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Internet e Social Media. Come smettere di fumare rimanendo on-line

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Nonostante le stringenti politiche per il controllo del consumo di tabacco in vigore in Italia da pochi giorni, il tabagismo rimane ancora una sfida globale per tutti gli Stati. Diventa quindi necessario attivare delle strategie alternative ed innovative per arginare questo fenomeno.

Secondo diversi studi condotti dai ricercatori del Centro Antifumo del Policlinico Universitario di Catania, proprio in questo ambito innovativo i Social Media possono rappresentare uno strumento promettente per smettere di fumare.

Si tratta di mezzi di interazione tra persone attraverso cui essi creano, condividono e scambiano informazioni in comunità virtuali (forum, blog e social network come Facebook, Twitter e YouTube). Sfruttando i social media, è possibile diffondere velocemente informazioni sanitarie senza costi a milioni di individui generando interazione e influenza sociale attraverso i confini di tutto il mondo. Accedendo a contenuti online tramite computer, smartphone e tablet senza limiti di spazio e tempo si ha il potenziale di consentire un continuo rinforzo del flusso di comunicazione. Questa pervasività, rafforzata dai media tradizionali, ha la possibilità di amplificare gli effetti sui comportamenti umani, incluse le abitudini legate al fumo.

Attraverso l’utilizzo di piattaforme virtuali e social network, ogni individuo ha la possibilità di interagire in maniera diretta offrendo la propria opinione e confrontandola con quella altrui. Tale meccanismo ha un impatto immediato sul ricevente creando così delle reti di supporto particolarmente efficaci soprattutto nell’ambito della disuassefazione tabagica.

In atto non sono stati realizzati significativi studi circa gli aspetti positivi legati all’utilizzo dei social media, nonostante siano stati registrati numerosi aspetti positivi.

“Nella letteratura scientifica – ha specificato il prof. Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna del Policlinico Universitario di Catania e responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo – c’è una prova che le email personalizzate possano essere strumenti utili per smettere di fumare però sarebbe auspicabile integrare attività mediche a supporto per raggiungere l’obiettivo della riduzione/cessazione dal fumo di tabacco”.

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Un altro tipo di spazio virtuale sono i forum, piattaforme in cui, dopo una sottoscrizione, ognuno può discutere, fare domande, scambiare opinioni e offrire aiuto su esperienze specifiche, attività o prodotti. Sono a disposizione centinaia di forum per smettere di fumare, che vengono utilizzati principalmente per chiedere e ricevere consigli in relazione ai tentativi di cessazione.

“Negli ultimi anni – ha aggiunto il prof. Pasquale Caponnetto, responsabile del Centro Antifumo del Policlinico di Catania – i forum hanno sperimentato un esponenziale incremento di popolarità a causa della crescita del fenomeno delle sigarette elettroniche”.

Anche le istituzioni della salute hanno iniziato a riconoscere il potenziale dei social network per la promozione e diffusione delle campagna antifumo istituzionali. Un esempio, infatti, è proprio l’ultima campagna antifumo lanciata dal Ministero della Salute e voluta dallo stesso Ministro Beatrice Lorenzin intitolata “Ma che sei scemo? Il fumo fammale” che ha avuto come target primario proprio i giovani e per questo è stata pianificata e realizzata per essere diffusa attraverso internet ed i social media.

Ecco infine, un elenco di azioni che secondo noi possono essere generate e sfruttate attraverso i social network 

  1. Attraverso i siti internet è possibile creare e condividere uno spazio dedicato alle novità, aggiornamenti scientifici, centri antifumo, associazioni, iniziative o pagine personali di esperti;
  2. Promuovere strategie motivazionali per i fumatori;
  3. Creare comunità virtuali per le associazioni di salute, medici, pazienti e fumatori;
  4. Raggruppare pazienti per studi clinici sugli interventi per smettere di fumare;
  5. Fare consulenza virtuale, una modalità dal quale gli specialisti della cessazione del fumo possono seguire i loro pazienti, per esempio, usando le applicazioni di videochiamata online come Skype 

Ciò nonostante, il principale fattore per intraprendere e portare a termine un percorso di smoking cessation è ancora quello di affidarsi a personale medico competente e formato che garantisca al paziente una buona aderenza alle guide lines utilizzando un trattamento integrato e personalizzato affinché egli stesso possa sentirsi supportato ed affiancato nel corso di tutto il programma di cessazione.

 

Un’altra battaglia vinta! Ripristinato il divieto di fumo a Montecitorio

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ROMA, 03 febbraio 2016 – Come ricorderete, lo scorso Marzo, il presidente LIAF prof.ssa Lidia Proietti è stata ospite in Parlamento del deputato del M5S, on. Arianna Spessotto. L’incontro è stato utile per verificare la situazione dei divieti di fumo “applicati ed inapplicati” proprio all’interno delle Aule di Montecitorio, lì dove la Legge Sirchia ebbe i suoi natali e per dire No al fumo nei corridoi del Parlamento Italiano.

In quella sede, la prof.ssa Proietti dichiarò: “Si tratta di una situazione imbarazzante e che ha dell’incredibile. Sarà indispensabile effettuare le dovute valutazioni per programmare azioni ed iniziative volte al rispetto della legge ed alla diffusione di una cultura antifumo tra le stesse istituzioni che, paradossalmente, sono state ideatrici della norma e pertanto sono consapevoli del rischio e dei danni causati dal fumo di sigaretta convenzionale”.

Oggi, dopo mesi di battaglie, riceviamo con piacere la notizia della disattivazione dell’area per fumatori localizzata nel corridoio semicircolare retrostante l’Aula di Montecitorio.

A tal proposito, il presidente Proietti, esprime “Apprezzamento e gratitudine per l’ottimo lavoro svolto dall’on. Spessotto che rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta al fumo in tutto il Paese”.

Di seguito, riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell’On. Spessotto: 

12642851_473341779525385_6805173348769055014_n“Ci è voluta una minaccia di denuncia in Procura e una segnalazione urgente alla Asl per inosservanza del divieto generale di fumo all’interno della Camera dei deputati, per ottenere finalmente il rispetto della normativa vigente a tutela della salute dei non fumatori anche all’interno di Montecitorio!”. 

Considero la disattivazione dell’area per fumatori localizzata nel corridoio semicircolare retrostante l’Aula un successo solo parziale, considerando che vi sono ancora numerose zone all’interno di Montecitorio, nei corridoi, presso le commissioni e negli uffici legislativi, assolutamente fuori norma e indebitamente utilizzate quali spazi per fumare.

Sia i parlamentari che i dipendenti della Camera sono continuamente esposti al fumo passivo che si diffonde ovunque a causa dell’assenza di un efficace sistema di aerazione oltre che alla mancanza di adeguata separazione tra gli spazi adibiti ai fumatori e quelli limitrofi, con conseguenze gravissime per la salute. In più non ci sono controlli né procedure per sanzionare chi dovesse infrangere il divieto, a differenza di quanto previsto dalla legge.

Siamo di fronte a un paradosso inaccettabile: all’interno della Camera non vigono infatti le stesse regole a tutela della salute dei non fumatori che sono state scritte dallo stesso Parlamento e di cui è richiesta l’applicazione a tutti i cittadini al di fuori del Palazzo!La mia battaglia continuerà fino a che non saranno adottate tutte le misure necessarie per garantire la difesa della salute!”

Da domani le nuove norme antifumo. Il presidente Proietti: “Si ai divieti, ma chi controllerà?”

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CATANIA 01/02/2016 – Ci siamo quasi. Da domani, martedì 2 febbraio, entreranno in vigore le nuove norme previste dal decreto legislativo tabacchi che recepisce la direttiva 2014/40/UE del Parlamento europeo e introduce norme più severe per i fumatori di sigarette convenzionali. Ma non solo.

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Prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF

Tra i tanti provvedimenti, alcuni meritano maggior attenzione di altri: “L’intenzione è buona ma qualche riflessione va fatta. Tutti questi provvedimenti lasciano intravedere un ritrovato e particolare interesse per le politiche antifumo ma se è vero che contribuiscono ad attaccare il ruolo sociale del fumo, è indispensabile istituire commissioni di vigilanza e verificare immediatamente la validità dei controlli per capire anche chi saranno i nuovi vigili antifumo e come opereranno” – ha detto la prof.ssa Lidia Proietti, presidente della Lega Italiana Anti Fumo, commentando le novità introdotte.

Il decreto, ad esempio, prevede il divieto di vendere pacchetti di sigarette da 10 ma si tratta di “un provvedimento che lascia trasparire una totale mancanza di valutazioni scientifiche perché – ha spiegato – vietare la vendita dei pacchetti di sigarette da 10 non aiuterà di certo i fumatori che vogliono smettere. Passare da 20 sigarette al giorno, alla metà (con il pacco da 10) è una delle prime azioni consigliate per alcuni pazienti nella fase di smoking cessation proprio per rendere più efficace il percorso di uscita dal tabagismo”.

Schermata 2016-01-29 alle 09.49.54Per quanto riguarda i limiti alla pubblicità per le sigarette elettroniche: Queste misure – ha invece commentato il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico LIAF e da oggi presidente di un gruppo di lavoro del Comitato Europeo di Normazione – non sembrano, a nostro avviso, tenere conto del ruolo importante che le sigarette elettroniche hanno assunto scientificamente come alternativa valida ed efficace per smettere definitivamente di fumare”.

 

 

Comitato Europeo di Normazione: il prof. Riccardo Polosa eletto presidente del gruppo di lavoro sugli standard per le emissioni delle e-cig

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Bruxelles – Eletto ieri Presidente di un gruppo di lavoro che riunisce cinquanta esperti europei, il prof. Riccardo Polosa inizia da oggi una nuova battaglia all’interno del Comitato Europeo di Normazione (European Committee for Standardization – CEN). Nella capitale belga si è infatti appena concluso – presso la sede CEN – il secondo meeting del tavolo tecnico CEN/TC 437 “Electronic cigarettes and e-liquids” che ha il compito di sviluppare standard tecnici di qualità e sicurezza per la produzione e la vendita di sigarette elettroniche in Europa in accordo con la Direttiva 2014/40/EU.

Al tavolo tecnico erano presenti le delegazioni degli organi di normazione nazionali di 16 paesi europei, tra cui UNI per l’Italia, rappresentata dal prof. Riccardo Polosa (capo delegazione – Università di Catania) e da Andrea Puglisi (Japan Tobacco International).

Il primo importante passo avanti, in vista dell’imminente adozione della Direttiva Europea sul Tabacco da parte degli Stati Membri dell’UE, è stato l’approvazione di un piano d’azione comune che prevede:

1. L’elaborazione e adozione di una terminologia comune per armonizzare i documenti normativi per standard di qualità e sicurezza;
2. La definizione delle priorità per i gruppi di lavoro dedicati allo sviluppo degli standard di produzione, sicurezza, e qualità;
3. La approvazione di standard sulle etichettature e le informative relative agli ingredienti presenti nei liquidi, per una corretta informazione del consumatore;
4. Lo sviluppo di metodologie dei test di laboratorio da adottare per la misurazione qualitativa e quantitativa dei vapori emessi dalle e-cig.

Per far ciò sono stati costituiti quattro distinti gruppi di lavoro all’interno del CEN/TC 437 a cui è seguita la nomina dei rispettivi Presidenti. Per il gruppo di lavoro europeo sullo sviluppo di requisiti e test per le emissioni provenienti dalle sigarette elettroniche, è stato eletto quasi all’unanimità l’italiano Riccardo Polosa, che si troverà dunque a dover coordinare il lavoro di una cinquantina di esperti da tutta Europa per l’elaborazione dei test tossicologici sulle emissioni provenienti dall’aerosol delle sigarette elettroniche e la definizione dei relativi standard di qualità e sicurezza.

Sono lusingato del risultato di questa votazione ed orgoglioso di rappresentare in questa sede l’ateneo catanese – ha commentato Polosa – si tratta di una grande responsabilità che porterò avanti con tutto l’impegno possibile. Lavorerò affinché le attività di standardizzazione siano più razionalizzate ma al primo posto ci sarà sempre il rispetto per la salute e la soddisfazione dell’utilizzatore finale”.

 

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“Psicopatologia e sigarette elettroniche” – il prof. Caponnetto al Cancer Research UK

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Londra 22/01/2016 – Il prof. Pasquale Caponnetto, responsabile del Centro Antifumo del Policlinico di Catania è intervenuto ieri nell’ambito del Forum internazionale sulla ricerca applicata alle sigarette elettroniche tenutosi al Cancer Research Insititute di Londra, l’ente di ricerca più eccellente d’Inghilterra.

“L’efficacia delle sigarette elettroniche per smettere di fumare, la percezione, la psicopatologia e la qualità della vita dei fumatori affetti da schizofrenia” è stato il titolo del suo intervento durante la sessione dedicata alle sigarette elettroniche e salute mentale, condotta insieme alla dott.ssa Deborah Robson del Kings College di Londra.

FullSizeRender“Questo incontro rappresenta un ulteriore riconoscimento internazionale del livello dell’attività di ricerca e di sostegno psicocomportamentale ai fumatori afferenti al Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo, dell’AOU Policlinico Vittorio Emanuele dell’Università di Catania – ha detto il prof. Caponnetto – per tale motivo sono grato per l’accoglienza ricevuta e auspico un presto ritorno in questa sede per portare avanti e diffondere i risultati della ricerca condotta in Italia da tutti i nostri collaboratori”.

Fumo e asma? Connubio malsano

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L’asma è una delle principali cause di disabilità al mondo e la malattia cronica più comune nei bambini e nei giovani adulti, soprattutto a causa della sua insorgenza precoce. Si stima che 300 milioni di persone in tutto il mondo soffrano di asma, e si prevede che questo numero aumenterà ancora in questi anni. La situazione, infatti, sembra peggiorare per il fatto che molti pazienti asmatici sono anche fumatori.

Secondo gli studi condotti dai ricercatori della LIAF – Lega Italiana Antifumo tra le cause che possono aggravare la malattia va di certo considerato il fumo di sigarette convenzionali: “Fumo e asma rappresentano un connubio malsano perché il fumo di sigaretta incide negativamente sull’asma e le terapie farmacologiche antiasmatiche di fondo risultano molto meno efficaci in soggetti fumatori” – ha spiegato il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico LIAF e docente di Medicina Interna all’Università degli Studi di Catania.

Il soggetto allergico che fuma ha una più alta probabilità di evolvere verso forme di malattie allergiche ancora più gravi. La novità su questo campo riguarda l’utilizzo delle sigarette elettroniche. Secondo uno studio condotto dai ricercatori LIAF, infatti, i pazienti asmatici che sostituiscono la sigaretta convenzionale con quella elettronica: “Non solo possono smettere definitivamente di fumare o ridurre abbondantemente il numero di sigarette fumate – ha aggiunto Polosa – ma riportano anche un miglioramento sostanziale nei dati delle spirometrie, nella frequenza e nella durata delle esacerbazioni di malattia, e nel controllo dei sintomi respiratori”.

Diverse sono le ragioni per cui molti, troppi pazienti asmatici non riescono a controllare al meglio i loro sintomi. Innanzitutto, forme di malattia severa e presenza di comorbidità, quali il fumo di tabacco e patologie rinosinusali o gastro-enteriche, contribuiscono in modo predominante allo scarso controllo dei sintomi respiratori e al decadimento della qualità di vita globale. Da non sottovalutare anche l’aspetto psicologico, in quanto – come afferma il prof. Pasquale Caponnetto dell’Università degli Studi di Catania: “La scarsa aderenza al trattamento e la dipendenza nicotinica possono essere variamente associate a stati ansioso-depressivi. E’ importante – ha aggiunto – che il medico spieghi i rischi del fumo al paziente asmatico suggerendo un percorso mirato per smettere, così che possa prendere coscienza del problema fumo-asma spesso misconosciuto o sottovalutato”.

In ambito scientifico internazionale il progetto di ricerca più importante sull’asma è sicuramente “U – BIOPRED (Unbiased Biomarkers for the Prediction of Respiratory Disease Outcomes)”, lo studio del quale anche LIAF e l’Università degli Studi di Catania sono partner. Durato già 5 anni, ha reclutato più di 500 soggetti asmatici, allo scopo di raccogliere dati clinici e campioni biologici da utilizzare per scoprire nuove informazioni e identificare diversi sottotipi di asma grave, che potrebbero portare alla creazione di nuovi trattamenti efficaci.

“Attualmente.- come ci spiega il dott. Massimo Caruso, vice-coordinatore del gruppo di ricerca U-BIOPRED dell’ateneo catanese – l’arruolamento dei pazienti e la raccolta di dati clinici e campioni si è conclusa, e adesso i ricercatori stanno lavorando per individuare nuovi biomarkers utili a costruire le impronte digitali non solo della patologia asma grave, ma anche dei singoli pazienti che potrebbero aiutare a formulare nuovi approcci terapeutici mirati e, ci auguriamo, anche su misura per ogni specifico sottotipo di asma, ovvero adatto ad ogni paziente”

Smettere di fumare con le e-cig migliora la pressione arteriosa

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Smettere o ridurre il consumo di sigarette di tabacco con l’uso di sigarette elettroniche ha effetti benefici sul sistema cardiovascolare, in particolare riducendo la pressione arteriosa nei soggetti con pressione elevata”.

I ricercatori del team del Prof. Riccardo Polosa dell’Università di Catania – in collaborazione con Konstantinos Farsalinos, cardiologo greco dell’Università di Patras e noto esperto di tabagismo e vapagismo, e Fabio Cibella, biostatistico del CNR di Palermo – hanno documentato, come primi al mondo, una riduzione stabile e duratura della pressione sistolica in coloro che avevano smesso di fumare grazie alla elettronica.

La ricerca nasce grazie ad una attenta valutazione dei dati raccolti nello studio ECLAT, il primo trial clinico al mondo su efficacia e sicurezza delle e-cig condotto dai ricercatori della Lega Italiana Anti Fumo e dell’Università di Catania.

E’ noto che il legame tra fumo e pressione arteriosa risulta alquanto complesso con dati della letteratura che sembrano contraddirsi. Ad esempio, i risultati ottenuti dagli studi di disassuefazione dal fumo sulla pressione arteriosa non sono univoci; alcuni dimostrano una riduzione, altri una elevazione mentre altri ancora non registrano alcun cambiamento in termini di pressione arteriosa in coloro che smettono di fumare. Tuttavia, i ricercatori italiani e greci dello studio pubblicato nella rivista medico-scientifica “Internal and Emergency Medicine” non hanno dubbi sul fatto che smettere di fumare con le e-cigs possa normalizzare una pressione arteriosa elevata.

konstantinos_farsalinos“A questo punto è importante – afferma Farsalinos, primo autore dello studio – confermare i risultati di questa ricerca anche in fumatori con malattie cardiovascolari accertate o fattori di rischio rilevanti, perché è altamente probabile che questi pazienti potranno beneficiare di sostanziali miglioramenti nella propria salute se smettono di fumare con l’uso di sigarette elettroniche”.

“Si tratta – conclude Polosa – dell’ennesima prova che il Riccardo Polosavapagismo non solo può rappresentare un’alternativa valida ed efficace al tabagismo, ma che possa causare effetti benefici inediti con ricadute significative anche in altri ambiti di salute pubblica, come ad esempio nel controllo del rischio cardiovascolare”.

Leggi la versione inglese del comunicato stampa

Smettere di fumare fa ingrassare? Non quando si smette con le e-cig

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imagesPubblicato ieri su una prestigiosa rivista scientifica del gruppo “Nature” il primo studio al mondo che ha valutato il rapporto tra l’aumento di peso e la cessazione da fumo in soggetti che avevano smesso svapando.  

I ricercatori del team del Prof. Riccardo Polosa dell’Università di Catania, in collaborazione con il dott. Fabio Cibella del CNR di Palermo, hanno documentato solo un trascurabile incremento ponderale in coloro che avevano smesso grazie alla sigaretta elettronica. E’ noto infatti, che smettere di fumare determina un aumento di peso significativo che mediamente si attesta sui 5-7 kg. Nello studio dell’Università di Catania l’aumento di peso a un anno di distanza risultava pari a 1.5 Kg.

Le sigarette elettroniche e i liquidi. Roma, 1 luglio 2013. ANSA/CLAUDIO PERI

Il legame tra fumo e peso corporeo ha una base scientifica. Diversi studi hanno dimostrato che, in media, i fumatori pesano meno rispetto agli ex fumatori. Addirittura, un ampio studio prospettico ha dimostrato che gli adolescenti che iniziano a fumare guadagnano meno peso rispetto ai loro coetanei non fumatori. La nicotina inalata con le sigarette convenzionali è nota per sopprimere l’appetito ed aumentare il metabolismo a riposo. Pertanto, l’aumento di peso in coloro che smettono di fumare è probabilmente dovuto alla combinazione della riduzione del consumo energetico a riposo con un improvviso aumento dell’appetito. Inoltre, i fumatori che decidono di smettere tendono a sostituire la gratificazione gestuale della sigaretta convenzionale con il cibo per far fronte agli alti livelli di stress. Questo aumento di peso induce spesso a ricadute nel vizio con un inesorabile ritorno al tabagismo.

Fino ad oggi, però, nessuno aveva ancora valutato gli effetti sul peso corporeo in persone che hanno sostituito la bionda con la sigaretta elettronica. Grazie alla valutazione dei dati raccolti nello studio ECLAT (il primo studio clinico al mondo su efficacia e sicurezza delle e-cig), è stato possibile dimostrare che l’aumento di peso in coloro che avevano smesso grazie alla sigaretta elettronica era decisamente trascurabile.

Commentando i risultati dello studio, la dott.ssa Cristina Russo (primo autore del lavoro), ha dichiarato: “Smettere senza dover preoccuparsi di metter su peso è una delle principali aspirazioni per molti fumatori. Il nostro studio suggerisce che la sigaretta elettronica potrebbe essere una soluzione pratica ed efficace”.

Sebbene non sia stato possibile specificare quali meccanismi biochimici e/o processi comportamentali possono aver determinato l’assenza di importanti cambiamenti del peso corporeo, l’importante contenimento di peso a un anno dalla cessazione è un risultato sorprendente che richiederá approfondimenti futuri.

Che il vapagismo possa controllare il peso corporeo  – ha commentato Polosa – è un dato importatissimo che potrebbe avere ricadute significative anche in altri ambiti di salute pubblica, come ad esempio nel controllo dell’obesitá”.

 

 

Scarica il comunicato stampa LIAF

Legge il comunicato stampa in versione inglese

Ricerca Cnr – R. Polosa: “Non c’è relazione tra i comportamenti umani e quelli dei topi”

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Le sigarette elettroniche e i liquidi. Roma, 1 luglio 2013. ANSA/CLAUDIO PERI

Catania, 17 Dicembre 2015 – “Semplicistico e fuorviante paragonare i dati comportamentali ottenuti da topi di laboratorio con quelli estremamente piú complessi degli esseri umani” – a dirlo è il prof. Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna all’Università di Catania e responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo, che ha così commentato i risultati dello studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani guidato dall’In-Cnr e dell’Università Statale di Milano e pubblicato sulla rivista European Neuropsychopharmacology, secondo il quale il vapore creerebbe una forte dipendenza e un aumento dell’effetto ansiogeno.

Riccardo Polosa“I dati dello studio del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) in topi di laboratorio – ha spiegato Polosa – sono in netta antitesi con i risultati ottenuti su utilizzatori di sigaretta elettronica e che hanno stabilito come il vapagismo sia una dipendenza assolutamente meno importante del tabagismo. Per l’ennesima volta siamo di fronte a valutazioni poco realistiche, incapaci di riprodurre in laboratorio le normali condizioni di esposizione al vapore elettronico. É particolarmente grave – ha aggiunto il responsabile scientifico di LIAF – che si facciano illazioni sui rischi della sigaretta elettronica basandosi su modelli animali assolutamente incongrui. Ed inoltre, la nota  assenza di effetti cancerogeni per la nicotina rende inaccettabile la tesi del CNR  sui possibili rischi tumorali per questa sostanza”.

 

 

 

Ufficio Stampa 

Dott.ssa Valeria Nicolosi

email: [email protected]

Consapevolezza e Tabagismo: come smettere di fumare, diventare e rimanere ex-fumatori

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                                                                                     Ciò a cui opponi resistenza persiste. Ciò che accetti può essere cambiato.

Carl Gustav Jung

Smettere di fumare può essere difficile, tuttavia milioni di persone ci sono riuscite. Spesso occorrono più tentativi prima di riuscirvi definitivamente, ma molti fumatori riescono al primo, se sono molto motivati.

imagesChi decide di smettere di fumare si trova ad affrontare un vero e proprio cambiamento nelle proprie abitudini. Infatti, fumare è un comportamento costituito da un insieme di atti concatenati, spesso inconsapevoli ed automatici.

Tuttavia la dipendenza da tabacco è un fenomeno complesso in quanto accanto alla dipendenza da nicotina, riconosce anche il peso della dipendenza psicologica e comportamentale. Quindi, il fenomeno della dipendenza dalla sigaretta si esprime sia come bisogno della quantità quotidiana di nicotina sia come valore simbolico attribuito alla sigaretta: “rimedio per l’ansia”, “fonte di piacere”, “facilitatore di contatti sociali”, compagna di mille avventure e disavventure.

Le linee guida internazionali sul trattamento del tabagismo hanno dimostrato che maggiore è il supporto di cui dispone un fumatore motivato a smettere, più è alta la probabilità di smettere in modo definitivo. Per questo si è anche evidenziato che la modalità  del “gruppo”, quando è stata confrontata con altri metodi per smettere di fumare usati sul caso singolo, ha dato i migliori risultati in termini di efficacia, nella disuassefazione dal fumo di sigaretta convenzionale.

Il sostegno che si ottiene attraverso un gruppo, condotto con gli strumenti della psicoterapia cognitivo-comportamentale, strategica e del motivational interviewing facilita il confronto sulla propria esperienza, aiuta ad acquisire sicurezza, a rafforzare le motivazioni che sono alla base del desiderio di smettere e, cosa non ultima, acquisire un livello di  maggiore consapevolezza sulle proprie modalità personali di “essere fumatore” per poi diventare “ex-fumatore”.

Un aspetto fondamentale questo, di apprendimento e auto-conoscenza nel percorso di avvicinamento alla cessazione dal fumo di sigaretta: perché fumiamo? quando fumiamo? ,in quali situazioni? ,quale emozione o stato psicologico stiamo provando?, in quale luogo fumiamo?, in quali occasioni, luogh emozioni non fumiamo?.Tutti questi atti spesso automatici e inconsapevoli.

I lavori specifici di  apprendimento e auto-conoscenza permettono  di dotare il fumatore di strumenti “interni” per  far fronte (coping)  alle situazioni difficili che si presentano quando decidiamo di diventare ex-fumatori, apprendendo così in modo esperienziale quali sono le nostre risorse come persona , di cosa abbiamo bisogno per agirle, cosa ci può essere d’aiuto, quale piano preventivo di fronteggiamento delle situazioni a rischio mettere in campo, cosa siamo disposti a fare per raggiungere l’obiettivo, quali sono le condizioni che ci possono far ricadere nella tentazione fumo.

E’ importante non dimenticare che il fumatore deve affrontare un “lavoro su di sé”, per poi agire comportamenti virtuosi e ristrutturare una nuova immagine di se quale ex-fumatore.

Inoltre, negli incontri di gruppo, alle strategie cognitive e comportamentali si aggiunge la condivisione dei problemi e delle motivazioni con altri fumatori, instaurandosi inevitabilmente quelle dinamiche gruppali, spesso capaci di elicitare un circolo virtuoso nel singolo partecipante, per passare dall’atteggiamento “devo smettere” a quello di “posso cambiare”.

Questo corpus metodologico,di matrice cognitivo-comportamentale e orientato alla disuassefazione dal fumo, oggi può (deve) essere integrato con modalità validate nel trattamento dei disturbi da dipendenza, con l’introduzione di  alcune pratiche ispirate ai protocolli  mindfulness, con l’obiettivo di incrementare la consapevolezza dei segnali e delle reazioni automatiche che sappiano essere i maggiori responsabili della dipendenza e delle ricadute che sappiamo si presentano in alta percentuale purtroppo, già entro una o due settimane di cessazione.

 

N.B. Specifichiamo che i protocolli  mindfulness sono percorsi strutturati che gradualmente permettono di coltivare, attraverso pratiche meditative provenienti dalle antiche tradizioni buddiste, lo stato mentale mindfulness (consapevolezza). Queste pratiche pare si siano rivelate utili ad aiutare le persone a prendersi cura di se stesse per vivere in modo più sano, imparando ad adattarsi alle circostanze della vita e alleviando la sofferenza che accompagna disturbi fisici, psicosomatici e psichiatrici. 

 

Articolo scritto da:

Foto0039Massimo Serra

 Addiction Counseling –

Relazione d’aiuto nella Dipendenza Tabagica

 

pasqualecaponnettoProf. Pasquale Caponnetto

Docente di Psicologia Clinica e Psicologia Generale, Università degli Studi di Catania

Psicologo Clinico, Specialista in Psicoterapia

Responsabile Centro Prevenzione e Cura Tabagismo AOU Policlinico Vittorio Emanuele