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Harvard, diacetile negli e-liquids? Interviene il prof. Polosa

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epa04916330 A man smokes an electronic cigarette in Taipei, Taiwan, 06 September 2015. Taiwanese can buy e-cigarettes from shops who advertise e-cigarettes on-line. The e-cigarettes are made in China, the Philippines and the United States, a shop owner said. Taiwan's anti-smoking group John Tong Foundation is urging the government to ban the sale of e-cigarettes because e-cigarettes cannot help people quit smoking. The foundaiton clams that e-cigarette is harmful to health as its vapour contains nicotine, toxicants, carcinoge and heavy metal. And as its vapour smells sweet, many young people are addicted to e-cigarette, believing it is not cigarette and it is safe. EPA/DAVID CHANG

Secondo una notizia diffusa anche dalla nota agenzia di stampa ANSA, “il 75% delle sigarette elettroniche aromatizzate in commercio potrebbe contenere una sostanza chimica legata a una malattia dei polmoni, la bronchiolite ostruttiva”. Lo avrebbe affermato uno studio dell’università di Harvard pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives.

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Prof. Riccardo Polosa

Il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e autore più importante al mondo nel campo della Ricerca applicata alla sigaretta elettronica ci tiene però a precisare:

“Gli autori di questo studio hanno affermato che: “E’ stato quantificato Diacetile oltre la soglia minima di rilevazione analitica in 39 aromi sui 51 testati, con un valore massimo di 239 μg per sigaretta elettronica”. Quello che non hanno scritto – e che invece avrebbero dovuto affermare – è che: “la quantità di Diacetile riscontrata è in media di 30 mcg per sigaretta elettronica (cioè un livello pari a circa 20 volte inferiore a quello riscontrato in una sola sigaretta convenzionale) e solamente uno dei 51 prodotti oggetto dell’inchiesta aveva livelli molto elevati di diacetile, pari a 239 μg. Infine, è da notare che l’associazione con la bronchiolite è stata dimostrata solo per il Diacetile e che il riferimento al 2,3 pentanedione e acetoina (sebbene chimicamente interessante) è clinicamente irrilevante”

Comunica LIAF anche tu: dona e ricevi i gadget della ricerca

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I 5 alimenti che vi aiutano a smettere di fumare. E quelli che non vi aiutano affatto!

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A cura del dott. Massimo Caruso, ricercatore LIAF, Biologo e Nutrizionista

Spesso la cessazione del tabagismo è vista come un problema che può essere affrontato solo con un approccio farmacologico e psicologico. Il concetto di base è corretto, dato che la dipendenza dalla “bionda” ha come basi la dipendenza da nicotina ed altre sostanze chimiche e l’abitudine (o “vizio”) ad avere la sigaretta tra le dita, la gestualità del rito, che deve essere sostituita con qualcosa di altro.

La mancanza è solitamente quella di non considerare che anche i farmaci hanno spesso alla base dei principi attivi che si trovano in natura, e spesso negli alimenti. Inoltre si trascura il supporto che una giusta alimentazione può dare alle terapie farmacologiche ed al counseling dello psicologo.

5-tips-for-eating-more-fruits-and-vegetablesUn esempio su tutti è quello che chi vuole smettere di fumare evita spesso di prendere caffè, poiché questo ha un gusto che si associa automaticamente a quello della sigaretta.

Ma davvero più innovativo ed interessante può essere l’identificazione di un gruppo di “alimenti antifumo” – li chiamiamo così – che possano effettivamente coadiuvarci nell’impresa, spesso ardua, di liberarsi dal vizio del fumo.

Direi di partire da quello che serve all’organismo per uscire velocemente ed al meglio dal tunnel del fumo una volta che la nostra mente si convince a farla finita con la bionda tossica. Le sostanze che danno dipendenza nella sigaretta sono diverse, ma quella che aiuta maggiormente a mantenere alta la concentrazione del fumatore, e della quale si fa più difficilmente a meno, è senza dubbio la nicotina.

Questa può essere assunta in piccole dosi anche in natura, in particolare da una famiglia di piante cui appartiene anche la pianta del tabacco: le Solanaceae. Una naturale integrazione di nicotina può ridurre gli effetti iniziali dell’astensione da sigaretta, pur se a dosi molto più basse del tabacco. Un trucco però per aumentare le “performance” di questa minore quantità di nicotina potrebbe essere quello di aumentare la sua permanenza in circolo, scientificamente definita “emivita” della molecola, e questo si può realizzare alcalinizzando il sangue mediante il consumo di alimenti, appunto, alcalinizzanti. È noto infatti che un pH acido nel sangue (il contrario di alcalino) velocizza l’eliminazione della nicotina (un ottimo acidificante del sangue è, ad esempio, il caffè…). L’alcalinizzazione del sangue ha un altro vantaggio in questo caso, poiché combatte i processi infiammatori e sembra proteggere dalla formazione e progressione di tumori (entrambi processi molto comuni nei fumatori).

Altro fattore importante in un percorso di disintossicazione da fumo di sigaretta è favorire quanto più possibile la disintossicazione, appunto, dell’organismo. Più velocemente eliminiamo scorie e tossine dal nostro corpo, prima passerà la struggente voglia di sigaretta! Dunque “si” a tutti quegli alimenti che favoriscono la disintossicazione di sangue, fegato, reni, etc.
Infine, sarebbe utile contrastare il più possibile lo stress ossidativo, di modo da contrastare l’azione pro-ossidante del fumo che apporta numerose sostanze definite come “Radicali liberi” oltre al ben noto ossido nitrico (NO).
Dunque in generale possiamo dire che durante un percorso di disassuefazione da fumo di sigaretta, nella nostra alimentazione non dovrebbero mancare queste quattro componenti fondamentali:

ALIMENTI UTILI PER SMETTERE DI FUMARE
Piante contenenti nicotina, appartenenti alla famiglia delle Solanaceae pomodori, peperoni, peperoncini, melanzane e patate
Alimenti che aiutano a disintossicare l’organismo acqua in abbondanza, frutta fresca, broccoli, coriandolo, limoni, carciofi, daikon (un tubero), uva, tè verde, barbabietole, verdure a foglia verde in genere, mele, aglio e alghe di mare.
Alimenti che aiutano a proteggere dallo stress ossidativo (ricchi di antiossidanti) pomodori, (in particolare la salsa), broccoli, agrumi, mirtilli, frutti di bosco, bacche di acai, avocado, rucola, zucca, barbabietola, salmone, trota, frutta secca, kiwi, cachi, peperoncino, peperoni, melograno, carote a cui si potrebbero aggiungere anche il tè verde ed il ginko bilboa e persino il cioccolato fondente!
Alimenti alcanizzanti limone, avena, spinaci, uva rossa, tarassaco, mandorle, fichi, barbabietole, rape, carote, ravanelli, cavoli, broccoli, bietole (verdure a foglia verde in genere), aglio, cetrioli, sedano, avocado, mele, uva.Piante contenenti nicotina, appartenenti alla famiglia delle Solanaceae: pomodori, peperoni, peperoncini, melanzane e patate.

Dunque possiamo concludere che i 5 alimenti chiave per smettere di fumare sono:

  1. limoni_pomodoriLimone: molti oncologi consigliano come prevenzione nella lotta ai tumori di spremere un limone in un bicchiere di acqua tiepida al mattino a digiuno. Alcalinizza il sangue, ha un elevato potere antiossidante (poiché ricco di vitamina C) ed ha un buon effetto depurativo! Diciamo che gli manca solo la nicotina!
  2. Pomodoro: in tutte le salse! È ricco di antiossidanti e contiene nicotina. Se facciamo un bel ragù con carote e sedano abbiamo anche la nicotina (dal pomodoro), gli antiossidanti (dal pomodoro) e gli alcalinizzanti (carote e sedano).
  3. Broccoli: antiossidanti, alcalinizzanti e disintossicanti! Un toccasana, soprattutto se consumati lessati con un po’ di succo di limone!
  4. Frutta fresca. Dalle mele all’uva, dai cachi ai kiwi, dalle arance ai mirtilli ed ai frutti di bosco…tutta insomma va bene, da sola o in macedonia, intera o spremuta (spremuta fresca e non succhi di frutta industriali)!
  5. Come bevanda consiglio del té verde (o anche del té Bancha)! Ottimo soprattutto se dolcificato con un cucchiaino di miele (che oltre ad avere un effetto disintossicante è capace di contrastare la stipsi che spesso si presenta smettendo di fumare) e corretto con qualche goccia di succo di limone.

Veniamo invece ai 5 alimenti che sicuramente NON aiutano a smettere di fumare, ma che conviene addirittura evitare per almeno una-tre settimane quando iniziate un percorso di disassuefazione da fumo di sigaretta:

  1. Caffè: strettamente legato al consumo di sigarette per vari motivi, ma soprattutto per motivi psicologici (pausa caffè e sigaretta in primis).
  2. Dolci complessi: i carboidrati sembrano “accendere”, per così dire, la voglia di sigaretta!
  3. Carne rossa: le proteine sono dei potenti acidificanti del sangue e dunque fanno sì che si elimini rapidamente la nicotina dal circolo ematico e ne aumentano la richiesta in chi ha già una dipendenza.
  4. Alcolici forti: anche questi agevolano la rimozione di nicotina con ovvia aumentata richiesta.
  5. Bibite gassate e birra: non ancora chiaro il meccanismo, ma molti fumatori dichiarano che queste bevande, in particolare quelle al gusto Cola, aumentino considerevolmente la voglia della “bionda”.

È interessante notare che tutti quei “cibi” che in eccesso risultano essere dannosi per la salute, siano quelli che si associano con un aumentato consumo di sigaretta, mentre quelli ritenuti “salutari” siano potenzialmente utili nella riduzione del consumo di tabacco…meditate gente…meditate.

Vapitaly – Polosa condivide l’entusiasmo del settore: “Un buon segnale di salute”

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polosa tpdNumeri da record per il primo appuntamento della fiera internazionale  del vaping a Verona. Circa 5000 visitatori in giro tra quasi 100  stand, tra i quali anche quello della Lega Italiana Anti Fumo che ha ospitato la seconda edizione del VAPE SHOP STUDY.

Convegni importanti, momenti di dibattito e confronto e soprattutto tanto entusiasmo per “una nuova era dello svapo che sembra essere già iniziata“.

Quello del Vapitaly 2015 è stato un successo straordinario che testimonia non solo una ripresa del settore delle sigarette elettroniche ma anche una rinnovata apertura verso il vapagismo che, come è noto, ha permesso a milioni di persone di smettere  – è questo  il commento del prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo a margine dell’evento che lo ha visto protagonista di due dibattiti importanti -. I dubbi sulla sicurezza delle e-cig sono ormai stati ampiamente fugati – ha aggiunto – e l’efficacia di questi strumenti come alternativa per smettere di fumare, dimostrata in primis dai nostri studi, è ora confermata da altre ricerche internazionali.  La massiccia presenza di pubblico a Verona fa ben sperare in un futuro libero dal fumo”.

Ma il Vapitaly è stato anche il luogo adatto per parlare di TPD  (n.d.r. Tobacco Product Directive) la nuova direttiva EU sui prodotti  del tabacco che include anche norme specifiche relative alle sigarette elettroniche. Si tratta di un argomento caro al prof. Polosa, che è anche coordinatore del gruppo GL 67 “Sigarette elettroniche e relativi liquidi” dell’UNI – Ente Nazionale di Normazione, e che ne ha discusso ampiamente nel corso del convegno dedicato a “Sicurezza e certificazione all’alba della TPD” alla presenza di Renata Solomini, dell’Istituto Superiore di Sanità, Emanuele Ferri, dell’Università Milano Bicocca, Andrea Puglisi, dell’Ente Unico Certificazioni e anche Affair Manager di JTI e Filippo Zini, chimico farmaceutico.

La TPD è inevitabile e cambierà in modo profondo il settore del vapore elettronico. Tuttavia è probabile che assicurerà una maggiore qualità del prodotto e consentirà di puntare di più sull’innovazione e la sicurezza – ha concluso Polosa – . Il gruppo di lavoro nazionale che ho l’onore di guidare aspira a semplificare alcuni aspetti tecnici della TPD, garantendo comunque standard elevati ma sempre e solo basandosi sulle evidenze scientifiche”.

Help Card, con LIAF arrivano gli sconti in Sanità

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La voglia di fumare si sconfigge con la serenità

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“La voglia di fumare si sconfigge con la serenità” – se questo concetto vi sembrerà banale, leggendo questo articolo capirete che non lo è per nulla.

La voglia di fumare è  una richiesta urgente delle nostre strutture sub-corticali di alleviare qualsiasi disagio, banale o serio esso sia. Ma è una voglia che si può combattere con un lavoro su noi stessi, un lavoro che ci aiuti a ritrovare una semplice serenità. 

La voglia di fumare è infatti un processo subliminale giacché ogni qualvolta si fuma la nicotina, non solo estingue la crisi d’astinenza quando ne è essa stessa fautrice, ma induce il rilascio di dopamina, molecola in grado di attivare il centro del piacere (nucleus accumbens). Si crea così un’associazione positiva.

La psiche trova nella sigaretta la panacea di tutti i mali e ne ricorrerà alla stessa maniera in cui si usa un rubinetto d’acqua, miscelando quella calda che rappresenta la sigaretta, per mitigare quella fredda che rappresenta il disagio.

E` un meccanismo inconscio cui la nostra forza di volontà nulla può, giacché è un processo a cascata, un automatismo spontaneo, che consuma inesorabilmente qualsiasi istanza volitiva (da latino volo, io voglio).

Un modo alternativo per smettere di fumare può essere quello di far leva sui meccanismi inconsci. Ma più di ogni altra cosa occorre trovare serenità con se stessi per concentrasi sul dal fare.

L’importante è pensare fuori dagli schemi abituali che ci hanno abituato a credere che per smettere bisogna soffrire nel nome della forza di volontà. 

La serenità ci porterà a trovare la soluzione più idonea per smettere ed il metodo più adatto alle nostre esigenze.

Oggi i metodi per smettere di fumare sono davvero tanti e molti di questi risultano più efficaci di altri. Ricordate che proprio nel momento di decidere come smettere, farsi consigliare o farsi seguire da professionisti del settore del counselling antifumo è sempre e comunque una buona idea. 

 

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Articolo inviato dal dott. Valerio Pavoni, farmacista ed esperto di metodi per smettere di fumare

A Euraxess i risultati del progetto U-Biopred dell’Università di Catania

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Dott. Massimo Caruso, Biologo e Ricercatore dell’Università di Catania

“U-Biopred è stata la più grande ed importante opportunità di crescita di questi anni per tutti i ricercatori che si sono impegnati a lavorare per quello in cui davvero credono con forza: la Ricerca” – a dirlo è il dott. Massimo Caruso che proprio ieri, insieme alla dott.ssa Lia Emma, è intervenuto nell’ambito della kermesse “Euraxess – Researchers in Motion” organizzata in una Piazza Università colorata e animata dalle eccellenze dell’ateneo catanese.

Il palcoscenico del Teatro Machiavelli di Catania ha accolto decine di ricercatori che hanno raccontato ad una platea di giovani studenti e neolaureati la propria esperienza professionale e culturale nei progetti di ricerca europei di cui l’Università degli Studi di Catania è partner.

 

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Dott.ssa Lia Emma, Biologa e dottoranda dell’Università di Catania

“Ho iniziato a collaborare con l’ateneo catanese occupandomi del progetto U-Biopred, un programma di ricerca sull’asma grave finanziato dall’Unione Europea che è riuscito a raccogliere risultati importantissimi per la cura di una malattia che colpisce milioni di persone nel mondo. U-Biopred – ha aggiunto la dott.ssa Emma – ci ha fatto comprendere che l’asma può avere ripercussioni e caratterizzazioni diverse su soggetti con stili di vita particolari. Partendo da questo concetto, insieme al dott. Caruso, abbiamo capito che il nostro compito dovevo essere quello di aiutare i fumatori asmatici a trovare soluzioni alternative per smettere di fumare definitivamente. Così è nato un’altro studio, al quale stiamo lavorando, che è il tema del mio dottorato di ricerca sulla caratterizzazione del Fenotipo Asmatico Severo Fumatore”.

 

Il bus europeo della Ricerca, carico di informazioni riguardanti offerte di impiego nella ricerca e opportunità di finanziamento, ha consentito a centinaia di giovani di tornare ad essere protagonisti per un giorno. Di condividere le proprie esperienze con colleghi e aspiranti tali.

“Fare Ricerca in Italia non è semplice – ha infatti spiegato Caruso – ma i progetti europei hanno permesso a molti di noi di avverare un sogno. Un sogno particolare fatto di passione per la medicina ma anche di amore per una terra che spesso non lascia spazio alla speranza ma che, questa volta, grazie alla collaborazione di tutti è riuscita ad aprire molte strade, a raggiungere obiettivi e a tenere con se i propri talenti ed i risultati del loro lavoro”.

Ricordiamo che con l’iniziativa europea Euraxess, il bus della Ricerca è in giro per tutta l’Europa con lo scopo di comunicare e promuovere più efficacemente i progetti in atto nei Paesi europei e le opportunità per lavorare nel mondo della Ricerca. Sono 34 le città in cui Euraxess farà tappa per raccontare e far raccontare direttamente dalla voce dei protagonisti i progetti e gli studi che, oltre a dare opportunità di lavoro a tanti ricercatori, sono riusciti ad ottenere risultati sconvolgenti in tutti i campi scientifici. In Italia il bus arriverà a: Cagliari, Catania, Cosenza e Siena.

Grazie alle banche dati disponibili e alle spiegazioni degli operatori anche i giovani interessati hanno potuto scoprire come accedere ai finanziamenti per la mobilità internazionale, trovare un impiego qualificato in altri Paesi Ue o avviare la propria carriera di ricercatore, attraverso i servizi Jobs, Services, Rights e Links del progetto Euraxess.

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Prof. Riccardo Polosa, Docente di Medicina Interna dell’Università di Catania

“Come vincitori dell’importante finanziamento europeo – ha detto il prof. Riccardo Polosa docente di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Catania e responsabile scientifico di U-Biopred – in questi sei anni, oltre ad aver reclutato migliaia di pazienti per i nostri studi, siamo diventati un punto di riferimento nel campo medico e scientifico internazionale. Siamo riusciti ad offrire opportunità di lavoro a più di dieci ricercatori che si sono impegnati attivamente per condurre e completare tutte le azioni previste dal progetto. Di questo sono davvero orgoglioso – ha concluso Polosa – di essere stato testimone dell’entusiasmo e del talento di tantissimi giovani siciliani”.

 

Royal Society di Londra – Summit sulle e-cig 2015: l’intervento del prof. Polosa

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La Ricerca contro il fumo fa il giro del mondo. Dopo essere volato da Milano a Las Vegas per due appuntamenti scientifici che si sono tenuti proprio negli ultimi giorni, il nostro Riccardo Polosa è atterrato a Londra per quello che ormai da molti viene considerato l’incontro di scienziati più importante del panorama scientifico internazionale. E nei prossimi giorni lo stesso Polosa sarà ancora a Verona e Napoli per altri incontri importanti in un calendario mensile ricco di interventi a sostegno della Salute Pubblica internazionale.

Parlando di e-cig e riduzione del danno, il responsabile scientifico LIAF ha presieduto l’apertura dei lavori del Summit sulle Sigarette Elettroniche 2015 (Scienza, Regolamentazione e Salute Pubblica)L’evento inglese, dopo il successo delle prime edizioni, ancora una volta ha radunato esperti, responsabili politici, operatori sanitari, medici, pubblico interessato e soggetti coinvolti nella produzione e diffusione delle sigarette elettroniche.  Il dibattito si è concentrato sulla crescente diffusione delle sigarette elettroniche a livello mondiale e sulle scelte di politiche sanitarie seguite dai diversi Stati coinvolti.

Gli scienziati intervenuti hanno affrontato argomenti, quali: il rischio che lo svapo possa diventare una porta di ingresso al fumo per gli adolescenti e i non fumatori; la regolamentazione per una pubblicità efficace e non pericolosa, l’uso dell’e-cig nei luoghi pubblici e i conflitti d’interesse che sono sorti per quelle industrie del tabacco che hanno deciso di avvicinarsi al mondo delle elettroniche, producendo sia le bionde che le e-cig.

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Ciò che più bisogna sottolineare con entusiasmo per l’edizione 2015 del Summit è – come ha dichiarato Polosa –L’imponente coinvolgimento delle autorità di salute inglese come PHE e Royal Society for Public Health con una visione molto aperta nei confronti della ecig come strumento per migliorare la salute pubblica“.

Ricordiamo, infatti, che era stato proprio l’ampio rapporto condotto nel Regno Unito per conto di Public Health England (PHE), l’autorità sanitaria inglese, secondo il quale le sigarette elettroniche sono per il 95% più sicure rispetto alle sigarette convenzionali e possono contribuire a salvare migliaia di vite umane, ad aver scatenato un dibattito acceso nella comunità scientifica internazionale ma la presenza a Londra di queste istituzioni testimonia che lo scenario delle e-cig sta cambiando e le evidenze scientifiche “cominciano ad essere considerate punto di riferimento e di partenza per nuove decisioni pubbliche” – ha aggiunto.

Il vertice londinese sulle elettroniche ha confermato il ruolo centrale ma neutrale nell’ambito dei diversi eventi internazionali che ogni anno ricoprono il calendario scientifico degli eventi legati alla lotta contro il fumo.

 

A questo link il programma completo dell’evento:

 

R. Polosa a Las Vegas per parlare di tossicologia delle e-cig

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Si sta svolgendo proprio in questi giorni a Las Vegas, in Nevada, il 36esimo Meeting Annuale dell’American College of Toxicology che riunisce ogni anno scienziati di tutto il mondo per parlare di Tossicologia e delle nuove evidenze scientifiche sull’argomento.

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“Un luogo ideale – ha annunciato il presidente Mary Ellen Cosenza  per restare al passo con le tendenze emergenti nella disciplina della tossicologia, per rimanere in contatto con amici e colleghi, e per fare attivare nuovi contatti. Il Consiglio ed il Comitato dell’American College of Toxilogy  continuano a garantire lo sviluppo di simposi con corsi di formazione direttamente applicabili alla pratica quotidiana della tossicologia”.

Nell’ambito del simposio dedicato esclusivamente alla tossicologia delle sigarette elettroniche quest’anno, infatti, tra i relatori più attesi, anche il nostro responsabile scientifico prof. Riccardo Polosa che proprio dal palcoscenico del Red Rock Resort ha illustrato ieri le nuove frontiere nella cura delle malattie fumo correlate grazie all’utilizzo delle elettroniche.

Mentre l’evidenza scientifica sui benefici relativi alla diffusione delle elettroniche come sostitute delle bionde sta rapidamente crescendo, permane ancora una mancanza di consenso per quanto riguarda la regolamentazione e le norme sulla valutazione del prodotto. Quello americano, a tal proposito, è un momento importante per confrontarsi e per fare il punto sulla situazione internazionale, scientifica e normativa, che vede le e-cig al centro di un dibattito acceso.

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Riccardo Polosa – ACT 2015, Las Vegas

Nel suo messaggio il prof. Polosa ha puntato l’attenzione sull’importanza di sostituire il fumo di sigarette convenzionali con lo svapo di quelle elettroniche, soprattutto per alcuni pazienti affetti da malattie fumo-correlate: “Miglioramento della funzione polmonare e dei sintomi respiratori con risultati oggettivi nei soggetti affetti da asma – ha spiegato – e miglioramento evidente dei livelli di pressione sanguigna nei pazienti ipertesi. L’esposizione al vapore elettronico, anche nelle popolazioni vulnerabili (come gli asmatici e gli ipertesi) non comporta il verificarsi di un acutizzazione dei sintomi, anzi, le elettroniche rappresentano una alternativa sicura anche nei fumatori affetti da malattie croniche”.

Di seguito il programma completo del Simposio “Tossicologia delle sigarette elettroniche” che ha visto protagonista il prof. Riccardo Polosa

  • Achieving Harm Reduction in Tobacco
    Riccardo Polosa, Centre for Tobacco Research (CPCT), Catania, Italy
  • Physical Chemical Assessment of E-Cigarette Aerosol
    Jed Rose, Duke University Medical Center, Durham, NC
  • Human Studies with E-Cigarettes
    Maciej Goniewicz, Roswell Park Cancer Institute, Buffalo, NY
  • Systems Toxicology-Based Assessment of E-Liquids
    Manuel Peitsch, Philip Morris International R&D, Neuchâtel, Switzerland

Cosa consigliare ai pazienti che intendono utilizzare le sigarette elettroniche

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imagesI ricercatori della Lega Italiana Antifumo sono ancora una volta protagonisti del panorama scientifico internazionale per i passi avanti nella lotta al fumo di sigaretta convenzionale.

Pubblicato – sul nuovo numero della rivista scientifica Discovery Medicine – un articolo firmato dal prof. Riccardo Polosa e dal suo team di ricercatori, tra cui il prof. Pasquale Caponnetto ed il dott. Davide Campagna. Titolo: “Cosa consigliare ai pazienti che intendono utilizzare le sigarette elettroniche per smettere di fumare”.

Le sigarette elettroniche sono sempre più utilizzate come alternativa attraente per smettere di fumare le sigarette convenzionali. Questa sostituzione è in grado di migliorare la salute in alcuni svapatori regolari con difficoltà respiratorie, sempre più spesso alla ricerca di consigli medici.  Gli operatori sanitari, però, non utilizzano sempre un approccio basato sull’evidenza scientifica, soprattutto quando informano i pazienti e quando consigliano l’uso di e-cig.

smettere-di-fumare-strumenti_300x203Smettere di fumare è probabilmente l’opzione terapeutica più importante e conveniente per i fumatori con problemi respiratori, per questo l’uscita dal tabagismo dovrebbe essere un percorso fortemente incoraggiato e consigliato, anche con soluzioni specifiche. Oltre alla farmacoterapia ed al supporto comportamentale ci sono altre opzioni disponibili per convincere questi particolari fumatori ad abbandonare il fumo ed una di queste è proprio la sigaretta elettronica con una bassa dose di nicotina.

 

  • Gli operatori sanitari e dunque anche i medici dovrebbero riconoscere che non è la nicotina a provocare i danni per i fumatori bensì la combustione.

Come sostenuto anche dal rapporto condotto nel Regno Unito per conto di Public Health England (PHE), l’autorità sanitaria inglese, le sigarette elettroniche sono per il 95% più sicure rispetto alle sigarette convenzionali e possono contribuire a salvare migliaia di vite umane.

La tendenza delle autorità sanitarie internazionali, invece, è quella di classificare tutti i prodotti contenenti nicotina come ugualmente dannosi. Ciononostante, la realtà conferma che ci sono grandi differenze di rischio comprovate da evidenze scientifiche come si può notare dalla tabella di seguito che dimostra che le elettroniche sono collocate in un gruppo a bassa pericolosità, con un indice di rischio pari a 4, considerato 100 quello delle “bionde”.

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“Scala del rischio” – R. Polosa (2014)

Rispetto alle sigarette convenzionali, le elettroniche sono per il 96% meno dannose e l’innovazione sul prodotto ridurrà ulteriormente i rischi residuali, dovranno essere adottate nuove tecnologie ed applicate norme ad hoc per la sicurezza e qualità.

Questo, non solo consentirà di ridurre ulteriormente i rischi per la salute, ma permetterà anche di massimizzare i benefici per la salute degli svapatori.

L’idea è che, in condizioni normali di vaping, la sigaretta elettronica è di gran lunga meno dannosa di quella convenzionale e un uso regolare può addirittura produrre effetti benefici, in particolare per alcuni pazienti con problemi respiratori.

  • E’ importante segnalare che gli operatori sanitari che assistono fumatori recidivi, o restii ad abbandonare il fumo, potrebbero anche dover raccomandare diversi tipi di e-cig per riuscire a trovare quella più adatta alle esigenze del paziente.

Ultimo ma non meno importante,

  • deve essere ricordato ai pazienti che l’elettronica può anche essere utilizzata come strumento di transizione per completare il percorso di cessazione da fumo.

Nello Studio ECLAT, infatti, circa il 70% dei partecipanti che hanno smesso di fumare,  hanno anche smesso di usare le sigarette elettroniche alla 52esima settimana.  È possibile che per questi individui l’elettronica abbia facilitato una persistente necessità di cambiamento nel comportamento (dalla pre – contemplazione alla contemplazione di determinazione all’azione, cioè smettere).

  • I medici devono consigliare i modi più efficaci a ridurre rapidamente il rischio per i fumatori. Mentre smettere di fumare può essere il risultato finale più auspicabile da un punto di vista sanitario, può essere l’obiettivo sbagliato se porta al fallimento o alla recidiva.

Il pneumologo dovrebbe prendere in considerazione tutti i percorsi disponibili per un paziente fumatore e selezionare quelli che danno la maggior probabilità di eliminare l’esposizione al fumo di tabacco. Per alcuni fumatori, il miglior risultato a lungo termine può essere passare al vapagismo – tollerare un piccolo rischio residuo per avere una maggiore probabilità di successo.