La domanda di un utente svapatore:
- Prof. Polosa, da tempo si parla della pericolosità del diacetile e della sua presenza (spesso non dichiarata) negli aromi e negli eliquids per e-cig. Ma come Lei e il Dr. Farsalinos avete più volte sottolineato, le sigarette di tabacco contengono quantità di diacetile enormemente superiori anche ai “peggiori” eliquids. E allora, come mai non si ha notizia (per lo meno, sugli organi di informazione destinati ai “profani” come me) di casi di bronchiolite obliterante causati dal fumo di tabacco? Il numero di questi casi è veramente irrisorio o nullo, oppure semplicemente vengono ricompresi implicitamente nel grande coacervo delle malattie fumo-correlate?
La risposta del prof. Riccardo Polosa:
Carissimo,
Intanto ti ringraziamo per la domanda perché ci permette di affrontare un argomento complesso e di grande importanza. Come abbiamo precisato in alcuni studi pubblicati su riviste di settore, la Bronchiolite Obliterante è una diagnosi patologica (bisogna effettuare una biopsia per la conferma diagnostica), mentre la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è principalmente una diagnosi clinico-funzionale (la presenza di sintomi respiratori quali tosse cronica, fiato corto e dispnea insieme con la evidenza di ostruzione alla spirometria ne permette la diagnosi).
Il termine “bronchiolite” si riferisce ad un ampio spettro di descrizioni morfologiche causate da eventi infiammatori, anche aspecifici, che si concentrano nelle piccole vie aeree. Le cause che possono portare a questa diagnosi possono essere molto diverse (infettive, autoimmuni e tossiche – come nel caso dei fumatori), ma con un dato patologico comune ad una attenta osservazione al microscopio.
Quindi, si tratta di una diagnosi patologica aspecifica che può anche non essere clinicamente significativa se non collocata in un contesto di risultati clinici e radiografici pertinenti. La possibilità che milioni di casi di BPCO da fumo di sigaretta (indipendentemente dalla presenza o meno di diacetile) possano essere caratterizzati sul piano istopatologico oltre alle ben note alterazioni da BPCO anche da alterazioni bronchiolite aspecifica non può essere esclusa a priori.
Una Ricerca mirata è necessaria per fare chiarezza su questi argomenti. Come spesso accade in Medicina nulla è bianco o nero.
Anzi – per utilizzare metafore mediatiche e accattivanti – esistono tutta una serie di sfumature di grigio.
Prof. Riccardo Polosa
Ordinario di Medicina Interna all’Università degli Studi di Catania
Responsabile scientifico LIAF – Lega Italiana Anti Fumo