Tra le tante domande che arrivano ai nostri esperti LIAF, una di certo è quella più frequente: “Il mio vicino di casa fuma in continuazione e il suo fumo arriva sempre dentro casa mia. Come faccio?”
Beh, in realtà, non esistono norme che vietino al vicino di casa di fumare in casa propria, ne tantomeno di diminuire il numero di sigarette fumate. L’unica soluzione è valutare le situazioni caso per caso.
Oggi, grazie al supporto del dott. Venerando Rapisarda (medico del lavoro ed esperto di ambiente e fumo) vi proponiamo alcune soluzioni pratiche che in questi casi potrebbero essere applicate. Ecco quali sono:
La prima in assoluto è quella più immediata e diretta: consigliate al vicino di casa di smettere, dategli supporto, consigli e suggerimenti, mostrando quali sono i reali danni ai quali va incontro continuando a fumare.
Parlate con il vostro amministratore di condominio e valutate insieme a lui la possibilità di aumentare il flusso d’aria, anche esterna, in relazione alle caratteristiche dello stabile.
Se il proprietario è un affittuario chiedete di inserire la clausola del divieto di fumo nel contrattod’affitto.
Usate in casa sistemi di termo-condizionamento dotati di filtri che abbattono il particolato.
Nei casi di gravi malattie e/o infezioni importanti valutate la possibilità di rivolgervi ad un giudice per farvi tutelare rispetto alla vostra precaria situazione di salute.
Intanto individua il punto (o i punti) di ingresso del fumo passivo.
Prova a capire in quale parte della casa fumano di più i tuoi vicini e (se possibile) cerca di proporre loro un compromesso. Ad esempio: “si fuma solo in cucina o in balcone”.
Sigilla gli spazi vuoti degli isolamenti. Valuta di sigillare gli spazi intorno ai lampadari, ad esempio, oppure intorno alle prese d’aria.
Applica dei paraspifferi sotto le porte che si aprono nei corridoi o nelle zone comuni.
Sigilla gli infissi delle finestre con del mastice o guarnizioni.
Troppo spesso riceviamo domande sull’applicazione della legge antifumo in Italia e troppo spesso ci troviamo di fronte ad utenti della rete che cercano di trovare risposte dettagliate nella sintesi delle varie normative antifumo di ambito internazionale. In realtà, l’ordinamento italiano si è adeguato alla direttiva comunitaria n. 40 del 2014, dandone attuazione con il d.lgs. n. 6 del 2016. L’Italia è Stato membro dell’Unione europea ed è, quindi, obbligato al recepimento delle direttive europee.
La ricerca spasmodica di informazioni in rete, spesso, non solo non riesce a dare le risposte esatte alle nostre domande ma ci lascia anche confusi e disorientati. Ormai da anni, proprio per questo, è attivo il servizio di informazione dei ricercatori della Lega Italiana Anti Fumo che rispondono alle domande dei nostri utenti con tempestività ed esaustività. Il servizio è attivo via email a [email protected] oppure telefonicamente allo 095 3781581.
A rispondere sull’applicabilità o meno delle varie normative antifumo internazionali questa volta è stato l’avvocato Giancarlo Ferro, membro del Comitato Scientifico per la ricerca sulla sigaretta elettronica ed esperto di legislazione antifumo in ambito internazionale: “Il riferimento che spesso viene fatto allo Smoke free Environment Act è incoerente. Sebbene la loro normativa australiana sulla dissuasione dall’uso del tabacco sia di grande rilievo giuridico non è applicabile nella nostra penisola – ha affermato l’avv. Ferro – la nostra classe politica dovrebbe imparare ad utilizzare i modelli ordinamentali stranieri con maggiore cautela. E conoscenza. Il richiamo alle normative di altri Paesi è, senz’altro, affascinante. Ma dal fascino alla cogenza giuridica ne corre. E la rete non è il luogo delle risposte“.
E’ stata appena pubblicata nel numero di Luglio della rivista “For Men” la lista completa dei 30 metodi efficaci per smettere subito di fumare! In quattro pagine interamente dedicate al fumo la giornalista Roberta Maresci con il supporto dei ricercatori della Lega Italiana Anti Fumo elenca gli strumenti più e meno noti che consentono di uscire dalla porta del tabagismo.
Il primo, come commenta il prof. Riccardo Polosa, è di certo l’utilizzo della sigaretta elettronica: “Il 30% dei fumatori che passa allo svapo smette definitivamente di fumare. L’assenza di combustione rende questo strumento 96 volte meno dannoso rispetto alla sigaretta convenzionale”.
Action Plan che – come ha spiegato la nostra Daniela Saitta dell’Università di Catania – consente di stabilire una data di cessazione da fumo e di essere più motivati ad abbandonare.
Alimentazione. Esistono alimenti che aiutano a smettere e altri viceversa fanno fumare di più. La “dieta antifumo” è quella già fornita dal nostro nutrizionista Massimo Caruso.
App: sono tantissime quelle che si possono scaricare dal cellulare ma “è il monitoraggio dell’abitudine che può aiutare a smettere” – ha spiegato l’esperta in comunicazione, Valeria Nicolosi.
Counselling Antifumo: il metodo più sicuro dal punto di vista motivazionale con una percentuale di successo che si attesta tra il 20 e il 35% come spiega la nostra psicologa Marilena Maglia.
Farmaci. Il parere di un medico per questo metodo è indispensabile ma è proprio il dr. Davide Campagna a spiegare che il quasi il 40% dei fumatori che assumo Bupropione riescono a smettere e il 55% di quelli che usano la vareniclina smette.
Motivazione: come spiega il presidente LIAF, Ezio Campagna, essere motivati è il punto indispensabile e di partenza per iniziare un qualsiasi percorso di cessazione da fumo.
Ipnosi: aiuta il paziente ad entrare nel circolo virtuoso della ricettività come dice l’esperto Pasquale Caponnetto ma la sua applicazione non è riconosciuta dalle linee guida internazionali antifumo.
Realtà Virtuale è l’innovativo progetto di ricerca al quale i ricercatori dell’Università di Catania e la società Behaviour Labs stanno ormai lavorando da qualche mese. “I primi risultati dimostrano che l’applicazione nei centri antifumo consentirà di aumentare la motivazione fino al 50%” – ha spiegato Daniele Lombardo.
Corsi aziendali all’interno dei luoghi di lavoro. E’ questa infatti la frontiera della responsabilità sociale delle aziende. I vantaggi – ha scritto Venerando Rapisarda – sono quelli di ottenere un alto livello di partecipazione, di coinvolgimento e di successo finale.
Serenità: “perché star bene – dice Roberta Auditore – aiuta a lavorare direttamente su noi stessi e sulle nostre potenzialità”.
Snus che è poco conosciuto in Italia – dice Riccardo Polosa – ma il fatto che non produce combustione riduce il numero dei rischi. Viceversa contiene una maggiore quantità di nicotina e per questo gli effetti sono ancora da valutare.
Manuali. In libreria sono tantissimi, quelli con cui si smette davvero però sono pochi. L’analisi è stata curata da Lia Emma.
Social Network. Il commento è di Marilena Maglia è che questi strumenti creano reti di supporto e coinvolgimento che possono facilitare il percorso di uscita dal fumo.
Viaggi: Smettere di fumare consente di risparmiare e viaggiare. Nel 2016, Valeria Nicolosi e Naiba De Bona, rispettivamente ufficio stampa di LIAF e Skyscanner, hanno coordinato una ricerca che ha consentito di tracciare il percorso di viaggio di un fumatore che smette di fumare.
Videogiochi: vi consigliamo Super Smoky, l’app che a detta di Pasquale Caponnetto vi consente di vedervi nel futuro. Seguono ancora:
Acqua perché più si beve più si riesce a smaltire la nicotina presente nel corpo.
Il Comitato Scientifico per la ricerca sulla sigaretta elettronica accoglie un nuovo membro. Si tratta del prof. Lamberto Manzoli dell’Università di Ferrara, già noto nell’ambiente scientifico internazionale per aver pubblicato numerosi studi e testi sull’efficacia della sigaretta elettronica per smettere di fumare.
Formatosi presso le Università di Bologna, Sapienza di Roma, Jefferson di Phialdelphia, Harvard di Boston, è diventato professore associato di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica presso l’Università di Chieti-Pescara. E’ oggi professore ordinario e vice-direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Ferrara.
Consulente per la programmazione e la valutazione dei servizi sanitari presso la Regione Abruzzo da oltre 10 anni, è componente dell’OIV della ASL di Trieste e responsabile scientifico del Registro Tumori Regionale dell’Abruzzo.
Ha pubblicato 23 libri o capitoli di libro e 197 articoli scientifici in extenso; 161 dei quali su riviste indicizzate in MedLine. Membro del board editoriale di PLoS One ed altre riviste scientifiche, ha collaborato a 36 progetti di ricerca finanziati per un totale di oltre 16 milioni di euro. Oltre alle sigarette elettroniche, le principali linee di ricerca vertono sulla epidemiologia clinica (in particolare delle malattie cardiovascolari e infettive, inclusi i vaccini), sui sistemi di classificazione della casistica ospedaliera, e sulle tecniche di valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria.
Il prof. Mario Malerba, docente di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università del Piemonte Orientale di Novarae membro del Comitato Scientifico per la ricerca sulla sigaretta elettronica, interviene a margine di un convegno organizzato da AIPO durante il quale (secondo alcune dichiarazioni) si è affermato che: “Le e-cig non sono innocue e avvicinano al fumo classico”.
“I dati scientifici finora a disposizione da studi internazionali di ottimo livello ci dicono – ha spiegato il prof. Malerba – che le sigarette elettroniche aiutano a ottenere un calo del consumo di tabacco, anche nel cosiddetto uso duale (il fumatore utilizza sia la sigaretta elettronica che le sigarette normali).
Sugli effetti tossici a breve e lungo termine e sul fumo passivo possiamo dire poco di certo tuttavia i dati a disposizione ci dicono che sicuramente i parametri di tossicità della sigaretta elettronica sono inferiori a quelli della sigaretta normale dove vi è combustione.
Oltretutto dati recenti sul contenuto di formaldeide nel vapore prodotto dalle sigarette elettroniche sono tranquillizzanti in quanto indicano che la concentrazione di formaldeide liberata è minima e al di sotto di qualunque soglia di guardia, rispetto a quanto sprigionato dal fumo di tabacco tradizionale. Questo non vuol dire difendere o promuovere la sigaretta elettronica, è chiaro che smettere di fumare è meglio che fumare sigarette normali o/e elettroniche ed è l’obiettivo di ogni seria prevenzione. Tuttavia dobbiamo abituarci a pensare alla sigaretta elettronica come a uno strumento che può aiutare alcuni individui a smettere di fumare o a ridurre il danno da fumo e come tale può e deve essere utilizzato.
Per quanto riguarda il fumo passivo, è giusto che ci sia prudenza nell’uso di queste sigarette negli ambienti chiusi finché non siano disponibili dati sicuri della loro assoluta innocuità”.
Presentata nelle scorse settimane a Catania, e in anteprima internazionale, una ricerca che per la prima volta dimostra l’assenza di danni a carico delle vie aeree e dei polmoni in utilizzatori che hanno fatto uso regolare e protratto di sigarette elettroniche. Intervista Ansa
“Zero rischi” anche nel lungo periodo per coloro che scelgono di utilizzare sigarette elettroniche: sono questi i primi risultati emersi da uno studio prospettico condotto dai ricercatori dell’Università di Catania, coordinato dal prof. Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna presso l’Università di Catania e promotore del Comitato Scientifico Internazionale LIAF per la Ricerca sulla Sigaretta Elettronica, su utilizzatori di sigarette elettroniche che non avevano mai fumato sigarette convenzionali.
Lo studio è stato presentato durante il Convegno annuale organizzato dalla Lega Italiana Anti Fumo in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania e l’Ospedale “Policlinico – Vittorio Emanuele”, alla presenza dell’europarlamentare Giovanni La Via, gli scienziati Umberto Tirelli, Fabio Beatrice e Lamberto Manzoli ed il presidente dell’Unione Consumatori Sicilia Mario Girolamo Cardella.
La ricerca condotta dal tema del prof. Polosa risponde alla principale preoccupazione rispetto all’utilizzo delle e-cig e cioè ad eventuali pericoli per la salute derivanti dall’esposizione agli aerosol prodotti dalle sigarette elettroniche, in quanto dimostra attraverso diverse metodiche (spirometria, test dell’ossido nitrico esalato, TAC del torace) che le emissioni da e-cig non provocano modifiche di parametri respiratori in soggetti non fumatori che hanno fatto uso regolare e protratto di sigarette elettroniche.
La novità principale introdotta consiste – oltre nell’aver seguito variazioni dello stato di salute dei polmoni per un periodo sufficientemente prolungato – anche nell’aver voluto valutare questi effetti in utilizzatori regolari di sigarette elettroniche che non avevano mai fumato sigarette convenzionali in vita loro.
Nonostante i partecipanti siano stati esposti quotidianamente al vapore delle e-cig per almeno 4 anni con un consumo medio di 3,1 ml di liquido al giorno, lo studio non ha rilevato significativi cambiamenti nella funzionalità polmonare o nei marcatori dell’infiammazione delle vie aeree nel periodo di osservazione rispetto ai valori di base misurati 4 anni prima.
La conclusione dei ricercatori catanesi è stata che l’uso protratto della sigaretta elettronica difficilmente può provocare danni clinicamente significativi.
“Le elettroniche possono avere successo nel liberarsi dalle sostanze cancerogene delle sigarette convenzionali e possono aiutare a smettere definitivamente, è questo quanto dimostrato anche dai recenti risultati del sondaggio condotto in Inghilterra dall’organizzazione Ash (Action on Smoking and Health) che testimonia come 1.5 milioni di utilizzatori passati alle e-cig hanno nel tempo abbandonato definitivamente le sigarette convenzionali” – commenta Paolo Veronesi (oncologo allo IEO e Professore Associato in Chirurgia all’Università degli Studi di Milano) sulla base di uno studio elaborato dall’Istituto Europeo di Oncologia.
RISULTATI di STUDI PRECEDENTI
Nel 2015, un rapporto condotto da Public Health England (Autorità dipendente dal Ministero della Salute inglese), ha dimostrato che le e-cig sono per il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali e possono contribuire a salvare migliaia di vite ogni anno. Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica European Addiction Research ha dimostrato che, considerato 100 il rischio relativo all’utilizzo di sigarette convenzionali, quello delle elettroniche si attesterebbe a 4.
Infine anche il Royal College of Physicians (RCP) ha pubblicato un rapporto intitolato “Nicotina senza fumo: riduzione dei danni del tabacco”, che conclude affermando il risvolto positivo per la salute pubblica inglese che deriverebbe dall’utilizzo massivo delle e-cig da parte dei fumatori e incoraggiandoli ad usare le sigarette elettroniche, poiché “molto più sicure del fumo”.
Infine, fra i principali studi riguardanti i benefici per la salute umana apportati dalle e-cig va segnalato ECLAT (Efficiency and safety of an electronic cigarette). Presentato negli Stati Uniti nel 2013, è il primo studio prospettico randomizzato al mondo che ha valutato l’efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica su un campione di 300 fumatori non intenzionati a smettere, con monitoraggio prolungato fino a 12 mesi. Già allora lo studio dimostrò che alla 52a settimana, l’8,7% dei fumatori che utilizzavano la sigaretta elettronica smetteva di fumare, laddove il 10.3% riduceva il consumo di sigarette tradizionali di almeno il 50%. Inoltre, il 73,1% di chi aveva smesso, non risultava utilizzare nemmeno la sigaretta elettronica a fine studio.
Si è appena conclusa l’edizione 2017 del GFN – Global Forum Nicotine di Varsavia. L’evento ormai atteso in tutto il mondo quest’anno ha visto la premiazione del prof. Riccardo Polosa come vincitore dell’ambito oscar per la ricerca e l’impegno contro il fumo a sostegno degli strumenti di riduzione del danno.
Noi di LIAF vi avevamo già annunciato lo scorso Marzo della candidatura del professore catenese sostenuta anche dalle pagine del quotidiano di informazione SigMagazine ma è stato proprio Sabato 17 Giugno che la notizia tanto attesa è finalmente arrivata.
Lasciando indietro gli altri candidati con un risultato quasi “da plebiscito” – hanno precisato gli organizzatori della premiazione – il prof. Polosa è stato insignito come il vincitore del INNCO Global Award for Ourstanding Advocacy.
“Sono davvero felice di aver ricevuto questo premio – ha detto il coordinatore del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica a margine della cerimonia – portare in tutto il mondo i risultati della ricerca italiana e lo sforzo delle migliaia di eccellenze che lavorano per noi, è per me motivo di orgoglio e di grande gioia. Sono grato a tutto lo staff di ricerca dell’Università degli Studi di Catania che ogni giorno collabora con me per raggiungere questi importanti traguardi. I nostri sacrifici non sono vani, milioni di fumatori stanno smettendo di fumare e la ricerca in questo campo testimonia l’efficacia e la validità di alcuni strumenti alternativi al fumo che possono davvero salvare milioni di vite umane. Siamo promotori di una rivoluzione di stili e di comportamento e dobbiamo condurre insieme fino alla fine. Sconfiggere il fumo deve diventare l’obiettivo primario di tutti”
Si sta svolgendo in questi giorni a Madrid (Spagna) il 50° Congresso annuale della Sociedad Española de Neumología y Cirugía Torácica (SEPAR), l’associazione nazionale che riunisce più di 4.000 professionisti della salute respiratoria in Spagna, vale a dire praticamente tutti gli pneumologi, i chirurghi toracici, gli infermieri e i professionisti della riabilitazione respiratoria, insieme ad altri specialisti nazionali ed esteri, con interesse comune nell’avanzamento delle conoscenze e delle pratiche mediche che possano ripercuotersi positivamente nell’intera società.
“Considerata la poca apertura della SEPAR verso l’uso delle sigarette elettroniche, sono rimasto molto sorpreso di ricevere un invito ufficiale per relazionare al loro congresso annuale – ha commentato Polosa. “Forse è il segno di un cambiamento da parte degli pneumologi spagnoli, e questo non può che dare soddisfazione ad anni di ricerca e di advocacy presso vari governi europei, tra cui anche quello spagnolo dove mi sono recato più volte.“
Ed è proprio in questo contesto che si è inserito l’attesissimo intervento del prof. Polosa sulla possibilità di utilizzare la sigaretta elettronica non solo come strumento per smettere di fumare, ma anche come mezzo per migliorare diversi parametri respiratori e qualità di vita nei pazienti fumatori affetti da malattie polmonari.
É noto che i pazienti fumatori affetti da asma e/o da BPCO presentano una forma di malattia più aggressiva e che risulta molto meno responsiva agli effetti dei farmaci. Sebbene astenersi dal fumare sia la cosa piú logica da fare per migliorare i sintomi respiratori di questi pazienti, per molti smettere é una missione impossibile.
“Anche nei soggetti fumatori sani che passano alla e-cig – aggiunge Polosa – le evidenze scientifiche mostrano effetti positivi sulle funzionalità respiratorie: i dati della spirometria migliorano, e la sensazione di fiato corto e la tosse da fumo scompaiono nel giro di poche settimane.”
Sempre a Madrid, il prof. Polosa incontrerà oggi il Direttore Generale della Salute Pubblica della Comunità di Madrid, Juan Martinez, e vari rappresentanti istituzionali che si occupano di salute presso la regione della capitale spagnola.
In occasione della giornata mondiale antifumo 2017, l’azienda Eurospin ha deciso di avviare un progetto di sensibilizzazione per i suoi dipendenti fumatori. Grazie alla collaborazione con LIAF e Università di Catania (Centro Prevenzione e Cura Tabagismo) sarà possibile avviare una serie percorsi che mirano a far smettere di fumare i dipendenti dell’azienda e la rete di persone più vicina a loro.
Il gruppo di lavoro di LIAF farà comprendere ai fumatori i pericolosi rischi legati al fumo, con particolare riferimento alle problematiche correlate ai dipendenti che vivono in un ambiente dove l’atto di fumare incide negativamente sull’andamento del proprio lavoro e su quello dell’azienda. In generale, infatti, come specificato più volte, il tempo per la sigaretta è solitamente considerato il tempo per una pausa da lavoro. Ma se queste pause diventano più numerose del dovuto è semplice capire come il fumo possa togliere tempo prezioso e produttività all’azienda.
Il percorso di Eurospin, il primo di questo tipo in Italia, si articola in tre incontri di tre ore ciascuno, per ogni singolo gruppo coinvolto. A condurre il percorso formativo sarà il prof. Pasquale Caponnetto insieme ad alcuni dei ricercatori LIAF.
Durante gli incontri i partecipanti saranno sensibilizzati ed informati tecnicamente sui rischi fumo-correlati e sulle possibile conseguente. “Motiveremo i fumatori a comportamenti pro-salute attraverso l’utilizzo di tecniche specialistiche di motivational interviewing. L’obbiettivo finale – ha spiegato Caponnetto – è quello di ridurre il numero di fumatori all’interno dell’azienda e di fornire un modello di lavoro intelligente dove i partecipanti ai percorsi saranno sensibilizzati a promuovere una società libera dal fumo attraverso la diffusione di messaggi antifumo con se stessi, coi i propri cari e con i propri clienti”
Roma 30/05/2017 – “Quindi in Inghilterra un milione e mezzo di svapatori starebbero avvelenandosi con il beneplacito delle autorità sanitarie?”. Con questo commento sarcastico il prof. Umberto Tirelli, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano e membro del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica di LIAF, riferendosi ai dati di un sondaggio appena pubblicato da ASH (Action on Smoking and Health), ha così commentato la ricerca diffusa ieri dall’Alma Mater Studiorum di Bologna.
Il sondaggio di ASH mostra che oltre il 50% dei 2.9 milioni di svapatori inglesi ha smesso di fumare completamente grazie all’utilizzo di uno strumento il cui danno è stato già centinaia di volte certificato come nettamente inferiore a quello delle sigarette convenzionali. “Una rivoluzione in termini di migliorata salute pubblica che, invece, secondo lo studio italiano sarebbe un inversione di marcia” – ha spiegato Tirelli.
I ricercatori bolognesi avrebbero dimostrato in ratti da laboratorio che la esposizione ai vapori di sigaretta elettronica potrebbero causare seri danni al DNA quindi rappresentare un rischio cancerogeno. Gli studi effettuati sui modelli animali, come già rivelato più volte, per le caratteristiche stesse dei campioni esaminati e per le reazioni differenti rispetto a quelle degli umani hanno più volte dimostrato dati falsati rispetto alla realtà.
“In particolare – ha spiegato Tirelli – sarebbe indispensabile nello studio in questione un gruppo di controllo costituito da ratti che venissero esposti alle sostanze chimiche emesse dalle sigarette convenzionali. Inoltre, sarebbe necessario verificare se l’esposizione ai vapori di sigaretta elettronica, sia per durata che per quantità, fosse comparabile a quanto avviene nell’uomo. E’ arrivato il momento – ha aggiunto l’oncologo – di introdurre nel settore di ricerca delle e-cig un gruppo di controllo internazionale che certifichi e verifichi il corretto procedimento delle analisi condotte nei laboratori, e nello specifico sugli animali. Non possiamo continuare a diffondere notizie basate su risultati improvvisati e non validati da chi verifica se avviene una riduzione del danno. Questo è infatti l’obiettivo delle e-cig, non l’assenza assoluta di danno. La diffusione delle elettroniche, come già avvenuto in Inghilterra, potrebbe aiutare a far smettere di fumare milioni di tabagisti in tutto il mondo. E’ ovvio che sarebbe meglio smettere completamente di fumare ma la dipendenza dalla nicotina è tale che molti fumatori non riescono a farlo, mentre l’utilizzo delle sigarette elettroniche (che mantengono la gestualità ed il possibile utilizzo di nicotina) rappresenta una risposta efficace nell’ottica della riduzione del danno che un Paese evoluto come l’Inghilterra ha già adottato da tempo”.