lunedì, Gennaio 13, 2025
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Ezio Campagna è il nuovo presidente LIAF

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Ezio Campagna

Dopo tre anni di mandato, portato avanti con grande impegno e costanza, la prof.ssa Lidia Proietti ha lasciato proprio in queste ore la presidenza della LIAF – Lega Italiana Anti Fumo. Al suo posto il dentista catanese, Ezio Campagna. 

Una decisione importante che arriva a seguito della notizia di un’altra missione da portare avanti per la docente catanese che sarà impegnata in questi mesi a rappresentare la nostra organizzazione nell’ambito di importanti appuntamenti istituzionali.

Tanti i temi per i quali l’esperta in politiche antifumo si è battuta in questi anni: dalla regolamentazione prevista dalla nuova normativa, alla pubblicità per i prodotti contenenti tabacco, e dalla tutela dei non fumatori nei luoghi pubblici, sino a quella dei non fumatori nei luoghi di lavoro. Decine le lettere inviate agli organi di competenza nel tentativo, quasi quotidiano, di ricevere supporto e attenzione anche dalle istituzioni sanitarie. Ed ancora, progetti, percorsi formativi e conferenze stampa. Battaglie importanti portate avanti con successo e tra tutte ricordiamo il progetto per rendere gli ospedali liberi dal fumo, che ha visto una concreta applicazione in diverse strutture ospedaliere della penisola, e la denuncia per il tramite di alcuni esponenti politici volta a far applicare il divieto di fumo anche a Montecitorio.

Insomma, anni intensi ma importanti, anni in cui LIAF è cresciuta tanto insieme ai suoi ricercatori e sostenitori. Anni di viaggi e battaglie condotte con un unico obiettivo: aiutare le persone a smettere definitivamente di fumare.

Lidia Proietti consegna a LIAF una grande eredità di iniziative e progetti condotti con entusiasmo e attenzione che non rimarranno senza timoniere.

A succederle, ci sarà il noto dentista siciliano, Ezio Campagna.

Ezio Campagna

Consigliere odontoiatra dell’Albo degli Odontoiatri di Catania e vicepresidente della Fondazione dello stesso ordine, Campagna è impegnato in attività istituzionali ed è peraltro direttore della rivista Catania Medica e referente per la formazione professionale in ambito sanitario.

Legato a LIAF per un rapporto di stima decennale, il nuovo presidente ha sposato più volte le nostre battaglie contro il fumo e nel suo discorso introduttivo ha spiegato: “Molti pensano che denti gialli e alito cattivo siano i soli danni legati al fumo ma non è così. Dobbiamo spiegare ai fumatori che, così come avviene per i denti, il fumo danneggia gli organi di tutto il corpo e può provocare patologie ben più gravi”.

Sono entusiasta di iniziare questo nuovo viaggio – ha poi aggiunto – un percorso di cui mi onoro da oggi di far parte e che spero di condurre nel migliore dei modi. Prendo in mano con orgoglio la presidenza LIAF ma sono anche certo che sarà un lavoro lungo e complesso e per questo spero nella collaborazione dei tanti volontari ed operatori che vorranno sostenerci. Da oggi si aprono le porte di una nuova realtà”.

“Effetto Gateway” – per Polosa “non esistono dati che lo dimostrano”

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Non esiste alcuna evidenza scientifica certa sull’effetto gateway, di avvicinamento cioè dei giovani al fumo di sigaretta passando prima per il vapore delle e-cig, di cui in questi giorni si discute a partire da una ricerca proveniente dagli Stati Uniti.

Dati provenienti dagli stessi Stati Uniti d’America e dalla Gran Bretagna dimostrano al contrario una netta diminuzione del numero di fumatori anche tra i giovani, relazionabile alla crescente popolarità della sigaretta elettronica nello stesso periodo. Questo è quanto spiegato in una lettera pubblicata lo scorso dicembre sulla nota rivista scientifica NEJM – New England Journal of Medicine e firmata dal prof. Riccardo Polosa e dal prof. Pasquale Caponnetto del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica in ambito di salute pubblica, promosso alcuni mesi fa dalla Lega Italiana Anti Fumo.

“Molti giovani che iniziano a sperimentare la sigaretta elettronica lo fanno perché già fumatori, e comunque con una frequenza non regolare. I dati (*HSCIC, Smoking, drinking and drug use among young people in England 2014 –Health and Social Care Information Centre) che hanno analizzato il consumo di e-cig tra i giovani tra il 2014 ed il 2015 dimostrano infatti che il declino del numero di fumatori tra i giovani americani è indiscutibilmente associato all’aumento del numero di svapatori” – ha commentato il prof. Riccardo Polosa rispondendo anche alle recenti dichiarazioni del Vice Ministro all’Economia italiano, Luigi Casero. “E nel 2015 – ha aggiunto Polosa – la sperimentazione di e-cig tra gli adolescenti è risultata essere superiore a quella delle sigarette convenzionali, notoriamente molto più pericolose”.

Sono ormai centinaia gli studi indipendenti e peer reviewed che dimostrano la validità di questi strumenti nella lotta al tabagismo e nella riduzione dei danni causati dal fumo di sigaretta convenzionale ed è importante ricordare che questo è stato possibile anche grazie all’intensa attività di ricerca condotta nei più importanti istituti e laboratori scientifici italiani, tra cui l’Università degli Studi di Catania che ha realizzato il primo studio prospettico al mondo sull’efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica.

“I recenti studi diffusi in tutto il mondo – ha concluso Polosa – hanno ormai ampiamente dimostrato che non esiste alcuna correlazione con il cosiddetto effetto gateway in non fumatori. Al contrario, si sono palesati chiari effetti positivi sulla salute umana sia dal punto di vista cardiovascolare che respiratorio, anche nel lungo termine, imputabili alla sostituzione delle sigarette convenzionali e contenenti tabacco con quelle elettroniche fatte di acqua, aromi vegetali, glicerina, glicole propilenico e, in base alla scelta dei consumatori, nicotina”.

 

Nuovo studio del gruppo di ricerca del Prof. Polosa – Le sigarette elettroniche sono utili nella cura della BPCO

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Un’ulteriore e importante prova scientifica a sostegno dell’utilizzo delle sigarette elettroniche: secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista Respiratory Research l’uso di e-cig può aiutare i fumatori affetti da BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) a ridurre il consumo di sigarette tradizionali o addirittura a smettere definitivamente,con ricadute positive in termini di migliorata sintomatologia e qualità della vita.

Lo studio è stato condotto dal prof. Riccardo Polosa, professore ordinario dell’Università degli Studi di Catania e coordinatore del Comitato Scientifico per la ricerca applicata alla sigaretta elettroniche promosso dalla Lega Italiana Anti Fumo.

Tra i collaboratori, Jaymin B. Morjaria del Royal Brompton & Harefield Hospital del Regno Unito, Cosimo M. Bruno e Pasquale Caponnetto dell’Università di Catania, Umberto Prosperini dell’Ospedale “San Vincenzo” di Messina, Cristina Russo dell’Arnas Garibaldi di Catania e Alfio Pennisi della Casa di Cura Musumeci-Gecas di Catania.

Sono stati evidenziati notevoli miglioramenti nel numero di riacutizzazioni respiratorie nonché negli esiti soggettivi e oggettivi della BPCO.

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Riccardo Polosa

Per la prima volta nel campo della ricerca applicata alla cura delle malattie fumo correlate – ha detto Polosa – abbiamo voluto valutare i cambiamenti a lungo termine e gli esiti delle valutazioni respiratorie in fumatori con BPCO che sono passati all’uso regolare di e-cig. E i risultati raggiunti sono stati decisamente migliori di quanto ipotizzato”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la BPCO diventerà la terza principale causa di morte nel 2030. Si tratta di una malattia caratterizzata da una risposta infiammatoria delle vie aeree (dovuta spesso all’abitudine al fumo di sigarette), da gravi sintomi respiratori, da un progressivo declino della funzione polmonare e da insufficienza respiratoria. Inoltre, nei fumatori o ex fumatori affetti da BPCO, il rischio di cancro al polmone, di malattie cardiovascolari e diabete è nettamente superiore.

Per i pazienti affetti da BPCO – ha concluso Polosa – smettere di fumare è l’unica strategia che possa migliorare la prognosi. Ciononostante, questi pazienti non sono particolarmente interessati a smettere e molti ricadono nel vizio dopo una breve fase di astinenza. Il nostro studio, invece – ha aggiunto – dimostra che passare all’utilizzo delle elettroniche, non solo aiuta a smettere, ma si accompagna ad una importante riduzione nel numero di riacutizzazioni di malattia e miglioramento dei sintomi cardiorespiratori e della qualità di vita.

Nuovo studio conferma: le e-cig non sono una moda tra i giovani

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Secondo una recente indagine dell’Università del Michigan  il consumo di sigarette elettroniche e narghilè tra i giovani statunitensi è drasticamente diminuito.

Comitato Scientifico LIAF: Non tutte sono sigarette elettroniche, differenze e similitudini

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A seguito delle ultime notizie diffuse dalla stampa in merito alle caratteristiche tecniche ed agli impatti sulla salute dei c.d. prodotti a “tabacco riscaldato”, il Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica promosso dalla Lega Italiana Anti Fumo, interviene sull’argomento fornendo una corretta chiave di lettura dei dati diffusi.

Al momento, sono presenti sul mercato due prodotti oggettivamente differenti fra loro che offrono un’alternativa al fumo di tabacco: le sigarette elettroniche e i dispositivi che riscaldano tabacco. Questi ultimi permettono di riscaldare una sigaretta appositamente modificata (c.d. heatsticks) composta di tabacco miscelato principalmente con glicerolo. La sigaretta elettronica, invece, è composta da una batteria e un atomizzatore che riscalda una soluzione a base di glicole propilenico, glicerolo, acqua, aromi ed, eventualmente, nicotina.

Dal punto di vista dell’impatto sulla salute dei due prodotti, se per le sigarette elettroniche è oramai acclarata la validità di questi strumenti nella lotta al tabagismo e nella riduzione dei danni causati dal fumo di sigaretta convenzionale con diverse centinaia di studi scientifici indipendenti al loro attivo, per il tabacco riscaldato sono pubblicati solamente studi sponsorizzati dai produttori stessi.

Nell’agosto 2015, un rapporto condotto nel Regno Unito per conto di Public Health England (Autorità dipendente dal Ministero della Salute inglese), ha dimostrato che le e-cig sono per il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali e possono contribuire a salvare migliaia di vite ogni anno. Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica European Addiction Research ha dimostrato che, considerato 100 il rischio relativo all’utilizzo di sigarette convenzionali, quello delle elettroniche si attesterebbe a 4. E ancora, recenti studi hanno più volte dimostrato che le e-cig possono essere utilizzate come terapia per far smettere di fumare anche pazienti affetti da asma o da patologie cardiovascolari.

In conclusione, se per le e-cig, le prove scientifiche a supporto della riduzione del rischio sono numerose, per il tabacco riscaldato bisognerà attendere ricerche indipendenti che confermino la loro minore dannosità rispetto al tabacco tradizionale.

Dato che sigarette elettroniche non contengono tabacco, è ovvio che i due prodotti debbano essere considerati in modo distinto e separato sia per quanto attiene alle loro caratteristiche oggettive (le e-cig vaporizzano liquidi e mentre gli altri prodotti riscaldano tabacco) che per l’impatto sulla salute. Tale concetto deve essere chiaro per orientare correttamente le scelte dei consumatori e le politiche dei legislatori.

Tuttavia, resta inteso che qualsiasi tecnologia, strumento o azione volta alla riduzione del danno e del rischio tabagico – purché scientificamente provata – deve essere presa in seria considerazione.

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Il Comitato Scientifico Internazionale è composto da: Riccardo Polosa dell’Università degli Studi di Catania, Umberto Tirelli dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, Fabio Beatrice della Società Italiana di Tabaccologia, Carlo Cipolla dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia di Milano), David Nutt dell’Imperial College di Londra, Mike Siegel della Boston University School of Public Health, Sally Satel dell’American Enterprise Institute, Kostantinos Farsalinos dell’Università di Patras, Jacques Le Houezec Consulente di Sanità Pubblica a Rennes, Marcus Munafo dell’Università di Bristol e Pasquale Caponnetto della Lega Italiana Anti Fumo.

Polosa al simposio internazionale sulle e-cig: “Potranno essere usate per somministrare farmaci”

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Si sta svolgendo in queste ore a La Rochelle, in Francia, il Simposio internazionale dedicato alle sigarette elettroniche per smettere di fumare.

Tra i noti relatori dell’evento, c’è anche il prof. Riccardo Polosa (coordinatore del Comitato Scientifico di LIAF e autore più importante al mondo nel campo della ricerca applicata alla sigaretta elettronica) con l’atteso intervento sulle future applicazioni della sigaretta elettronica alla medicina: “Le elettroniche potrebbero essere impiegate anche nella somministrazione di farmaci, assicurando una migliore efficacia, semplificando i metodi tradizionali e soprattutto assicurando una maggiore aderenza per i pazienti” – ha annunciato lo scienziato catanese.

Nel futuro – ha poi spiegato Polosa – potranno essere utilizzate per il miglioramento della salute umana, per l’applicazione terapeutica della nicotina e della cannabis e per somministrare farmaci respiratori”.

Il simposio francese sulle elettroniche parte dal contesto critico delle ultime osservazioni dell’OMS (che ricordiamo ha affermato di recente che nel ventunesimo secolo la prima causa di morte al mondo sarà proprio il fumo di sigaretta convenzionale) e ha l’obiettivo di presentare gli ultimi risultati della ricerca medica e scientifica in questo campo, di rivedere e valutare le tecnologie e le eventuali innovazioni dello strumento e di promuovere le e-cig come trattamento efficace per smettere di fumare con confort e piacere.

“La sigaretta elettronica – ha peraltro aggiunto Polosa durante il suo intervento – produce effetti positivi anche in alcune categoria di pazienti affetti da particolari malattie cardiovascolari e respiratori. Secondo i nostri studi, infatti – ha concluso – l’utilizzo di e-cig per smettere di fumare in pazienti affetti da ipertensione arteriosa porta ad una marcata riduzione della pressione sistolica e, considerando che uno dei rischi più alti per questi pazienti è l’aumento di peso, il passaggio alle elettroniche può portare ad ulteriori effetti positivi anche nel lungo termine”.

E-cig e bronchite negli adolescenti. R. Polosa: “Niente dimostra che sintomi riflessi portano a patologie respiratorie”

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Le sigarette elettroniche non sono innocue, anzi, raddoppiano il rischio di sviluppare i classici sintomi della bronchite cronica” – questo è il messaggio riportato qualche giorno fa su “Il Corriere della Sera“, in un articolo firmato dal giornalista Sergio Harari, con il quale si commentava lo studio pubblicato sull’American journal of Respiratory and Critical Care Medicine e condotto su una popolazione di 500 adolescenti americani.

Riccardo Polosa

“Lo studio citato nell’articolo del Corriere – ha commentato il prof. Riccardo Polosa, coordinatore del Comitato Scientifico LIAF – non è scevro da seri difetti dal punto di vista metodologico. Innanzitutto, da come viene definito, l’uso della ECIG in questa popolazione di studenti californiani è più attinente a forme di sperimentazione  occasionale che non all’uso quotidiano del prodotto. La sperimentazione  occasionale con ECIG da sola può determinare un aumento della tosse.

E’ stato più volte riportato, che la tosse è un sintomo comunemente associato allo svapo perché il vapore elettronico può causare irritazione e quindi scatenare il riflesso (fisiologico) della tosse. La letteratura è concorde nello stabilire che questo sintomo è transitorio; si manifesta con le prime svapate ma poi tende a scemare via via che si svapa. Si tratta di una normale forma di adattamento dell’organismo alla inalazione di miscele di PG/VG.

Il design dello studio citato nell’articolo del Corriere (i.e. sondaggio cross-sezionale con questionari) non permette di stabilire con certezza alcuna causa. Gli autori stanno semplicemente descrivendo una associazione tra uno stimolo irritativo e un sintomo riflesso, ma non c’è nulla che dimostri che sintomi riflessi possano condurre a patologie respiratorie vere e proprie.

E infine, va ricordato che studi prospettici condotti in cliniche specializzate hanno dimostrato che l’uso quotidiano di ECIG (fino a 1 anno) riduce nel tempo la tosse ed che il monitoraggio regolare (fino a 2 anni) dei sintomi respiratori in fumatori affetti da asma che sono passati allo svapo quotidiano, non ha dimostrato nessun aumento della tosse”.

E-cig – danni al cavo orale? F. Beatrice: “Non brucia ma vaporizza quindi è priva di combustione”

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Le sigarette elettroniche danneggiano la bocca come il tabacco“- è questo il titolo di un recente articolo pubblicato sulla rivista italiana “Ok Salute e Benessere” con il quale si commenta un nuovo studio della University of Rochester School of Medicine and Dentistry di New York che dimostrerebbe come i vapori rilasciati dai liquidi usati nelle sigarette elettroniche potrebbero infiammare i tessuti del cavo orale, anche senza nicotina esattamente come le sigarette tradizionali.

Un allarme infondato lanciato dallo studio e durato giusto poche ore al quale è presto seguita la risposta di uno dei più importanti esperti in materia, il dott. Fabio Beatrice della Società Italiana di Tabaccologia, autore di numerosi testi sulla ricerca applicata alla sigaretta e membro del Comitato Scientifico di LIAF.

Di seguito, il commento dello scienziato:

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Fabio Beatrice

“Dire che la sigaretta elettronica infiamma i tessuti orali ed il paradonto e le gengive come la normale sigaretta non non è credibile sulla base delle attuali conoscenze scientifiche. In primo luogo la e-cig non brucia ma vaporizza a circa 100 gradi e questo significa che è priva di combustione. Di conseguenza è palesemente errato proporre, come apparentemente viene fatto nell’articolo in questione, una sigaretta elettronica che brucia vapore. Si tratta di elementari nozioni di fisica.

Inoltre è dimostrato da IARC (International Agency for Research on Cancer) che la sigaretta, nella sua combustione compresa tra 400 e 1000 gradi, produce oltre 80 sostanze  cancerogene di classe A, cioè è cosa certa. La stessa sigaretta in quanto tale è di fatto un potente e certo cancerogeno.

Per quanto attiene alla nicotina, è la stessa rilasciata dalle sigarette. Il mentolo non appare neanche lontanamente paragonabile all’azione degli oltre 80 cancerogeni certi della normale sigaretta. Resta pertanto certa l’evidenza di una tossicità nettamente inferiore della e-cig  rispetto alla sigaretta.

La stima del Ministero della Salute della Gran Bretagna è per la e-cig di una tossicità inferiore nella misura del 95% rispetto alle sigarette. Tutti oramai concordano nel considerare l’elettronica quale potente strumento di riduzione del rischio nei fumatori resistenti alla cessazione“.

Pressione sanguigna: con l’ecig miglioramenti a lungo termine

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La sigaretta elettronica è un strumento prezioso per la riduzione del danno anche nei fumatori che soffrono di ipertensione arteriosa.  A dirlo è un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori, coordinati dal prof. Riccardo Polosa, pubblicato di recente su PUBMED e dal titolo “Controlli della pressione sanguigna in fumatori ipertesi che passano alla sigaretta elettronica“.

I ricercatori (Jaymin B. Morjaria del Royal Brompton & Harefield Hospital del Regno Unito, Pasquale Caponnetto, Eliana Battaglia e Cosimo M. Bruno dell’Università di Catania, Cristina Russo e Claudio Ciampi dell’Arnas Garibaldi di Catania e George Adam del Rex Hospital di Raleigh negli Stati Uniti) hanno dimostrato che, nei pazienti con ipertensione arteriosa, l’utilizzo della sigaretta elettronica come sostituto di quella convenzionale porta ad una marcata riduzione della pressione sistolica e diastolica, nonché a miglioramenti clinicamente rilevanti nel controllo della pressione sanguigna.

Peraltro, si è anche notato che il passaggio a regolare l’uso di e-cig in queste popolazioni di pazienti non è associato al consueto aumento di peso solitamente temuto: “Considerando che uno dei rischi più alti per lo sviluppo dell’ipertensione è anche l’aumento di peso che da post-cessazione da fumo – ha spiegato Polosa – il passaggio alle elettroniche può portare ad ulteriori effetti positivi anche nel lungo termine“.

Lo studio, condotto questa volta su pazienti ipertesi che facevano uso regolare di e-cigs, ha consentito di produrre un analisi diversa rispetto a quella realizzata pochi mesi fa dalla squadra di Polosa e da quella del prof. Konstantinos Farsalinos. “Adesso abbiamo il quadro completo – ha spiegato il responsabile scientifico LIAF – non credo sia solo la riduzione del consumo di tabacco a migliorare i dati della pressione arteriosa, c’è di più molto di più. Irituali e le abitudini comportamentali connessi allo svapo possono aiutare i fumatori con ipertensione ad alleviare l’ansia ed il desiderio (di solito associati con l’astinenza da fumo) e questo porta inevitabilmente anche ad una migliore stabilizzazione della pressione sanguigna“.

COP7 a Nuova Delhi: la sceneggiatura prevedibilie di uno spettacolo senza pubblico

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Si è conclusa a New Delhi la Settima Conferenza delle Parti organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma tanti i nodi da sciogliere che si evincono dal comunicato stampa diffuso ieri dal COP7, da cui emergono chiaramente le contraddizioni ed ambiguità che hanno contraddistinto la Conferenza fin dall’inizio dei lavori.

Gli annunciati atti risolutivi riguardanti l’implementazione delle politiche di controllo del tabacco non sono stati adottati, e non, come ha affermato la Direttrice del Segretariato, Dr. Vera Luiza da Costa e Silva, a causa delle presunte interferenze delle multinazionali del tabacco all’interno della riunione – che alla stessa non avevano accesso – , quanto per una sostanziale incapacità delle parti di trovare una posizione comune.

In merito alle sigarette elettroniche (Electronic Nicotine Delivery System), il verdetto del COP7 è stato invece molto chiaro: “le Parti che non hanno ancora vietato l’importazione, la vendita e la distribuzione di tali dispositivi, sono invitate a considerarne o la proibizione o la regolamentazione come farmaci o come prodotti del tabacco.” L’unica vera apertura ad un approccio più favorevole alle e-cig risiede nella richiesta di ulteriori ricerche scientifiche per dimostrare l’impatto sulla salute umana, soprattutto nel lungo termine.

Inoltre, altri temi fondamentali che dovevano essere approfonditi durante il COP7, come la necessità di ampliare le ricerche che prestino attenzione ai gruppi vulnerabili che fanno uso di tabacco, sono stati solo accennati, senza comprenderne evidentemente l’importanza.

La sceneggiatura dello spettacolo a New Delhi era prevedibile. Lotta serrata alle e-cigs con esclusione di pubblico, NGO e giornalisti sin dal primo giorno di lavoro. Non riesco a capire come decisioni così importanti debbano essere prese a porte chiuse senza il coinvolgimento dei diretti interessati. Tuttavia, anche se per molti aspetti negativo, il documento riconosce che la e-cig è una realtà in divenire che va implementata mediante regole che ne garantiscono qualità e sicurezza e si è evitata l’adozione di norme altamente penalizzanti” dichiara il coordinatore del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica, prof. Riccardo Polosa. “Un risultato positivo, viste le premesse: le prove portate anche dal nostro Comitato Scientifico in questi ultimi mesi hanno dimostrato che si tratta di un prodotto che non va vietato, ma implementato, in termini di innovazione e ricerca per l’obiettivo di salvare milioni di persone che si ammalano e muoiono per i danni derivanti dall’utilizzo del tabacco. Proprio oggi, ad esempio, sono stati diffusi i risultati di una recente ricerca, firmata da alcuni membri del Comitato e pubblicata sull’International Journal of Environmental Research, che dimostra come anche nel caso di pazienti ipertesi che hanno smesso grazie alla ecig si registri una importante riduzione della pressione sanguigna” conclude Polosa.