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A “Stare bene senza fumo” parlano i pediatri: “Un colpo di tosse di una mamma che fuma è una vera impallinata”

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28/10/2014 Roma, conferenza stampa della campagna ' Saltainbocca.it. Nella foto Giampietro Chiamenti

Le nuove norme previste dal Decreto Lorenzin fanno particolare attenzione al fumo passivo ed alla tutela dei minori. Cosa ne pensano i pediatri della nuova normativa? Va bene o si poteva fare di più? Come si combatte il fumo passivo per i bambini? A rispondere oggi alle nostre domande per la seconda puntata di “Stare bene senza fumo” è il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, il dott. Giampietro Chiamenti

Rispetto alla nuova normativa contro il fumo: “C’è da considerare – ci spiega il presidente Chiamenti – che le restrizioni delle abitudini voluttuarie (vedi anche l’alcol) hanno più effetto se sono graduali, se creano un ambiente di riprovazione sociale più che se introducono veri e propri divieti  assoluti. Siamo quindi su una strada da fare a piccoli passi,  in cui ogni provvedimento aggiunge, in modo poco avvertibile, delle restrizioni progressive, dimostratesi più efficaci di quelle totali e assolute”.

  • Quali sono i danni causati dal fumo passivo di sigarette convenzionali sulla salute dei bambini ?

SMOKING AS POLLUTION“Il fumatore è certamente un portatore di irritazione cronica delle vie respiratorie – spiega il pediatra –  questo vuol dire che nelle sue vie aeree vive, in simbiosi con lui, una miriade di germi patogeni che mantengono un’infiammazione cronica (che di tanto in tanto si riacutizza). Il suo respiro è un continuo diffondere di questi germi attraverso goccioline microscopiche che vengono emesse a ogni espirazione. Un suo colpo di tosse è una vera e propria impallinata. È ovvio che un bambino che conviva con un fumatore, abbia molte più occasioni di contagiarsi per un’infezione respiratoria. Gli effetti del fumo passivo sui bambini sono pericolosi. Si può avere riduzione della crescita dei polmoni con problemi non indifferenti, aumento del il rischio di bronchite, tosse, catarro, asma, impatto sull’apprendimento dei bambini, cancro e leucemia, infezioni meningococciche, basso peso alla nascita.

In Italia è stimato che ogni anno muoiono circa 1000 persone a causa del fumo passivo. È stato dimostrato che i non fumatori che vivono con i fumatori aumentano la possibilità del 20% – 30% di avere tumore o cancro ai polmoni. Inoltre, solo 30 minuti di esposizione a fumo passivo inizia a creare danni all’apparato cardiocircolatorio a causa dell’immediata aggregazione piastrinica causa di un particolare addensamento del sangue: la reazione delle cellule endoteliali (rivestimento delle arterei coronariche) provoca difficoltà nel normale deflusso del sangue. Secondo la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia tutti i bambini hanno un diritto assoluto alla salute e allo sviluppo. Di conseguenza, l’uso e l’esposizione dei bambini ai noti rischi da tabacco costituisce una violazione di diritti dell’infanzia”.

  • E i danni causati dal fumo di sigaretta convenzionale sulla salute degli adolescenti?Purtroppo i dati dimostrano un aumento del numero di ragazzini che fumano. Si inizia solitamente tra i 13 e i 17 anni e spesso le scuole sono i luoghi privilegiati. In che modo può incidere la figura del pediatra nell’aiutare questi adolescenti a non attraversare la porta del fumo?

Bambini-che-fumanoIniziare a fumare quando si è adolescenti può diluire la materia grigia nel cervello. Alcuni scienziati infatti hanno dimostrato che prima un uomo o una donna iniziano a fumare, meno materia grigia rimane nella parte del cervello che serve a prendere decisioni. La cosa che però li ha più scioccati è stato il notare come questi cambiamenti risulterebbero molto più evidenti per chi, appunto, inizia a fumare da adolescente e questa sarebbe anche una delle ragioni perché risulterebbe poi difficile smettere da adulti.

L’inizio della abitudine al fumo spesso precede anche i 13 anni ed è favorito dal vivere in un ambiente sociale in cui il fumo è visto come un segno di emancipazione. Nei ragazzi più giovani spesso è un sistema per appartenere al gruppo o per manifestare la trasgressione. E’ dimostrato che le campagne di dissuasione dal fumo basate su aspetti razionali o scientifici hanno poca presa sugli adolescenti, così come gli interventi da parte di un adulto.  Nei ragazzi più piccoli, già dagli otto anni, è possibile  invece fare opera di prevenzione attraverso  attività di gioco  miranti a fare acquisire la consapevolezza  dell’ effettivo ruolo del fumo come promotore sociale, oltre a riconoscere le spinte “inconsce” esercitate da pubblicità e aziende. Il pediatra sa che è importante comprendere perché gli adolescenti si avvicinano al fumo e come parlare con loro delle sigarette. Bisogna aiutare gli adolescenti a non fare il primo tiro. La sua azione deve essere basata su un dialogo con i genitori e con i ragazzi.  I genitori devono dare il buon esempio. Il fumo in adolescenza è più comune nei figli di genitori fumatori che dovrebbero cercare di capire l’attrazione che crea nel figlio adolescente vedere fumare i propri genitori. L’adolescente può fumare per ribellarsi o per sentirsi più inserito nel gruppo degli amici. Devono chiedere al loro figlio come si sente riguardo al fumo e se alcuni dei suoi amici fumano. Lodate le buone scelte di vostro figlio e parlate delle conseguenze di quelle cattive. Potrebbe sembrare che l’adolescente non senta una parola di quello che gli si dice, ma bisogna dirlo comunque. Provare a fare i conti e spiegare che fumare costa e potrebbero paragonare  il costo del fumo a oggetti elettronici, vestiti o altre cose essenziali per gli adolescenti. Il pediatra deve sapere che gli amici che fumano possono essere convincenti, quindi bisogna dare all’adolescente  gli strumenti che servono per rifiutare le sigarette. Deve spiegare cosa è la dipendenza perché la maggior parte degli adolescenti crede che fumare occasionalmente non causerà loro dipendenza e anche se diventeranno fumatori regolari, possano comunque cessare  quando vogliono. Gli adolescenti, però, possono diventare dipendenti anche con il fumo intermittente e con livelli relativamente bassi di fumo. Non ultimo il ruolo del pediatra è quello di dare una giusta informazione sugli effetti dannosi del fumo per il nostro organismo, a cominciare dai polmoni, alla pelle che invecchia prima, alle prestazioni fisiche che diminuiscono etc. Prendere una posizione rispetto al fumo negli adolescenti vuol dire anche partecipare alle campagne anti fumo a livello locale e nelle scuole.

  • In America è scoppiata la polemica per la diffusione della sigaretta elettronica tra i minori. Lei considera che questo possa rappresentare un reale pericolo anche in Italia?

ecig_opener“La diffusione di questi dispositivi potrebbe portare a una riduzione del senso di riprovazione che sta, invece, alla base delle norme restrittive finora entrate in vigore. Potremmo quasi dire che tendono a ridare legittimità all’atto del fumare, anche in presenza di soggetti suscettibili. Da anni la ricerca medica cerca di rispondere a questi quesiti, ma la tecnologia delle e-cig, ancora troppo giovane, rende difficile effettuare studi sui rischi a lungo termine che derivano dal loro utilizzo. Dai dati disponibili risulta che nel nostro Paese solo il 10 per cento di chi è diventato habitué della e-cig (da non più di qualche mese) ha effettivamente detto addio alle sigarette tradizionali. Sei su dieci tra i consumatori abituali, invece, stanno riducendo il fumo mentre c’è uno “zoccolo duro”, circa il 22 per cento, che non ha cambiato le sue abitudini e fuma le une e le altre peraltro aumentando la quantità di nicotina assunta”.

 

 

Danni del fumo sulla pelle? Risponde la dermatologa delle vip

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Al via la nuova rubrica dedicata ai consigli degli esperti per smettere di fumare.  “Stare bene senza fumo” vi accompagnerà per cinque settimane con delle interviste speciali ad esperti di varie branche della medicina che affronteranno il problema dei danni causati dal fumo sotto diversi punti di vista medici e scientifici.

Per la prima puntata abbiamo chiesto aiuto alla dermatologa delle Vip italiane, la dottoressa Chantal Sciuto, specialista in Dermatologia Plastica ed Anti-Aging Medicine presso RAI e altri Network nazionali ed internazionali.

Ospite da anni di numerose trasmissioni televisive, nel suo “pacchetto clienti” ci sono nomi famosi del panorama culturale ma anche del giornalismo e dello spettacolo italiano. In questa foto, ad esempio, posa con Serena Rossi, Roberta Giarrusso, Tiziana Rocca, Giorgia Surina, Fabiola Sciabbarrasi e Cristina Parodi.

 

1- Negli ultimi anni, i dati sulla diffusione del fumo di tabacco hanno dimostrato un’incidenza maggiore di fumatori rispetto al passato, sia tra gli uomini che tra le donne. Si tratta comunque di   un lieve aumento ma che non fa ben sperare. Ha notato anche Lei un incremento tra i suoi pazienti?

“Nell’anamnesi dei miei pazienti è una delle valutazioni che faccio sempre e in effetti io non ho mai notato una diminuzione del numero di fumatori come invece si poteva pensare e ben sperare. Indubbiamente ho un numero maggiore di pazienti donne e posso testimoniare che sono davvero tante quelle che fumano e che lo fanno peraltro da molto tempo

 

2 – Dal punto di vista dermatologico, quali sono i danni causati dal fumo di sigarette convenzionali?

“I danni da fumo sulla pelle sono considerevoli e spesso molto visibili. Nessuna delle mie pazienti verrebbe da me per chiedere di essere curata specificatamente dai danni da fumo proprio perché questo significherebbe ammettere un vizio, una caduta, ma spesso i danni sono così evidenti da non poter essere nascosti” – ci spiega subito la dottoressa.

E aggiunge:

  • “La prima cosa più evidente è una cute di colorito spento e una pelle asfittica (grigiastra e non luminosa). Chi fuma peraltro ha spesso problemi di vascolarizzazione e tende ad avere i capillari aperti.
  • Molto diffuso tra le fumatrici è il problema delle rughette intorno alle labbra. Il movimento del fumo porta a creare quello che noi chiamiamo “codice a barre”.
  • Le unghie delle fumatrici sono tendenzialmente ingiallite e i capelli molto più deboli.
  • Si riscontra spesso un’accelerazione dell’invecchiamento della pelle”.

 

3 – Dopo quanto tempo appaiono i primi segni dei danni causati dal fumo sulla pelle?

“Dopo 5/10 anni da quando si inizia a fumare i danni cominciano già ad essere evidenti e purtroppo anche in una donna giovane. Nelle donne sotto i 30 anni, che magari hanno iniziato a fumare a 18/20, la pelle inizia subito a cambiare. E’ noto che dopo i 25 anni la produzione di collagene peggiora e se ci mettiamo un danno causato dal fumo non possiamo far altro che peggiorare la situazione”.

 

4 – Tra le sue pazienti ci sono anche nomi di personaggi famosi dello spettacolo. Secondo lei esiste ancora il pericolo dell’emulazione da parte degli adolescenti?

“Eliminare le scene di fumo al cinema ed in televisione ha già reso difficile vedere dei personaggi famosi intenti a fumare sigarette e credo sia stato proprio un grande passo. A tal proposito, sono convinta che l’immagine dei cosiddetti belli e maledetti che fumano è una cosa talmente passata che ormai non ha più senso nemmeno parlarne come se fosse un problema. Non c’è l’emulazione dell’idolo nel suo vizio del fumo, piuttosto c’è e persiste ancora, come spesso noto, emulazione nell’aspetto fisico”.

 

4 – Molti consigliano la sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare e in Inghilterra viene addirittura consigliata dai Centri Antifumo. Lei cosa ne pensa? Quali sono, secondo la sua esperienza, gli strumenti solitamente più utili per smettere di  fumare?

“Ho poca conoscenza di questo strumento e non entro nella scelta del tipo di antidoto al fumo che scelgono i miei pazienti ma ho riscontrato una buona percentuale di pazienti che sono passati alla sigaretta elettronica”.

 

E conclude … 

“Ritengo che sia ancora troppo alto il numero di fumatori in Italia e per questo mi trovate assolutamente d’accordo con la vostra battaglia e vi ringrazio per avermi dato la possibilità di partecipare a questa rubrica”.

 

 

Ecofin e Commissione UE su tassazione e-cig. Per R. Polosa: “La salute pubblica ha priorità assoluta”

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E’ notizia di pochi giorni fa che il Consiglio Europeo di Economia e Finanza (ECOFIN), riunitosi a Bruxelles lo scorso 8 Marzo, ha richiesto alla Commissione Europea di prendere in considerazione la formulazione di una eventuale proposta per la tassazione di tutti i prodotti contenenti tabacco comprese le sigarette elettroniche, al fine di equiparare anche questi prodotti alla tassazione delle sigarette convenzionali (sui quali le imposte sono notoriamente più alte). Gli Stati Membri vorrebbero che l’esecutivo presentasse una sua proposta di risposta nel 2017 o, se si rifiutasse, che spiegasse almeno le ragioni della sua decisione.
Tuttavia, si rappresenta una nota di cautela al punto 12 della richiesta ECOFIN, che SOTTOLINEA che, in questo contesto, una soluzione per l’applicazione di accise su e-cig, tabacco riscaldato, altri nuovi prodotti di tabacco e, se del caso, di prodotti legati ai prodotti del tabacco, ha bisogno di essere pratica e lungimirante, e deve trovare il giusto equilibrio tra ricavi, spese di amministrazione fiscale e obiettivi di salute pubblica. 
Pertanto è possibile che il nuovo provvedimento si limiti a concordare sulle definizioni, piuttosto che imporre tasse (ad esempio, quale deve essere la base imponibile, come stimare l’equivalenza tra ml di liquido elettronico e numero di sigarette, con gli Stati membri che fissano i propri prezzi).

E continuando, leggiamo al punto 16: “Il Consiglio chiede che la Commissione Europea … si impegni a verificare tutti gli studi rilevanti in materia … e, dopo aver effettuato l’analisi tecnica, le consultazioni pubbliche e le valutazioni d’impatto, sottoponga al Consiglio una adeguata proposta legislativa nel 2017 o, nel caso in cui scegliesse di non presentare una proposta, che informi il Consiglio dei relativi motivi”.

Prof. Riccardo Polosa

E’ proprio su questi due punti (12 e 16) delle conclusioni che secondo il prof. Riccardo Polosa, presidente del gruppo di lavoro sugli standard per le emissioni delle e-cig del Comitato Europeo di Normazione (CEN/TC 437 – WG4), sarebbe concentrata la sintesi della questione: “La spiegazione dell’atteggiamento burocratico dell’UE verso uno strumento che ha dimostrato di rappresentare una valida alternativa per smettere di fumare (come dimostrano i dati sulla diminuzione di fumatori in Inghilterra) è che molti governi europei vedono nell’e-cig un problema per i bilanci di stato piuttosto che una soluzione per la salute pubblica”. E ha aggiunto: “Mi chiedo come sia possibile trovare un equilibrio tra la necessità di avere introito fiscale e quella di garantire la salute pubblica. La seconda di queste necessità dovrebbe avere priorità assoluta”.

“Ritengo quanto mai indispensabile – ha concluso Polosa – l’analisi delle evidenze scientifiche su questo tema che peraltro in questi anni sono proliferate in maniera non indifferente, a testimonianza probabilmente del fatto che l’utilizzo dello strumento non è stato efficacemente valutato finora dai rappresentanti della salute pubblica”.

“Stare bene senza fumo” a breve con i consigli dell’esperto

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Visto il successo dei nostri commenti con i consigli per smettere di fumare, parte sul sito LIAF la nuova rubrica STARE BENE SENZA FUMO dedicata interamente ai fumatori che cercano buone motivazioni per smettere.

Nelle prossime settimane, infatti, vi proporremo una serie di interviste ad esperti in campo medico e scientifico di diverse branche della medicina con i quali affronteranno volta per volta il tema delle malattie fumo correlate e dei danni da fumo sulle varie parti del corpo e nelle varie fasi della vita.

Per noi è un appuntamento importante al quale lavoriamo da tempo e che speriamo possa essere utile ai tanti fumatori che cercano risposte concrete e veritiere per smettere di fumare definitivamente.

In attesa del fischio di inizio previsto per i prossimi giorni, vi invitiamo ad inviare via email le vostre domande (email: [email protected]), i suggerimenti ed il racconto delle vostre esperienze.

Noi ci siamo! Perchè per noi smettere di fumare significa LIBERTA’!

 

… A prestissimo 

 

 

 

Quando “Mamma Rai” non applicò le sanzioni per i “monelli fumatori”

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Qualche giorno fa è stata confermata anche dalla Cassazione la condanna della Rai a risarcire, con quasi 32mila euro più interessi, i danni biologici e morali da fumo passivo subiti da una giornalista ora in pensione, ex conduttrice del Tg3.

repubblica-1-600x310Senza successo, la Rai si è difesa sostenendo di aver emesso disposizioni contro il fumo che però erano riferite solo a circolari e direttive che, secondo la Suprema Corte “non costituiscono, evidentemente, misura idonea a contrastare i rischi da esposizione da fumo passivose non si fanno rispettare con delle sanzioni.

Sempre secondo la Corte, il comportamento della Rai avrebbe portato una manchevole condotta” nella mancata applicazioni di sanzioni utili a limitare i danni da fumo all’interno della redazione.

A tal proposito, riproponiamo oggi un articolo pubblicato sul sito LIAF con il quale anche il presidente della Lega Italiana Anti Fumo, la prof.ssa Lidia Proietti, affrontava l’argomento nel 2014.

Nello specifico, parlando di leggi che in Italia tutelano il lavoratore dai danni causati dal fumo passivo nei luoghi di lavoro, si ricorda che l’esposizione a fumo passivo è un fattore di rischio cancerogeno accertato e si considera fattore di rischio lavorativo qualora sia presente nei luoghi di lavoro.

  • Dalla circolare del Ministero della Salute del 17 dicembre 2004: “La prevenzione dei gravi danni alla salute derivanti dall’esposizione attiva e passiva al fumo di tabacco costituisce obiettivo prioritario della politica sanitaria del nostro Paese e dell’U.E”.
  • Nell’Accordo 16 dicembre 2004 si è raccomandato ai datori di lavoro di fornire anche un’adeguata informazione ai propri lavoratori sui rischi per la sicurezza e la salute derivanti dal fumo di tabacco attivo e passivo.
  • Con il D.Lgs 81/2008 in materia di “tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” il datore ha assunto un ruolo centrale nella salvaguardia del proprio dipendente. Il “capo” si è trasformato in un vero e proprio “garante” della salute del proprio dipendente.

foto-proiettiE commentando la sentenza della Suprema Corte, la prof.ssa Proietti conclude: “Ci auguriamo che il testo della sentenza, che riporta passaggi molto importanti per la tutela dei lavoratori dai danni da fumo passivo, possa fare giurisprudenza e che possa essere considerato esempio a ragione per altri cittadini che, come la giornalista in questione, hanno voglia di far tutelare il proprio sacrosanto diritto alla salute. Ritengo – ha aggiunto – che sia giunto il momento per i singoli Stati di prendere decisioni di natura pubblica considerando che i danni da fumo di sigaretta convenzionale rappresentano un reale e grave pericolo per la salute dei cittadini e che la tutela dei lavoratori è fondamentale per ridurre il numero di migliaia di morti ogni anno“.

Accesso troppo facile per i minori ai siti internet di elettroniche. Polosa risponde sulla rivista “Fortune”

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L’accesso degli adolescenti ai siti internet che vendono sigarettdownloade elettroniche è davvero così pericoloso? E quali sono i limiti che il governo dovrebbe applicare per prevenire l’acquisto delle e-cig da parte dei minori? A rispondere a queste domande sulla nota rivista “Fortune” è stato ieri il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e docente di Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Catania, che – intervistato dalla giornalista Lisa Rapaport dell’agenzia di stampa Reuters – ha commentato i risultati di un nuovo studio americano sulla diffusione delle e-cig tra gli adolescenti e sulla possibilità di trovare in rete tutte le informazioni sui vari prodotti.

Secondo lo studio condotto dal prof. Samir Soneji, dell’Istituto Dartmouth per la Salute Pubblica e la Pratica Clinica, gli adolescenti americani hanno un accesso troppo facile alle campagne di marketing on-line delle aziende produttrici di sigarette elettroniche.

Al contrario di quanto previsto dalla legge USA, che impone una preventiva autenticazione sul sito per accertare la maggiore età, tramite una serie di controlli (nome, indirizzo, data di nascita, numero di patente di guida e le ultime quattro cifre del loro numero di previdenza sociale), i ricercatori hanno dimostrato che, per almeno 19 siti di marchi di sigarette elettroniche vendute dalle 12 maggiori aziende produttrici, le richieste previste non sono applicate correttamente. “Sbarramenti più rigidi per l’accesso dei minori a questi siti renderebbero meno impulsivo il loro ingresso nel mondo del vaping” – ha affermato Soneji commentando lo studio.

Le restrizioni sull’età in generale sono bandierine, e non è così difficile per i ragazzi visualizzare i contenuti per adulti sui social media o su altri siti. “Lei pensa che le aziende di e-cig dovrebbero essere tenute a mantenere un livello più alto di restrizioni o che ci sono strategie migliori per tenere i ragazzi lontani dal vaping?” – ha chiesto Lisa Rapaport al prof. Polosa.

“Di tutte le cose che gli adolescenti possono vedere su internet (nonostante le restrizioni esistenti) – ha risposto il professore – le immagini di svapo o delle elettroniche sono tra le meno preoccupanti“. E ha aggiunto: “Rispetto ad alcuni prodotti o esperienze alle quali è possibile accedere tramite Internet, i rischi per le sigarette elettroniche sono in realtà molto bassi perché rappresentano un beneficio per coloro che le utilizzano come alternative al fumo di sigarette convenzionali”.

Qual è l’impatto per gli adolescenti che entrano in questi siti web? I minori potrebbero essere più propensi a provare questi prodotti o vederli come prodotti di moda o un’abitudine degli adulti da da copiare?” – continua la Rapaport.

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Prof. Riccardo Polosa

Non ci sono prove che stabiliscono che visualizzare questi prodotti su Internet (al contrario che nei negozi o nelle mani degli adulti) faccia venire voglia ai ragazzi di provarle. C’è, invece, secondo me il pericolo di far passare questi prodotti come il frutto proibito da mangiare”.

Stabilire norme più stringenti per bloccare l’acquisto delle sigarette elettroniche ai minori è la migliore soluzione per una corretta prevenzione. “Metodi di pagamento più sicuri (che richiedono una più efficace identificazione del soggetto, ad esempio tramite il metodo PayPal) – ha infatti concluso Polosa – potrebbero bloccare l’accesso reale alle e-cig da parte dei minori che come tali non sono ancora in possesso di carte di credito”.

Convegno annuale dell’AAAA&I. A Marzo ad Atlanta per parlare di asma e fumo

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Si terrà ad Atlanta, dal 3 al 6 Marzo 2017, l’annuale meeting organizzato dall’American Academy di Allergologia, Asma e Immunologia (AAAA&I) che è l’istituzione di riferimento in America e nel mondo per le malattie allergologiche e immunologiche.

Il tema dell’incontro scientifico del 2017 è: “Diagnosi e Trattamento dell’ipersensibilità ai farmaci”.

Centinaia gli scienziati arriveranno da tutto il mondo per affrontare gli argomenti legati all’Asma e all’allergologia. Insieme a loro, ancora una volta, il nostro responsabile scientifico prof. Riccardo Polosa che, come esperto internazionale in allergologia e cure antitabagiche, ha scritto già numerosi studi sull’asma e sul trattamento della BPCO.

 

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Di seguito l’intervento del prof. Polosa all’AAAAI del 2016 a Los Angeles

“Il fumo di sigaretta convenzionale incide negativamente aggravando i sintomi asmatici, quali difficoltà respiratoria e tosse, e aumentandone la frequenza – ha spiegato Polosa ai colleghi – le terapie farmacologiche di fondo risultano molto meno efficaci negli asmatici che fumano. I nostri studi hanno dimostrato che nei fumatori asmatici che smettono di fumare passando alla sigaretta elettronica sono stati riscontrati notevoli benefici. Infatti, in termini di controllo dei sintomi dell’asma e in alcuni parametri tecnici spirometrici, possiamo affermare che in alcuni pazienti l’asma va meglio”.

Polosa ed il suo team di collaboratori sono titolari di importanti ricerche nel settore dell’immunologia e dell’antitabagismo. Tra i loro studi più noti, si ricorda quello con cui  è stato dimostrato per la prima volta come pazienti allergici che fumavano sviluppassero asma più facilmente rispetto ai non fumatori. Inoltre, ricerche più recenti, condotte all’interno del  progetto europeo U-Biopred sull’asma grave, hanno dimostrato come queste gravi forme di malattia siano più di frequente associate al tabagismo.

image2A parlarne a Los Angeles è stato anche uno dei medici del team di ricerca del prof. Polosa, il dott. Davide Campagna dell’Università degli Studi di Catania che ha presentato i risultati di uno studio sui benefici persistenti e a lungo termine dell’astinenza da fumo nei fumatori asmatici che sono passati alla sigaretta elettronica: “Questo studio prospettico – ha detto Campagna – conferma che l’uso delle elettroniche migliora i risultati oggettivi e soggettivi del trattamento dell’asma e dimostra che gli effetti benefici possono persistere anche nel lungo termine”.  

 

Sydney – Polosa invitato ad intervenire in Senato per valutare l’efficacia delle elettroniche

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Anche il Governo australiano risponde alla richiesta degli scienziati di garantire una maggior tutela per coloro che vogliono smettere di fumare utilizzando la sigaretta elettronica. E’ stata istituita a Sydney una commissione scientifica che interverrà in Senato per proporre l’adozione di politiche antifumo più attente alle esigenze ed alle scelte dei singoli, e all’impatto delle stesse sulla comunità.
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Proprio domani, mercoledì 9 Marzo, si terrà la prima audizione pubblica al Senato australiano convocata da questa commissione che ha lavorato negli ultimi mesi per proporre soluzioni nuove per chi vuole smettere di fumare con le e-cig.

La convocazione ufficiale (vedi foto) è pervenuta anche al  prof. Riccardo Polosa che, in un commento inviato lo scorso Agosto 2015, firmato dallo stesso docente  di concerto con i membri della Lega Italiana Anti Fumo e altri esperti internazionali di tabagismo, aveva invitato il Senato australiano a lasciarsi guidare dalle evidenze scientifiche nell’adozione di misure razionali ed equilibrate capaci di favorire, e non ostacolare, la diffusione delle elettroniche come strumenti utili al miglioramento della salute pubblica.

L’apertura del governo australiano è un importante riconoscimento per anni di ricerca mirata al bene dell’individuo – ha commentato il prof. Polosa – Le evidenze scientifiche dimostrano che alternative potenzialmente più sicure delle sigarette convenzionali possono portare un grande beneficio in termini di salute pubblica. Le preoccupazioni dei governi sono legittime e ulteriori studi sugli effetti di questi dispositivi nel lungo termine sono necessari. Tuttavia, tale rischio potenziale deve essere comparato ai danni certi causati dal fumo di sigaretta in soggetti che già fumano”. 

Gran Bretagna: adesso i Centri Antifumo possono far smettere di fumare con le e-cig

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L’Autorità Sanitaria Nazionale inglese che regola e norma le attività dei servizi britannici di smoking cessation (NCSCT – UK National Centre for Smoking Cessation and Training) ha da pochi giorni autorizzato e incentivato tutti i Centri Antifumo del territorio nazionale a prevedere nei propri percorsi di disassuefazione dal tabagismo anche l’utilizzo delle sigarette elettroniche.

In una nota ai medici specialisti della smoking cessation, e indirettamente ai milioni di svapatori inglesi che per smettere di fumare scelgono di passare al fumo digitale,  l’NCSCT decide di fare il punto della situazione sul fenomeno e-cig, chiarendo dubbi e fornendo raccomandazioni utili ed importanti, noché riassumendo la maggior parte delle evidenze scientifiche oggi più note a sostegno della efficacia e sicurezza delle elettroniche nei percorsi di cessazione e/o riduzione del fumo di tabacco.

La premessa fondamentale – e possiamo dire anche rivoluzionaria – del gesto dell’Autorità Sanitaria inglese è infatti il riconoscimento pubblico delle sigarette elettroniche come strumento alternativo e più sicuro per smettere di fumare.

Alle domande frequenti poste dai pazienti (che spesso sono dubbi dello stesso specialista), come ad esempio “E’ pericolosa la nicotina? Con quale tipo di sigaretta elettronica dovrei iniziare? Posso fumare e svapare nello stesso tempo?”, gli esperti della Sanità Pubblica inglese rassicurano il personale del Centro Antifumo,  con un linguaggio semplice e diretto, affinché sappia come gestire un percorso di disassuefazione dal tabagismo che prevede l’uso di e-cig.


Ecco alcune delle risposte a domande frequenti a cui l’NCSCT ha risposto.

Fa male la nicotina?E’ pericolosa la nicotina?  

La nicotina non provoca malattie fumo correlate, come il cancro o patologie cardiologiche. Queste sono causate da altri prodotti chimici che si liberano dalla combustione del tabacco. La nicotina però provoca dipendenza, ed è questo il motivo per cui la gente continua a fumare pur conoscendo i danni provocati dal fumo di sigaretta. La nicotina nelle sigarette elettroniche è poco pericolosa per gli utenti adulti. Per prevenire l’avvelenamento accidentale dei bambini, il liquido delle sigarette elettroniche deve essere conservato sempre in modo sicuro (come si fa peraltro con i prodotti di pulizia domestica ed i farmaci).

Con quale tipo di sigaretta elettronica dovrei iniziare?

Questa è quasi sempre una scelta di tipo personale. Le sigarette elettroniche di seconda e terza generazione che hanno un serbatoio ricaricabile potrebbero richiedere più tempo per abituarsi, ciononostante la possibilità di provare gusti di liquidi diversi riesce a regalare una sensazione positiva, e generalmente questi tipi di elettroniche possono riuscire a fornire più nicotina rispetto alle sigarette elettroniche di prima generazione. Spesso i rivenditori di e-cig sono anche specialisti del settore in grado di fornire consigli e suggerimenti sulle modalità di scelta. Ma ci sono anche forum su internet dove è possibile leggere le discussioni degli svapatori e capire quali sono i migliori prodotti in commercio.

Va bene a fumare e svapare nello stesso tempo?

Sì. Non ci sono prove che il fumo di sigaretta ed il vaping aumentino i rischi per la salute. Tuttavia, i maggiori benefici per la salute si riscontrano quando il fumatore smette definitivamente di fumare le classiche bionde. I Centri Antifumo proprio in questo riescono a fornire consulenza e sostegno specialistico per aiutare i pazienti ad abbandonare il fumo di sigaretta. Alcune persone riescono a passare al vaping completamente e rapidamente, mentre altri hanno bisogno di più tempo. Potrebbe anche essere necessario provare diversi tipi di sigarette elettroniche e liquidi prima di trovare quello che permette di smettere definitivamente, ma questo è normale.

 

… Presto su LIAF un appello al Ministero della Salute e una proposta per i nostri Centri Antifumo … 

In Inghilterra meno fumatori equivale a più svapatori

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I recenti dati sul fumo diffusi in Inghilterra dallo Smoking Toolkit Study – che si occupa di monitorare la diffusione del tabagismo in Gran Bretagna – hanno dimostrato un aumento esponenziale della percentuale del numero di fumatori che sono riusciti a smettere di fumare. Dal 14% del 2011 si è infatti passati al 23% nel 2016.

Ma la notizia non finisce qui. Secondo gli esperti, sembra infatti esserci una correlazione tra il tasso di successo dei fumatori che hanno abbandonato le sigarette convenzionali e le nuove modalità utilizzate per smettere di fumare.

Prima del 2011, praticamente nessun fumatore in Inghilterra usava le e-cig per smettere di fumare, mentre circa il 30% utilizzava prodotti sostitutivi della nicotina – i cosiddetti NRT (cerotti, gomme, spray, etc). Verso la fine dello scorso anno, invece, solo il 10% dei fumatori utilizzava NRT e circa il 40% usava sigarette elettroniche.

L’utilizzo della sigaretta elettronica come metodo alternativo per smettere di fumare sembra dunque, almeno in Inghilterra, aver fatto cambiare rotta all’utilizzo degli NRT, che secondo studi recenti risultano meno efficaci rispetto delle e-cig. Secondo i dati pubblicati, inoltre non solo è aumentato il numero di fumatori che utilizzano l’e-cig ma anche quello degli ex fumatori che utilizzano la sigaretta elettronica a lungo termine. Il tutto accompagnato da una riduzione della prescrizione di farmaci di questo tipo.

Dal momento che la percentuale complessiva di fumatori che hanno deciso di intraprendere un percorso di uscita dal tabagismo non è cambiata tra il 2011 e il 2016, è da evidenziare come l’aumento del tasso di successo coincida irrimediabilmente con l’aumento del consumo di sigarette elettroniche, riscontrato maggiormente proprio negli ultimi cinque anni.

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“A questi preziosi dati bisogna aggiungere che, secondo il recentissimo Report dell’Office for National Statistics sulle abitudini tabagiche degli adulti britannici nel 2014, in Inghilterra il 53% degli svapatori utilizza l’elettronica come alternativa alla bionda ed il 73% di questi riconosce l’e-cig come non nociva per la salute – ha commentato il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico di LIAF – Si tratta di un passaggio concettuale molto importante perché appare evidente come il grande lavoro di informazione scientifica, volto alla formazione di un’opinione pubblica consapevole e basato su dati reali e non su news improvvisate, sia giovato all’intera popolazione composta anche da milioni di fumatori che sono finalmente riusciti a smettere definitivamente”.