuovo dispositivo con riciclo di uno già usato“.

Smettere di fumare per raggiungere la Spagna in bicicletta

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bicicletta Mario feltrin

Dalla Norvegia alla Spagna in bicicletta: la storia di Mario Feltrin, sessantaquattrenne di Polcenigico, che ha deciso di smettere di fumare per rincorrere i propri sogni

L’avventura di Mario Feltrin, ex infermiere di Polcenigo, è una storia di resilienza ed obiettivi. La passione per la bici, infatti, lo ha portato a prendere una delle decisioni più difficili: dire definitivamente addio alla sigaretta.

“Ho iniziato a fumare da giovane, in compagnia dei miei amici. Ad un certo punto però mi sono reso conto che il fumo e il ciclismo erano due cose che non potevano andare d’accordo poiché il vizio del fumo riduceva nettamente le mie capacità polmonari. All’età di 36 anni, quindi, ho deciso di buttar via la sigaretta e ho notato sin da subito che il mio fisico rispondeva in maniera esemplare”

Una scelta rivelatasi vincente, che negli anni gli ha permesso di coltivare uno sport, quello della bici, che richiede allenamento e sacrifici, ponendosi via via obiettivi sempre più importanti da raggiungere. 

“L’anno scorso con la stessa organizzazione ho deciso di percorrere la “45 SouthWest” attraversando: Polonia, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Austria, Italia, Francia e Spagna. Si trattò di una corsa lunga 4.384 km che si concluse proprio a Tarifa”

La sfida del 2024? Quella iniziata il 20 Giugno che lo ha visto percorrere in bici ben 7.370 km, da Capo Nord in Norvegia fino a Tarifa in Spagna.

“Quest’anno, mi si è presentata davanti questa nuova possibilità: percorrere 7.370 km a bordo della mia bicicletta, da Capo Nord in Norvegia fino a Tarifa in Spagna, e sentendomi ancora abbastanza forte e giovane, nonostante i miei quasi 64 anni, ho deciso di imbattermi in questa nuova avventura”.

Traguardi e sfide che, come abbiamo accennato, sono state rese possibili anche dalla decisione di dire addio alla sigaretta. Nonostante sia ormai noto che smettere di fumare si traduca in un miglioramento delle condizioni di salute già dopo solo una settimana, molto spesso la mancanza di stimoli ed obiettivi reali inficia l’intero percorso.

La storia di Mario colpisce ancora di più alla luce della suo passato da infermiere: ha avuto infatti bisogno di uno stimolo ulteriore e di un “traguardo” da raggiungere per riuscire ad abbandonare il vizio del fumo. Uno stimolo rappresentato dalla sua fedele due ruote.

E’ stato facile smettere?

Si, perché avevo capito che non fumando sarei riuscito a praticare molto meglio il mio sport. Per esempio, mi ricordo che già dopo qualche giorno di stop dalle sigarette ero riuscito a migliorare di 15-20 secondi nelle salite. Quindi, tenendo a mente questo pensiero e vedendo da subito i risultati, nel giro di una settimana o poco più sono stato in grado di abbandonare questo vizio.

Come è cambiato il suo corpo da quando ha smesso?

Da quando ho smesso di fumare ho notato che il mio corpo è diventato più muscoloso, brevilineo e soprattutto più resistente.

Riesce a praticare meglio il suo sport?

Certamente. Mi sono accorto che vado più forte rispetto a quando fumavo. Per esempio, riesco a fare le salite senza nessuna fatica, nonostante la mia età. 

Che messaggio vuole mandare a chi come lei vorrebbe smettere ma non riesce?

Non è vero che smettere di fumare è impossibile. Anch’io lo pensavo ma non è assolutamente così. Abbiate il coraggio di farlo perché sin da subito potrete notare i risultati. Fissatevi l’obiettivo e provateci!

“FLAVOUR BAN FUELS CRIME”: torna la Ride 4 Vape

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ride 4 vape

La Ride 4 Vape è la maratona ciclistica nata con l’obiettivo di sensibilizzare sul rischio ridotto delle e-cig e sulla funzione essenziale dei ‘flavour’ per smettere di fumare

“Flavour ban fuels crime”. È questo il claim scelto per la V edizione della “Ride 4 Vape”, il viaggio simbolico in bicicletta nato nel 2020 per sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni della sigaretta tradizionale e sul rischio ridotto di quella elettronica. Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE Confindustria e Vicepresidente di IEVA, giovedì 18 luglio è tornato in sella per un’andata e ritorno tra Torino e Sestriere. Ex fumatore per 15 anni e attuale vaper, in oltre 9 ore di pedalata ha affrontato più di 200 km e circa 2.500 metri di dislivello: un’impresa paragonabile a una tappa alpina del Giro d’Italia.

Quest’anno il gesto, oltre a testimoniare i benefici nel passaggio dal fumo combusto ai prodotti di nuova generazione, pone l’attenzione sui pericoli di un eventuale divieto degli aromi nei liquidi per e-cig che potrebbe essere introdotto con la revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco (TPD). 

“I flavour – ha spiegato Roccatti – sono essenziali per aiutare i fumatori adulti ad abbandonare le sigarette tradizionali, permettendo loro di disassuefarsi gradualmente dal gusto delle sigarette tradizionali. Con il claim scelto vogliamo sensibilizzare le autorità sul fatto che dare credito agli allarmismi sui presunti rischi degli aromi per le e-cig e la loro supposta attrattività per i minori equivale a favorire la criminalità.”

Il recente studio statunitense del National Bureau of Economic Research intitolato “The Effect of E-Cigarette Flavor Bans on tobacco Use” ha dimostrato che vietare gli aromi diversi dal tabacco nei liquidi per sigaretta elettronica ha come conseguenza indesiderata l’aumento dei tassi di fumo soprattutto tra i fumatori più giovani. Inoltre, il ‘flavour ban’ ha già prodotto risultati negativi in tutti i mercati in cui è stato adottato. “I consumatori, inclusi i minori, hanno continuato ad acquistare questi prodotti sul mercato nero, che in alcuni casi arriva a rappresentare fino al 90% del totale. In Italia, il loro divieto creerebbe il più grande contrabbando dopo la cannabis e avrebbe un impatto negativo sulle entrate fiscali, che attualmente ammontano a circa 200 milioni di euro tra imposta di consumo e IVA” – ha aggiunto Roccatti.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, ancora oggi, un italiano su quattro è fumatore (24%). Un dato distante dall’obiettivo fissato dalla Commissione europea di ridurre il tasso di fumatori al 5% entro il 2040. Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco più di 93.000 decessi con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro (Tobacco Atlas – VI edi­zione).

Intanto, la scienza ha ampiamente dimostrato che l’utilizzo delle e-cig è un’alternativa preferibile per la stragrande maggioranza dei fumatori che non riescono o non vogliono smettere di fumare (91% secondo Eurispes). Studi scientifici indipendenti rilevano una riduzione della tossicità delle e-cig di almeno il 95% rispetto alle sigarette tradizionali. Inoltre, una revisione del gruppo di ricercatori indipendente Cochrane, pubblicata a gennaio, conferma le potenzialità delle e-cig come strumento efficace per smettere di fumare, evidenziando la loro superiorità rispetto ai prodotti farmaceutici comunemente consigliati nelle tradizionali terapie di cessazione del fumo. 

“Quello che il settore auspica – ha concluso Roccatti – è che le Istituzioni europee si ispirino a politiche virtuose ed efficaci su questo tema, come quella italiana che ha scelto nel 2023 di regolamentare gli aromi, anche dal punto di vista fiscale, garantendo tra l’altro maggiori entrate erariali.”

SMILE STUDY: MENO PLACCA DENTALE PER GLI UTILIZZATORI DI PRODOTTI SENZA COMBUSTIONE

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denti cavo orale fumo

L’uso esclusivo di sigarette elettroniche o tabacco riscaldato può essere associato a una riduzione dell’accumulo di placca dentale e tartaro rispetto al fumo di sigaretta convenzionale, suggerendo un impatto potenzialmente meno dannoso sulla salute orale. Questi risultati potrebbero essere particolarmente convincenti per i fumatori preoccupati per l’igiene dentale e problemi correlati come l’alitosi

Queste le conclusioni dell’ultimo studio dei ricercatori del CoEHAR sul progetto SMILE. Grazie ad un lavoro di ricerca che ha valutato 136 soggetti (30 fumatori, 24 ex fumatori, 29 soggetti che non avevano mai fumato e 53 utilizzatori di ENDS) è stato possibile accertare che gli utilizzatori di elettroniche e tabacco riscaldato aveva una salute orale nettamente superiore e migliorata rispetto a quella dei fumatori.

Secondo la dr.ssa Giusy La Rosa, ricercatrice del CoEHAR: “In questa nostra ultima pubblicazione, abbiamo valutato e quantificato laccumulo di placca dentale in un gruppo di utilizzatori esclusivi di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato (ex-fumatori da minimo 6 mesi), paragonandolo a quello di 3 gruppi differenti, formati da fumatori, ex fumatori e soggetti che non avevano mai fumato. Il nostro design di studio ci ha consentito di compiere una valutazione approfondita e oggettiva dellaccumulo di placca mediante strumenti tecnologici allavanguardia che sfruttano il potenziale della fluorescenza indotta da luce. Dalla nostra analisi è emerso che luso dei prodotti alternativi riduce significativamente laccumulo di placca dentale rispetto ai fumatori”.

Una narrativa incentrata sul benessere e sullestetica del sorriso può rappresentare unincentivo ulteriore per tutti quei fumatori che, ad oggi, non riescono a scegliere da soli la strada della completa cessazione.

I risultati innovativi ottenuti dal progetto SMILE validano le nostre precedenti ricerche e gettano una nuova luce sulle possibilità rappresentate nel campo della salute orale dei dispositivi  a rischio modificato, che rappresentano un ulteriore strumento nelle mani di medici, operatori sanitari e politici nel ridurre limpatto del fumo di sigaretta a livello globale” – ha concluso cosi il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR.

CoEHAR: nuova collaborazione con l’università indonesiana di Padjadjaran

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Università di Padjadjaran

Per il CoEHAR, il centro di ricerca dedicato alla cultura antifumo dell’Università di Catania, si prospetta un periodo ricco di novità: a settembre partiranno infatti nuovi progetti di collaborazione con l’Università di Padjadjaran (Indonesia), che mirano a promuovere strategie per ridurre i danni da fumo nel paese.

L’attività del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania, diventa sempre più internazionale, oltrepassando i confini europei e approdando in Indonesia, precisamente all’Università di Padjadjaran.

Un binomio sinonimo di eccellenza e qualità, che già restituisce importanti traguardi, e che potrebbe portare alla decisione di inaugurare una costola del CoEHAR anche in Indonesia, avvalendosi della collaborazione degli esperti locali, che hanno abbracciato appieno la missione del centro catanese.

Una notizia che trova conferma a seguito di un seminario che si è tenuto a Bandung, il prof. Riccardo Polosa ha illustrato i risultati di uno studio riguardante il concetto di riduzione del danno, in particolare per quanto riguarda l’uso del tabacco e gli effetti che esso provoca sulla salute. Questo concetto mira a fornire un’alternativa a varie attività rischiose incoraggiando le persone che fumano a passare a prodotti a basso rischio che non prevedono il processo di combustione.

È importante sapere che la causa degli effetti del fumo sulla salute è in realtà causata dalla combustione e dal catrame, non dalla nicotina stessa. Questa alternativa rappresenta un modo per evitare pericolose conseguenze e contribuisce a ridurre i rischi derivanti dal fumo di sigaretta convenzionale” ha affermato Polosa.

L’evento indonesiano è stato moderato dalla prof.ssa Amaliya, Professore presso la Facoltà di Odontoiatria dell’Università Padjadjaran (FKG UNPAD), che ha sottolineato come il concetto di riduzione del danno sia importante anche per la prevenzione della salute orale. Questo è ciò che ha incoraggiato FKG UNPAD e CoEHAR, Università di Catania, a collaborare alla ricerca sullo studio SMILE in Indonesia e Italia.

Le conferenze pubbliche e le collaborazioni di ricerca sono la prova della sinergia tra il nostro campus UNPAD e l’Università di Catania. Anche lo studio SMILE ha completato le sue ricerche e i risultati finalmente potranno adesso essere condivisi con il governo indonesiano come prova scientifica su cui costruire politiche pubbliche efficaci” – ha spiegato la prof.ssa Amaliya.

Oltre allo studio SMILE, l’UNPAD sta conducendo anche una collaborazione di ricerca per la finalizzazione di Replica, il progetto di ricerca del CoEHAR presieduto in Indonesia dal dott. Ronny Lesmana del Laboratorio Centrale, UNPAD. 

Lo studio Replica mira a stabilire partnership vantaggiose con università e centri di ricerca internazionali. Il CoEHAR, in qualità di centro leader, effettua scambi interdisciplinari di studenti e ricercatori, fornendo formazione relativa agli studi sulla riduzione del danno e incoraggiando nuove collaborazioni scientifiche” ha spiegato Polosa.

Australia: e-cig solo in farmacia, il parere degli esperti

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di Alessia Calì

La sigaretta elettronica è un’invenzione relativamente recente che, negli ultimi anni, è stata vista di buon occhio da molti fumatori. Questo perché i ricercatori di molti paesi hanno spesso sottolineato i suoi minori rischi rispetto alle sigarette tradizionali, considerandola uno strumento utile per la salute pubblica e per la lotta contro il fumo.

Tuttavia, anche se svapare è meno pericoloso poiché non produce le sostanze cancerogene classiche del fumo della sigaretta convenzionale, in diverse parti del mondo le e-cig sono state soggette a molti limiti. In Turchia, per esempio, vendere o comprare sigarette elettroniche o liquido contenente nicotina è considerato un reato. In Austria, invece, la vendita delle sigarette elettroniche è consentita solo all’interno di negozi specializzati ed è stato redatto un divieto per qualsiasi pubblicità a favore delle e-cig.

Inoltre, particolarmente interessante risulta essere il caso dell’Australia dove nell’ottobre del 2021 è stata introdotta una delle leggi anti-vaping più severa al mondo che prevede la possibilità di acquistare le e-cig solo sotto prescrizione medica, proprio come fossero dei farmaci. Questa politica però non ha avuto un buon esito.

A tal proposito, infatti, è possibile menzionare l’intervento – dello scorso 25 Giugno in occasione della conferenza stampa che si è tenuto presso il Senato della Repubblica – del Dr. Colin Mendelsohn, clinico, accademico e ricercatore australiano nel campo della cessazione da fumo e della riduzione del danno da tabacco. In particolare, partecipando alla stesura di un report che metteva a confronto la Nuova Zelanda e l’Australia sulla regolamentazione dei prodotti per il vaping, egli ha notato che, in realtà, l’Australia attuando tale politica, ha spinto sempre più i fumatori e soprattutto i giovani a non seguire più il percorso legale, ma a rivolgersi al mercato nero per l’acquisto dei prodotti da svapo che, tuttavia, non risultano essere né regolamentati e né tassati. 
In Nuova Zelanda, invece, grazie alla regolamentazione nel 2020 dei prodotti da svapo come prodotti destinati “al consumo da adulti” non si assiste ad un fenomeno legato al mercato nero significativo. Inoltre, tale ordinamento ha generato non solo una riduzione delle percentuali sul fumo che è stata molto più veloce che in Australia, ma anche un ridimensionamento del fenomeno dello svapo fra i più giovani.

Tuttavia, qualche giorno fa la legge australiana sulla prescrizione medica per acquistare le e-cig ha subito una modifica. A partire dal 1° luglio 2024, infatti, è entrata in vigore una nuova legge che prevede il divieto di vendita di e-cig nei negozi australiani e la possibilità di acquistarle solo in farmacia sotto prescrizione medica per tutti ma solo fino ad ottobre, quando queste restrizioni saranno allentate e solamente i minori avranno bisogno della ricetta del proprio medico. 

In conclusione, rispetto a quello che sta accadendo in Australia si riesce a capire che molto spesso le politiche eccessivamente restrittive producono il risultato opposto a quello sperato. A questo punto viene da chiedersi: la nuova legge peggiorerà ancor più la situazione o permetterà all’Australia di arginare il fenomeno del mercato del nero e di ridurre la percentuale di giovani fumatori?

Si vedrà nel corso del tempo…

Riduzione del danno come politica sanitaria efficace per il contrasto al fumo

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fumo senato

Il CoEHAR in Senato per una conferenza stampa dedicata al punto di vista dei giovani sul contrasto al fumo

Catania, 26 giugno 2024 – “Guardiamo agli esempi virtuosi che hanno portato risultati concreti in termini di contrasto al tabagismo e seguiamo i risultati delle evidenze scientifiche invece delle ideologie” – questo il punto dell’intervento del prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, intervenuto martedì 25 giugno, nell’ambito della conferenza stampa promossa dal vice presidente del Senato della Repubblica, Mariolina Castellone, nella sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama.

Guarda il video completo della conferenza stampa

La politica ha una grande responsabilità, non solo per arginare il fenomeno del fumo ma anche per capire quanto bisogna intervenire dal punto di vista della tassazione dei prodotti. La presenza dei rappresentanti del CoEHAR in Senato rappresenta un momento di confronto necessario e atteso” – ha precisato la senatrice Castellone. 

L’esempio contrapposto di Paesi come Nuova Zelanda e Australia, vicini geograficamente ma profondamente lontani in termini di politiche pubbliche condivise, ci consegna un quadro chiaro di quella che è la situazione mondiale dell’applicazione delle politiche sulla riduzione del danno da fumo. Mentre l’Australia, dedita a politiche di restrizione sui sistemi a rischio ridotto, è costretta a fare marcia indietro sulle proprie posizioni, la Nuova Zelanda, con la promozione dei sistemi senza combustione come strumenti efficaci per la lotta al fumo, ha dimezzato il tasso di fumatori, fino ad arrivare alla quasi eradicazione del problema” – ha spiegato il prof. Polosa. 

L’applicazione del principio di riduzione del danno come strumento per ridurre il numero di fumatori in Italia – ha aggiunto il prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR – può incidere fortemente nei costi per il sistema sanitario, soprattutto sulla base delle riforme in atto. Lo studio dell’impatto economico sulla salute pubblica derivante dalla possibile decisione di alcuni fumatori di passare a prodotti senza combustione rappresenta una dimensione non trascurabile che potrà incidere sugli esiti in termini ospedalizzazioni e costi per il personale sanitario. La nostra ipotesi – ha spiegato Li Volti – è che l’uso dei dispositivi elettronici sia associato a uno score NEWS più basso. Valutando i dati dei valori di ammissione, la durata della permanenza in pronto soccorso e gli esiti negativi si può già constatare, come già avviene al pronto soccorso del Policlinico di Catania, un contributo importante alle statistiche relative agli accessi ai pronto soccorso, ai tempi di attesa, al numero di ammissioni e alle specifiche diagnosi del paziente fumatore”. 

L’incontro in Senato, organizzato dal Senato della Repubblica, è stata occasione per presentare gli ultimi dati della ricerca CoEHAR ma anche per consegnare ai rappresentanti della 10° commissione permanente (affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) il documento di sintesi del No Tobacco Day 2024 sottoscritto dai giovani (studenti, dottorandi e specializzandi) che hanno coordinato l’evento annuale della Giornata mondiale antifumo tenutosi lo scorso 30 maggio presso l’Università di Catania

Maggiore attenzione alla formazione universitaria dedicata ai temi del contrasto al fumo” – questo quanto emerso dal documento consegnato dai rappresentanti degli studenti. “Abbiamo la necessità di avere maggiori informazioni sui percorsi di cessazione, sugli strumenti e sulle tecniche efficaci per aiutare i fumatori a smettere. Noi giovani medici del domani non possiamo solo imporre ai fumatori di smettere ma dobbiamo consigliare loro i percorsi più idonei per arrivare alla completa cessazione o almeno per ridurre i danni fumo correlati” – cosi la dr.ssa Emanuela Tropea, assegnista di ricerca e consegnataria del documento al senatore Ignazio Zullo, membro della Commissione salute in Senato. 

Alla conferenza stampa dedicata alla riduzione del danno da fumo coordinata dai vertici del CoEHAR hanno partecipato diversi esponenti del mondo delle associazioni, membri della società civile, giornalisti ed esperti di politica pubblica. 

Farmaci antidiabetici? Smettere di fumare è necessario per la corretta efficacia

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I ricercatori del CoEHAR dell’Università di Catania, insieme agli esperti internazionali del DiaSmokeFree Working Group, si sono proposti di rispondere a queste domande: quali potrebbero essere gli effetti della disassuefazione dal fumo sull’efficacia e sicurezza dei farmaci antidiabetici? Si potrebbero verificare cambiamenti così significativi da richiedere una rimodulazione dei trattamenti farmacologici?

Il gruppo di lavoro ha avviato una dettagliata revisione della letteratura esistente, indagando un campo decisamente poco esplorato. 

Principali Risultati della Revisione della Letteratura

PAHs e attività enzimatica: I composti idrocarburici policiclici aromatici (PAHs) presenti nel fumo di sigaretta inducono l’attività degli enzimi del citocromo P450 (CYP) e delle uridina difosfato glucuronosiltransferasi (UGTs), influenzando la biotrasformazione dei farmaci antidiabetici. 

Metabolismo accelerato: Il fumo di sigaretta accelera il metabolismo di vari farmaci antidiabetici, richiedendo potenziali aggiustamenti di dosaggio per mantenere l’efficacia terapeutica.

Normalizzazione post-cessazione: La cessazione del fumo porta a una normalizzazione graduale dei sistemi enzimatici di detossificazione epatica, influenzando significativamente la farmacocinetica dei farmaci antidiabetici e richiedendo una vigilanza costante e, eventualmente, rettifiche posologiche da parte dei medici/diabetologi.

Il prof. Renato Bernardini, ordinario di farmacologia dell’Università di Catania, commenta: “I composti presenti nel fumo di sigaretta, come gli idrocarburici policiclici aromatici, possono accelerare il metabolismo dei farmaci antidiabetici, richiedendo aggiustamenti di dosaggio per mantenere l’efficacia terapeutica e per ridurre il rischio di reazione avverse ai farmaci. Questo sottolinea l’importanza di un monitoraggio costante dei pazienti durante la cessazione del fumo.”

La revisione targata CoEHAR fornisce le prime chiare informazioni necessarie per guidare i medici diabetologi a comprendere che il percorso di disassuefazione dal fumo può anche richiedere una rimodulazione della dose dei farmaci usati per il diabete. Alla luce di quanto emerso sono necessari piani personalizzati che comprendono una conoscenza approfondita dei meccanismi di interazione del fumo con il diabete e degli eventuali percorsi di cessazione, per dare aiuto concreto a tutti quei fumatori affetti da diabete che vogliono smettere o che ci stanno riuscendo. 

Stiamo spiegando come il fumo e la cessazione del fumo possano influenzare il metabolismo dei farmaci antidiabetici, con l’obiettivo di migliorare la gestione terapeutica e la salute dei pazienti diabetici fumatori” – afferma il Dr. Carlo Maria Bellanca, specializzando in farmacologia e tossicologia clinica del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell’Università di Catania.

La revisione ha identificato lacune significative nella letteratura esistente, sottolineando la necessità di ulteriori ricerche per migliorare i protocolli di trattamento e gli esiti di salute per questa popolazione a rischio. “Dire addio al fumo è una priorità per qualsiasi fumatore, soprattutto per chi è affetto da diabete. Ma smettere di fumare rappresenta una sfida importante per i fumatori affetti da diabete, soprattutto a causa degli effetti secondari indesiderati, come l’aumento di peso – spiega il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR.

Esercizi di yoga per smettere di fumare

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yoga

Lo yoga, così come molte discipline che contribuiscono alla gestione di stress e ansia attraverso la meditazione, può rappresentare un alleato valido per combattere il vizio della sigaretta, sempre se inserito in un contesto di trattamenti o supporto professionale.

Oggi il vizio del fumo è enormemente radicato nella nostra società: si conta, infatti, che su 7,9 miliardi persone nel mondo, almeno 1,2 miliardi continua a fumare, pur essendo consapevole dei danni che il fumo provoca sull’organismo. 

Fortunatamente però sono molti coloro che si pongono l’obiettivo di smettere, nonostante sia spesso un percorso lungo e difficile. Nel corso degli anni, le persone si sono servite di diversi dispositivi per liberarsi dal vizio del fumo: libri, cerotti, corsi online e supporti farmacologici.

Ma tu sapevi che anche lo yoga può aiutarti a dire stop alle sigarette?

Uno studio condotto qualche anno fa attraverso una collaborazione di Public Health Foundation of India e dello University College London, e presentato in India durante la conferenza internazionale “Endgame for Tobacco”, ha infatti dimostrato che alcune tecniche dello yoga, se inserite all’interno di un percorso incentrato ad eliminare la dipendenza dal fumo, possono avere un ruolo fondamentale. 

In particolare, lo studio ha coinvolto 1160 fumatori che sono stati divisi in due gruppi. I risultati hanno dimostrato che nel gruppo in cui erano state trasmesse tecniche di respirazione yoga, la percentuale di fumatori che aveva deciso di abbandonare il vizio del fumo era nettamente maggiore rispetto all’altro gruppo composto da fumatori che non aveva ricevuto nessun insegnamento.
Questo succede perché lo yoga ti trasmette vitalità e ti rende consapevole dei limiti fisici e psicologici che il fumo crea al tuo corpo.

Inoltre, come emerge da alcuni nuovi studi, questa pratica sportiva ha un ruolo importantissimo anche nella gestione delle crisi d’astinenza che il fumatore si trova ad affrontare quando decide di smettere con le sigarette. A tal proposito, i risultati di uno studio condotto dall’Università dell’Oregon hanno dimostrato che lo yoga agisce su quelle aree del cervello coinvolte nelle dipendenze, allontanando quell’ansia e quello stress provocati dall’aastinenza.

In particolare alcune posizioni yoga che posso rivelarsi utili per curare tale dipendenza sono la posizione Uttoita Trikonasana (posizione del triangolo) che aiuta ad attivare il terzo chakra che ti trasmette sensazioni di energia, forza di volontà e forza interiore; la posizione Adho Mukha Svanasana (posizione del cane a testa a giù) che aiuta ad eliminare lo stress; la posizione Vajrasana (posizione del diamante) che non solo aiuta a ridurre stress e ansia ma rilassa anche la mente e ti prepara alla meditazione. 

Per concludere, quindi, se hai intenzione di abbandonare il vizio del fumo, una valida alternativa ai metodi convenzionali potrebbe essere lo yoga, che ti permetterà di fare non solo esercizio fisico ma di allenare e irrobustire la mente, aiutandola ad allontanarsi dagli effetti dell’astinenza.