giovedì, Gennaio 16, 2025
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Stress e fumo, come affrontare questi giorni in casa?

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In questi giorni di difficile comprensione, duranti quali lo stress aumenta e si sente la paura per il presente e per il futuro, siamo tutti chiamati ad un nuovo ritmo di vita e nuove norme di comportamento per la prevenzione del Covid-19.

Il Ministero della Salute ha fornito alcuni consigli utili per superare questo difficile momento in casa e noi oggi ve li proponiamo aggiungendo anche quelli dei nostri esperti psicologi dell’Università di Catania.

  1. Parlare con persone di cui ti fidi ti può aiutare. Contatta gli amici e la famiglia per telefono o anche attraverso i social, mantenendo i rapporti sociali.
  2. Rimanendo a casa, creati uno stile di vita sano con una corretta alimentazione, una buona qualità del sonno e praticando comodamente a casa anche un po’ di attività fisica.
  3. Non fumare, non bere alcolici e non fare uso di droghe per gestire le tue emozioni, puoi parlare con un operatore o i vari centri di ascolto che in questo momento particolare sono molto attivi, ti sapranno consigliare e dare un giusto supporto psicologico.
  4. Informati in maniera corretta, scegli solo fonti autorevoli e ufficiali, diffidando dai social e dalle fake news.
  5. Non passare troppo tempo ad ascoltare notizie sul corona virus alimentando così lo stress da preoccupazione, ma distraiti facendo altro, come guardare un film divertente. Scegli di seguire solo i tg della sera o della mattina.
  6. Ricorda come in passato hai affrontato le avversità della vita per gestire le tue emozioni in questo delicato momento di emergenza.

Il prof. Pasquale Caponnetto, coordinatore del Centro Antifumo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania oggi suggerisce:

“Questo tempo deve servire a pensare e a considerare che in realtà non è tempo perso ma è tempo prezioso. È un tempo che generalmente non consideriamo, è un tempo importante per riflettere sulle cose che sono veramente importanti su quelle che sono esclusivamente superficiali.

  • Inoltre, questo cosiddetto isolamento servirà a capire quali sono le relazioni vere e importanti. La possibilità di cogliere, raccogliere e utilizzare questo tempo per stabilire o ricurare quelle relazioni che avevamo un po’ trascurato è molto importante.
  • Un aspetto che possiamo considerare come elemento che può alleviare lo stress è quello di scrivere, raccontare questi momenti descrivendo esattamente quello che sentiamo, quello che pensiamo.
  • Ricordiamoci quello che stiamo vivendo per trovare conforto quando nel futuro ci faremo dei problemi per assoluta banalità. 
  • Per i fumatori, purtroppo, assistiamo ad un aumento della richiesta di prodotti da tabacco combustibili considerate forme di sollievo dallo stress. In realtà, il consiglio più importante è quello di smettere definitivamente ma se non si riesce passate almeno a prodotti a rischio ridotto”

Un anno nello spazio: ora vi spiego come superare l’isolamento

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“Sono stato un anno nello spazio: ora vi spiego come superare l’isolamento” – così esordisce Scott Kelly (un’astronauta della NASA in pensione che ha trascorso quasi un anno su una stazione spaziale) in un interessante articolo del New York Times.

Il sentirsi bloccati a casa può valere come una sfida. Per Scott Kelly vivere quasi un anno su una navicella spaziale non è stato facile. Stare e “vivere” nello spazio è un’attività che va avanti senza interruzione. Oggi, Scott, ha deciso di condividere con il mondo alcuni suggerimenti perché crede che possano tornare utili considerato che a causa del COVID-19 siamo bloccati all’interno delle nostre abitazioni.

Seguire un programma

Sulla navicella spaziale il tempo di Scott era sempre programmato, da quando si svegliava a quando andava nuovamente a dormire. Seguire un programma può essere molto utile per te e per il resto della tua famiglia, un programma prestabilito può aiutare a scandire meglio le ore della tua giornata, sia a livello lavorativo che a livello familiare.

Rilassati

Scott, vivendo per molto tempo nello spazio, ha avuto l’opportunità di riflettere su stesso e ha riscoperto il piacere della condivisione. Lui e gli amici con i quali condivideva la navicella organizzavano delle serata a tema cinema. Ha avuto la possibilità di guardare ben due volte Game of Thrones, per esempio. In momenti del genere, assicurarsi di dormire bene è molto importante. La qualità del sonno, secondo gli scienziati della NASA che studiano il comportamento degli astronauti, è fondamentale per affrontare un periodo molto lungo all’interno di una stazione spaziale e può esserlo anche per tutti noi che dobbiamo affrontare la quarantena a casa, soprattutto perché influisce sulle capacità intellettive, sull’umore e sulle relazioni interpersonali.

Uscire

Quello che mancava maggiormente a Scott mentre era nello spazio era uscire fuori e godersi la natura. Sicuramente è anche quello che sta mancando a molti di noi in questo preciso momento. Sentirsi confinati in spazi ristretti fa crescere il desiderio di uscire e passeggiare all’aria aperta, sentire il sole sul proprio viso ecc. Scott racconta che i suoi colleghi erano soliti mettere in sottofondo i suoni della natura e immaginavano di essere sul pianeta Terra. Avete mai pensato di fare lo stesso? Non c’è bisogno di fare esercizio per due ore e mezza al giorno come gli astronauti, ma muoversi una volta al giorno dovrebbe essere parte della nostra routine.

Hobby

In questo momento per molti di noi un hobby potrebbe trasformarsi in uno sbocco che permetterebbe di svolgere la giornata diversamente, in un modo migliore rispetto a quello che ci eravamo prefissati. C’è bisogno di qualcosa che non sia solo il lavoro e che ti permette di tenere in ordine l’ambiente in cui ti trovi. Si può leggere, anche Scott lo ha fatto, portando con sé molti libri. Molte librerie indipendenti offrono servizi di consegna a domicilio. Così facendo potremmo anche contribuire e supportare molte piccole aziende locali, supportare un business. Tra gli hobby che potremmo coltivare in quarantena ci sarebbe anche quello di imparare a suonare uno strumento musicale, tra i suggerimenti di Scott.

Tieni un diario, scrivi

La NASA che ha studiato per decenni gli effetti dell’isolamento sugli astronauti, ha rivelato l’utilità che può avere la scrittura. Soprattutto in questo momento storico che siamo costretti a ripetere quotidianamente quasi sempre le stesse azioni, potrebbe essere molto proficuo descrivere quello che stiamo vivendo su un diario, magari sotto forma di ricordi, per mantenere le cose in prospettiva.

Tempo per le connessioni umane

L’isolamento potrebbe risultare dannoso sia per la nostra salute mentale che per quella fisica. È fondamentale, per combattere questo virus, trovare il tempo di connettersi con gli amici e i familiari tramite delle videocall. Anche Scott, quando era nello spazio, trovava il tempo di connettersi con la famiglia.

Ascolta gli esperti

Scott, durante la permanenza all’interno della stazione spaziale, ascoltava il parere degli esperti e di tutti coloro che avevano vissuto la stessa esperienza prima di lui. Oggi, la disinformazione non ci aiuta, motivo per cui è molto importante selezionare le notizie vere e distinguerle da quelle che sono delle fake news. Scegliere delle fonti per restare aggiornati è di primaria importanza.

Siamo tutti connessi

Quello che il COVID-19 ci sta mostrando e forse anche insegnando è che siamo tutti interconnessi tra di noi, tutto il mondo sta condividendo la stessa esperienza, la stessa situazione, nel bene e nel male quello che ci sta unendo è molto più grande rispetto a quello che ci separa. Se saremo tutti connessi, riusciremo a risolvere questa situazione in meno tempo.

Scott Kelly conclude dicendo che ha visto molti esseri umani lavorare assieme e vincere delle sfide molto difficili. L’unico modo per vincere questa battaglia è riuscire a collaborare. 

Covid e fumo: non dimostrata la correlazione con forme gravi di malattia

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Un articolo dell’European Journal of Internal Medicine sembra chiarire la confusione relativa alla correlazione tra tabagismo e COVID-19

Il professore Giuseppe Lippi, ordinario di Biochimica Clinica presso L’Università di Verona, ha raccolto tutti i dati disponibili dai casi COVID-19 disponibili e analizzato statisticamente eventuali correlazioni tra tabagismo e il rischio di contrarre il COVID-19.

Queste analisi – condotte su 1399 pazienti cinesi (288 con malattia grave) e pubblicate nell’articolo “Active smoking is not associated with severity of coronavirus disease 2019 (COVID-19)” – concludono che non esiste associazione significativa tra fumo e forme gravi di malattia da coronavirus.

Interpellato sull’argomento il Prof. Riccardo Polosa, Direttore del COEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Dano da Fumo, ha dichiarato:

“Difficile dire quale sia la verità in questo momento di confusione. Ma se è vero che i fumatori che contraggono una infezione da coronavirus sono più a rischio per forme di malattia grave, allora bisogna informarli e convincerli a smettere. E se non ci riescono, bisogna consigliare loro di passare ad alternative a rischio ridotto (come i prodotti da svapo o i sistemi a tabacco riscaldato). Considerando che i fumatori confinati in casa continueranno a fumare o addirittura lo faranno ancora di più per gestire le ansie, la depressione e la noia dovute all’emergenza coronavirus, passare dal tabagismo al vapagismo è l’unica opzione concreta”.

COVID-19: scienza e buon senso devono essere le basi della pianificazione economica

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“Scrivo questo commento da medico, da italiano e da genitore che sta osservando la pandemia del COVID-19 travolgere il mondo. La storia ci insegna che c’è un tempo per la guerra e un tempo per la pace, che c’è un tempo per il dialogo e per le discussioni, ma che c’è anche un tempo per il silenzio. Quello che stiamo vivendo va, però, al di là di tutto questo.

Una volta che l’emergenza medica sarà sotto controllo, la conta dei danni all’economia supererà di gran lunga il numero delle morti avvenute negli ospedali.

In questo momento, il nostro compito è quello di proteggere i più fragili, gli anziani che sono stati colpiti dal COVID-19. Assistere tutti coloro che hanno bisogno di cure a causa di questa infezione. Saremo in grado di farlo. Noi dell’Unione Europea (EU) conosciamo il prezzo della pace, abbiamo affrontato guerre per migliaia di anni e la prosperità dell’economia è alla base della pace nell’Unione. Nell’arco di un paio di generazioni, siamo passati da persone ed economie distrutte, a persone che potevano permettersi di spendere per il tempo libero. Si abbiamo ricevuto incentivi per ricostruire l’Europa e questo ci ha permesso di creare e sviluppare un’etica del lavoro basata sul nostro impegno.

Ma tutto questo, oggi, rischia di essere minacciato.

E cosa succede se non ci sarà lavoro? Le stime iniziali indicano che circa 25 milioni di posti di lavoro svaniranno. I governi sono responsabili per tutto ciò e hanno anche la responsabilità per tutti gli altri governi minori. per troppo tempo, la questione salute è stata relegata nell’ambito sociale. La pandemia causata dal COVID-19 ha dimostrato quanto fragile sia questa distinzione e come la salute pubblica vada connessa alla questione economica, centro nevralgico di tutta l’attività umana.

Se questa realtà verrà ignorata, la vita si fermerà come si è fermata in questo preciso momento. La scienza e il buon senso devono diventare una parte integrante della pianificazione economica se vogliamo sopravvivere a questa pandemia.

Abbiamo le risorse e i mezzi, la forza e soprattutto la conoscenza di quelle che sono le misure necessarie da adottare per tutte le persone che ne hanno bisogno in questo momento.

Ci sarà un prezzo da pagare: la perdita di molte vite umane sarà inevitabile. I leader globali saranno all’altezza di questa sfida?”.

Riccardo Polosa, Fondatore del CoEHAR

Opportunità di lavoro: CoEHAR seleziona Ambassador per un nuovo progetto di ricerca

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Il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo, con la collaborazione di LIAF e ECLAT, sta cercando Ambassador nel mondo per un nuovo progetto di ricerca. Si tratta di una buona opportunità lavorativa che consentirà a centinaia di “ambasciatori” in diversi Paesi di creare un collegamento diretto tra i vapers (che non hanno mai fumato) e la ricerca scientifica.

L’ambizioso obiettivo del CoEHAR è rispondere definitivamente alla domanda che tutta l’opinione pubblica si pone su questi strumenti: ci sono rischi nel lungo periodo per chi utilizza le sigarette elettroniche? Secondo il CoEHAR no, ma a dimostrarlo dovrà essere la scienza. 

Per candidarsi alla posizione basta cliccare a questo link. 

Per il progetto “Veritas Cohort“, coordinato dal Carl Phillips e Riccardo Polosa, si cercano Ambassadors in grado da organizzare network di “vapers nevers smokers” che possano condividere informazioni sui loro stili di vita, sulle abitudini e sullo stato di salute.

IL PROGETTO

Veritas Cohort è uno studio osservazionale della durata di 6 anni condotto a livello internazionale che coinvolge più di 800 partecipanti in più di 20 Paesi diversi.

L’obiettivo di Veritas è di confrontare i cambiamenti che intercorrono nel tempo in specifici indicatori sulla salute (es. analisi della funzione polmonare tramite tomografia computerizzata ad alta risoluzione dei polmoni) tra gli svapatori regolari, quindi che fanno uso quotidiano di sigarette elettroniche, e soggetti che non hanno mai fumato e non hanno mai fatto uso di sigarette elettroniche.

Chi stiamo cercando?

I requisiti richiesti sono: conoscenza della gestione di social network, del settore del vaping e di quello relativo al contesto sanitario del proprio paese. Grandi abilità linguistiche con ottima conoscenza dell’inglese (lingua principale del progetto) e una buona capacità di gestione email e report di progetto.

Per verificare la retribuzione prevista, le skills richieste e le modalità di accesso alla call, basta cliccare qui

Figure retoriche e campagne antifumo: una tesi di laurea ne spiega i retroscena

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nicole bizzotto antifumo retorica

Le campagne antifumo devono avere contenuti forti e diretti, che possano colpire immediatamente il target di riferimento. Accanto a testi incisivi, brevi ed efficaci, si utilizzano immagini particolari, molte volte ricche di figure retoriche visive.

Ne abbiamo parlato con una studentessa, Nicole Bizzotto, che ha riflettuto sull’argomento nella stesura della sua tesi di laurea.

Siamo partiti assieme a Nicole da una figura retorica per arrivare alle campagne anti fumo. Un po’ umanista e un po’ “scienziata”, Nicole vuole contribuire con la sua ricerca alla lotta contro il tabagismo.

Su cosa si basa la tesi?

Come ci spiega lei stessa, le campagne antifumo in cui sono presenti figure retoriche visive fanno riflettere di più, attraverso un’elaborazione cognitiva più alta, e producono in chi le guarda emozioni più forti.

Lo studio, quindi, suggerirebbe agli esperti di comunicazione antifumo di utilizzare campagne di questo tipo poiché le emozioni, si sa, hanno effetti secondari molto utili: aumentano la capacità mnemonica, attirano l’attenzione, ecc.

Se pesiamo in un’ottica di salute pubblica, la memoria e l’attenzione verso informazioni di questo tipo sono fondamentali. Inoltre, più le figure retoriche risultano essere complesse a livello visivo, più il ritorno emotivo è forte.

SIGARETTE COME PROIETTILI – Analisi Retorica e Cognitiva delle Differenze di Struttura Visiva di Tropi Multimodali in Campagne contro il Tabagismo, è il titolo che Nicole ha scelto per il suo studio.

Nicole e noi di Liaf ci siamo trovati d’accordo quando ci ha rivelato l’intenzione di divulgare la sua ricerca, non solo da un punto di vista scientifico ma anche di informazione.

“CIGARETTES AS BULLETS: Sigarette come proiettili. Volevo che il mio titolo contenesse una metafora. Inoltre, nella mia analisi retorica ho trovato molto spesso l’utilizzo dei proiettili accostati alle sigarette per spiegare come il fumo uccida: i proiettili però uccidono in modo veloce, le sigarette in modo lento”.

Volevo dare vita scientifica a dei concetti considerati magari meno scientifici ma che secondo me lo sono. Come in questo caso, le metafore. Ho scelto l’argomento per due motivi sostanzialmente: il primo è che volevo creare un ponte tra le due discipline – retorica e comunicazione della salute – poiché benché molto diverse, possono dare un grande contributo alla lotta contro il tabagismo e alle campagne di salute pubblica in generale. La seconda motivazione è perché credo profondamente nel potere delle metafore come strumento didattico e comunicativo.

Come hai sviluppato la tua tesi?

Ho lavorato con due professori. La prof.ssa Chiara Pollaroli (Università della Svizzera Italiana) esperta in argomentazioni e retorica e il prof. Simone Sulpizio (Università degli Studi di Milano-Bicocca). Ho iniziato analizzando le campagne anti fumo, dal punto di vista della retorica, ma utilizzando le metafore. La ricerca è composta da due studi, distinti ma correlati. Ho cominciato dall’analisi retorica delle campagne e successivamente ho testato le seguenti campagne da un punto di vista sperimentale. La prima parte verte sull’analisi delle campagne e i rispettivi risultati, la seconda parte è invece più sperimentale.

nicole bizzotto antifumo retorica 2

Lo studio sperimentale si basa su una popolazione di studenti fumatori e non (in totale 62); l’esperimento mira a studiare l’impatto dei diversi livelli di complessità precedentemente stabiliti su: reazione affettiva, elaborazione cognitiva, memoria ed efficacia percepita.

Secondo i risultati ottenuti nello studio sperimentale, differenze significative sono emerse in termini di valenza, suggerendo una preferenza per le campagne anti fumo contenenti metafore.

Lo studio di Nicole ci permette di trarre alcune conclusioni: una campagna antifumo contenente figure retoriche (come metafore o metonimie) rende le persone più tristi rispetto a una che si basa su campagne letterali (senza figure retoriche) come ad esempio la campagna che mostra immagini di denti.

nicole bizzotto antifumo retorica 3

Nicole si è laureata il 18 marzo e la sua tesi di laurea verrà presentata alla RaAM, una delle più grandi conferenze sulle metafore che si terrà a giugno in Norvegia.

Non ci resta che augurare a Nicole buona fortuna!

 

Netflix e lo svapo: Broken, il racconto di una tendenza mainstream

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broken netflix ecig

Una quarantena obbligata ci ha costretto a rimanere all’interno delle nostre abitazioni, facendoci riscoprire il gusto del tempo per noi stessi. E tra i tanti escamotages non poteva mancare il mettersi in pari con le serie TV su Netflix. Tra le tante ne abbiamo trovato una interamente dedicata allo svapo.

Agli addicted delle serie tv, sarà sicuramente capitato di seguire la propria serie preferita e vedere i personaggi con una sigaretta elettronica in mano. Che lo svapo sia ormai una tendenza è chiaro anche al mondo delle serie televisive: e così Netflix decide di dedicare un documentario all’argomento.

La serie televisiva in questione è Broken, che raccoglie quattro diversi documentari investigativi sui meccanismi del consumo di massa di prodotti molto diffusi. Dalla produzione  alla commercializzazione, per informare su normative e regolamentazioni attuali, con ovviamente un focus sulla situazione USA.

Si investigano sia la catena produttiva che quella di vendita, riflettendo sui pro e i contro di determinate scelte di marketing.

Nel secondo episodio, Broken scende nello specifico e analizza l’industria delle sigarette elettroniche e il rapporto degli adolescenti con lo svapo.

Broken mostra come i social media hanno contribuito ad incrementare la dipendenza da svapo da parte degli adolescenti. Focus dell’intera puntata è l’epidemia connessa alle ecig, andata in onda solo un mese prima dell’ondata di patologie che sembravano essere connesse allo svapo negli USA.

Si sa, la situazione negli USA è piuttosto particolare: la differente e più blanda regolamentazione sulle percentuali delle sostanze da poter inserire all’interno delle sigarette elettroniche e la rapida diffusione di liquidi fai da te tra le strade, ha portato molti svapatori ad ammalarsi della cosiddetta EVALI, tra i quali molti giovani.

Nel corso della puntata sono dunque diversi gli interventi di funzionari e i legislatori, che auspicano e incentivano tattiche proibizioniste per combattere l’ubiquità dei prodotti da svapo aromatizzati.

Broken è una serie sulle promesse non mantenute e sugli effetti negativi della cultura delle materie prime: ci saranno sicuramente altre forme di intrattenimento che approfondiranno la storia della JUUL, dai programmi televisivi ai film biografici, fino ad arrivare ai podcast.

Ricordiamo però che la posizione di JUUL è sempre stata chiara e il suo scopo rimane quello di fornire prodotti alternativi alle sigarette convenzionali.

In un recente comunicato stampa dell’azienda si legge infatti:

“JUUL Labs ha adottato una serie di misure globali per contrastare la vendita non regolamentata dei suoi prodotti, inclusa la promozione delle leggi sul tabacco, che innalzano l’eta minima per l’acquisto di tabacco e prodotti per lo svapo a 21 anni, e hanno dimostrato di ridurre le possibilità di accesso ai minorenni a tali categorie di prodotti”

Il prodotto di Netflix non vuole comunque essere un attacco né ai produttori di sigarette elettroniche (almeno sembra) né al mondo dello svapo. Vengono mostrate, accanto a immagini dei corridoi delle scuole americane, scene di adolescenti nel Regno Unito o altre parti di Europa, luoghi dove la sigaretta elettronica è considerato uno strumento fondamentale per smettere di fumare.

 

Negozi di ecig aperti. Polosa: “Stiamo scongiurando il rischio di riempire ulteriormente gli ospedali”

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Con una faq esplicativa del Governo, dopo il primo blocco, da oggi i negozi di sigarette elettroniche sono di nuovo aperti in Italia.

Il prof. Riccardo Polosa commenta così la notizia: <<I negozi di ecig sono di nuovo aperti. Stiamo scongiurando il rischio di far ricadere nel vizio del fumo migliaia di utilizzatori di sigarette elettroniche. E’ sacrosanto garantire l’accesso a strumenti alternativi per smettere di fumare come opportunità di miglioramento della salute pubblica, soprattutto in questi giorni in cui il confinamento obbligato in spazi limitati espone molte persone al fumo passivo. Inoltre è noto che passando dal tabagismo al vapagismo si migliorano i sintomi e la qualità di vita dei pazienti affetti da malattie respiratorie. Questo tende a limitare il carico di accessi agli ospedali in un momento critico per il sistema sanitario nazionale. Un plauso quindi a questa apertura del Governo che pone l’Italia quale esempio positivo alla lotta al tabagismo anche in tempi difficili di emergenza pandemica.>>

I fumatori con BPCO non corrono rischi maggiori di contagio per il COVID-19

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I fumatori con BPCO non corrono rischi maggiori di contagio per il COVID-19

Per l’emergenza bisogna convertire velocemente posti letto ordinari in posti da terapia intensiva

Catania, 12 Marzo – Nadine Dorries, la sottosegretaria britannica per la Salute, è risultata positiva al Coronavirus. L’Italia è completamente bloccata. I paesi dell’Unione Europea stanno valutando i loro piani. La Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la pandemia COVID-19. Ma il punto è chiaro: nessuno è immune al virus e le autorità di salute pubblica devono attivare strategie impopolari per circoscrivere i contagi e ridurre i decessi.

“Non è il momento della speculazione e delle fake news, ma dei fatti” – ha detto il prof. Riccardo Polosa docente di Medicina Interna e fondatore del CoEHAR dell’Università di Catania. 

Uno studio su 144 casi ricoverati in China ha mostrato che – spiega Polosa: “I fumatori con BPCO non corrono rischi maggiori di contagio per il COVID-19. I pazienti anziani e con importanti comorbidità sono quelli più a rischio per elevata mortalità”. 

In Italia, il coronavirus sta mietendo molto vittime, e il dato anzianità e comorbidità da soli non spiegano tassi di mortalità così elevati. “La Lombardia, che vanta il sistema sanitario più moderno ed efficiente in Italia, conta oggi il tasso di mortalità pù alto al mondo. Perché? – aggiunge lo scienziato – Nel giro di sole due settimane non si è più riusciti a garantire la necessarie assistenza ai casi più gravi. Cosa fare? Bisogna convertire velocemente posti letto ordinari in posti da terapia intensiva e semiintensiva oltre a mobilitare personale specializzato formato per fronteggiare questo tipo di emergenza verso le zone dove c’è più esigenza“. 

Coronavirus – Polosa: “Aprire i negozi di sigarette elettroniche per tutelare la salute pubblica di tutti noi”

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E’ di oggi la notizia che oltre a supermarket, farmacie ed edicole, rimarranno aperti i tabaccai. Chiusi i vapeshop. In un comunicato stampa di ieri sera, Umberto Roccatti (ANAFE), ha lanciato un appello alle istituzioni. Stamane anche il prof. Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna dell’Università di Catania e fondatore del CoEHAR, il Centro per la Riduzione del Danno da Fumo, commenta così:
“Non condivido questa scelta del Governo in un momento in cui milioni di fumatori sono costretti a casa con i loro cari, per di più esposti al fumo passivo. 
 
Era il momento giusto per chiudere i tabaccai e costringere migliaia di fumatori a dire addio alle bionde o, alternativamente, per promuovere la possibilità di passare a prodotti meno dannosi. E invece ci ritroveremo con fumatori che fumeranno di più per gestire le ansie e le paure creata dalla diffusione del Coronavirus e di migliaia di utilizzatori di sigarette elettroniche che rischiano di ricadere nel vizio del fumo. 
 
Penso sia ingiusto privare i fumatori della possibilità di passare a prodotti meno dannosi e ancora più ingiusto lasciare che migliaia di svapatori possano tornare a fumare. Dobbiamo garantire l’accesso agli strumenti alternativi per smettere di fumare come regola di tutela della salute pubblica, soprattutto in questi giorni in cui c’è in gioco la salute di tutti i cittadini italiani.
Ci sono persone affette da patologie respirarorie che hanno visto un miglioramento sostanziale delle loro condizioni di salute passando dal tabagismo al vapagismo. Farli ritornare a fumare, potrebbe causare un rapido deterioramento dei loro sintomi respiratori con ulteriore sovraccarico per il sistema sanitario nazionale – che è già al limite”