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Taormina – dal 20 al 25 Settembre al via la seconda edizione di ISPM

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Catania, 16 Settembre 2021 – Al via la seconda edizione di ISPM, la scuola internazionale sul project managament organizzata da ECLAT, spin off dell’Università di Catania, in collaborazione con CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dello stesso Ateneo). Partner ufficiale di questa nuova edizione anche il prestigioso PMI-SIC, il Project Management Institute, sezione Sud-Italia. 

Da Lunedì 20 Settembre a Sabato 25, presso l’UNA Beach Hotel di Giardini Naxos (Taormina), 30 studenti provenienti da oltre 20 Paesi diversi parteciperanno ad una full immersion di alta formazione sulle tecniche avanzate del project management e con un focus specifico sulla gestione di progetti in ambito di ricerca antifumo.  

“ISPM, ancora una volta totalmente gratuita – ha spiegato il project leader, Daniela Saitta – offre ai partecipanti un’opportunità concreta per apprendere e mettere in pratica conoscenze e competenze specifiche acquisite durante il corso. Esperti internazionali e project manager selezionati tra i miglior profili al mondo condurranno in aula lezioni interattive e dinamiche con specifiche soluzioni di best practices”.  

I 30 giovani, già selezionati nel 2020 tramite procedura di evidenza pubblica, sono stati scelti dalla commissione di valutazione secondo criteri di alto livello scientifico. Al termine del corso, infatti, gli studenti saranno in grado di sviluppare, pianificare e coordinare progetti di ricerca soprattutto nel settore medico scientifico della Riduzione del Danno da Fumo. “Un ambito ancora poco esplorato e che rappresenta una grande opportunità di ricerca ed una occasione unica per entrare nel mondo del lavoro con competenze sempre più specifiche” – così il prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR.

A garanzia di un’offerta formativa specialistica e avanzata, inoltre, da quest’anno ISPM gode della partnership con il prestigioso PMI-SIC, il Project Management Institute sezione Sud-Italia, la più importante associazione al mondo di settore. A presiedere la commissione che sceglierà il miglior progetto realizzato in aula quest’anno, il presidente di PMI sud Italia, Paola Mosca, che sarà affiancata dallo stesso prof. Li Volti e dalla dott.ssa Saitta, esperta in progettazione e gestione in ambito di ricerca clinica presso l’Ateneo. 

Ricordiamo che la lezione inaugurale di ISPM 2020 si è tenuta online già lo scorso Ottobre, alla presenza dei rappresentanti istituzionali dell’Ateneo, per via delle restrizioni dovute all’emergenza COVID-19. Solo adesso, grazie alla diffusione di misure di sicurezza standardizzate, ISPM può di nuovo accogliere in Sicilia gli studenti provenienti da tutto il mondo al fine di condividere esperienze, idee e cultura, in uno scambio reciproco e continuo di conoscenza.  

La II edizione della “Ride 4 Vape” per dire “STOP alla maxi tassa sulle ecig”

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Dopo il successo dello scorso anno, il Presidente di ANAFE (Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico aderente a Confindustria), Umberto Roccatti, torna in sella per la seconda edizione del bike tour “Ride4Vape”. L’iniziativa, nata per sensibilizzare – attraverso un viaggio simbolico – l’opinione pubblica sui danni della sigaretta tradizionale, per questo 2021 avrà come focus il tema fiscale e in particolare l’insostenibilità e l’irragionevolezza della maxi-tassa prevista dall’ultima legge di bilancio per le e-cig. La nuova imposta è stata temporaneamente sospesa dal Governo Draghi dal 1° agosto fino al 31 dicembre 2021, ma i nuovi e ulteriori aumenti entreranno in vigore dal 1° gennaio 2022, se non si interverrà con una modifica normativa.

“L’aumento progressivo, ogni anno per tre anni, della tassazione per le sigarette elettroniche – spiega Roccatti – è un’assurdità che rischia di mettere in ginocchio un comparto già gravemente colpito dalla pandemia e che oggi conta circa 45 mila occupati tra diretti e indiretti. Sebbene il nuovo regime fiscale sia stato sospeso fino al 31 dicembre 2021, a partire dal prossimo anno entrerà in vigore il nuovo incremento. Si tratta di una norma folle che non solo peserà gravemente su una filiera composta da piccole e medie imprese che rappresentano nel mondo un’eccellenza del Made in Italy, ma incentiverà la proliferazione del mercato nero e il ritorno alle sigarette tradizionali – per le quali non è stato previsto l’aumento di neanche 1 solo centesimo nell’ultimo anno – con l’effetto che in alcuni casi queste risulterebbero addirittura meno costose rispetto alle e-cig.”

Con il supporto di LIAF (Lega Italiana Anti Fumo), IEVA (Independent European Vape Alliance), e Sigmagazine, la “Ride4Vape” partirà da Bolzano lunedì 20 settembre. Prima di approdare nella Capitale, Roccatti farà tappa ad Abano Terme (PD), Santarcangelo di Romagna (RN) e Sangemini (TR). Lungo il percorso, il Presidente di ANAFE, tramite un live Facebook, racconterà nel dettaglio gli effetti disastrosi della politica fiscale definita sulle e-cig e lancerà un appello alle Istituzioni per uno stop alla maxi-tassa.

“Quello che tutto il settore auspica è una revisione dell’attuale carico fiscale – conclude Roccatti – che risulta particolarmente eccessivo. Peraltro va evidenziato che il gettito, nei primi mesi in cui la tassa è entrata in vigore, prima che venisse sospesa dal nuovo Governo, non è stato quello atteso, tutt’altro. A conferma del fatto che aumentare le tasse, soprattutto nel pieno di una pandemia, non concorre positivamente alle entrate dello Stato. Chiediamo pertanto stabilità ed equilibrio fiscale per un settore che ha già subito negli ultimi 6 anni quattro aumenti di tassazione, avvenuti sempre in modo schizofrenico, dalla sera alla mattina, e senza alcuna programmazione”.

“Soddisfatti del risultato dello scorso anno, anche quest’anno accogliamo e sosteniamo con entusiasmo l’impresa di Umberto Roccatti – ha dichiarato il presidente della LIAF, Ezio Campagna – LIAF continua a battersi per sensibilizzare i fumatori a smettere ma soprattutto per sostenere il principio che per chi non riesce a smettere da solo di fumare, passare a prodotti meno dannosi può portare ad una significativa riduzione del danno fumo correlato”.

Le aziende da svapo si rivolgono agli adolescenti? L’esperto risponde

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Mentre la Food and Drug Administration (FDA) ha recentemente posticipato la decisione finale sull’approvazione o meno delle sigarette elettroniche nel mercato statunitense, gli attivisti anti-fumo continuano ad accusare le aziende di svapo di creare campagne commerciali per attirare gli adolescenti ad acquistare i loro prodotti.

L’organismo di regolamentazione degli Stati Uniti ha recentemente bloccato più di un milione di prodotti per la vaporizzazione di nicotina, mettendo in dubbio la loro sicurezza per la salute e la necessità di proteggere i giovani dalla dipendenza dal tabacco. Le proteste pubbliche sui rischi della dipendenza dalle sigarette elettroniche tra adolescenti sono state guidate da affermazioni secondo cui le aziende di ecigs prendono di mira deliberatamente gli adolescenti. Ma queste accuse sono basate sulla verità e supportate da dati?

Liaf Magazine parla con Charles Gardner, esperto in Riduzione del danno da tabacco e amministratore delegato dell’International Network of Nicotine Consumer Organizations (INNCO), una ONG internazionale che sostiene i diritti di oltre novantotto milioni di consumatori in trentasette paesi .

I sostenitori dell’anti-svapo affermano come l’industria delle sigarette elettroniche si rivolga agli adolescenti per aumentare le loro entrate ed ottenere “intere nuove generazioni” dipendenti da questi dispositivi. Lei è d’accordo?

C’è molta disinformazione in questo campo. Quindi facciamo un passo indietro e consideriamo questa accusa da una prospettiva economica. Immaginiamo di essere l’amministratore delegato di una nuova azienda di vaporizzatori negli Stati Uniti. Partiamo dalla commissione di un’analisi di mercato (come fanno tutte le nuove aziende, anche se producono stuzzicadenti). La tua analisi rileverà che ci sono 11 milioni di adulti svapatori e 34 milioni di fumatori adulti che potrebbero essere interessati ai tuoi prodotti. Entrambi, ovviamente, hanno una dimostrata disponibilità a pagare. Gli utenti poco frequenti che non acquistano prodotti sono infatti invisibili ad un’analisi di mercato. Quindi il tuo mercato potenziale è di 45 milioni di adulti con una dimostrata disponibilità a pagare.

Secondo gli ultimi dati, entro marzo 2020, il numero totale di adolescenti statunitensi che facevano uso frequente di prodotti per la vaporizzazione della nicotina era di 1 milione. L’uso frequente è “20 o più giorni al mese”. Questi sono gli unici adolescenti che possono possedere un dispositivo e acquistare prodotti. Tre sondaggi indipendenti concordano sul fatto che lo svapo tra adolescenti è diminuito di un altro 30% durante la pandemia. Quindi quel “mercato” illegale di adolescenti è meno di 1 milione, la cui principale fonte di reddito sono le loro indennità. Da notare: prendere di mira gli adolescenti sarebbe malvagio, immorale, illegale e una folle strategia aziendale. Ma immaginiamo che questo CEO voglia farlo comunque. Mettiamo che rivolgendosi al consiglio di amministrazione e agli investitori dica loro: “abbiamo deciso di targetizzare gli adolescenti”. L’amministratore delegato di questa ipotetica azienda lo licenzierebbe in meno di 10 minuti. Questa malvagità, immoralità, e pratiche illegali, insieme al rischio di immagine per l’azienda è una strategia folle che semplicemente non può essere reale.

Charles Gardner, Amministratore delegato dell’International Network of Nicotine Consumer Organizations (INNCO)

Avallato da un recente articolo su The Washington Post, che ha esposto come le Big Tobacco “abbiano nel passato preso di mira gli adolescenti e abbiano cospirato per nascondere le prove sul danno prodotto dalle sigarette di tabacco combustibili durante gli anni ’80 e ’90”, i detrattori affermano come i produttori di ecigs utilizzino oggi gli stessi trucchi. È vero?

Non c’è dubbio che in passato le aziende del tabacco prendessero di mira gli adolescenti. Avvicinare i ragazzini alle sigarette ha creato per loro benefici a lungo termine perché il loro principale prodotto sono le sigarette, con un margine di profitto del 60%. Queste pratiche immorali e illegali sono state smascherate e non sono oggetto di dibattito. Ma questo è successo 40 anni fa. I responsabili di queste pratiche illegali ora sono morte o in pensione. Accusare la moderna industria dei vaporizzatori delle stesse tattiche è, di per sé, una tattica per diffamare prodotti innovativi maggiormente sicuri e che salvano vite. Ed è particolarmente ironico e irrazionale dato che negli ultimi due anni lo svapo degli adolescenti negli Stati Uniti è diminuito drasticamente e l’uso totale di nicotina da parte degli adolescenti (svapo più sigaretta convenzionale) è diminuito del 55% negli ultimi due decenni. L’intero settore del controllo del tabacco sembra aver perso la sua strada. Non sta più combattendo per ridurre le morti prevenibili per cancro, malattie cardiache e polmonari legate al fumo. Sta combattendo l’industria del tabacco e, attraverso il senso di colpa e la disinformazione, sta ora portando avanti la sua crociata contro l’industria dei vaporizzatori di nicotina che ha già salvato milioni di vite aiutando i fumatori a smettere (e quindi a non morire).

Per anni, gli esperti di controllo del tabacco hanno sostenuto che i prodotti di svapo alla nicotina più sicuri siano “prodotti del tabacco”. Nella sua pubblicazione più recente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità fa un passo avanti, affermando che il vapore liquido è fumo. Questo è, letteralmente, “orwelliano”. L’industria dello svapo esiste da soli 15 anni. È giovane e la maggior parte dei dirigenti senior di quel settore crede davvero nella loro lotta contro i Big Tobacco. Le vendite di sigarette agli adulti sono il loro mercato di riferimento. La maggior parte di loro sono piccole imprese. Ironia della sorte, tutta la disinformazione e le nuove normative cospirano per distruggere questo business. C’è un pericolo molto serio che le politiche di controllo del tabacco troppo zelanti possano avvantaggiare le Big Tobacco. La disinformazione è al centro di questa battaglia. Affermare che svapare equivale a fumare è profondamente sbagliato. Gli obiettivi e la storia di queste due industrie sono diversi quanto le fotocamere elettriche e le cineprese. Le politiche di controllo del tabacco stanno ora lavorando attivamente per prevenire quello che dovrebbe essere un “momento Kodak” per le sigarette convenzionali.

“Quit or die” continua ad essere il messaggio principale delle autorità internazionali per il controllo del tabacco. Si presume che i prodotti per lo svapo facciano parte di un complotto da parte delle Big Tobacco progettato per mantenere le persone dipendenti dalla nicotina. C’è una contro-narrativa a questo?

Suggerisco di chiedere agli “esperti” di rispondere a quattro domande: primo, i vaporizzatori di nicotina (“sigarette elettroniche”) sono più sicuri del fumo? Secondo, aiutano i fumatori a smettere? Prove schiaccianti mostrano che la risposta a entrambe le domande è “sì”. Ora, dobbiamo fermarci qui e renderci conto: se queste risposte sono entrambe “sì”, allora i vaporizzatori di nicotina sono profondamente diversi dalle droghe ricreative come l’alcol o la caffeina, che non aiutano le persone a smettere di usare qualcosa di mortale, e quindi a salvare vite.

La terza domanda è: “Quante persone hanno smesso di fumare con queste cose finora?” Sembra strano che l’unico paese sulla Terra che tiene traccia di questo numero e lo dice al pubblico è il Regno Unito. Le dichiarazioni ufficiali del governo del Regno Unito mostrano come 2,3 milioni di persone abbiano smesso di fumare grazie alle sigarette elettroniche. La popolazione degli Stati Uniti è cinque volte più grande. Quindi potremmo aspettarci un numero molto più grande di ex-fumatori negli Stati Uniti. Ora, non è strano che le autorità sanitarie statunitensi non seguano questo numero e non informino il pubblico? Permettetemi di accennare a uno spoiler: il CDC statunitense conosce questo numero. È nel loro sondaggio sull’intervista sanitaria nazionale.

La quarta domanda è “quanti adolescenti sono effettivamente dipendenti dalla nicotina?” Nessuno vuole che gli adolescenti vaporizzino la nicotina. Nessuno. Dovremmo preoccuparci della dipendenza degli adolescenti perché significa, letteralmente, “difficile smettere”. Qui, ancora una volta, le autorità sanitarie non seguono i numeri giusti. Nessun sondaggio del governo degli Stati Uniti pone agli adolescenti la domanda più ovvia: “possiedi un dispositivo?” E le agenzie sanitarie del governo degli Stati Uniti dicono al pubblico solo quanti adolescenti hanno svapato almeno una volta nell’ultimo mese. Ma quanta nicotina vaporizzano giornalmente? Non presumo che tutti i vapers giornalieri siano dipendenti. I numeri di svapo giornalieri degli adolescenti statunitensi sono molto bassi (5 volte inferiori rispetto al binge drinking). E la maggior parte di loro ha fumato prima.

Rimandata la decisione della Food and Drug Administration sulle ecigs: le reazioni degli esperti

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La Food and Drug Administration (FDA) ha annunciato lo scorso 9 settembre di aver esteso temporalmente la pronuncia definitiva sulle sigarette elettroniche per il mercato statunitense. La decisione arriva cinque anni dopo l’acquisizione della piena autorità da parte dell’F.D.A sui prodotti da svapo e un anno dopo l’avvio dell’iter burocratico da parte delle società produttrici di ecigs per soddisfare le regole stabilite dall’organo di regolamentazione .

La posta in gioco è enorme perché l’approvazione significherebbe finalmente il pieno riconoscimento delle sigarette elettroniche come uno strumento efficace per smettere di fumare. Un evento storico per la Riduzione del Danno da Tabacco negli Stati Uniti. Per questo, la decisione di posticipare la relazione finale ha lasciato nel limbo centinaia di aziende e ha suscitato indignazione e differenti reazioni tra gli esperti.

L’esperto di Riduzione del Danno e autorità internazionale per il mondo dello svapo Clive Bates ha scritto:

“Facciamo un passo indietro e chiediamoci cosa stia effettivamente facendo la FDA oggi. Principalmente sta cercando di micro-gestire quali aromi possano essere inseriti e in quali vaporizzatori al fine di controllare in qualche modo chi li usa e chi no. Pensiamoci un attimo: è un’ingerenza di stato surreale e ridicola, destinata a fallire”.

Cliff Douglas, direttore dell’Università del Michigan Tobacco Research Network, e professore a contratto presso la School of Public Health afferma:


“Il mio nuovo articolo sostiene come la revisione scientifica della FDA debba essere protetto contro l’aggressiva politicizzazione del processo in atto. Dobbiamo sostenere la salute e il benessere di tutti, giovani e adulti”.

Gregory Conley, presidente del gruppo a difesa dei consumatori dell’ American Vaping Association, ha recentemente rilasciato questo commento sulla decisione della FDA:

“Zero autorizzazioni, milioni di prodotti vietati e centinaia di migliaia lasciati nel limbo per il fallimento dell’agenzia nel fare il proprio lavoro. Questo è il risultato della campagna pluriennale della FDA per distruggere l’industria dello svapo e consegnare il resto alle grandi aziende del tabacco”.

Charles Gardner, esperto in comunicazione istituzionale e amministratore delegato dell’International Network of Nicotine Consumer Organizations (INNCO) sottolinea:

“La dilagante politicizzazione nei confronti delle sigarette elettroniche influenzerà la salute di milioni di americani. Le principali organizzazioni per il controllo del tabacco ed i membri del Congresso hanno esercitato una pressione eccessiva sulla FDA, ignorando le competenze scientifiche dell’agenzia.“

Matt Culley, attivista pro-svapo e membro del consiglio di amministrazione di Consumer Advocates for Smoke-free Alternatives Assoc. (CASA) afferma:

“Non c’è mai stata una sola possibilità che la FDA potesse approvare le milioni di applicazioni ricevute. Non sono stati creati per gestire un mercato diversificato con così tanti prodotti. Penso che preferiscano che le persone svapino i prodotti provenienti dal mercato nero piuttosto che dover essere i controllori di un mercato cosi’ complesso.”

Le Ecigs sono più sicure delle sigarette convenzionali: indagine clinica risponde alla FDA statunitense.

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La conclusioni dello studio suggeriscono come la priorità per la protezione della salute pubblica sia la fine della commercializzazione dei prodotti a tabacco combusto mentre gli ENDS dovrebbe essere adottati come strumenti per la cessazione.

La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha recentemente interrotto l’avanzamento di oltre 55.000 prodotti da svapo contestando la loro sicurezza per la salute e la necessità di proteggere i più giovani dalla dipendenza dal tabacco.

I sistemi elettronici di somministrazione della nicotina (ENDS) – come le sigarette elettroniche – sono dispositivi che forniscono nicotina senza la combustione del tabacco.

Le evidenze scientifiche disponibili da studi clinici negli ultimi anni hanno sottolineato come siano i prodotti della combustione ad essere i principali responsabili degli effetti nocivi del fumo. E’ per questo che molti sostenitori del Tabacco Harm Reduction si battono affinche i dispositivi di rilascio di nicotina ad assenza di combustione vengano considerati degli strumenti atti a promuovere la cessazione del fumo.

Nonostante il supporto scientifico e gli studi di settore molti governi, compresi gli Stati Uniti, continuano ad imporre pesanti normative su questi dispositivi. Dietro le restrizioni, i dubbi per la sicurezza a lungo termine di questi prodotti e le preoccupazioni per l’uso diffuso tra gli adolescenti.

L’ultimo studio “Clinical Pharmacology of Electronic Nicotine Delivery Systems (ENDS): Implications for Benefits and Risks in the Promotion of the Combusted Tobacco Endgame” condotto dal Dr Neal L. Benowitzr, cerca di far luce su questo passaggio da un punto di vista clinico analizzando entrambi i punti e concentrandosi sulle conseguenze sulla salute e i potenziali rischi dell’uso di ENDS da parte dei giovani.

Riguardo gli effetti per la salute, la ricerca ha sottolineato come sia difficile studiare gli effetti degli ENDS sull’uomo, suggerendo però come le sigarette elettroniche abbiano una tossicità inferiore rispetto alle sigarette tradizionali.

Analizzando i comportamenti degli adolescenti sull’uso delle sigarette elettroniche invece gli scienziati rifiutano il tanto temuto effetto gateway, mentre avvertono come il recente fenomeno dell’uso di ecigs da parte dei giovani non possa escludere del tutto la possibilità di un aumento dell’uso di tabacco combustibile. .

La conclusione della ricerca suggerisce quindi come la priorità per la protezione della salute pubblica sia la fine della commercializzazione dei prodotti a tabacco combusto, mentre l’Ecigs dovrebbe essere adottato come strumento alternativo per smettere di fumare.

Sebbene le sigarette elettroniche non siano prive di ricadute per la salute, lo studio ha sottolineato come siano molto meno dannose del fumo di sigaretta. Se i fumatori usassero solo le sigarette elettroniche come terapia di cessazione – continua la ricerca – si avrebbe sicuramente un enorme beneficio per la salute pubblica.

Commentando l’approccio della FDA sulle Ecigs, i ricercatori consigliano all’organismo di regolamentazione statunitense di attuare campagne di sensibilizzazione verso il pubblico rispetto a tali dispositivi. Inoltre, suggerisce di supportare la transizione dal fumo di sigaretta alle sigarette elettroniche, adottando tutte le azioni necessarie per evitare l’esposizione dei giovani agli aromi.

Instagram e svapo: nuove regole per i contenuti sensibili

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lNSTAGRAM
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Da quando si apprende dagli ultimi aggiornamenti ANSA.it, il mondo di Instagram ha implementato un’opzione di controllo dei contenuti sensibili direttamente nella sezione Esplora. L’obiettivo è permettere agli utenti che utilizzano l’app di scegliere la quantità di foto e video considerati sensibili da vedere nel feed e dare così un maggiore controllo sull’utilizzo.

Quando si parla di contenuti sensibili, si intendono foto o video che non violano le regole della community come contenuti che incitano all’odio. Si tratta, come mette in chiaro Instagram, di post “che potrebbero essere potenzialmente irritanti per alcune persone, ad esempio post che potrebbero essere sessualmente allusivi o violenti”.

La nuova funzione consente quindi di decidere quanti contenuti sensibili vedere nella propria sezione Esplora.

Selezionando “Limita ancora di più” si ridurrà ulteriormente la visione di tali post. Si potrà anche disattivare del tutto il filtro, passando dall’opzione predefinita “Limita” a “Consenti”. È possibile modificare l’impostazione in qualsiasi momento, ma la scelta non sarà disponibile per gli utenti di età inferiore ai 18 anni.

Ma la novità che ci interessa particolarmente è che a quanto pare attivando questa opzione, Instagram potrebbe nascondere anche la visualizzazione nel feed Esplora di post che promuovono l’uso di alcuni prodotti particolari, ad esempio tabacco, sigarette elettroniche e farmaci

Nello specifico la community di Instagram permette di condividere anche attraverso le storie, le proprie esperienze, raggiungendo un target di età che va maggiormente dai 16 ai 35 anni con un pubblico interattivo e più pronto a trasformare gli incipit in azioni di cambiamento. 

Considerando che i social media sono ormai parte integrante della nostra quotidianità, in quanto rappresentanti di un nuovo modo di comunicare ed interagire, cosa comporterà una decisione del genere? Soprattutto se consideriamo che questa estrema digitalizzazione si è rivelata utile, nell’ultimo anno, per targetizzare anche molte campagne antifumo, andando ad interagire proprio con quelle fasce di età più giovani.

Leggi anche: E se postare sui social aiutasse a smettere di fumare?

FDA: protezione dei minori o benefici per gli adulti? Questo il dilemma

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Il 9 settembre, la Food and Drug Administration (FDA) deciderà il futuro del tabacco e della nicotina negli Stati Uniti, e non solo. Questa settimana sarà estremamente importante perché si deciderà quali prodotti a rischio ridotto potranno rimanere sul mercato.

Le decisioni dell’ente statunitense non influenzeranno solo il futuro economico dei proprietari di piccole imprese e delle grandi aziende di svapo; in gioco ci saranno anche i diritti di milioni di attuali fumatori ed ex fumatori che rischieranno di non poter più usufruire delle alternative più sicure che potrebbero salvare le loro vite.

Legislatori e gruppi di attivisti hanno lanciato l’allarme dello svapo giovanile per spingere la FDA a vietare i liquidi aromatizzati. Nell’immaginario popolare, lo svapo seduce i giovani e contribuisce alla loro dipendenza da questi prodotti, rinormalizzando l’uso del tabacco e giustificando così il divieto di vendita di sigarette elettroniche anche agli adulti. Ma i potenziali benefici salvavita delle e-cigarette per i fumatori adulti meritano un’attenzione pari ai rischi per i giovani.

I sostenitori dell’Harm Reduction se da una parte non respingono le preoccupazioni sull’uso di questi prodotti da parte dei giovani, dall’altra si concentrano soprattutto sull’obiettivo di prevenire le morti causate dai danni del fumo. Facendo sempre leva sugli studi che confermano come lo svapo sia molto più sicuro del fumo di sigaretta, e più efficace dei cerotti o delle gomme alla nicotina nell’aiutare i fumatori a smettere. In questi giorni l’urgenza sta proprio nel trovare un equilibrio fra la protezione dei minori e il grande aiuto che la sigaretta elettronica può dare a chi fuma.

Kenneth Warner e David Mendez, entrambi della School of Public Health dell’Università del Michigan, lo hanno illustrato in uno studio dello scorso anno che ha simulato 360 diversi scenari su come lo svapo potrebbe avere un impatto sulla salute americana. Nel 99% di questi scenari, i risultati sono stati positivi. Allo stesso modo, il modello pubblicato da David Levy della Georgetown University e altri ricercatori sulla rivista Tobacco Control prevede che il passaggio dal fumo allo svapo eviterebbe tra 1,6 e 6,6 milioni di morti premature entro il 2100.

Ma nell’ultimo anno, a causa della cattiva informazione, la maggior parte ha avuto una visione distorta dei rischi dello svapo, in molti hanno creduto erroneamente che lo svapo sia dannoso quanto il fumo. Le politiche statunitensi focalizzandosi molto su come eliminare lo svapo giovanile, hanno contribuito allo stesso tempo a ridurre il potenziale contributo che lo svapo può dare ai fumatori adulti. Si dovrebbe trovare un modo per proteggere i minori, ma senza penalizzare gli adulti così come si sta facendo, ovvero: privandoli degli strumenti alternativi di cui hanno usufruito fino ad oggi.

Ridurre drasticamente e precipitosamente l’accesso a questi prodotti potrebbe presentare un serio rischio per tutti gli adulti, in particolare gli ex fumatori, che attualmente usano le sigarette elettroniche. Privarli di tali strumenti, li farebbe tornare alle sigarette convenzionali.

Questo è esattamente quello che si verificherà il 9 settembre se la FDA adotterà l’approccio sbagliato.

Nonostante i progressi che sono stati fatti fino ad oggi per eliminare il fumo, 34 milioni di americani continuano a fumare e più di 400.000 di loro muoiono prematuramente ogni anno. I fumatori meritano di meglio e per molti, l’accesso a opzioni più sicure e attraenti è una questione di vita o di morte. Togliergliela sarebbe una tragedia che la FDA potrebbe evitare scegliendo la riduzione del danno invece che il proibizionismo.

Sigarette elettroniche: nuova insegna per i negozi in regola

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insegna

Per mettere ordine nel settore e aiutare i consumatori nel distinguere i rivenditori in regola da quelli senza autorizzazione, un’insegna specifica dovrà essere esposta dagli esercizi di vendita di prodotti da inalazione e sigarette elettroniche. A deciderlo, nei giorni precedenti, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Lo scorso marzo, con la determinazione 92923, è stata definita l’apposita insegna che dovrà essere esposta all’esterno dei negozi che vendono sigarette elettroniche e prodotti da inalazione: sull’insegna sarà riportato lo stemma dello Stato Italiano e il Logo dei Monopoli, oltre che un numero identificativo che permetterà una mappatura precisa di tutte le attività.

Partendo da quello che dovrà garantire un controllo maggiore, le diverse iniziative dell’Agenzia delle Dogane sono pensate per razionalizzare il settore dei prodotti da fumo e rendere omogenei i profili normativi con quelli dei tabacchi lavorati, con particolare riferimento all’aspetto fiscale, gestionale e al monitoraggio e vigilanza degli esercenti. 

Anche le farmacie e parafarmacie e gli esercizi di vicinato autorizzati, che in Italia sono circa duemila, come tutti gli altri negozianti, dovranno obbligatoriamente esporre la nuova insegna ben visibile. 

Resta l’obbligo di garantire il rispetto del divieto di vendita ai minori e il divieto di discriminazione tra i canali di approvvigionamento, e tra le novità anche l’oscuramento dei siti e-commerce senza autorizzazione.

Le nuove misure introdotte potranno così consentire un recupero notevole di evasione fiscale. Per comprendere il fenomeno, basta sapere che per i liquidi da inalazione l’imposta dichiarata nel 2020 è stata di circa 16 milioni, ma già nel primo semestre del 2021 è pari a circa 11 milioni.

Il mercato illecito delle sigarette elettroniche è oggi considerato una piaga pericolosa, soprattutto perché sui prodotti venduti dai rivenditori non autorizzati è possibile trovare sostanze nocive sia per l’ambiente che per le stesse persone. Le nuove regole che entreranno in vigore a breve contribuiranno a una sensibile diminuzione dell’evasione fiscale in questo settore.

In conclusione, stando ai controlli effettuati dall’Agenzia, muoversi verso questa strada è fondamentale per evitare un rischio economico-sociale.

Settembre come gennaio per smettere di fumare

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Il mese di settembre viene da sempre associato alla fine dell’estate, ma in realtà è l’inizio di una nuova fase dell’anno e rappresenta per tutti la possibilità di “un nuovo inizio”. Ricominciano le scuole, in molti rientrano al lavoro più carichi di prima, c’è chi decide di iscriversi in palestra, chi progetta nuove avventure e chi fantastica sul futuro. Settembre è un po’ come gennaio, ma forse è anche meglio! Settembre è il Capodanno (forse il vero) che dà la spinta a migliorare e ad avere nuovi e buoni propositi, come quello di abbandonare le cattive abitudini. Settembre è il mese ideale per mettere in pratica il cambiamento.

Se tra le tue cattive abitudini c’è quella del vizio del fumo, è arrivato il momento di segnare in agenda il buon proposito di smettere.

Ma in Italia com’è possibile smettere di fumare?

In Italia ci sono centinaia di Centri Antifumo attivi. La consulenza specifica di un esperto di smoking cessation consente di uscire dal tabagismo scegliendo la soluzione più adatta alle singole esigenze di ciascuno e assicura un più veloce raggiungimento dell’obiettivo.

Il CoEHAR è il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo che al suo interno ingloba anche il CPCT – Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico di Catania, uno dei centri antifumo più attivi in Italia e con maggior numero di casi di successo.

I ricercatori del CoEHAR studiano i fattori che favoriscono la dipendenza da fumo e individuano gli strumenti più adatti alla disassuefazione. Per sensibilizzare i fumatori a smettere definitivamente di fumare i medici del CPCT, insieme ai ricercatori della Lega Italiana Anti Fumo, hanno creato una lista di suggerimenti utili per iniziare un percorso di uscita dal tabagismo.

Parlare, per esempio, con le persone che ami comunicando e condividendo con loro la data che hai scelto per spezzare definitivamente la sigaretta, potrebbe sicuramente aiutare. Oppure pianificare le attività smettendo poco alla volta e fissando obiettivi via via più importanti. I dati del Centro Antifumo dimostrano che smettere gradualmente di fumare ha una maggiore efficacia ma smettere di colpo ha comunque i suoi effetti positivi. Pianificare e scegliere per avere un obiettivo, è di fondamentale importanza.

I ricercatori del CoEHAR credono fermamente che la lotta al fumo si può effettuare su più fronti, da quello prettamente clinico, passando per quello psicologico senza tralasciare gli aspetti informatici e formativi.

Diversi, infatti, i progetti portati avanti dagli esperti del Centro e che in questi anni hanno aiutato molti fumatori a smettere definitivamente di fumare.

Chi può partecipare ai progetti e come?

Veritas Cohort è uno studio osservazionale della durata di 6 anni condotto a livello internazionale, che coinvolge più di 800 partecipanti equamente divisi tra svapatori abituali e non fumatori che non hanno mai fatto uso di sigarette elettroniche, provenienti da più di venti paesi in tutto il mondo, al fine di determinare quali siano, nel lungo periodo, gli effetti e i cambiamenti che intercorrono in specifici indicatori della salute degli svapatori.

Diasmoke è il progetto che aiuta i fumatori diabetici a smettere di fumare. Lo studio mira a dimostrare l’ipotesi che evitare l’esposizione a sostanze tossiche del fumo di sigaretta, passando a prodotti senza combustione, può tradursi in un miglioramento misurabile dei fattori di rischio cardiovascolare e dei parametri funzionali in pazienti diabetici.

Smile Study è il primo studio sugli effetti dei prodotti a rischio ridotto su denti e cavo orale. I soggetti che partecipano sono suddivisi in tre gruppi: 1) fumatori di tabacco, 2) fumatori che sostituiscono il tabacco con la sigaretta senza combustione, 3) non fumatori. Il principale obiettivo dello studio è confrontare l’impatto sulla salute dentale tra i fumatori che passano a prodotti a rischio ridotto rispetto a quelli che continuano a fumare. La possibilità di passare a prodotti senza combustione migliorando cambiando il sorriso, potrà incentivare e motivare i fumatori a smettere definitivamente.

FOOD Rec è il progetto di ricerca che ha sviluppato un sistema digitale di riconoscimento e analisi delle abitudini alimentari di soggetti fumatori, analizzando eventuali correlazioni con i processi di smoking cessation. Le tecniche di computer vision aiutano nel riconoscimento delle tipologie di cibo e delle quantità assunte, correlando questi dati con l’analisi del numero e della frequenza dei pasti, le quantità di tempo che si trascorre a mangiare e, nel complesso, tutti i comportamenti ritualistici connessi a fumo e cibo.

L’epidemia globale non ha reso meno gravi le conseguenze legate all’abitudine al tabagismo. Sebbene il Covid abbia cambiato le nostre vite, non ha reso meno dannose le cattivi abitudini.

Approfittare dell’1° settembre e vederlo come la strada dei buoni propositi potrebbe essere la ripartenza che hai sempre immaginato ma che non hai mai avuto il coraggio di intraprendere.

Se vuoi smettere di fumare, non perdere altro tempo e rivolgiti ad un centro antifumo!

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Filippine: nuovi protocolli antifumo per gli operatori sanitari

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Nelle Filippine un’azienda internazionale e un centro di ricerca governativo collaboreranno per la creazione di protocolli dedicati agli operatori sanitari impegnati nella smoking cessation.

La partnership tra il Philippine College of Chest Physicians (PCCP)- principale autorità per la medicina polmonare nel paese- e la multinazionale Johnson & Johnson Filippine (J&J ) si basa infatti sull’obiettivo congiunto di cambiare l’approccio con cui i fumatori filippini ricevono supporto durante il processo di smettere di fumare.

“Nella nostra ricerca, abbiamo scoperto che una sfida comune a chi rinuncia di fumare è la mancanza di un supporto adeguato. Attraverso questa partnership con il PCCP, speriamo di aiutare ad affrontare questa sfida con un approccio più olistico e fornire nuovi mezzi che rendano questo processo quanto più efficace possibile” ha affermato Jason Khu, senior brand manager di Nicorette Filippine.

Secondo uno studio del 2019 sull’incidenza del fumo nelle Filippine il 98% dei tabagisti nazionali ha intenzione di smettere. Tuttavia, come evidenziato dal Global Audit Tobacco Survey 2015 dell’Organizzazione mondiale della Sanità, solo il 4% è in grado di farlo con successo.

Attualmente nelle Filippine gli strumenti di cessazione a disposizione dei fumatori variano; dal DOH QuitLine 1558, servizio di hotline gratuito in cui i fumatori possono richiedere una consulenza professionale, passando per materiali didattici gratuiti come guide per smettere di fumare e test di dipendenza dalla nicotina e calcolatori di budget, fino ad arrivare all’interazione con specialisti e l’utilizzo di terapia sostitutiva della nicotina (NRT).

Come sottolineato dalla Dott.ssa Glynna Ong-Cabrera del Philippine College of Chest Physicians: “una cosa che bisogna capire sulla cessazione del fumo è che quando un fumatore si impegna a smettere gli effetti del cambiamento di quello stile di vita vanno oltre il semplice aspetto fisico.”

“Il processo di cessazione influisce anche sulla salute mentale e sul benessere generale del fumatore, motivo per cui è così importante fornire a coloro che smettono tutto il supporto psicologico di cui hanno bisogno con modalità quanto più efficaci per loro”.