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Vietare il fumo nei pub all’aperto: UK in corsa per il goal dello smokefree

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uk smoke free pub ristoranti

Da anni l’Inghilterra è una delle nazioni a cui ispirarsi quando si parla di lotta al tabagismo: l’approccio inglese combina strategie classiche, come divieti e aumento dei prezzi delle sigarette, all’uso di prodotti a rischio ridotto, consigliati da medici all’interno delle strutture pubbliche. Un approccio che ha permesso alla nazione di rendere il 2030 l’anno di riferimento in cui l’Inghilterra diventerà smoke free. O almeno di provarci.

Recentemente, infatti, diverse fonti, come il Cancer Research UK, individuano nel 2037 una data più realistica per il raggiungimento dei propri obiettivi antifumo.

Una tabella di marcia serrata, che punta a combattere il fumo sotto diversi aspetti: ultimo in ordine cronologico, il divieto di fumare in pub e ristoranti all’aperto.

Le recenti normative anti-covid infatti, che privilegiano la ristorazione e la consumazione esterna, hanno riacceso il dibattito tra fumatori e non fumatori al ristorante, anche se seduti  all’aria aperta.

Sono cinque a oggi le aree che hanno vietato il fumo nei tratti di marciapiede dove i ristoranti e i pub hanno la licenza per mettere i tavolini.

La contea di Oxfordshire è stata quella più ricettiva: nella recente presentazione del piano antifumo locale, ha indicato il 2025 come anno del raggiungimento dell’obiettivo nazionale, con cinque anni di anticipo rispetto alle tempistiche calcolate. Per farlo, si prendono in considerazione provvedimenti severi, come l’innalzamento del limite di età per l’acquisto di sigarette e norme che scoraggino il fumo in auto, ai cancelli delle scuole e nei parco giochi.

Secondo recenti sondaggi, il bando del fumo nelle zone all’aperto di pub e ristoranti riscuote successo: i 2/3 degli intervistati accoglie positivamente la proposta

Oxfordshire Tobacco Control Strategy

Come accennato, l’Oxfordshire ha deciso di accelerare la tabella di marcia nella lotta al fumo, con l’obiettivo di ridurre dal 12% al 5% le percentuali di fumatori tra la popolazione entro il 2025, diminuendo anche il numero di giovani fumatori sotto i 15 anni di età, abbassando il tasso a meno del 3%. 

I pilastri di azione su cui della regione ha investito sono 4: prevenzione, regolamentazione, creazione di ambienti liberi dal fumo e supporto per i fumatori.

Un approccio a 360°, che intende creare consapevolezza sulla sigaretta elettronica: dal report di presentazione del progetto emerge che il 30% dei fumatori nell’area cerca seriamente di smettere ogni anno. E solo il 5% di questi ci riesce

Ma la maggior parte di questo esigua percentuale di successo, circa il 41%, utilizza la sigaretta elettronica per abbandonare il vizio del fumo, al contrario del 14% che usa famarci da banco.

A differenza delle politiche nazionali, nel piano della contea non è prevista un’azione specifica che comprenda l’uso dei disattivi elettronici. Il menzionare questi strumenti, l’inserire un dato così importante alla cessazione, permette al fumatore che ha intenzione di smettere di valutare un’opzione che può fare la differenza tra il successo e il fallimento di un percorso antifumo.

Avena, il cereale che aiuta i fumatori

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Energizzante, riequilibrante e rivitalizzante. Sono queste solo alcune proprietà dell’avena, che favorisce la produzione di serotonina e melatonina, ormoni fondamentali per mantenere alto il livello di energia mentale e fisica.

Un cereale amato dagli sportivi, combatte la fame nervosa e regola i livelli della glicemia e del colesterolo nel sangue, ed è molto diffuso come integratore sotto forma di tintura madre ed estratto secco.

Combatte l’ansia essendo un antidepressivo naturale, depurativa e rilassante, l’avena aiuta i fumatori nel processo di abbandono delle sigarette, calmando anche la fame nervosa. La lisina contenuta nell’avena ha capacità stimolanti dell’intestino, aiuta il fegato e gli ormoni della tiroide.

È un cibo “spazzino”, che ci permette di eliminare le scorie, per chi è in sovrappeso. Un rimedio naturale che può essere considerato un valido alleato nella smoking cessation, diminuendo le crisi da astinenza dalla nicotina.

Le sostanze contenute nell’avena sativa sono: Albumina, Amido, Glutine, Olio di gomma, Sali, Saponina, Sostanze proteiche, Zucchero, Vitamine A e B ,Grassi e Cellulosa.

La fitoterapia, l’utilizzo delle piante a scopo terapeutico, può aiutare il fumatore in questa fase difficile, è in questo caso l’avena, dà un notevole contributo essendo un ottimo ricostituente, usato contro catarro e tosse, ricca di zinco e magnesio, minerali che fortificano l’organismo nella fase più delicata di allontanamento dalla sigaretta.

Può essere assunta in tintura madre 30-40 gocce in mezzo bicchiere d’acqua, in genere due o tre volte al giorno. Si consuma lessa in fresche insalate e ha un sapore particolarmente gradevole e delicato. Secondo degli studi l’Avena riduce, anche, la tossicità del fumo sulle cellule polmonari, dando come abbiamo visto, innumerevoli benefici a chi vuole smettere di fumare.

Clive Bates: “Dobbiamo ripristinare la fiducia dei consumatori persa a causa della disinformazione”

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Esperto nella regolamentazione internazionale per il tabacco, Direttore di Counterfactual Consulting Limited
, con il suo blog The Counterfactual Clive Bates è un’autorità internazionale nella lotta contro la disinformazione sullo svapo e sulla Riduzione del Danno da Fumo.

LIAF Magazine lo ha contattato per discutere delle politiche di Riduzione del Danno da Fumo negli Stati Uniti, che ha recentemente visto una nuova impennata del numero di fumatori nel corso del 2020 dopo un periodo di crescente calo nel consumo di sigarette convenzionali. La regolamentazione restrittiva sui prodotti alternativi alle sigarette combustibili, una campagna mediatica aggressiva, insieme a pregiudizi irragionevoli da parte dei legislatori, hanno infatti inferto un duro colpo alle opportunità offerte da questi prodotti.

Nonostante il nuovo presidente Joe Biden abbia recentemente inaugurato un nuovo approccio alla riduzione del danno, il paese ha ancora molta strada da fare per raggiungere una strategia completa ed efficace.

Con l’elezione di Biden alla Casa Bianca l’approccio alle politiche di Riduzione del Danno ha recepito alcuni dei consigli da parte degli esperti. Potrebbe bastare per iniziare a vedere una reale differenza anche per la Riduzione del Danno da Tabacco negli USA?

Il principale cambiamento negli Stati Uniti arriverà quando la Food and Drug Administration riconoscerà la sigaretta elettronica, i prodotti a tabacco riscaldato, e tutti gli altri devices senza combustione come “appropriati per la protezione della salute pubblica“. Questo potrebbe controbilanciare tutte le pressioni contro le Ecig e ristabilire la fiducia dei consumatori persa a causa della disinformazione. L’amministrazione Biden sembra favorevole all’istituzione di regole che riducano il livello di nicotina contenuto nelle sigarette convenzionali. La teoria è che ciò indurrebbe i fumatori a smettere completamente o a passare ad alternative più sicure. Tuttavia, se questa regolamentazione sarà mai approvata è poco chiaro cosi come poco chiare sono le conseguenze. Secondo alcuni, questo potrebbe favorire la creazione di un enorme mercato nero o spingere le persone a passare ad altri prodotti combustibili. Qualunque cosa accada, è fondamentale avere a disposizione un’ampia gamma di alternative a basso rischio per tutti i 34 milioni di fumatori americani ben prima che qualsiasi regola entri in vigore. Le alternative più sicure alla sigaretta tradizionale sono essenziali per il successo di una legge che veda una riduzione della nicotina.

Secondo lei “i divieti sullo svapo potrebbero spingere le persone a passare a prodotti combustibili”. Delle stime recenti hanno evidenziato come vi sia stato un aumento del consumo di sigarette convenzionali negli Stati Uniti durante il 2020, delineando la fine di un periodo di declino del numero di fumatori nel paese. È questo il caso?

C’è stata una diminuzione nei fumatori durante il biennio 2017-2019 e poi nessun calo nel 2020. È probabile che ci siano tre motivazioni principali alla base di questo fenomeno. In primo luogo, l’impatto di una falsa narrazione che ha veicolato il messaggio che la nicotina contenuta nelle sigarette elettroniche produca lesioni polmonari. Nonostante l’aumento dei casi di tale patologia sia stata causata da un agente di taglio aggiunto illegalmente ai liquidi di cannabis, la percezione del pubblico è stata che la responsabilità fosse da attribuire alla nicotina contenuta nelle sigarette elettroniche. In secondo luogo, dal 2019 in poi c’è stato un attacco a tutto campo contro lo svapo attraverso divieti, tasse, e disinformazione sui danni causati dalle Ecig. Terzo, non possiamo escludere l’effetto del coronavirus– forse le persone restando a casa hanno avuto la possibilità di fumare di più o magari lo hanno fatto per la situazione di forte stress e noia.

Perché la sigaretta elettronica è stata così osteggiata dai legislatori negli Stati Uniti nonostante le prove scientifiche sottolineino rischi minori per la salute rispetto alle sigarette convenzionali?

Nella seconda metà dell’ultimo decennio abbiamo assistito ad un’impennata nelle vendite di sigarette elettroniche che ha ridotto drasticamente le vendite di sigarette tradizionali. Questa “insurrezione” tecnologica è stata guidata dall’innovativo prodotto Juul, che combina una buona farmacocinetica della nicotina con un formato compatto e intuitivo. Negli Stati Uniti Juul stava contrastando in maniera efficace il commercio di sigarette combustibili fino a quando si è scatenata una paura generalizzata sull’uso di questi prodotti da parte dei giovani e giovanissimi. Per questo, le sigarette elettroniche sono state demonizzate attraverso un’enorme campagna mediatica anti-svapo che si è focalizzata sul divieto degli aromi, degli e-liquid, e sull’aumento delle tasse. Il processo normativo della FDA ha applicato un’ulteriore pressione asimmetrica, rendendo la vita difficile alle aziende di svapo e deviando le loro risorse verso la parte burocratica piuttosto che convertire i fumatori verso prodotti meno rischiosi. Infine, c’è stata un’enorme campagna di disinformazione che ha esacerbato rischi inesistenti delle sigarette elettroniche. Ad esempio, un focolaio di gravi lesioni polmonari negli Stati Uniti è stato attribuito allo svapo di nicotina, ma la vera causa era un agente tagliente aggiunto alle penne per vaporizzatori di cannabis (THC) – niente a che fare con lo svapo.

Gli Stati Uniti hanno sempre avuto una storia controversa nei confronti della riduzione del danno da tabacco e, in particolare, delle sigarette elettroniche come strumento efficace per smettere. Considerato il fallimento dei divieti e delle politiche restrittive finora seguite, quali dovrebbero essere le politiche che i responsabili politici a Washington dovrebbero adottare per ottenere un’efficace politica antifumo?

La FDA utilizza un processo di valutazione e autorizzazione caso per caso estremamente oneroso. Ciò comporta produrre una documentazione infinita per migliaia di prodotti quasi identici ed è così impegnativo da offrire enormi vantaggi alle aziende più grandi. Il giusto approccio alla regolamentazione fiscale dovrebbe essere una regolamentazione “proporzionata al rischio”, utilizzando standard e risultati generalizzati sul rischio delle diverse categorie di prodotti per fornire protezione ai consumatori. Ciò significa essere molto più severi con i prodotti combustibili ad alto rischio e concentrarsi sulle necessarie tutele dei consumatori per i prodotti a basso rischio. Ad esempio, tasse elevate sulle sigarette e tasse basse o nulle sulle sigarette elettroniche. Divieto di pubblicità di sigarette, ma controlli su temi e posizionamento di annunci di sigarette elettroniche. Avvertenze grafiche sulla salute sui pacchetti di sigarette, ma messaggi più sfumati che incoraggiano il passaggio al confezionamento delle sigarette elettroniche. La regolamentazione e la politica fiscale dovrebbero incoraggiare la migrazione da prodotti ad alto rischio a prodotti a basso rischio e incoraggiare l’innovazione nei prodotti a basso rischio, in modo che l’incentivo al passaggio si rafforzi nel tempo.

Eurispes: senza strumenti a rischio ridotto non possono diminuire i fumatori

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Eurispes

In occasione del World No Tobacco Day, celebrato lo scorso 31 maggio, l’Eurispes ha analizzato le abitudini di fumatori e svapatori, osservando l’andamento della percentuale di tabagisti negli ultimi 15 anni.

I tassi di fumatori non hanno mai subito un calo drastico e significativo: l’andamento è stato altalenante, senza mai riservare grosse sorprese. Ma quello che colpisce è che, secondo i dati dell’istituto di ricerca, oltre 11,5 milioni di fumatori non riescono o non vogliono proprio smettere: alla domanda diretta sullo smettere di fumare, circa il 21,9% (ovvero 1 fumatore su 5), risponde “assolutamente no.

Il 30,5% afferma che dovrebbe farlo ma non vuole e il 26,3% afferma che dovrebbe, ma non si ritiene in grado di abbandonare il vizio. Il 12,3% vorrebbe smettere, ma non nell’immediato futuro. Solo il 9% degli intervistati dichiara di avere intenzione di smettere nei prossimi 6 mesi.

Il commento del prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR

Durante l’intervista di Matteo Viviani al prof. Riccardo Polosa del 31 Maggio, diffusa in diretta LIVE sui canali social di LIAF, lo stesso Polosa ha affermato:

L’aumento del tabagismo e’ strettamente collegato al lockdown e alle preoccupazioni finanziarie delle persone. Lo abbiamo dimostrato anche con il questionario LIAF diffuso durante il periodo di chiusura totale in Italia. I governi hanno tenuto i tabacchini aperti in perché considerate attività essenziali. E questo non è altro che il risultato (atteso). Inoltre – ha aggiunto lo scienziato catanese – in Paesi in cui la sigarette elettronica risulta popolare (vedi Uk e Islanda) non si sono registrati aumenti significativi del tabagismo. Paesi che invece hanno implementato restrizioni severe allo svapo, hanno visto aumentare vertiginosamente il numero di tabagisti”.

Ma gli strumenti e le terapie offerti dalla sanità pubblica sono efficaci?

Se analizziamo i dati sullo zoccolo duro dei fumatori, quelli per intenderci che non ha intenzione di smettere, qualora decidano di approcciarsi a percorsi di cessazione, si trovano di fronte a soluzioni limitate: accanto i tradizionali farmaci e cerotti, non viene fornita infatti alcuna informazione su strumenti alternativi che possano gradualmente accompagnare il paziente in un percorso di cessazione.

Questo di traduce in dati concreti: la media annua di fumatori che si reca nei centri antifumo pubblici o convenzionati è inferiore ai 10.000 l’anno. Chi invece si rivolge direttamente a medici di medicina generale, si trova ad affrontare molto spesso una scarsa preparazione in materia: il 56,6% dei fumatori infatti non ha ricevuto alcun consiglio in merito dal proprio medico (il 31,5% dichiara, invece, di essere stato spronato a smettere di fumare e all’11,9% è stato suggerito di passare ad un prodotto meno dannoso).

Cosa consigliare dunque ai fumatori italiani?

Per l’Istituto di ricerca una soluzione esiste ed è rappresentata dai dispositivi a rischio ridotto, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato. Ma il principio della riduzione del rischio entra in conflitto con quello di precauzione, che sposta l’attenzione sui rischi relativi di questa categoria di strumenti. 

Molti paesi in Europa si stanno orientando verso alternative come le sigarette elettroniche – ha spiegato Polosa – stiamo assistendo al risultato di un’altra occasione mancata. Il No Tobacco Day doveva essere per le autorità italiane ed estere un occasione imprenscindibile per pronunciarsi a favore di una scelta che rappresenta un’alternativa salvavita. È chiaro che le terapie e l’approccio tradizionale non funzionano. Il dubbio generato dall’attesa nel valutare i rischi residuali delle sigarette elettroniche, ci sta facendo perdere tempo. E intanto le persone continuano a morire. Il focus deve essere spostato su fumatori, su chi ha bisogno, e non sul dibattito politico”.

Il panorama internazionale sempre di più si avvia ad accettare queste nuove terapie: in primis in Inghilterra, dove il dibattito sul vaping ha portato un gruppo in seno al Parlamento a minacciare di togliere i fondi all’OMS se non verranno modificate le norme sul fumo elettronico.

In Giappone, il fumo elettronico ha conquistato il 20% del mercato del fumo tradizionale. In Italia, secondo i dati Eurispes del 2019, gli utilizzatori, anche duali e occasionali di ecig, sono il 20,8% dei fumatori, mentre quelli dei prodotti a tabacco riscaldato il 7,2%.

La sigaretta elettronica e i prodotti a tabacco riscaldato rappresentano una concreta via per la cessazione. Smettere di fumare è una questione di vita o di morte. Esistono dati scientifici e prove a sostegno delle terapie di riduzione del danno. Perchè non accettarle? Noi di LIAF ci impegnamo quotidianamente a proporre la giusta informazione. È arrivato il momento di una presa di coscienza sull’argomento”, così ha concluso Ezio Campagna (presidente LIAF) durante il suo intervento per il No Tobacco Day catanese.

In occasione della Giornata mondiale contro il fumo, la Foundation for a Smoke Free World esorta i fumatori a smettere o passare a prodotti per la riduzione del danno

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NEW YORK, 28 maggio 2021 – A più di 30 anni dalla prima Giornata mondiale senza tabacco, ci sono ancora 8 milioni di decessi annuali attribuiti al consumo di tabacco e più di 1 miliardo di tabagisti nel mondo a riprova che fino ad oggi le politiche sanitarie non sono state adeguate. Le sfide che i fumatori devono affrontare quando cercano di smettere sono state ampiamente ignorate. Gli appelli e gli interventi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) affinché i fumatori smettano di fumare si sono rivelati abbastanza inefficaci e suggeriscono che abbiamo bisogno di nuovi approcci. L’innovazione tecnologica, sotto forma di riduzione del danno, offre una nuova via da seguire per i fumatori ed integra i classici sforzi per smettere di fumare.

In questo WNTD (31 maggio), la Fondazione esorta i fumatori adulti a impegnarsi a smettere di fumare le sigarette convenzionali e a masticare prodotti orali da tabacco e passare a una gamma crescente di alternative meno dannose a base di nicotina.

Dal mio coinvolgimento nel primo WNTD nel 1988, ci siamo concentrati sulla cessazione, spesso coinvolgendo i fumatori nello sviluppo di alternative per loro maggiormente efficaci. Troppe iniziative sono fallite solo perché non hanno considerato come molti fumatori nonostante vogliano smettere, non hanno opzioni che li attraggono a farlo“, ha dichiarato Derek Yach, Presidente della Foundation for a Smoke-Free World.Ci sono sempre più evidenze sull’efficacia di una vasta gamma di prodotti- tra cui le sigarette elettroniche, il tabacco da fiuto, i prodotti da tabacco riscaldato- che possano aiutare i fumatori a smettere o a ridurre sostanzialmente il loro consumo di sigarette combustibili. L’OMS, sostenuta da enti come quello di Bloomberg Philanthropies, finanziati con ingenti fondi, continua a ignorare le prove scientifiche, denigrando questi prodotti invece di promuoverne l’uso per salvare vite umane“.

In uno studio sul fumo di tabacco a livello globale pubblicato questa settimana su The Lancet, gli autori affermano: “Il controllo del tabacco è insufficiente in molti paesi del mondo” e “sono necessarie politiche basate sulle prove scientifiche per ridurre l’incidenza del fumo“. Tuttavia, non menzionano mai un ruolo per i prodotti per la riduzione del danno da tabacco (THR) come parte della politica di controllo del tabacco. Yach ha aggiunto: “Questo studio è stato finanziato da Bloomberg Philanthropies, che non supporta l’uso di prodotti THR come ausili per la cessazione. Questo è probabilmente uno dei motivi per cui non sono stati inclusi nel rapporto. Negare il valore e i benefici dei prodotti THR è irresponsabile e sminuisce sfacciatamente la ricerca che dimostra invece come possano essere efficaci nell’aiutare i fumatori a smettere”.

Il Royal College of Physicians (RCP) ha recentemente pubblicato un report sul Regno Unito, Smoking and health 2021: A coming age for tobacco control? a 60 anni dalla pubblicazione del primo rapporto al mondo sulla correlazione tra fumo e salute. L’RCP stima che se le politiche di riduzione del danno che sostenevano nel 1962 fossero state adottate, oggi non ci sarebbero più fumatori nel Regno Unito. Il nuovo studio chiede quindi ai medici di svolgere un ruolo più attivo nell’aiutare i loro pazienti tabagisti. RCP sostiene inoltre come “ la responsabilità per il trattamento dei fumatori spetta al medico che li cura e che il nostro NHS dovrebbe fornire interventi sistematici predefiniti“. L’RCP raccomanda quindi al governo britannico di investire in campagne mediatiche per sollecitare i fumatori a passare dalla sigaretta convenzionale alle sigarette elettroniche, meno dannose. I governi e i medici di tutto il mondo dovrebbero prestare attenzione ai loro consigli.

Un nuovo rapporto di BOTEC Analysis, una società di ricerca e consulenza in materia di politiche pubbliche, rileva che la disponibilità di sistemi alternativi regolamentati di rilascio della nicotina come le sigarette elettroniche e i prodotti del tabacco riscaldati (PTR), combinati con gli sforzi tradizionali di controllo del tabacco come le tasse sul tabacco , leggi antifumo e servizi per smettere di fumare, hanno contribuito a ridurre i tassi di fumo in diversi paesi. Il rapporto intitolato Investigating the drivers of smoking cessation: A role of alternative nicotine delivery systems ?, esamina le politiche in cinque paesi che sono stati a lungo considerati leader internazionali nel controllo del tabacco: Regno Unito, Canada, Australia, Corea del Sud e Giappone .

I principali risultati del BOTEC hanno presentato risultati interessanti nazione per nazione, tra cui:

Regno Unito: leader nel controllo del tabacco, il paese ha aiutato in modo proattivo i fumatori a passare alle sigarette elettroniche, che hanno dimostrato di essere più sicure del 95%. Sebbene il paese abbia imposto costi per l’acquisto di tabacco tra i più alti al mondo, il governo ha scelto di non tassare le sigarette elettroniche come prodotti del tabacco, rendendole meno costose. L’accesso alle sigarette elettroniche regolamentate sembra supportare anche i servizi per smettere di fumare.

Canada: dopo l’introduzione delle sigarette elettroniche nel 2018, c’è stato un calo significativo delle vendite di tabacco convenzionale. Poiché normative rigorose e prezzi più elevati si applicano più alle sigarette tradizionali che alle sigarette elettroniche, le tariffe per il fumo e gli acquisti di tabacco sono crollati, soprattutto tra i giovani canadesi. Tuttavia, il paese potrebbe essere pronto a invertire questi successi con proposte di regolamenti che implementerebbero una nuova tassa sulle sigarette elettroniche e limiterebbero il contenuto di nicotina degli e-liquid.

Australia: il paese è riuscito a incentivare la cessazione con una combinazione di avvertenze sanitarie, aumenti delle tasse e campagne pubblicitarie efficaci. Il governo ha implementato divieti de facto sui prodotti per la riduzione del danno, ma molti australiani continuano a utilizzare sigarette elettroniche contrabbandate e non regolamentate, segnalando il desiderio di smettere o ridurre il fumo.

Corea del Sud: il paese ha più di 250 centri sanitari pubblici che forniscono servizi clinici completi, tra cui consulenza, prescrizione di farmaci, terapia sostitutiva della nicotina e follow-up di messaggi di testo/e-mail. In 6 mesi, più di 800.000 fumatori maschi adulti hanno utilizzato queste cliniche con una percentuale stimata di abbandono della sigaretta convenzionale del 46,8%. Nonostante la posizione di disapprovazione del governo sudcoreano nei confronti delle Ecig, sia le sigarette elettroniche che i prodotti a tabacco riscaldato sembrano favorire la cessazione.

Giappone: sebbene il Giappone abbia imposto un’accisa sulle sigarette e vietato le sigarette elettroniche contenenti nicotina, i prodotti a tabacco riscaldato (PTR) sono ampiamente disponibili e sempre più popolari. Inoltre, la diffusione degli PTR sembra essere causalmente associata a una riduzione della domanda di sigarette combustibili. Tuttavia, una mancanza di distinzione normativa tra prodotti a tabacco riscaldato e sigarette combustibili sembra limitare il numero di fumatori che passano all’uso esclusivo, quindi il loro effetto sulla cessazione può essere attenuato, riducendo così il potenziale dei PTR per aiutare a smettere di fumare.

BOTEC Analysis è uno dei tanti beneficiari della Foundation for a Smoke-Free World che stanno guidando la ricerca al fine di scoprire nuove soluzioni per combattere questa epidemia di salute globale. La Fondazione collabora con altre organizzazioni non profit e governative per promuovere la scienza della cessazione del fumo e della riduzione del danno. La Fondazione sostiene anche lo sviluppo di prodotti e metodi alternativi che possono ridurre i rischi per la salute di un fumatore e aiutarlo a smettere del tutto di fumare.

Alla luce del miliardo di tabagisti che continuano a fumare, si può presumere che il mondo abbia fatto pochi progressi dalla prima WNTD tre decenni fa. Eppure, dal punto di vista scientifico e tecnologico, stiamo assistendo ad un profondo cambiamento. Come risultato della ricerca e dello sviluppo tecnologico, ora disponiamo di prodotti per la riduzione del danno che potrebbero porre fine alle morti e alle malattie causate dal tabacco. Tuttavia, l’innovazione si traduce in vite salvate solo quando i fumatori hanno accesso all’intera gamma di opzioni di cessazione e riduzione del danno. Così, nello stesso modo in cui la Fondazione invita i fumatori a smettere, invita anche i responsabili delle politiche e i medici ad abbracciare gli strumenti che li aiuteranno a farlo.

Covid-19 e fumo: la pandemia potrebbe diventare un’opportunità per migliorare le politiche di THR in India?

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A heath worker in protection suit takes nasal swab sample of a woman to test for COVID-19 in a house in Gauhati, Assam, India, Monday, May 17, 2021. (AP Photo/Anupam Nath)


Con l’India che arranca nel far fronte ad una pandemia che ha già causato centinaia di migliaia di vittime nel Paese, è tempo di ripensare l’approccio alla sanità pubblica da parte di New Dehli.

Liaf Magazine ne parla con Vivan Sharan, economista ed esperto di politiche pubbliche e mercati internazionali. È l’autore di “Wonked!: India in Search of an Economic Ideology“.

Uno studio recente ha confermato che i fumatori hanno maggiori probabilità di sviluppare sintomi gravi o morire a causa di COVID-19. In che modo questa situazione sta influenzando la risposta del governo indiano alla pandemia?


Esiste un solo studio di questo tipo nel contesto locale. Il CSIR-Institute of Genomics and Integrative Biology (IGIB) del governo, Delhi, ha condotto uno studio per valutare l’impatto del Covid-19 sui fumatori e ha scoperto che “sono a minor rischio di contrarre il coronavirus a causa della bassa sieropositività“.

Tuttavia, il governo indiano ha adottato alcune misure per controllare il consumo di tabacco durante la pandemia di Covid-19. Questi includono la chiusura di negozi / punti vendita al dettaglio di tabacchi, multe per i fumatori senza maschera nei luoghi pubblici e la chiusura di sale fumatori al coperto negli esercizi commerciali.

Da una prospettiva macro, l’elevato numero di pazienti che mostrano sintomi gravi e richiedono cure intensive (ricovero in ospedale, ossigeno) ha travolto le infrastrutture mediche in tutto il paese. I vari livelli del governo (centrale, statale e locale) hanno lavorato duramente per costruire più ospedali da campo e alleviare i colli di bottiglia delle forniture per garantire la consegna tempestiva di bombole di ossigeno e medicinali.

Vivan Sharan


Poiché l’India sta affrontando una delle peggiori crisi sanitarie degli ultimi decenni, questo potrebbe promuovere un nuovo approccio per frenare altri problemi di salute nel paese come il fumo e le malattie legate al fumo?


La mancanza di investimenti e finanziamenti adeguati per l’assistenza sanitaria pubblica in breve diventerà una seria questione politica poiché i cittadini chiederanno responsabilità al governo. È probabile che nuove misure come la ricerca, la diagnosi precoce e la telemedicina vengano adottate per affrontare i problemi di salute derivanti dal fumo e dal consumo di tabacco. L’attuale crisi sanitaria spingerà una maggiore azione politica da parte del governo, nonché delle istituzioni mediche e di ricerca per cercare nuovi approcci per affrontare i problemi di salute pubblica, per le malattie trasmissibili e non trasmissibili.

La pandemia potrebbe diventare un’opportunità per migliorare le politiche di riduzione del Danno da Fumo in India?


Le criticità nelle infrastrutture sanitarie pubbliche dell’India si manifestano con la mancanza di accesso ai farmaci essenziali, nell’elevato costo di accesso alle cure mediche e nella scarsa assistenza medica secondaria e terziaria per le persone nelle aree rurali. Inoltre, una sfida significativa è ormai la mancanza di decisioni del governo basate su prove scientifiche, che ha provocato una grave incertezza politica.

Sebbene le politiche di Riduzione del Danno da Fumo non rappresentino al momento un obiettivo prioritario per il governo è probabile che nuovi approcci che si ancorino a principi di accesso a basso costo alla sanità, insieme alla definizione di piani di sviluppo ben definiti e basati sulla scienza, possano fornire opportunità per migliorare questo tipo di politiche in India.

La primavera del sesso: perchè accendiamo una sigaretta subito dopo?

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sesso e fumo sigaretta

Con l’equinozio di primavera, caduto il 20 marzo, si è entrati ufficialmente nella primavera, la stagione del risveglio, celebrata nell’antica Roma durante le festività chiamate Floralia, e dedicate alla dea Flora.

Giornate più lunghe, più luce solare e ormoni in risveglio grazie all’aumento della dopamina: ergo, un risveglio del piacere di accompagnarsi al proprio partner.

Secondo uno studio norvegese, sarebbero più le donne a percepire un’intensità diversa nel desiderio sessuale, a differenza degli uomini, la cui produzione di testosterone sarebbe costante per tutto l’anno. Avviene solo nelle fredde lande del nord o è vero anche nel nostro bel Paese?

Ma soprattutto, come mai molti si accendono una sigaretta dopo aver fumato?

Dammi mille baci, poi cento/poi ancora mille, poi di nuovo cento..” declamava Catullo per la sua Clodia. Un atteggiamento controtendenza rispetto a molti uomini italiani che, finito di fare l’amore, sono scarni di affettuosità verso le proprie compagne. Per non parlare di chi decide di accendersi una sigaretta.

Lamentela giunta anche all’orecchio del Prof. Emmanuele Jannini, ordinario di Endocrinologia e Sessuologia Medica all’Università di Roma Tor Vergata, con cui abbiamo cercato di capire quanto l’abitudine di accendersi una sigaretta dopo il sesso in realtà non sia proprio così salutare e rilassante.

Professore, il risveglio della primavera: c’è più voglia di fare sesso e anche più voglia di fumare?

Speriamo di no. Soprattutto perchè la primavera è anche il momento dei pollini e dell’asma e se ci aggiungiamo anche il fumo diventa un’idea estremamente stupida. Anzi la primavera, proprio perché c’è il desiderio di fare l’amore e stare assieme, è il momento ideale per smettere. Sappiamo infatti quanto il fumo, in particolare quello di sigaretta, sia estremamente pericoloso per la salute sessuale.

Perchè nell’immaginario collettivo, l’imagine è quella di accendere una sigaretta dopo il sesso?

Intanto è una immagine hollywoodiana, molto “machista”, con questo cowboy della Marlboro che in realtà sappiamo essere un impotente, proprio perché grande fumatore. Inoltre la sigaretta viene vissuta da molti fumatori come un elemento di distensione e rilassamento: ma se un atto già di per sè estremamente rilassante e piacevole ha bisogno di ulteriore rilassamento significa sostanzialmente che non è stato fatto tanto bene.

Quel gentiluomo che si accende la sigaretta subito dopo, a parte che non è educato perché insulta con il fumo passivo la compagna, è estremamente sbagliato come gesto: sostituirei l’accendersi una sigaretta con un abbraccio, considerando che moltissimi sono gli uomini che, nel periodo in cui non sono più eccitabili, si abbandonano ad altre cose e non continuano l’atto sessuale con quelle modalità che sono estremamente essenziali e molto apprezzate in ambito femminile.

Ci sono donne, molte mie pazienti, che lamentano proprio del fatto che i loro compagni siano refrattari nel momento in cui smettono di fare l’amore. La sigaretta rappresenta un vero e proprio distacco.

Il sessuologo Prof. Emmanuele Jannini

Dunque, quello che si guadagna nell’atto e nella piacevolezza, lo perdiamo accendendo una sigaretta?

Ed è la garanzia di non farlo la seconda volta dal momento in cui la sigaretta provoca una vasocostrizione, contraria a quella vasodilatazione che è necessaria per avere una nuova erezione, svolgendo dunque una specifica azione anti-sessuale. Toglie oltretutto ossigeno all’endotelio, che è l’organo sessuale per eccellenza.

Noi non lo sappiamo, ma facciamo l’amore con l’endotelio, perché è quello che permette l’erezione e la lubrificazione nella donna. La sigaretta invece provoca una incapacità a ripetere l’atto.

C’è un esperimento molto carino che faccio con i miei pazienti: chiedo ai fumatori che vengono da me per fare il doppler al pene, di rimanere cinque ore senza fumare. All’esame, si osserva una circolazione di sangue scarsa, ma sufficiente. Subito dopo, si recano in bagno a fumarsi una sigaretta e dopo soli cinque minuti il loro doppler è praticamente azzerato: i pazienti vedono così con i loro occhi l’effetto della sigaretta sul loro pene.

Sotto tutti i punti dei vista accendersi una sigaretta è una scelta stupida: per le conseguenze sull’asma, per l’identificazione con un simbolismo che non ha senso di esistere e perché non si può rifare sesso ancora.

Abbiamo dati sulle differenze in termini di erezione tra vaping e sigarette convenzionali?

Non ancora. Stiamo cercando di stimolare la ricerca in questa direzione. Posso dirle che la Società Italiana di Andrologia e di Medicina della Sessualità ha prodotto un documento pubblicato che dice specificamente che quando il focus è sulla performance sessuale e sulla salute sessuale in generale, la terapia è di eliminare qualsiasi tipo di tabacco in qualsiasi forma.

Quando abbiamo soggetti refrattari che non cessano comunque l’uso il tabacco, nella logica della riduzione del danno, la società italiana si è pronunciata a favore dell’utilizzo di soluzioni a rischio ridotto, ovviamente in quei soggetti in cui è impossibile agire diversamente.

Cliff Douglas: “Il mio consiglio all’OMS è quello di dire la verità”

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In un comunicato stampa dal titolo “Smetti di fumare per essere un vincitore”, l’OMS ha ribadito la propria posizione anti-svapo in vista del No Tobacco Day 2021. Ha inoltre denunciato come l’industria del tabacco – che promuove le sigarette elettroniche come valida alternativa per smettere di fumare – utilizzi strategie di marketing per catturare l’attenzione dei più giovani.

“Dobbiamo essere guidati dalla scienza e dagli studi scientifici, non dalle campagne di marketing dell’industria del tabacco, la stessa industria che si è impegnata per vendere prodotti che hanno ucciso centinaia di milioni di persone”, ha affermato il direttore generale dell’OMS, il Dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus“Le sigarette elettroniche generano sostanze chimiche tossiche, che sono state collegate a effetti nocivi sulla salute come malattie cardiovascolari e disturbi polmonari”.

Più di 8 milioni di persone nel mondo muoiono ogni anno per cause legate al fumo. In questo contesto, dovrebbe essere impensabile che la principale organizzazione mondiale per la sanità pubblica abbia un approccio così ostile. 

Soprattutto quando i paesi che hanno assistito ad alcune delle maggiori riduzioni dei tassi di fumo hanno abbracciato strategie di riduzione del danno con successi già ampiamente dimostrati.

Il Giappone, ad esempio, ha registrato un calo di oltre il 40% nelle vendite di sigarette negli ultimi anni, in gran parte a causa dell’adozione su larga scala da parte della popolazione di prodotti che riducono l’esposizione a sostanze chimiche dannose rispetto alle sigarette. Altri esempi degni di nota includono i bassi tassi di cancro ai polmoni della Svezia che ha approvato l’uso dello snus e l’incoraggiamento del Regno Unito a svapare invece di fumare. Il servizio sanitario nazionale del Regno Unito è arrivato al punto di distribuire vaporizzatori gratuiti ai fumatori, una nuova sperimentazione che mira ad aiutare il maggior numero di fumatori possibili, distribuendo negli ospedali uno starter pack per il vaping.

Nel frattempo negli Stati Uniti, dove i tassi di svapo giovanile sono diminuiti, gli studi continuano a contrastare l’idea di un’epidemia di svapo adolescenziale.

“Lo svapo ha già funzionato per molti milioni di fumatori e molti esperti dell’Harm Reduction concordano sul fatto che un approccio sistemico alla riduzione del danno da tabacco potrebbe salvare la vita di centinaia di milioni di fumatori”, Clive Bates, esperto di controllo del tabacco ed ex direttore di Action on Smoking and Health (UK), ha dichiarato a Filter“Invece, i burocrati sanitari dell’OMS ignorano questa enorme opportunità”.

Man mano che la letteratura scientifica sui prodotti a rischio ridotto si rafforza, l’OMS sembra assumere una posizione sempre più insistente contro di loro, invece di accettare le opzioni che sembrano funzionare in diversi paesi in tutto il mondo.

“L’OMS afferma del tutto erroneamente, che il passaggio dal fumo di sigaretta, di gran lunga la principale causa di morte prematura e disabilità, a sigarette elettroniche molto meno dannose – non significa smettere di fumare”. Questo il commento di Cliff Douglas, direttore della University of Michigan Tobacco Research Network e ex vice presidente per il controllo del tabacco dell’American Cancer Society, che ha dichiarato al giornale internazionale Filter.

“La demonizzazione della nicotina da parte dell’OMS in questo modo sembra essere un tentativo di caratterizzare tutti i prodotti del tabacco come più o meno ugualmente dannosi, il che non potrebbe essere più sbagliato”, ha detto Douglas. “Il mio consiglio all’OMS è solo quello di dire la verità.

Royal College of Physicians: inaugurare una nuova fase nella lotta al tabagismo

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A quasi 60 anni dal primo rapporto del Royal College of Physicians sulla correlazione tra tabacco, fumo e salute, un nuovo rapporto dell’eminente centro di studi britannico esamina i progressi compiuti dal Regno Unito in vista del nuovo Piano nazionale anti-fumo.

Troppe generazioni nel Regno Unito sono state, e continuano ad essere, affette dalla dipendenza dal fumo di sigaretta. Per garantire che i nati oggi vivano la loro vita senza tabacco, dobbiamo prendere le misure necessarie per rendere il fumo obsoleto”

“In un’epoca storica in cui la medicina dimostra di essere in grado di risolvere qualsiasi crisi sanitaria che si presenti, questa è la nostra opportunità per fare della dipendenza da fumo e tabacco una storia del passato.” Così il Presidente del Royal College of Physicians Andrew Goddard a commento del rapporto.

Scritto da esperti provenienti da diversi settori e approvato dal Consiglio RCP, questo rapporto di 150 pagine fornisce un resoconto completo di tutti gli aspetti correlati al tabagismo nel Regno Unito. Attraverso i dieci capitoli del report si esaminano meticolosamente le varie dinamiche collegate al fumo nel Paese. Dagli effetti delle misure di controllo del tabacco alle conseguenze della promozione e le azioni di lobbying da parte delle aziende produttrici di sigarette.

Il fumo di tabacco è una piaga per la salute e la società. Le malattie tabacco-correlate, le morti premature, insieme al costo economico sul sistema nazionale a causa del consumo di tabacco toccano tutte le comunità del Regno Unito e sono tipicamente concentrate nelle zone più svantaggiate e vulnerabili della nostra società.”

“Per garantire che i nati oggi vivano la loro vita senza tabacco, dobbiamo adottare tutte le misure necessarie per rendere il fumo obsoleto” ha commentato Sanjay Agrawal Presidente del RCP Tobacco Advisory Group e Professore di Medicina Respiratoria dell’Università di Leicester.

Il report “Smoking and Health 2021: a coming of age for tobacco control” indica senza mezzi termini che- nonostante l’abbattimento del 75% nel numero totale di fumatori dagli anni ’60 ad oggi- il fumo da sigaretta sarebbe già stato eradicato se si fossero seguite alla lettera le politiche sostenute dal RCP nel 1962.

Tra le raccomandazioni, si sottolinea l’assoluta necessità di agire in tutte le dieci aree d’azione descritte minuziosamente dallo studio. In particolare, gli specialisti consigliano un azione globale che abbracci contemporaneamente le priorità descritte non limitandosi solo a misure sanitare che da sole non sarebbero sufficienti per ottenere un risultato a 360 gradi.

A questo proposito il report contiene raccomandazioni sulla politica fiscale, le best practises per eliminare la pubblicità di sigarette da parte dei media, le priorità da seguire per il trattamento della dipendenza da tabacco, la realizzazione di campagne globali per la cessazione, fino ad arrivare allo stabilire una età legale minima per la vendita di prodotti a base di tabacco.

Turchia: l’esempio da non seguire per smettere di fumare

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In Turchia un uomo ha architettato un modo curioso per smettere di fumare ed ha costruito una gabbia che indossa sul capo quando non è in casa per evitare, così, di portare le sigarette alla bocca. Questo avviene ogni giorno, prima di andare al lavoro e dopo aver lasciato la chiave del suo aggeggio a sua moglie e ai suoi figli.

La notizia viene ripresa da Ladbible.com che sottolinea come la decisione sia arrivata dopo che l’uomo, di nazionalità turca, si è reso conto di aver fumato due pacchetti di sigarette ogni giorno da quando aveva 16 anni. Da quando suo padre è morto di cancro ai polmoni, Ibrahim ha quindi deciso che fosse ora di smetterla per la sua salute e per guardare la sua famiglia crescere.

Secondo l’International Business Times, i suoi precedenti tentativi di liberarsi dall’abitudine sono sempre falliti, motivo per cui sua moglie lo sostiene, nonostante fosse inizialmente imbarazzata dalla prospettiva.

La cattiva abitudine del fumo può portare, pur di riuscire nell’intento di eliminarla definitivamente, a metodi troppo estremi come questo concepito in Turchia.

Noi di LIAF vi invitiamo a non prendere in considerazione né tantomeno come esempio da seguire un gesto così aggressivo e vi consigliamo di entrare nel mondo della smoking cessation adottando soluzioni diverse. Negli ultimi anni, l’avvento dei dispositivi a rischio ridotto ha riscontrato un enorme successo e ha dimostrato grande efficacia di risultati, aiutando migliaia di persone a smettere di fumare definitivamente. 

Affidarsi ad un consulente antifumo è il primo step. La consulenza specifica di un esperto di smoking cessation consente di uscire dal tabagismo scegliendo la soluzione più adatta alle singole esigenze di ciascuno e assicura un più veloce raggiungimento dell’obiettivo.