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Polosa su morte Ferdinando Aiuti: “I peggiori malati di AIDS erano spesso forti fumatori”

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“I peggiori malati di AIDS erano spesso forti fumatori” 

Catania, 10/01/2019 – “Ieri è scomparso Ferdinando Aiuti, un medico, uno scienziato, un Maestro che stimavo molto e che ammiravo per la sua tenacia nella lotta all’AIDS. Ricordo ancora quando mi disse che dovevo insistere nella mia lotta al tabagismo anche perché l’efficacia della terapia antivirale risultava particolarmente modesta nei pazienti che fumavano rispetto a coloro che non fumavano. Anche lui, come noi, combatteva ogni giorno contro le mistificazioni della scienza dovute all’ignoranza o peggio, agli interessi di parte. Ti ricorderemo sempre Ferdinando. Sei stato un esempio per tutti.” 
Così il prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo e docente di Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Catania, ricorda il noto scienziato deceduto ieri a Roma. 

Fumo e tecnologia: due nuove frontiere

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La più grande dipendenza che affrontiamo oggi è quella legata alla tecnologia. Abbiamo paura di diventare “Addict” di quasi tutti gli strumenti tecnologici che utilizziamo. Siamo a rischio dipendenza.

Ma se riuscissimo a trasformare la paura in un vantaggio?

Se usassimo la tecnologia per combattere le dipendenze come il fumo?

Ci sono in commercio diversi strumenti tecnologici in grado di aiutarci in questo e prendendo spunto da un articolo appena diffuso dalla lontana America, vi elenchiamo quali potrebbero essere.

Un orologio per monitorare quanto fumi

La motivazione principale per non fumare si ottiene osservando la cronologia del successo. Calcolare la vittoria, il tempo che si è vissuto senza fumo e capire quante sigarette abbiamo risparmiato è un dato importante per trovare una buona spinta per smettere. Se hai un orologio legato al polso che ti dice da quanto tempo non fumi, non rovinerai mai il tuo record e ogni volta che la tua mano si allungherà per una sigaretta, il tuo orologio ti fermerà.

Il sistema di monitoraggio tra cellulare e orologio

Alcune aziende internazionali stanno lavorando a sistemi di monitoraggio frutto della combinazione tra scienza medica e wearable technology. 

Tramite l’uso di dispositivi indossabili e costantemente sincronizzati con il proprio smartphone, si è in grado di tenere sotto controllo tantissimi aspetti della nostra vita quotidiana e, in alcuni casi, monitorare anche lo stato di salute.

Grazie a all’uso combinato di smartwatch e smartphone, il sistema permette all’utente di monitorare le proprie abitudini sul fumo e il numero di sigarette fumate durante il giorno.



Benvenuto 2019 e STOP fumo!

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Vado in palestra, smetto di fumare, cambio casa, lavoro e marito. Sapevate che smettere di fumare è il “buon proposito” più scelto dalla maggior parte dei fumatori per iniziare il nuovo anno in maniera diversa?

Ebbene si! E’ 1 Gennaio la data più gettonata in assoluto per il “Quit smoking”. L’ultima sigaretta dell’anno, da New York a Tokyo, è da sempre un must, una tendenza riconosciuta che attrae ogni anno sempre più fumatori. Ma guarire dal tabagismo è anche il proposito meno rispettato per l’anno nuovo.

Ciononostante – assicurano i nostri esperti LIAF – i buoni propositi fanno ancora la differenza quando si sceglie di cambiare”.

Oggi vi proponiamo 10 consigli utili per realizzare il vostro grande desiderio: smettere di fumare con successo in questo inizio del 2019!  

1) La motivazione a smettere e l’autoefficacia sono il primo passo, il più importante. 

Le linee guida internazionali sul trattamento del tabagismo hanno dimostrato che maggiore è il supporto di cui dispone un fumatore motivato a smettere, più è alta la probabilità di smettere in modo definitivo.

Michael P. Eriksen ha spiegato infatti: “I fumatori che hanno fiducia nella loro capacità di avere successo hanno molte più probabilità di esito positivo rispetto ai fumatori che si mettono in dubbio o che sono pessimisti sulla la loro capacità di smettere”.

2) Una consulenza medica o psicologica con un esperto antifumo è il secondo passo. 

Sappiamo bene che le tecniche di smoking cessation – utilizzate soprattutto nei numerosi Centri Antifumo dislocati nelle varie aziende ospedaliere italiane – sono fondamentali nella fase di scelta del metodo più efficace per smettere di fumare. “Una serie di studi – spiega il prof. Pasquale Caponnetto dell’Università di Catania – hanno spesso indicato che una forte relazione tra medico e paziente, l’incoraggiamento, l’ascolto, il dialogo ed il supporto professionale di uno specialista assicurano percentuali di successo decisamente più elevate nel raggiungimento dell’obiettivo finale”.

3) Action plan: “It’s a good day!”

imagesMolti studi sulla motivazione a smettere di fumare suggeriscono che tra i primi passi da fare per smettere c’è quello di stabilire il “Count down” per il giorno giusto in cui smettere. Definire una data, un giorno preciso del calendario, e organizzarlo al meglio, sia tecnicamente che soprattutto psicologicamente, è un ottimo stimolo per iniziare il cambiamento. Inoltre, per rendere ancora più efficace il metodo, è opportuno comunicare la notizia del “good day” anche a familiari, amici e colleghi, condividendo con loro il piano di azione e le mosse da seguire per metterlo in pratica.

4) Il Vaping e la sigaretta elettronica 

Passare alla sigaretta elettronica rappresenta secondo i nostri studi un ulteriore metodo efficace per smettere o ridurre di fumare. Combinare il supporto del counselling antifumo alla scelta del tipo di e-cig da utilizzare per un più efficace risultato è un alternativa valida per uscire dalla dipendenza dalla sigaretta classica. Molti Paesi hanno adottato lo strumento come metodo ufficiale nella lotta al tabagismo, e l’Inghilterra ad esempio ha così ridotto il suo tasso di fumatori con percentuali mai viste prime.

Il CoEHAR di Riccardo Polosa 

Inoltre, grazie agli studi condotti dai ricercatori del CoEHAR, il Centro per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania diretto dal prof. Riccardo Polosa è stato possibile dimostrare che le e-cig rappresentano un metodo sicuro anche per far smettere o ridurre di fumare pazienti fumatori affetti da particolari patologie come: ipertensione arteriosa, asma, BPCO, Schizofrenia. Diversi studi hanno inoltre dimostrato che passare dalle normali bionde all’uso di e-cig apporta benefici notevoli nel loro trattamento.

5) La combinazione tra counselling e farmaci

vareniclinaNon tutti riescono a smettere solo grazie alla motivazione a farlo e per questo si ritrovano a fine Gennaio ancora con una sigaretta in mano. Quando si deve intraprendere un percorso di cambiamento per smettere di fumare è importante ricordare che ogni fumatore è un paziente a sé. Ognuno ha le proprie esigenze e necessità per smettere con efficacia. Spetta allo specialista poi consigliare il metodo migliore. In questi casi, di solito, l’utilizzo combinato di farmaci e consulenza one-to-one aumenta il tasso di cessazione del 10% – 25% rispetto al solo counselling . Per i pazienti che non possono smettere di colpo, la prescrizione di farmaci solitamente include: vareniclina, bupropione e la terapia sostitutiva della nicotina come gomme cerotti etc.

6) Smettere di colpo o gradualmente? 

A questa domanda ci sono state diverse risposte nel tempo, la più gettonata pare comunque essere: “smettere di colpo”. Secondo i dati di una ricerca dell’Università di Oxford pubblicata nel 2016 e condotta su un gruppo di fumatori che aveva smesso di fumare, il 49% di chi lo aveva fatto di colpo era ancora astinente dopo 1 anno mentre solo il 39% di chi lo aveva fatto gradualmente ne era rimasto fuori dopo 1 anno. Benché si tratti comunque di dati da leggere in base ai diversi contesti di riferimento, secondo il prof. Riccardo Polosa: “La verità è che bisogna adattarsi alla realtà culturale e agli stili di vita del luogo di riferimento. Gli studi condotti nei nostri centri antifumo hanno spesso dimostrato che per natura ad esempio gli italiani tendono a smettere di fumare gradualmente e lo fanno così con successo”.

7) NRT – Terapia sostitutiva della nicotina

imagesPer i tabagisti l’aspetto più utile della terapia sostitutiva della nicotina è imparare a rinunciare all’atto fisico del fumo evitando i fastidiosi (e spesso duri) sintomi di astinenza. I prodotti attualmente sul mercato come NRT includono: i cerotti, gli spray nasali, le gomme, le compresse sublinguali e gli inalatori.  

8) Terapie alternative come l’ipnosi o agopuntura

UnknownL’ipnosi e l’agopuntura sono ormai terapia alternative al tabagismo ben note ed utilizzate. Il parere dei nostri esperti è comunque positivo, basta precisare che più alto è l’adattamento psicologico al tipo di strumento utilizzato per smettere, più sicuro è il raggiungimento dell’obiettivo. Se i pazienti sono entusiasti di una certa modalità, questo li rende più ricettivi per il successo. Tuttavia è da precisare che tali terapie non vengono riconosciute come efficaci dalle linee guida internazionali.

9) L’alimentazione

cioccolato-1-1900x1583_cQuello che spesso non consideriamo è che alla base dei principi attivi che si trovano in un farmaco ci sono di norma alimenti che si trovano in natura. Come vi abbiamo raccontato in un articolo del Dr. Massimo Caruso, infatti, c’è un gruppo di “alimenti antifumo” che possano effettivamente essere di grande aiuto nell’impresa di liberarsi dal vizio.  Pomodori, peperoni, peperoncini, melanzane e patate ad esempio contengono nicotina e mangiarli può rappresentare una buona prassi di terapia sostitutiva.

10) “La serenità”

UnknownInfine chiudiamo con una soluzione economica e rilassante: la voglia di fumare si sconfigge con la serenità. Un modo alternativo per smettere di fumare può essere quello di far leva sui meccanismi inconsci e sulla concentrazione di ritrovare serenità. L’importante è pensare fuori dagli schemi abituali che ci hanno abituato a credere che per smettere bisogna soffrire nel nome della forza di volontà. La serenità ci porterà a trovare la soluzione più idonea per smettere ed il metodo più adatto alle nostre esigenze.

Il nuovo logo CoEHAR

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PUBBLICATO IL NUOVO LOGO DEL CENTRO DI RICERCA PER LA RIDUZIONE DEL DANNO DA FUMO DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA

La vincitrice del bando di concorso indetto dall’Università degli Studi di Catania per la realizzazione del logo CoEHAR è Lucia Motta.

Laureata in medicina con una buona conoscenza del settore antifumo, la dott.ssa Motta è l’ideatrice del logo prescelto in forma anonima da una commissione formata da docenti dell’ateneo catanese tra cui il prof. Sebastiano Battiato, il prof. Rosario Faraci e lo stesso direttore del CoEHAR Riccardo Polosa.

“La Giuria ha ritenuto – è scritto nella menzione speciale alla dott.ssa Motta – che il logo sia rispondente a criteri di linearità, semplicità e chiarezza comunicativa, e che sia identificabile e riconoscibile. Il logo peraltro veicola bene l’identità internazionale e accademica del CoEHAR, e la sua missione di proteggere gli individui e le popolazioni dai danni del fumo”. 

Durante la cerimonia inaugurale del CoEHAR, che si è tenuta lo scorso 20 Dicembre presso la Torre Biologica dell’Ateneo catanese, la vincitrice è stata premiata con un assegno di 500,00 euro valido come premio per la realizzazione del logo. Alla premiazione erano presenti anche il Magnifico Rettore Francesco Basile ed una rappresentanza delle istituzioni accademiche.

Laureata in medicina con una buona conoscenza del settore antifumo, la dott.ssa Motta è l’ideatrice del logo prescelto in forma anonima da una commissione formata da docenti dell’ateneo catanese tra cui il prof. Sebastiano Battiato, il prof. Rosario Faraci e lo stesso direttore del CoEHAR Riccardo Polosa.

Durante la cerimonia inaugurale del CoEHAR, che si è tenuta lo scorso 20 Dicembre presso la Torre Biologica dell’Ateneo catanese, la dott.ssa Motta è stata premiata con un assegno di 500,00 euro valido come premio per la realizzazione del logo.

Alla premiazione erano presenti anche il Magnifico Rettore Francesco Basile ed una rappresentanza delle istituzioni accademiche.

“Lo scudo in primo piano rappresenta la protezione che il CoEHAR vuole promuovere, a favore del miglioramento della qualità della vita dell’individuo, tramite le nuove tecnologie contro il fumo, che viene infatti inserito nel logo in contrapposizione allo scudo, tramite il negativo – ha spiegato Lucia durante la premiazione – i colori istituzionali sono ispirati alle sfumature della fiamma, provocata dalla combustione, che riporta al fumo”

Fumo e alcol. La coppia sbagliata.

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Alcol e sigarette, un binomio perfetto ma decisamente negativo per chi ha intenzione di smettere di fumare. Secondo uno studio appena pubblicato, rinunciando a bere alcolici si è più propensi a fumare di meno.

Una cattiva abitudine ed uno stile di vita da cambiare che si potrebbe far rientrare nei buoni propositi per l’anno nuovo. 

A fare emergere il legame tra alcol e fumo sono stati di recente i ricercatori della Oregon State University con uno studio pubblicato sulla rivista Nicotine & Tobacco Research e condotto da Sarah Dermody.

La  chiave della connessione tra le sostanze alcoliche e il fumo sarebbe il cosiddetto ‘metabolismo della nicotina’, che nei bevitori abituali presi in considerazione dalla ricerca, mostrerebbe un importante rallentamento quando si verifica una riduzione anche nell’assunzione di alcol.

Lo studio del team statunitense appare particolarmente rilevante se si considera che circa un adulto su 5 beve e fuma abitualmente. Sorprendentemente, i ricercatori hanno scoperto che consumare meno alcol causa nei soggetti che bevono anche un parallelo rallentamento nel ‘metabolismo della nicotina’, aumentando così le possibilità di eliminare questa triste realtà.

Da un punto di vista clinico, è una cosa positiva perché se qualcuno vuole smettere di fumare, potremmo incoraggiarlo a ridurre il consumo di alcol per favorire il suo piano di disassuefazione dal fumo”, ha aggiunto Dermody.
Fermo restando che i binomi alcol-sigarette o caffè-sigaretta sono ormai calati nelle abitudini sociali dei fumatori che non intendono rinunciare ad un rituale classico. Pertanto, per questi soggetti, sarebbe più opportuno scegliere di passare a soluzioni alternative e meno dannose come appunto le sigarette elettroniche.

Il video shock su fumo e vaping

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Il Ministero della Salute inglese ha avviato una campagna di sensibilizzazione per dire stop al fumo. In un video shock sugli effetti del fumo di tabacco si dimostra come il vaping è per il 95% meno dannoso del fumo.

https://youtu.be/ZR_4PsYksfs

Sono questi i punti fondamentali della Health Harms campaign del Public Health England, un’agenzia governativa del Ministero della Salute inglese,  sui possibili metodi per smettere di fumare, tra cui quello di passare all’utilizzo delle sigarette elettroniche.

L’obiettivo dell’analisi è anche quello di sfatare i dubbi e lo scetticismo che si è diffuso sulla sicurezza delle sigarette elettroniche. Nel video emerge la quantità di catrame che si accumula nei polmoni di un fumatore di sigarette normali rispetto a quelli di un fumatore di e-cig e di un non fumatore. In tre barattoli di vetro sono stati inseriti dei batuffoli di cotone che simulano la reazione degli organi respiratori sottoposti ai differenti tipi di fumo. Nel caso del fumatore, il cotone risulta quasi totalmente annerito, mentre l’effetto della sigaretta elettronica provoca solo una velatura della parete di vetro.

La ricerca del PHE indica una diminuzione del 95% dei danni in caso di utilizzo di e-cig. Il professore Newton ha chiarito che l’obiettivo della campagna lanciata dal Public Health Center è “incoraggiare i fumatori a provare a smettere completamente con l’aiuto di una sigaretta elettronica, o usando altri sostituti della nicotina come cerotti o gomme, perché questi mezzi potrebbero aumentare significativamente le loro possibilità di successo”.

Mentre il dottor Lion Shahab, dell’università di Londra, che appare nel video, ha spiegato che l’esperimento “condotto da noi e altri ha dimostrato che le sigarette elettroniche sono molto meno dannose del fumo e il loro uso a lungo termine è relativamente sicuro”. 

Una delle critiche che è circolata sull’uso delle sigarette elettroniche è che provocherebbero tosse e difficoltà respiratorie nelle persone, a causa del diacetile. Questa sostanza chimica si troverebbe in quantità 100 volte maggiori nelle sigarette ordinarie. Sarebbe tragico se migliaia di fumatori che potrebbero smettere con l’e-cig, rinunciassero a causa di paure sulla sicurezza”. 

L’università di Catania guida la lotta internazionale al fumo

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Inaugurato questa mattina il nuovo Centro di Eccellenza per la Riduzione del Danno da sigaretta

Catania 20 Dicembre 2018 – L’Università di Catania da oggi è al centro della ricerca scientifica internazionale per la lotta contro il fumo. Nella sede della Torre Biologica “Ferdinando Latteri” dell’Ateneo è stato infatti inaugurato il primo Centro di Eccellenza per la Riduzione del Danno da Fumo diretto dal professore Riccardo Polosa. Lo scienziato catanese, considerato l’autore più produttivo al mondo del settore, guiderà un team di ricerca formato da più di quaranta docenti afferenti a numerosi dipartimenti dell’ateneo che a loro volta collaboreranno con gruppi di ricerca provenienti da decine di università estere.

Il CoEHAR è, infatti, un consorzio scientifico internazionale con sede principale a Catania che promuoverà e avvierà progetti di ricerca innovativi per la riduzione del tabagismo. Il Centro ingloba al suo interno il CPCT – Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo del Policlinico Vittorio – Emanuele di Catania, la CRO locale (Clinical Research Organization), i laboratori di microbiologia e una rete selezionata di biologia cellulare e molecolare. Inoltre, il Centro si avvale del sostegno della Lega Italiana Anti Fumo – LIAF e di ECLAT, lo spin off fondato all’interno dell’ateneo.

“Vogliamo contribuire alla rivoluzione globale che sta gettando le basi per un mondo senza fumo attraverso un approccio scientifico innovativo e creativo che intende diffondere strategie e strumenti per ridurre i danni, grazie al supporto di un network internazionale in grado di sviluppare scienza e conoscenza. La nostra missione è quella di accelerare gli sforzi della ricerca per arrivare a ridurre l’impatto dell’abitudine tabagica sulla salute pubblica mondiale”, ha spiegato il direttore Riccardo Polosa davanti a una platea gremita di docenti, giovani ricercatori e un gruppo numeroso di studenti delle scuole superiori.

Polosa ha poi definito “una strage inutile” i milioni di decessi in tutto il mondo dovuti a malattie fumo-correlate. “Con questa iniziativa, per la quale ringraziamo l’impegno e l’assiduità del prof. Polosa e del suo staff di collaboratori – ha aggiunto il rettore Francesco Basile -, l’Università di Catania fa un passo avanti non soltanto nella direzione della ricerca, ma soprattutto dell’assistenza e degli aspetti sociali legati alla prevenzione dei rischi. Il valore aggiunto del Cohear consiste soprattutto nella sua interdisciplinarietà, e grazie all’attività dei nostri ricercatori e alle risorse che abbiamo messo in campo, sono certo che potrà divenire un punto di riferimento per il territorio regionale e fonte di soluzioni scientifiche per tutto il mondo. E mi auguro, soprattutto, che riusciremo a ridurre in maniera tangibile il numero di fumatori”.

Il CoEHAR afferisce al dipartimento Medclin diretto dal prof. Francesco Purrello che nel corso dell’incontro, moderato dal giornalista Luca Ciliberti, ha spiegato: “Abbiamo accolto l’idea con grande entusiasmo perché risponde alla nostra esigenza di razionalizzare, coordinare e puntare sull’interdisciplinarietà delle competenze, sulla collaborazione nella ricerca e sulla cooperazione internazionale”.

Un convinto sostegno al progetto, insieme con la massima disponibilità a cooperare su iniziative specifiche riguardanti l’educazione alla salute e la prevenzione dei rischi, è giunto dalla dott.ssa Francesca Catalano, primario di Senologia al Cannizzaro e consulente dell’assessore alla Salute della Regione siciliana Ruggero Razza, dal neo-presidente dell’Ordine dei Medici di Catania Diego Piazza, e dagli assessori alla salute Giuseppe Arcidiacono e all’istruzione Barbara Mirabella, in rappresentanza del sindaco di Catania Salvo Pogliese. Dopo gli interventi del presidente della Lega Italiana Anti Fumo Ezio Campagna e del coordinatore del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, Pasquale Caponnetto, sono stati premiati il vincitore del bando di concorso per la realizzazione del logo CoEHAR, la dott.ssa Lucia Motta, e le tre scuole del territorio etneo che hanno partecipato al progetto “Education for a Smoke Free World” presentando dei video amatoriali sul tema.

GUARDA LE FOTO DELLA CERIMONIA

Primo evento inaugurale per i membri del CoEHAR ospiti ieri sera al Teatro Massimo Bellini di Catania

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Uno spettacolo speciale per l’evento inaugurale del CoEHAR, il Centro per la Riduzione del Danno da Fumo che aprirà le porte domani mattina alla Torre Biologica dell’Università degli Studi di Catania. Il direttore Riccardo Polosa, insieme ai quaranta docenti del Centro e ad una speciale delegazione di fumatori, che hanno già iniziato il percorso per smettere di fumare, sono stati ospiti ieri sera al Teatro Massimo Bellini di Catania per la visione dell’ultima replica de “La Capinera”.
L’evento, che è stato promosso dalla Lega Italiana Anti Fumo, ha riscosso apprezzamento e ammirazione da parte di tutti i partecipanti.
L’appuntamento è per domani mattina alle ore 10 nell’Aula Magna della Torre Biologica dove si terrà la cerimonia inaugurale coordinata dal direttore e alla quale parteciperanno l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza, il sindaco di Catania Salvo Pogliese, il Magnifico Rettore Francesco Basile e il direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Francesco Purrello. La conferenza sarà moderata dal giornalista Guglielmo Troina.
Nella foto da sinistra:
Antonio Pacino – socio fondatore LIAF,
Leonardo Catalanotto – direttore d’orchestra,
Riccardo Polosa – direttore CoEHAR,
Gianni Bella – compositore,
Roberto Grossi – Sovrintendente
Cristina Baggio – soprano.

Il primo centro di ricerca multidisciplinare per la riduzione del danno da fumo

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Catania, 14 Dicembre 2018Giovedì 20 Dicembrealle ore 10 nell’Aula Magna della Torre Biologicadell’Università degli Studi di Catania si terrà la cerimonia inaugurale del primo Centro di Ricerca italiano per la Riduzione del Danno da Fumo (CoEHAR) diretto dal prof. Riccardo Polosa, lo scienziato catanese ormai noto in tutto il mondo per il suo contributo in questo campo.

L’Ateneo catanese guiderà una rivoluzione epocale nella lotta al fumo. L’inaugurazione del centro, infatti, si terrà a margine di una settimana storica per la lotta al tabagismo in Italia. Mercoledì 12 Dicembre il governatore Nello Musumeci ha diffuso la notizia dell’approvazione del disegno di legge che fortifica le barriere contro il fumo anche in Sicilia ed il giorno dopo la Camera dei Deputati ha approvato il decreto fiscale che riduce l’imposizione fiscale sui liquidi per sigarette elettroniche adeguandosi al principio della Riduzione del rischio. 

Alla cerimonia inaugurale sarà presente anche l’Assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razzache per l’occasione presenterà le nuove linee guida del progetto antifumo siciliano. Con lui ci saranno anche: ilRettore dell’Università degli Studi di Catania Francesco Basile, il Sindaco di Catania Salvo Pogliese ed il direttore generale del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Francesco Purrello. La cerimonia è realizzata in collaborazione con LIAF – Lega Italiana Anti Fumoed il CPCT – Centro Antifumo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.

lI CoEHAR è dedicato allo studio degli effetti e dei danni prodotti sulla salute dal fumo di tabacco con particolare attenzione alle strategie per contenere e ridurre il rischio fumo correlato attraverso l’impiego di nuove tecnologie.  Il consiglio è composto da 40 accademici (medici, professori e amministrativi) afferenti a tutti i dipartimenti dell’ateneo catanese che collaborano insieme per avviare progetti di ricerca e internazionalizzazione volti alla creazione e condivisione di scienza e conoscenza. Grazie a protocolli di partnership già avviati con atenei di 20 paesi diversi nel mondo, i ricercatori potranno lavorare in sinergia con gruppi scientifici internazionali. La missione del CoEHAR è quella di accelerare gli sforzi della ricerca scientifica per arrivare a ridurre l’impatto del fumo sulla salute pubblica.

 

https://www.youtube.com/watch?v=wqhfkZOyuKE