Una sigaretta può anche rappresentare la ricerca di un contatto con la madre, un rifugio nei momenti difficili; come una madre la si può toccare, come lei emana odore e calore dando benessere e sollievo.
Naturalmente tutti gli effetti piacevoli legati alla sigaretta non fanno altro che rinsaldare il legame del fumatore con il suo bellissimo vaso di Pandora. Proprio così, un vaso al cui interno il fumatore troverà problemi e sintomi da astinenza che lo renderanno succube del suo rituale, incapace di controllare la sua voglia di fumare. Sono proprio le modifiche dell’umore, il calo di attenzione, la labilità emotiva che rinforzano un comportamento compulsivo che perdura nel tempo.
Ma quali sono le caratteristiche di un fumatore? Tutto dipende dal suo codice genetico. Nonostante non si possa individuare un prototipo, possiamo riconoscere tratti comportamentali, psicologici e biologici comuni.
Proprio dalla mancanza di un modello unico deriva la complessità dell’inquadrare il fenomeno “tabagismo”, la necessità di personalizzare l’intervento perché non c’è una terapia comune.
Non dobbiamo dimenticare che talora il fumo cela problematiche inconsce del soggetto non del tutto risolte, irritabilità, ansia, peculiari paure, irrequietezza motoria; in tal caso non basta solo la disassuefazione da fumo ma serve anche affrontare queste immaturità emozionali tramite psico-terapia o con l’ausilio di tecniche ipnotiche per risolvere il problema.
Autori: Dott. Pasquale Caponnetto, Dott. Riccardo Polosa