sabato, Gennaio 11, 2025
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Germania, una sentenza importante per la diffusione dello svapo: “Fumare non è come svapare”

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La Corte d’appello del Nord Reno-Westfalia, in Germania, finalmente cita la scienza in una contesa giuridica che rappresenta un passo avanti nella storia del Vapagismo.
In una sentenza che sta facendo il giro del web, il giudice tedesco da’ ragione ad un ristoratore costretto a vietare lo svapo ai suoi clienti: “La legislazione sul tabacco in Germania non contiene esplicite disposizioni sulla sigaretta elettronica” – commentano dal tribunale.
Il divieto vigente cita il verbo “fumare”, vietando questo comportamento nei luoghi chiusi e anche nei posti di lavoro. Ma con questo termine si intende – dice il giudice: “L’inalazione di fumo prodotto dalla combustione di tabacco”. Visto che – spiega: “Il liquido vaporizzato (anche con nicotina) non è un prodotto del tabacco in senso giuridico”, la legge di protezione contro il fumo passivo: “non va applicata allo svapo passivo poiché, mancando la combustione, i rischi per gli astanti non sono assolutamente comparabili”.
“Questo è un grande passo avanti nella lotta contro il fumo, perchè crea un precedente legale importante – ha commentato il prof. Riccardo Polosa – I giudici tedeschi hanno ribadito l’incostituzionalità evidente nel divieto di fumo esteso anche allo svapo. Perché in Italia e in molti altri paesi europei questa evidenza non salta agli occhi di tutti?”.
La normativa antifumo in Italia, dopo una serie di peripezie, è finalmente arrivata, proprio questo anno, ad una decisione definitiva: è vietato fumare nelle scuole ed il divieto coinvolge tutti, dagli alunni agli insegnanti (come raccontato in un nostro recente articolo). Il divieto però viene esteso anche alle sigarette elettroniche. Ma svapare è come fumare? Un recente sondaggio italiano, condotto per conto della LIAF in una scuola media e in un liceo della città di Ragusa in Sicilia, non sembra confermare questo, nemmeno in termini di percezioni per i giovani fumatori. Infatti, sebbene la larga maggioranza del campione (130 studenti in totale) conoscesse le sigarette elettroniche e le percepisse come meno dannose per la salute rispetto alle sigarette convenzionali, solo il 5% l’aveva provato (9 persone) e fra questi tre fumavano regolarmente sigarette. Questi dati fanno presupporre che la sigaretta elettronica sebbene sia conosciuta tuttavia è poco o per nulla usata tra la popolazione adolescenziale. Peraltro come spesso affermato dai ricercatori LIAF, l’assenza del processo di combustione, presente invece nel fumo di sigarette convenzionali, rende questi dispositivi di gran lunga meno dannosi rispetto al fumo.
In un nostro recente articolo – che qui vi riproponiamo “La BBC vieta l’uso delle sigarette elettroniche nei propri uffici: una questione di “etichetta”, non di salute pubblica” – abbiamo raccontato la vicenda che ha visto protagonista l’emittente televisiva più importante al mondo, la BBC, colpevole di aver vietato lo “svapo” nei propri uffici e di aver costretto per di più molti svapatori ad uscire fuori per svapare: “magari accanto ai fumatori in pausa sigaretta – ha commentato il presidente di LIAF, Lidia Proietti – e andando contro ogni logica di diritto del lavoratore”. In quell’occasione, uno dei portavoce dell’emittente ha giustificato il divieto proposto come una scelta di “codice di comportamento” e non come un “problema di salute e sicurezza”. Certi – ha affermato il responsabile del personale della BBC, Diane Dumas: “che il divieto non ha una base medico-scientifica”.
In seguito al nostro articolo, di recente, la BBC ha diffuso un documentario sulle sigarette elettroniche per commentare il successo e la diffusione di questo prodotto in tutto il mondo. Il link del documentario ha già fatto il giro del globo. Che sia stato un modo per giustificare ai milioni di svapatori un comportamente probabilmente errato? Noi non lo sappiamo ma ci piace credere che lo svapo prima o poi sostituirà il fumo, salvando milioni di vite. 

Veronesi, Tirelli e Polosa intervengono sulla lettera dei presidenti di Aiom e “Insieme contro il cancro” a Matteo Renzi: “Commento fuori luogo”

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I Presidenti dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Fondazione “Insieme Contro il Cancro”, Stefano Cascinu e Francesco Cognetti, hanno inviato di recente una lettera aperta al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in seguito alla sua visita ai futuri stabilimenti della Philip Morris di Zola Predosa (BO). Gli oncologi hanno preso posizione accusandolo tra le righe di aver sottovalutato i gravi danni alla salute che il tabacco comporta tra tumori e malattie cardiovascolari.
La nuova fabbrica della Philip Morris in Italia, però, non produrrà sigarette convenzionali, ma un nuovo dispositivo a metà tra una sigaretta elettronica e una classica a base di tabacco. Si chiama Heat no Burn, assomiglia a una sigaretta convenzionale ma non si accende, non vi è combustione, piuttosto tabacco riscaldato, e gli studi condotti dalla PMI assicurano danni alla salute notevolmente ridotti. L’azienda ha comunque comunicato che attenderà che l’Autorità di controllo e i numerosi test ai quali saranno sottoposti questi prodotti diano una risposta certa sulla scarsa tossicità o innocuità del nuovo prodotto.
“Commento fuori luogo” ecco come il prof. Umberto Tirelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Tumori di Aviano, apostrofa la lettera degli oncologi dell’AIOM. “Non solo confondono la heat no burn con la sigaretta elettronica, ma tutte quelle parole spese sulle loro seppur notevoli attività in tema di sensibilizzazione antifumo, sembrano più un pretesto per farsi pubblicità che un vero appello al Presidente del Consiglio”.
“L’iniziativa della Philip Morris potrebbe segnare un punto di svolta nell’atteggiamento delle istituzioni verso l’intero settore dei prodotti a basso rischio per smettere di fumare, incluse le sigarette elettroniche – ha commentato il prof. Riccardo Polosa, professore di Medicina Interna all’Università di Catania. – “Da scienziato e medico, il mio compito non è fare dietrologia ma promuovere ricerca e salute. Ben vengano dunque le innovazioni, purché scientificamente valide”.
A proposito di sigarette elettroniche, recentemente gli esperti Umberto Veronesi e Carlo Cipolla dello IEO, insieme a Riccardo Polosa e a Umberto Tirelli, avevano sottolineato, in una lettera a Roberta Pacifici dell’Istituto Superiore di Sanità, che la guerra alle e-cig che è in atto nel nostro Paese nuoce solo ai fumatori. “Se per ipotesi tutti i fumatori di sigarette tradizionali passassero alla sigaretta elettronica si avrebbe a breve una riduzione drastica delle morti fumo correlate, che contano ben 2 milioni di persone all’anno nel mondo soltanto per il tumore del polmone, di cui 40 mila in Italia” ricorda Veronesi a margine di un intervento sulle sigarette elettroniche.

Polosa a Euroscientist: “Non vedo sforzi significativi dall’UE” ed in Italia: “Regolamentazione schizofrenica”

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Intervista al giornalista Anthony King per “Euroscientist” 
Riccardo Polosa dirige il Centro per la Cura e la Prevenzione del Tabagismo dell’Università degli Studi di Catania, in Italia. E’ autore di oltre 250 pubblicazioni, tra articoli e libri, su temi inerenti la pneumologia, l’immunologia clinica e la dipendenza da tabacco. Direttore scientifico di LIAF Lega Italiana Anti Fumo, Polosa è il più importante esperto al mondo nel campo delle sigarette elettroniche e le sue opinioni sulla loro regolamentazione sono condivise e seguite da molti.
Qual è la sua opinione sull’impatto che la sigaretta elettronica può avere sul fumo?
Come scienziato ed esperto di metodi alternativi per smettere di fumare, credo che la sigaretta elettronica sia lo strumento più promettente per aiutare i fumatori a smettere o ridurre il loro consumo di tabacco. Oltre a numerosi studi clinici e indagini di ricerca, la nostra esperienza quotidiana personale in un affollato Centro Antifumo indica che le elettroniche sono più efficienti delle terapie sostitutive della nicotina (NRT) o di altri farmaci antifumo. Noi crediamo che il motivo del loro successo sia dovuto al fatto che per molti fumatori le sigarette elettroniche sostituiscono anche molti dei rituali associati al fumo, esse facilitano un cambiamento nel comportamento: da fumare a svapare. Per i fumatori, il passaggio dai prodotti combustibili del tabacco ai vaporizzatori di nicotina, molto meno nocivi, è uno dei migliori investimenti per la salute. Il mio gruppo di ricerca ha recentemente dimostrato che i fumatori asmatici che sono passati ad un uso regolare di sigarette elettroniche ne hanno beneficiato fortemente perché, non solo hanno smesso di fumare o hanno ridotto di molto il numero di sigarette fumate, ma hanno anche segnalato un sostanziale miglioramento dei sintomi respiratori e della funzione polmonare.
Come vede l’approccio europeo sulle sigarette elettroniche in merito alla Ricerca ed alla regolamentazione?
Purtroppo non ho visto alcun serio sforzo da parte dell’Unione Europea per far progredire le nostre conoscenze attuali sulle e-cig. Non è stata investita alcuna somma per finanziare la Ricerca indipendente. Ma grande sforzo, invece, è stato fatto per sabotare il potenziale positivo delle sigarette elettroniche sulla Salute pubblica. Da un lato, l’Unione Europea ha espresso preoccupazione per la mancanza di prove scientifiche indipendenti sull’efficacia e la sicurezza delle sigarette elettroniche. Tuttavia, d’altro canto, l’UE ha sottovalutato, travisato o addirittura selettivamente ignorato le prove scientifiche già esistenti.
L’approccio dell’UE, da un punto di vista normativo, riflette l’atteggiamento immorale e poco professionale che ha caratterizzato la campagna europea di demonizzazione nei confronti di questi prodotti. Infatti, la Direttiva UE sui prodotti del tabacco (TPD) chiede restrizioni nella produzione, nella vendita e nella pubblicità che sono sproporzionate e ingiustificate per un prodotto che non contiene tabacco. Una restrizione legalizzata alla diffusione e innovazione di questo prodotto sono il vero scopo di questa direttiva.
È stato spesso detto che gli Stati Uniti hanno meglio affrontato questo problema, soprattutto in termini di approccio strategico e di finanziamenti alla ricerca?
Sono d’accordo, ma solo in una certa misura. La Food and Drug Administration (FDA) sembra avere un approccio più strategico. Sembra riconoscere, meglio di altre agenzie di regolamentazione, il valore del discorso informato con esperti, industria e consumatori. Inoltre, 273 milioni di dollari saranno spesi nei prossimi cinque anni, tra FDA, National Institute of Health (NIH) e National Institute on Drug Abuse (NIDA), per finanziare la Ricerca sul tabacco e sulle sigarette elettroniche.
Questa potrebbe sembrare una buona idea. Ma le prove a supporto della normativa saranno così tante da determinare un blocco della produzione normativa, sovraccaricata e confusa dalla mole di indagini scientifiche. Ed inevitabilmente la ricerca sarà allineata alle esigenze dell’agenda politica. Questo rischio è reale dato che molti di coloro che hanno appena ricevuto questi fondi hanno già fatto dichiarazioni chiare sulla loro posizione in merito alla ricerca sulla sigaretta elettronica.
Come descriverebbe l’approccio italiano alla regolamentazione delle sigarette elettroniche?
Potrei definire l’approccio del governo italiano alla regolamentazione delle elettroniche come “schizofrenico”. In pochi mesi, i nostri politici sono passati da un divieto ad una tassa, dalla soppressione del divieto ad una riconsiderazione della soppressione. La Legge 99/2013, art.18, è di certo dannosa per gli svapatori ed i negozianti, perché le misure fiscali contenute nella legge determineranno quasi un raddoppio del prezzo di vendita delle e-cig e dei suoi accessori, promuovendo al contrario una posizione dominante delle sigarette tradizionali, con conseguenze negative per la salute pubblica.
Ironia della sorte, questa guerra contro le sigarette elettroniche in Italia non ha prodotto l’auspicata riduzione del consumo di tabacco, ma la sua rinascita, invece.
Mi auguro che la timida apertura dimostrata negli ultimi mesi dai nostri politici verso una revisione della legislazione non sia solo un miraggio. Ma sia il segno di una reale presa di coscienza delle conseguenze indesiderate che tale regolamento sproporzionato potrebbe avere per migliaia di fumatori e svapatori.
Per visionare l’intervista originale in inglese, clicca qui 

Parte STOP alle sigarette! In occasione di Expo Bimbo 2014 centinaia le iscrizioni

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Vuoi smettere di fumare e stai cercando una soluzione innovativa? Al “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania, via al progetto per dire “STOP!” alle sigarette convenzionali. L’Università degli Studi di Catania, leader mondiale nella lotta al tabagismo, e LIAF – Lega Italiana Anti Fumo presentano il programma “STOP!”.
Un progetto di ricerca che offre ad ogni paziente la possibilità di entrare a far parte di un percorso medico assistenziale gratuito, utile per smettere di fumare più velocemente grazie alla consulenza personalizzata dei medici del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) del “Policlinico Vittorio – Emanuele” di Catania. “STOP alle sigarette” offre ai pazienti un percorso di supporto psicologico e clinico, nel rispetto dei tempi e delle esigenze di ogni fumatore, attraverso il quale sarà possibile utilizzare tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale per riuscire a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
Ogni anno, solo in Europa, si stimano circa 700 mila morti per malattie fumo correlate. Una piaga che deve essere fermata. Per il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e ordinario di Medicina Interna del Policlinico di Catania: “Si tratta di una grande opportunità per tutti fumatori della provincia etnea, una importante occasione per farsi accompagnare davanti l’agognata porta d’uscita dal fumo”.
Ma “STOP!” è anche un modo per aiutare la Ricerca: “Per sostenere i nostri ricercatori – ha detto il dott. Pasquale Caponnetto, responsabile del CPCT di Catania – che all’interno dei laboratori del Policlinico cercano quotidianamente di trovare una soluzione definitiva per far smettere di fumare milioni di persone”.
E’ un compito arduo che potrebbe consentire di salvare milioni di vite in tutto il mondo. STOP!, infatti permetterà di dire basta non solo alle sigarette dei singoli fumatori ma anche a quelle di milioni di persone. Il progetto è aperto a tutti i fumatori, residenti nella provincia di Catania e partecipare è semplicissimo, basta compilare il modulo di iscrizione presente sul sito www.liafmagazine.it
In occasione di EXPO BIMBO 2014 – la manifestazione fieristica che si è svolta presso il Centro Commerciale di Etnapolis – lo stand di LIAF ha ricevuto centinaia di richieste di iscrizione al programma.
Un successo che il presidente, prof.ssa Lidia Proietti si aspettava: “STOP intende parlare ai fumatori delle piccole realtà territoriali, vogliamo essere un presidio territoriale capace di parlare a tutti. In un momento così difficile per il nostro Paese – ha aggiunto – noi stiamo offrendo ai cittadini la possibilità di sperare in aspettative di vita migliori e di avere una vita più sana e più pulita”.

A Catania si è detto: “STOP!” LIAF presenta il programma per dire basta alle sigarette tradizionali

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Vuoi smettere di fumare e stai cercando una soluzione innovativa? Al “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania, via al progetto per dire “STOP!” alle sigarette convenzionali.
L’Università degli Studi di Catania, leader mondiale nella lotta al tabagismo, e LIAF – Lega Italiana Anti Fumo presentano il programma “STOP!”.
Un progetto di ricerca che offre ad ogni paziente la possibilità di entrare a far parte di un percorso medico assistenziale gratuito, utile per smettere di fumare più velocemente grazie alla consulenza personalizzata dei medici del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) del “Policlinico Vittorio – Emanuele” di Catania. “STOP alle sigarette” offre ai pazienti un percorso di supporto psicologico e clinico, nel rispetto dei tempi e delle esigenze di ogni fumatore, attraverso il quale sarà possibile utilizzare tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale per riuscire a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
Ogni anno, solo in Europa, si stimano circa 700 mila morti per malattie fumo correlate. Una piaga che deve essere fermata. Per il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e ordinario di Medicina Interna del Policlinico di Catania: “Si tratta di una grande opportunità per tutti fumatori della provincia etnea, una importante occasione per farsi accompagnare davanti l’agognata porta d’uscita dal fumo”. Ma “STOP!” è anche un modo per aiutare la Ricerca: “Per sostenere i nostri ricercatori – ha detto il dott. Pasquale Caponnetto, responsabile del CPCT di Catania – che all’interno dei laboratori del Policlinico cercano quotidianamente di trovare una soluzione definitiva per far smettere di fumare milioni di persone”. E’ un compito arduo che potrebbe consentire di salvare milioni di vite in tutto il mondo. STOP!, infatti permetterà di dire basta non solo alle sigarette dei singoli fumatori ma anche a quelle di milioni di persone.
Il progetto è aperto a tutti i fumatori, residenti nella provincia di Catania e partecipare è semplicissimo, basta compilare il modulo di iscrizione presente sul sito www.liafmagazine.it.
In occasione della tre giorni di eventi nell’ambito della manifestazione fieristica EXPO BIMBO 2014, presso lo stand LIAF è stato possibile partecipare al programma e prenotare le iscrizioni. L’iniziativa, voluta fortemente dal presidente LIAD, Lidia Proietti, ha già riscontrato un enorme successo.
Continuate con le iscrizioni, i ricercatori LIAF vi aspettano !

A Mosca l’OMS decide: e-cig come sigarette tradizionali

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Mosca capitale del tabacco in occasione della sesta sessione della Conferenza delle Parti (COP 6) per la Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco (acronimo in inglese, FCTC). Dal 13 al 18 Ottobre, la capitale della Federazione Russa ha ospitato più di 1.500 rappresentanti provenienti da 195 paesi del mondo, intervenuti per discutere e decidere il futuro del tabacco e della sua regolamentazione, con l’obiettivo di “tutelare la salute di milioni di persone eliminando il commercio illecito dei prodotti da tabacco”.
Diverse le decisioni importanti che sono state adottate nel corso della sei giorni moscovita. Tra le principali azioni quelle mirate all’incremento della tassazione del tabacco e quelle mirate al contenimento della diffusione dei prodotti masticabili a base di tabacco. Nel mirino anche le sigarette elettroniche. Il COP6 ha, infatti, proposto una parificazione delle e-cig alle “bionde” che prevede per il vapore elettronico il divieto di promozione, pubblicità e sponsorizzazione, oltre che una tassazione. Su questo ultimo punto LIAF si era già espressa molto negativamente.
“La posizione finale del COP6 sul tabacco masticabile e sulle sigarette elettroniche non tiene alcun conto delle evidenze scientifiche che testimoniano chiaramente i benefici di questi prodotti. – ha commentato Riccardo Polosa, dell’Università degli Studi di Catania – Non solo si è fatto un gigantesco passo indietro nella lotta al tabagismo, ma lo si è fatto cosi velocemente e senza indugi che se avessero adottato questa prontezza di riflessi per il caso Ebola, l’epidemia non esisterebbe”.
“La richiesta di maggiori imposte da parte di FCTC porterà a un incremento del commercio illegale. La pretesa di tassare il tabacco masticabile alla stessa stregua delle sigarette combustibili causerà più danno che beneficio. E ancora peggio, il limitare la diffusione del vapagismo non farà altro che rivitalizzare il tabagismo.” ha aggiunto Polosa.
Già qualche mese fa Polosa, insieme agli esperti Umberto Veronesi e Umberto Tirelli, aveva invitato l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – in una lettera firmata con altri 53 scienziati – a non rifuggire le potenzialità e l’efficacia delle e-cig, proponendo invece di promuoverne la diffusione e di implementare la ricerca scientifica in questo campo.
La Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco (FCTC) è il primo trattato internazionale negoziato sotto il controllo dell’OMS. E’ stata adottata dall’Assemblea mondiale della sanità il 21 maggio 2003 ed è entrato in vigore il 27 febbraio 2005. “La FCTC è un punto di riferimento importante per promuovere la salute pubblica. Essa fornisce una nuova dimensione giuridica per la cooperazione internazionale nel settore sanitario ed è uno dei trattati che è stato approvato e condiviso più rapidamente ed ampiamente nella storia delle Nazioni Unite” – ha detto Veronika Skvortsova, Ministro della Salute della Federazione Russa. La FCTC, infatti, è stata sviluppato in risposta alla globalizzazione dell’epidemia di tabacco ed è un trattato basato sul principio che afferma il diritto di tutte le persone ad alti standard di qualità della salute.”
Nelle intenzioni il compito dell’FCTC è nobile. Peccato che i delegati abbiano deciso di svolgere i propri lavori in privato, dietro porte chiuse. Infatti, pubblico e giornalisti – compresi quelli già accreditati all’evento – sono stati esclusi senza valida giustificazione. Cittadini, scienziati, operatori sanitari e politici di tutto il mondo saranno legittimamente indignati e scandalizzati da questa modalità procedurale poco ortodossa. E una cattiva procedura porta cattivi risultati.
Il presidente di LIAF, prof.ssa Lidia Proietti, lancia oggi il suo appello forte e chiaro: “Affidatevi alla scienza e non alla ideologia! Regolamentare la sigaretta elettronica come un prodotto da tabacco solo perché gli assomiglia sarebbe come disconoscere i benefici offerti da questo strumento per milioni di fumatori. Proprio per questo – aggiunge la Proietti – ci siamo recentemente appellati al Ministro Lorenzin nella speranza di far valere la ragione e non il pregiudizio”.

Fatti un selfie mentre svapi!

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Il termine “svapare” entra ufficialmente a far parte del vocabolario della lingua italiana. Tra i lemmi del famoso Zingarelli, il vocabolario italiano più popolare, nel 2015 ci sarà anche la nuvola di vapore della sigaretta elettronica e con un riferimento semantico del tutto positivo: con il verbo svapare si indica infatti il modo di creare una nuvola di vapore prodotta dall’utilizzo della sigaretta elettronica.
“La storia ci racconta che la lingua accompagna le evoluzioni della società, definendone i cambiamenti con parole nuove e condivise. Svapare è un termine ormai comunemente diffuso sia nel linguaggio comune che in quello scientifico. Ci auguriamo – ha commentato il prof. Riccardo Polosa – che l’ingresso di questo verbo nel vocabolario italiano possa in futuro rappresentare la messa al bando del verbo fumare. E, perché no, favorire anche l’introduzione di ‘vapagismo’, neologismo che ho coniato dall’unione della radice inglese vape- (svapare) e la desinenza -gismo, per indicare il comportamento positivo di chi svapa, come contrapposizione netta al termine ‘tabagismo’ che invece rappresenta tutta la negatività della dipendenza dal fumo di sigaretta.”
LIAF ha accolto con sano entusiasmo la notizia. L’ingresso nel vocabolario della parola più usata dagli utilizzatori di sigaretta elettronica denota, infatti, una diffusione popolare dell’e-cig, utilizzata da migliaia di fumatori come alternativa valida per smettere di fumare.
E se tra le nuove parole italiane del 2015 c’è anche il popolarissimo “selfie” – l’autoscatto con il cellulare, spesso destinato alla condivisione sui social network – allora oggi LIAF lancia un nuovo gioco, un modo divertente per sostenerci ed aiutarci nella quotidiana lotta contro il fumo di sigaretta.
Se anche tu vuoi aiutarci,
 
FAI UNA DONAZIONE A LIAF e poi condividi
 
“IL TUO SELFIE MENTRE SVAPI”
 
su Facebook e tagga Lega Italiana Anti Fumo
 

A Catania si è detto: “STOP!” LIAF presenta il programma per dire basta alle sigarette tradizionali

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Vuoi smettere di fumare e stai cercando una soluzione innovativa? Al “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania, via al progetto per dire “STOP!” alle sigarette convenzionali.
L’Università degli Studi di Catania, leader mondiale nella lotta al tabagismo, e LIAF – Lega Italiana Anti Fumo presentano il programma “STOP!”. Un progetto di ricerca che offre ad ogni paziente la possibilità di entrare a far parte di un percorso medico assistenziale gratuito, utile per smettere di fumare più velocemente grazie alla consulenza personalizzata dei medici del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) del “Policlinico Vittorio – Emanuele” di Catania.
“STOP alle sigarette” offre ai pazienti un percorso di supporto psicologico e clinico, nel rispetto dei tempi e delle esigenze di ogni fumatore, attraverso il quale sarà possibile utilizzare tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale per riuscire a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
Ogni anno, solo in Europa, si stimano circa 700 mila morti per malattie fumo correlate. Una piaga che deve essere fermata. Per il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e ordinario di Medicina Interna del Policlinico di Catania: “Si tratta di una grande opportunità per tutti fumatori della provincia etnea, una importante occasione per farsi accompagnare davanti l’agognata porta d’uscita dal fumo”. Ma “STOP!” è anche un modo per aiutare la Ricerca: “Per sostenere i nostri ricercatori – ha detto il dott. Pasquale Caponnetto, responsabile del CPCT di Catania – che all’interno dei laboratori del Policlinico cercano quotidianamente di trovare una soluzione definitiva per far smettere di fumare milioni di persone”. E’ un compito arduo che potrebbe consentire di salvare milioni di vite in tutto il mondo. STOP!, infatti permetterà di dire basta non solo alle sigarette dei singoli fumatori ma anche a quelle di milioni di persone.
Il progetto è aperto a tutti i fumatori, residenti nella provincia di Catania e partecipare è semplicissimo, basta compilare il modulo di iscrizione presente sul sito. Da domani e fino al 19 Ottobre, inoltre, LIAF sarà presente alla fiera annuale EXPO BIMBO 2014 nel Centro fieristico di Etnapolis. Un appuntamento importante durante il quale sarà possibile eseguire il test del monossido di carbonio per verificare il grado di inquinamento dei propri polmoni e prenotare una visita gratuita negli ambulatori antifumo dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania.

LIAF a EXPO BIMBO 2014. Parte da Etnapolis il programma “STOP!” alle sigarette

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Anche quest’anno LIAF – Lega Italiana Anti fumo partecipa a EXPO BIMBO 2014, l’appuntamento annuale per mamme, future mamme e bambini che si svolge presso il centro fieristico di Etnapolis.
Dal 17 al 19 Ottobre, LIAF offrirà a tutte le mamme ed i papà che visiteranno la fiera la possibilità di ricevere consigli e suggerimenti utili per smettere di fumare definitivamente.
In collaborazione con l’ospedale Policlinico “Vittorio Emanuele” di Catania, presso lo stand LIAF, gli esperti del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) saranno a disposizione degli utenti per effettuare consulenza e visite gratuite.
Per l’edizione 2014, LIAF ha riservato grandi novità.
Parte proprio da Catania il progetto STOP!, rivolto a tutti i fumatori residenti nella provincia etnea che vogliono smettere di fumare.
“STOP!” offre ai pazienti un percorso gratuito di supporto psicologico e clinico, nel rispetto dei tempi e delle esigenze di ogni fumatore, attraverso il quale sarà possibile utilizzare tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale per riuscire a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
All’interno dello stand LIAF di EXPO BIMBO 2014, sarà possibile eseguire il test del monossido di carbonio per verificare il grado di inquinamento dei propri polmoni e prenotare una visita gratuita negli ambulatori antifumo dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania.
Per partecipare basta compilare il modulo presente sul sito LIAF, cliccando qui
Per ulteriori informazioni scrivi a [email protected]
Il programma di LIAF a EXPO BIMBO 2014

Lettera aperta – Esperti a ISS – OSSFAD: “La serrata guerra alle sigarette elettroniche nuoce alla salute dei fumatori”

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ISS – Istituto Superiore di Sanità
OSSFAD – Osservatorio Fumo, Alcol e Droga
Viale Regina Elena, 299
00161 Roma
Direttore OSSFAD
Dott.ssa Roberta Pacifici
Gentile Direttore,
Vorremmo portare alla Sua attenzione le recenti dichiarazioni ufficiali del presidente della Federazione Italiana Tabaccai (FIT), Giovanni Risso, che hanno suscitato non poco allarme tra gli esperti di salute pubblica nazionali: “La lotta al contrabbando, il ritorno alla sigaretta tradizionale dopo la sigaretta elettronica e il progressivo riallineamento di qualche prezzo al dettaglio hanno contribuito al recupero del 3% rispetto ai primi sette mesi dello scorso anno”.
Per noi tutti questa esultanza della FIT non è certamente motivo di entusiasmo, anzi. Come abbiamo già ampiamente argomentato – e soprattutto come sarebbe stato prevedibile – la serrata guerra alla e-cig in Italia non ha prodotto l’auspicata riduzione del tabagismo, bensì una sua netta ripresa. Questo sia per via dei numerosi tentavi di delegittimazione dei prodotti a basso rischio espositivo, che hanno sistematicamente ignorato le evidenze scientifiche, che per via di una politica nazionale che sembra difendere gli interessi economici e finanziari del tabacco e che mal si concilia con il fine primo ed ultimo delle Istituzioni sanitarie: l’interesse per la salute pubblica.
I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità con il Rapporto annuale sul fumo 2014 avevano, infatti, illustrato una significativa diminuzione del numero di utilizzatori di sigaretta elettronica, pur testimoniando che l’81% dei fumatori che scelgono di svapare smettono definitivamente di fumare.
Negli Stati Uniti, in Francia ed Inghilterra, dove le sigarette elettroniche sono prodotti di libero consumo non soggetti a controproducenti restrizioni normative, si stanno registrando modificazioni epocali sia in termini di riduzione della prevalenza di tabagismo, sia in termini di contrazione nel consumo di tabacco. A questo proposito, ad esempio, è possibile riferirsi ai dati diffusi dalle autorità sanitarie britanniche: http://www.smokinginengland.info/latest-statistics/
I più grandi esperti internazionali di salute pubblica rilevano come l’ampia diffusione di questa alternativa a basso rischio espositivo stia determinando ricadute vantaggiose in termini di migliorate condizioni di salute per i fumatori e di riduzione dei costi per la sanità pubblica. Sarebbe più ragionevole lavorare nella direzione di migliorati standard di qualità e sicurezza. L’adozione di una regolamentazione ad hoc per migliorare la qualità delle sigarette elettroniche e dei liquidi sarebbe un primo grande passo per consentire a questi prodotti di concorrere ad un miglioramento della salute dei cittadini Italiani. Se le scelte del Governo Italiano non saranno delineate in tempo, si subiranno riflessi negativi che difficilmente potranno essere recuperati e risolti.
Alla luce di tutto questo, l’ISS dovrebbe riconsiderare il suo approccio conservativo improntato sull’applicazione acritica del principio di precauzione, puntando invece su norme equilibrate che facciano degli standard di qualità e sicurezza di questi prodotti il loro punto di forza.
Ci auguriamo che, nella Sua rappresentanza istituzionale, vorrà fare proprie queste considerazioni. A tal fine ci rendiamo disponibili sin da ora per poterLa assistere nel portare avanti proposte basate su evidenze scientifiche.
Voglia, sig. Direttore,
poter accogliere la nostra richiesta di intervento
Con Osservanza,
Carlo Cipolla – Istituto Europeo di Oncologia Milano
Riccardo Polosa – Università degli Studi di Catania
Umberto Tirelli – Istituto Nazionale Tumori di Aviano
Umberto Veronesi – Istituto Europeo di Oncologia Milano