sabato, Dicembre 28, 2024
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Cochrane: ecig più efficaci per smettere di gomme e cerotti

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COCHRANE REVIEW

L’ultimo aggiornamento della famosa Cochrane review conferma che le sigarette elettroniche contenenti nicotina possono aiutare i fumatori a smettere più che le altre terapie sostitutive, come gomme e cerotti.

La revisione Cochrane rappresenta un punto di riferimento per quanto riguarda la ricerca applicata al fumo elettronico e all’uso dei dispositivi di nuova generazione contenenti nicotina. Lo scopo della review è quello di analizzare i dati disposizione sull’efficacia, e la relativa sicurezza, dell’uso delle sigarette elettroniche con nicotina per raggiungere una cessazione nel lungo periodo, rispetto alle terapie tradizionali sostitutive o rispetto le sigarette elettroniche prive di nicotina.

Nell’ultimo aggiornamento della revisione, rilasciato ad inizio del 2024, sono stati inseriti 10 nuovi studi, per un totale di 88 analizzati: i partecipanti complessivi salgono a 27.235 e gli studi randomizzati controllati diventano 47. 

Aumentare il numero di studi inclusi non significa semplicemente confermare le stesse evidenze rilasciate a novembre, ma anche aumentare il grado di certezza delle stesse: le prove confermano che i tassi di cessazione derivanti dall’uso delle sigarette elettroniche con nicotina sono più alti rispetto all’uso di gomme o cerotti o agli stessi dispositivi privi di nicotina.

Degli studi inclusi, i ricercatori hanno valutato 10 a basso rischio di bias in generale, 58 ad alto rischio in generale (compresi tutti gli studi non randomizzati) e il resto a rischio non chiaro.

Inoltre, non viene rilevato alcun effetto collaterale serio derivante dall’uso delle sigarette elettroniche. I ricercatori concludono però che, considerando che il follow-up più lungo ha avuto durata di due anni, sono necessari ulteriori studi che permettano di confermare con certezza le prove pubblicate.

Per ulteriori informazioni, è possibile leggere l’ultima versione della revisione a questo link.

10 buoni propositi per dire addio al fumo nel 2024

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fumo buoni propositi

Il rientro dalle festività natalizie porta solitamente una ventata di energia che predispone al cambiamento e alla realizzazione nei nostri propositi: perchè quindi non impiegarle per dire addio al fumo?

Non è più una curiosità che il termine Gennaio debba il proprio nome alla divinità IANUS, dal termine latino IANUS, il dio romano Giano, un essere bifronte preposto alle porte e ai ponti.

La doppia faccia del dio indica la possibilità sia di salutare l’anno che passa sia di predisporsi al futuro e ai cambiamenti che decidiamo di attuare.

La consapevolezza di dover cominciare un nuovo ciclo spesso viene associata alla necessità di apportare una svolta concreta nelle nostre abitudini e nella nostra quotidianità, in primis per ciò che riguarda una delle grandi minacce alla nostra salute, il fumo.

La sigaretta rappresenta un nemico per oltre un miliardo di persone nel mondo ed è in cima alla lista delle cause prevedibili di morte in tutto il mondo. Ma perché smettere è così difficile?

Intaccare la ritualità dei propri gesti è un percorso tortuoso, fatto di tanti passi falsi: ecco perché, molto spesso, iniziare a gennaio un percorso di cambiamento può aumentare le chance di riuscita.

Ma quali sono i buoni propositi da mantenere per riuscire ad uscire efficacemente dal fumo?

1) Fissare degli obiettivi realistici

Costruire un percorso giornaliero, piuttosto che avere in mente un unico grande obiettivo finale, può significare fare la differenza tra riuscita e fallimento. “Smettere di fumare” indica un traguardo irrealistico nel breve periodo: perché non fissare una data entro il quale diminuire gradualmente o intraprendere un percorso con un professionista?

2) Dedicati del tempo

La motivazione e la riuscita di un piano sono una diretta conseguenza della salute mentale e del benessere psicofisico. Concentrarsi su quello che ci fa stare bene significa trovare le energie e le forze per intaccare le cattivi abitudini.

3) Fai sport o dedicati alle tue passioni

La ritualità e l’abitudine sono principali nemici del cambiamento. Usiamo il nostro tempo libero per distrarci e ricaricarci attraverso attività alternative.

4) Costruisci un dialogo fruttuoso con le persone che ti circondano

I cambiamenti rappresentano momenti difficili da affrontare e spesso gli ostacoli, se affrontati in solitaria, diventano montagne insormontabili. Abituiamoci al confronto, cerchiamo il sostegno degli affetti o di chi ha già approcciato un percorso simile al nostro. In questo caso, i social media o le app possono abbattere le barriere geografiche, permettendoci di trovare un appiglio all’infuori del nostro sistema.

5) Conosci il percorso

Non esiste un percorso univoco quando si decide di smettere di fumare.Sapere a cosa si va incontro significa essere preparati. La prima settimana rappresenta uno degli scogli più duri: tenete a mente che ogni giorno senza fumo consiste in miglioramento tangibile per la nostra salute. Già in poche settimane infatti vengono ripristinati olfatto e gusto, seriamente danneggiati dalla sigaretta.

6) Cercare l’aiuto di un esperto

Gli esperti della cessazione possono costruire un percorso ad hoc sulla nostra persona e sulle nostre abitudini, magari predisponendoci anche a soluzioni alternative che tengano in considerazione le strategie di riduzione del danno.

7) Staccare la mente dallo stress

Ansia e negatività sono nemici del successo di un qualsiasi percorso. Allontana le situazioni potenzialmente negative.

8) Documentati su quali sono i danni da fumo

Smettere di fumare abbassa moltissimo il rischio di cancro, di infarto e di ictus. Una mamma in gravidanza, smettendo, difende il suo bambino/a prevenendo il rischio di aborto, di nascita prematura o di sottopeso alla nascita. Chiunque assuma farmaci per svariate ragioni ha interesse a non fumare poiché le sigarette abbassano l’efficacia di azione delle medicine in maniera molto significativa: vale ad esempio per ipertesi, diabetici, iperuricemici ecc. In generale, il fumo mina la salute sia nel breve che nel lungo periodo.

9) Valutare le strategie di riduzione del danno

I dispositivi elettronici a rilascio di nicotina possono rappresentare una soluzione per i fumatori più resistenti e per tutti coloro che potrebbero non trovare un aiuto nelle terapie farmacologiche o assistenziali classiche: le ecig e i prodotti a tabacco riscaldato, infatti, lasciano invariate le ritualità connesse al fumo, ma con una drastica riduzione dell’assunzione e inalazione dei prodotti cancerogeni della combustione. È sempre bene informarsi e chiedere agli esperti quando si valutano tali soluzioni, per uscire definitivamente della dipendenza da nicotina.

10) Segui i riferimenti e gli appuntamenti più importanti della LIAF

La comunità rappresenta un vantaggio nei percorsi di cessazione. La LIAF promuove svariate attività e collaborazioni che possono fornire la conoscenza e gli strumenti adeguati per valutare un percorso di uscita dalla dipendenza da nicotina. Ricordiamo inoltre che il Telefono Verde contro il Fumo (TVF) 800-554088, numero presente sui pacchetti di sigarette, è un servizio nazionale, anonimo e gratuito, promosso dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD). Attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 16:00.

È importante ricordare che sempre più evidenze scientifiche confermano che una vita senza fumo è sinonimo di salute e longevità. Al CoEHAR, il centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania, vengono portati avanti innumerevoli progetti internazionali che indagano gli effetti della sostituzione del fumo con i dispositivi elettronici e della cessazione totale dal fumo di sigaretta.

Tra questi ricordiamo:

  • Il progetto DIASMOKE,  che ha valutato il cambiamento nei parametri del sistema cardiovascolare tra i fumatori affetti da diabete mellito di tipo 2. Un gruppo di ricerca internazionale che è recentemente intervenuto per modificare le linee guida nel trattamento dei pazienti affetti da questa patologia, rivolgendosi direttamente all’American Diabetes Asociation.
  • REPLICA, uno dei progetti di maggior successo del centro di ricerca catanese. Il team di replica rappresenta una realtà di eccellenza nel campo della ricerca applicata al danno da fumo: le più recenti evidenze di Replica, oltre ad avere settato nuovi standard metodologici, hanno dimostrato la ridotta citotossicità dell’aerosol delle sigarette elettroniche rispetto al fumo di sigaretta e di conseguenza il danno minore prodotti dai dispositivi alternativi a rilascio di nicotina.
  • IN SILICO SCIENCE, un progetto che si occupa di condurre revisioni sistematiche sugli effetti cardiovascolari, respiratori e relativi all’aumento di peso della sostituzione del fumo con i dispositivi elettronici. Seconde le ricerche, l’uso di tali strumenti non causerebbe danni ulteriori al sistema cardiovascolare o respiratorio rispetto al fumo di sigaretta 
  • SMILE STUDY, un progetto che ha valutato l’impatto sulla salute del cavo orale e l’estetica del sorriso tra i fumatori. Secondo i dati a disposizione, non solo il fumo di sigaretta rappresenterebbe un fattore di rischio elevato per l’insorgere di patologie a danno del cavo orale, ma comporterebbe problematiche estetiche di notevole impatto come un sorriso ingiallito e un alito cattivo. L’utilizzo dei prodotti elettronici migliorerebbe le situazioni negative indotte dal fumo e rappresenterebbe una spinta motivazionale ulteriore

Cosa aspetti, gennaio è il mese giusto per pensare di smettere di fumare definitivamente!

ECLAT: 100.000 visualizzazioni per lo studio che segnò il futuro della THR

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Il fumo è il principale fattore di rischio per la salute a livello mondiale. E oltre ad essere una piaga mortale è anche una piaga economica con un impatto fortissimo in termini economici. Nonostante i progressi nelle politiche di contrasto, il fumo continua a rappresentare una sfida significativa per la salute pubblica ed un tema di interesse globale. Una imponente letteratura scientifica ha ormai dimostrato tangibilmente che le sigarette elettroniche e tutti gli strumenti privi di combustione, possono ridurre il danno fumo correlato fino al 95% rispetto al fumo di sigaretta convenzionale.

Ma da dove ha avuto inizio questo filone di ricerca?

In pochi sanno che il primo e più importante studio fatto su una sigaretta elettronica è nato proprio a Catania 10 anni fa, quando nel Centro Antifumo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania il gruppo di ricerca guidato dal prof. Riccardo Polosa dell’Università di Catania decise di valutare l’utilizzo delle sigarette elettroniche su un campione di fumatori che stavano iniziando un percorso di cessazione. Fu proprio allora che Polosa, insieme al prof. Pasquale Caponnetto, intuirono le potenzialità dello strumento e la validità dei protocolli di ricerca.

Nell’estate del 2013, dopo due anni tra arruolamenti e follow-up, vede la luce il primo studio randomizzato controllato sulla sigaretta elettronica. Lo studio ECLAT. Uno studio epocale che forniva per la prima volta l’evidenza che la sigaretta elettronica poteva aiutare a smettere di fumare, anche in coloro che non avevano nessuna voglia di smettere.

Lo studio ECLAT diventa successivamente fonte di ispirazione per ricercatori di mezzo mondo. Già allora, nonostante le limitazioni tecniche dei prodotti da svapo di quel periodo, lo studio dimostrò che alla 52a settimana, l’8,7% dei fumatori che utilizzavano la sigaretta elettronica smetteva di fumare, laddove il 10.3% riduceva il consumo di sigarette tradizionali di almeno il 50%. Inoltre, il 73,1% di chi aveva smesso, non risultava utilizzare nemmeno la sigaretta elettronica a fine studio.

Anche se questi dati oggi potrebbero apparire modesti, è un dato di fatto che lo studio ECLAT sia stato precursore di un filone di ricerca che oggi vede impegnati migliaia di ricercatori in tutto il mondo, segnando un significativo cambio di rotta nella scienza della Riduzione del Danno.

Negli anni, i prodotti senza combustione sono cambiati sia nella forma, sia nel contenuto ma l’obiettivo è rimasto lo stesso: rendere l’esperienza simile a quella del fumo ma cercando di ridurre al massimo i contenuti più dannosi, in primis gli effetti generati dalla combustione. ​Oggi la revisione della letteratura di Cochrane – che incorpora anche lo studio ECLAT – conferma quanto veniva affermato a Catania già dieci anni fa: le sigarette elettroniche sono efficaci nella lotta al fumo. 

In occasione dei 10 anni da questo primo traguardo scientifico, oggi lo studio ECLAT pubblicato su PlosOne conta più di 100.000 visualizzazioni.

Per il prof. Polosa: “Se vogliamo cancellare definitivamente la storia del fumo dobbiamo continuare con la ricerca, incentivando l’innovazione continua e gli studi di valutazione. La riduzione del danno può e sta già salvando milioni di vite. La strada è quella giusta e va percorsa sino alla fine

Francia: piano antifumo preannuncia nuove restrizioni

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Francia antifumo

Il ministro della salute francese Aurélien Rousseau annuncia le nuove misure antifumo che entreranno in vigore da qui al 2027: no al fumo nelle spiagge, vicino alle scuole, nei parchi pubblici e nelle foreste. Previsti aumenti nel costo dei pacchetti di sigarette

Il ministro della salute Aurélien Rousseau ha deciso che, per la Francia, è giunto il momento di inasprire le norme che regolamentano il fumo su tutto il territorio.

Complice un sostanziale arresto del calo del numero di fumatori nel paese, il ministro ha deciso di estendere il divieto di fumo ad aree pubbliche come parchi, foreste, spiagge e nelle pertinenze delle scuole, sostanzialmente estendo a livello nazionale le norme che molti comuni avevano già adottato nei diversi dipartimenti.

Il divieto di fumo sarà ormai la norma“, ha dichiarato Rousseau, che ha annunciato un aumento nel costo del pacchetto di sigarette che sfiorerà i 13 euro entro il 2027.

Lo scopo è quello di creare in Francia “la prima generazione senza tabacco entro il 2032” e impedire ai giovanissimi di avere accesso al fumo. Per farlo, il ministro ha annunciato una stretta alla vendite delle sigarette elettroniche usa e getta, nonostante i dati dimostrino un sensibile calo nei tassi sul fumo in questa fascia di età particolarmente a rischio.

Plos biology premia la ricerca del CoEHAR 

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database coehar

Ogni anno, il database redatto dai ricercatori della Stanford University e condiviso su Plos Biology pubblica una lista dei ricercatori più rinomati in diversi campi della scienza. Quest’anno, sono ben 20 i membri del CoEHAR inseriti in graduatoria 

La ricerca scientifica di qualità rappresenta uno dei punti di forza del CoEHAR, il centro per la ricerca applicata al danno da fumo nato in seno all’Università di Catania. Ad oggi, il CoEHAR vanta collaborazioni sia con ricercatori affermati dell’ateneo catanese, sia con docenti afferenti ad altre università e collaboratori sparsi in diversi laboratori in tutto il mondo.

Come ogni anno, Elsevier e Plos Biology pubblicano l’aggiornamento del database October 2023 data-update for Updated science-wide author databases of standardized citation indicators” riservato ai migliori 100.000 ricercatori di tutto il mondo: gli scienziati inclusi vengono divisi in 22 campi scientifici diversi e ulteriori 176 sottocategorie.

Per stilarlo, vengono utilizzati sei diversi parametri di citazione, tra cui il numero totale delle pubblicazioni e il numero di volte in cui viene citato un articolo relativo ad uno studio scientifico in cui lo scienziato in questione risulta essere autore singolo o primo autore.

In questo aggiornamento, Plos Biology premia 20 membri del COEHAR, a testimonianza di un’attività scientifica in crescita e sinonimo di un’elevata qualità metodologica.

Il professor Riccardo Polosa, fondatore del centro e uno dei più noti esperti della ricerca nel campo dell’harm reduction, si conferma tra le eccellenze internazionali nel suo settore. A farli compagnia, altri 19 membri dell’università di Catania: Sebastiano Battiato, Antonino Belfiore, Aldo Calogero, Filippo Caraci, Rosita A. Condorelli, Filippo Drago, Margherita Ferrante, Antonio Gagliano, Fabio Galvano, Giuseppe Grasso, Antonino Gulino, Gaetano Isola, Rosalia Maria Leonardi, Sandro La Vignera, Giovanni Li Volti, Venerando Rapisarda, Martino Ruggieri.

Tra le eccellenze del CoEHAR, anche alcuni membri del Consiglio afferenti ad atenei diversi. Sono: Emmanuele Jannini dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e Maria Luisa Brandi dell’Università degli studi di Firenze.

Giornata mondiale del diabete: prevenzione? Smettere con il fumo

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diabete

Tra i fattori di rischio più noti che influiscono sul decorso patologico del diabete troviamo il fumo di sigaretta, che, secondo gli esperti, aumenta di circa il 40% le possibilità di sviluppare la patologia rispetto a un non-fumatore 

Il diabete è una malattia che si caratterizza per un’elevato livello di glucosio del sangue, dovuto a un’alterazione nella produzione o nella funzione dell’insulina, un ormone secreto dal pancreas che ha come ruolo quello di regolare il passaggio del glucosio nel sangue e il suo accumulo come fonte energetica.

Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, si stima che, oggi, siano più di 4 milioni gli italiani affetti da diabete, la cui forma più comune, che colpisce circa il 90% della popolazione, è quella del diabete mellito di tipo 2.

La causa di questa forma della patologia è ancora ignota, anche se è certo che il pancreas riesca a produrre insulina, che però il nostro organismo non riesce a riutilizzare. Si manifesta principalmente dopo i 40-50 anni con una prevalenza del 23%, rispetto al 5% della popolazione che lo sviluppa sotto i 50.

Diversi sono i fattori di rischio che incidono sullo sviluppo precoce e sul peggioramento del quadro clinico di chi ne è affetto, tra cui sedentarietà, alcol, scarso consumo di vegetali e frutta. Ma tra le cause principe non si può non annoverare il fumo di sigaretta.

Sempre secondo l’ISS, nel periodo preso in considerazione per l’analisi dei dati sulla popolazione diabetica, dunque tra il 2016 e il 2022, fra chi riferisce una diagnosi di diabete: il 25% dei 18-64enni e il 10% degli ultra65enni è ancora fumatore, il 31% dei 18-64enni e il 22% degli ultra65enni è obeso e il 48% dei 18-64enni e il 71% degli ultra65enni è iperteso.

La combinazione di iperglicemia e sostanze tossiche inalabili presenti nel fumo di sigaretta può accelerare la progressione delle complicanze legate alla malattia (ad esempio, malattia coronarica, ictus, malattia arteriosa periferica, retinopatia e nefropatia).

Inoltre, questi pazienti manifestano effetti comportamentali e metabolici unici che dovrebbero essere presi in considerazione quando si affronta la cessazione del fumo nel diabete di tipo 2; ad esempio, i fumatori con diabete possono sperimentare una minore motivazione a smettere a causa del rischio di aumento di peso dopo la cessazione, che terrorizza i pazienti a causa di un rialzo della glicemia parafisiologico, aumentando così il rischio di ricaduta.

Le complicanze dell’interazione tra una patologia complessa come il diabete ed il fumo di sigaretta sono da valutare con particolare attenzione” spiega il dott. Davide Campagna, ricercatore di medicina interna e dirigente medico MCAU “ed espongono a un rischio elevato i pazienti che non riescono a smettere e che continuano a farlo. La chiave per apportare un cambiamento in una popolazione così vulnerabile passa da due linee d’azione bene distinte: da una parte il binomio prevenzione-educazione alla salute, dall’altra l’integrazione di strategie alternative che possano mitigare parzialmente il danno”.

Proprio per valutare un cambiamento nell’approccio al diabetico, il CoEHAR di Catania ha riunito un gruppo di diabetologi internazionale che indirizzato una lettera all’American Diabetes Association (ADA) per apportare dei cambiamenti alle linee guida nel trattamento dei pazienti affetti da questa patologia. 

Gli esperti, infatti, promuovono pratiche basate su prove scientifiche nella cura del diabete e sottolineano l’importanza di allineare le linee guida con la ricerca scientifica attuale. Sostengono che un approccio sfumato e basato sulle evidenze è imperativo per fornire raccomandazioni accurate alle persone che gestiscono il diabete e le abitudini di fumo, anche per quanto riguarda i dispositivi a rischio modificato.

“Considerare l’approccio al paziente diabetico significa adoperare in primis un cambio di mentalità: di fronte a una paziente fumatore che non riesce o non vuole smettere di fumare, incorrendo in una degenerazione progressiva delle complicanze della malattia, è bene valutare un approccio integrato che sfrutti il principio della riduzione del danno per attenuare i sintomi negativi di una patologia cronica” conclude il prof. Riccardo Polosa, Fondatore del CoEHAR ed esperto di riduzione del danno.

Il COP10 di Panama rinviato al 2024

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La decima sessione del COP, la Conferenza delle Parti della Convenzione quadro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul controllo del tabacco (FCTC), e la Terza sessione della Riunione delle Parti (MOP3) del Protocollo per l’eliminazione del commercio illecito dei prodotti del tabacco, sono state rinviate a 2024.

La conferenza internazionale in programma dal 20 al 25 Novembre a Panama è stata posticipata al 2024, come si legge sul sito della FCTC: “A seguito della comunicazione ricevuta da Panama non è più possibile condurre COP10 e MOP3 nel novembre 2023, come previsto”. Si prevede che le sessioni si terranno a Panama il prima possibile ma in date da confermare.

Le motivazioni dell’annullamento di quella che sarebbe stata la riunione più importante per le sorti della regolamentazione dei prodotti da tabacco in tutto il mondo sono ufficialmente legate all’attuale situazione di sicurezza a Panama, in questi giorni scenario di proteste di massa che hanno portato in piazza più di 30mila persone. Per la COP10, Panama aspettava più di 1500 persone tutti tra i massimi esperti di salute pubblica dei governi di tutto il mondo.

Le motivazioni dell’annullamento, secondo le affermazioni ufficiali, sono da ritenersi conseguenza delle proteste che si stanno tenendo nell’autostrada Panamericana e per le quali sono già state arrestate più di 65 persone tra i manifestanti che chiedono la revoca del contratto con cui il governo ha prorogato la concessione per 20 anni alla Minera Panamá, filiale della canadese First Quantum Minerals. La miniera che, secondo i dimostranti, si trova in una zona considerata un santuario ambientale.

Tuttavia, indiscrezioni dicono che le polemiche sulla possibilità che il COP10 si tenesse realmente erano già in atto ben prima. Infatti, secondo indiscrezioni, pare che ad agosto il governo di Panama avesse assegnato quasi 5 milioni di dollari ad un consorzio incaricato di organizzare la conferenza. Una cifra esorbitante che, secondo molti, poteva essere assegnata meglio al sistema sanitario locale già in forte difficoltà per la mancanza di strumenti idonei alla cura dei suoi pazienti.

La successiva notizia dell’annullamento del contratto per ulteriore richieste di denaro da parte del consorzio (2 milioni in più rispetto ai 5 già stanziati) ha ulteriormente aggravato la situazione. Il risultato è che, già prima della notizia della revoca del COP10, l’OMS aveva prenotato un centro congressi ma senza nessun ente che potesse organizzare e soprattutto senza nessuna garanzia di sicurezza per i partecipanti dei diversi governi.

Insomma, la notizia dell’annullamento della Conferenza delle Parti era già nell’aria da qualche settimana, per poi essere confermata da oggettivi motivi di ordine pubblico ma che di fatto arriva dopo altri episodi di sfortuna che per la conferenza.

Ecig: studio Replica conferma effetti citotossici, mutageni e genotossici nulli

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L’ultimo lavoro del team di ricerca del progetto Replica, pubblicato su Scientific Reports, parte della prestigiosa Springer Nature, conferma che gli effetti citotossici, mutageni e genotossici dell’aerosol delle sigarette elettroniche sono lievi se non nulli, rispetto all’alta citotossicità, mutagenicità e genotossicità indotta dal fumo di sigaretta utilizzato come riferimento. 

Catania, 31 ottobre 2023 – Negli ultimi anni, in diversi settori scientifici, è emerso il problema della cosiddetta “reproducibility crisis“: l’uso di metodologie diverse e l’impossibilità di replicare i risultati di alcuni studi scientifici, hanno sollevato dubbi sull’integrità e sulla validità dei dati ottenuti, causando una maggiore disinformazione tra i fumatori che hanno intenzione di smettere e incertezza sulle politiche sanitarie da adottare da parte delle organizzazione di salute pubblica.

Per colmare questo gap, i ricercatori del progetto Replica del CoEHAR hanno replicato alcuni tra gli studi in vitro più importanti sulla relativa tossicità del fumo di sigaretta e dell’aerosol delle sigarette elettroniche, attraverso un approccio indipendente e multicentrico, al fine di verificare la solidità e la replicabilità dei dati. L’ultima ricerca riprodotta è stato lo studio di Rudd e colleghi del 2020: il lavoro aveva come scopo quello di valutare la citotossicità, la mutagenesi e genotossicità indotte dall’aerosol di una sigaretta elettronica sulle cellule rispetto al fumo di una sigaretta convenzionale usata come riferimento. Con lo studio dal titolo “Cytotoxicity, Mutagenicity, and Genotoxicity of Electronic Cigarettes Emission Aerosols Compared to Cigarette Smoke: the REPLICA project,” i ricercatori di REPLICA hanno condotto una batteria standard di test tossicologici utilizzati sia per la valutazione del prodotto sia per le valutazione in materia di regolamentazione. I risultati hanno indicato che l’aerosol delle sigarette elettroniche presenta una bassa citotossicità e non mostrava attività mutagena o genotossica, a differenza del fumo delle sigarette, che ha mostrato un’alta citotossicità e attività mutagena e genotossica. Inoltre, lo studio REPLICA ha colmato alcune lacune e limitazioni metodologiche del lavoro originale, studiando condizioni aggiuntive con l’obiettivo di indagare tutti i possibili modi di induzione della genotossicità e della mutagenesi nelle cellule. 

“I risultati di questo studio non solo confermano i risultati ottenuti dai colleghi nel 2020, ma chiariscono al tempo stesso alcune limitazioni del lavoro originale – ha dichiarato la dott.ssa Rosalia Emma, prima autrice dello studio – L’aspetto più importante è che, nonostante l’utilizzo di macchinari diversi e variazioni nella metodica di esposizione, nel caso della citotossicità (NRU assay), la tossicità della e-cig myblu è nettamente inferiore a quella della sigaretta classica”.

Nello studio di Replica, i ricercatori hanno utilizzato una batteria di test diversi: il test AMES, utilizzato per valutare la mutagenicità, il test IVM per valutare la genotossicità, combinati con il Neutral Red Uptake, per la valutazione della citotossicità. Nonostante alcuni diversi aspetti metodologici, i ricercatori hanno ottenuto risultati simili a quelli ottenuti da Rudd e colleghi.

Nonostante abbiamo aggiunto condizioni sperimentali trascurate dagli autori del primo articolo, i risultati ottenuti in precedenza sono stati confermati e addirittura rafforzati, confermando i dati in merito al ruolo della sigaretta elettronica come strumento utile per ridurre i danni del fumo nei soggetti fumatori sani” ha spiegato il prof. Massimo Caruso, co-project leader del progetto Replica.

Fonte: CoEHAR

DIASMOKE WORKING GROUP VS ASSOCIAZIONE AMERICANA DIABETE: BATTAGLIA DI SCIENZA TRA LE RIGHE

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Il DiaSmoke Free Working Group ha inviato una lettera all’American Diabetes Association (ADA) esprimendo preoccupazione e chiedendo la correzione di una dichiarazione contenuta nelle linee guida ADA riguardante l’uso delle sigarette elettroniche tra le persone con diabete.

Catania, 30 ottobre 2023 – La cessazione del fumo nel diabete è in gran parte trascurata ed è importante rafforzare la fiducia nei programmi di educazione sul diabete in tutto il mondo per aiutare gli operatori sanitari a massimizzare le possibilità che i loro pazienti smettano di fumare. Un pool di diabetologi internazionali, denominato “Diasmoke Free Working Group” e coordinato dal CoEHAR, ha affrontato il tema del fumo di sigaretta tra i pazienti diabetici e ha inviato all’American Diabetes Association ADA una lettera per suggerire una correzione delle linee guida riguardanti l’uso di sigarette elettroniche tra i pazienti con diabete.

“… Alla luce delle recenti prove dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di decessi legati all’uso di sigarette elettroniche, a nessun individuo dovrebbe essere consigliato l’uso delle sigarette elettroniche, né come modo per smettere di fumare tabacco né come droga ricreativa“. 

Questa affermazione, secondo il Diasmoke Free Working Group, è ritenuta errata e incoerente con le prove presentate dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, nonché da molte altre fonti attendibili. Il Gruppo ha sottolineato la necessità di allineamento tra le linee guida ADA e le prove attuali. Nella loro lettera, il pool di scienziati ha esortato l’ADA a riconsiderare la dichiarazione, proponendo una correzione da “nessun individuo dovrebbe essere consigliato di usare le sigarette elettroniche, né come un modo per smettere di fumare tabacco o come droga ricreativa” a “attualmente non ci sono prove sufficienti per raccomandare l’uso delle sigarette elettroniche come sostituti delle sigarette di tabacco tra le persone con diabete che fumano, e sono necessarie ulteriori ricerche”.

La revisione di questa affermazione è fondamentale per riflettere accuratamente l’insieme delle prove esistenti riguardanti l’uso della sigaretta elettronica tra gli individui con e senza diabete” ha sottolineato il Prof. Davide Campagna del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania. 

Alle persone con diabete che fumano dovrebbe essere offerta consulenza per smettere di fumare e un trattamento per la dipendenza come componente di routine della cura del diabete. Tuttavia, è stato dimostrato scarso successo con gli interventi standard di cessazione nei fumatori con diabete e per questo motivo per i pazienti diabetici che hanno difficoltà a smettere, l’alternativa è ridurre gli effetti negativi passando a tecnologie senza combustione. Secondo il gruppo di lavoro DiaSmokeFree, un approccio basato sull’evidenza è fondamentale per fornire raccomandazioni accurate per le persone che gestiscono il diabete e l’abitudine al fumo.

Elena Granata è il nuovo presidente LIAF

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La dott.ssa Elena Granata, già dirigente del Comune di Catania con una ventennale esperienza nella direzione di progetti e attività inerenti le politiche pubbliche, con particolare riferimento a Politiche Giovanili, Istruzione, Salute e Benessere e attività di disseminazione e promozione territoriali e nazionale è da oggi il nuovo presidente della Lega Italiana Anti Fumo.

Eletta all’unanimità dall’assemblea dei soci LIAF per la sua lunga e incisiva esperienza nel campo delle politiche pubbliche, della gestione di progetti per le comunità scolastiche e per pubblici differenti e soprattutto per una particolare sensibilità ai temi inerenti l’ambiente, la società, la salute ed il benessere, la dott.ssa Granata ha dichiarato:

La sensibilizzazione e la promozione di progetti, idee e giuste pratiche è l’elemento fondante della nostra  attività quotidiana. E’ e sarà un onore ed un privilegio per i prossimi 5 anni mettere la mia esperienza al servizio di tutti i soci, sostenitori e amici della Lega Italiana Anti Fumo. La battaglia per la salute si gioca sul terreno della cultura ed è sulla diffusione di conoscenza che  si concentrerà il mio mandato da presidente”.