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Catania senza fumo – 2

La Lega Italiana AntiFu­mo (LIAF – Onlus) ha rilanciato il ciclo di conferenze “Catania Senza Fumo” con un secondo incontro organizzato presso gli studi televisivi dell’emittente TELECOLOR nell’ambito del programma di Nuccio Sciacca “Medicina e Società” andato in onda Giovedì, 3 Novembre 2005 in prima serata. Il tema dell’incontro è stato “FUMO DI SIGARETTA: DALLA PREVENZIONE ALLA CESSAZIONE”. Ospite d’onore della serata è stato il Prof. David Burns (il primo da sinistra nella foto; seguono nell’ordine il Prof. R. Polosa, il Prof. G. Di Maria, l’On. R. Stancanelli, e Nuccio Sciacca), Professore di Medicina Preventiva presso l’Università della California, nonché autore dei rapporti ufficiali sulla salute e sui rischi legati al fumo di sigaretta per il Dipartimento della Salute degli Stati Uniti, e Membro della Commissione Europea “Tabacco e Salute in Europa”. Insieme con il Prof. Burns, presenti in studio anche l’ On. Avv. Raffaele Stancanelli, Assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali, il Prof. Giuseppe Di Maria, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Specialistica dell’Università di Catania, e Responsabile del Reparto di Pneumologia Universitaria dell’Ospedale Tomaselli, e il Prof. Riccardo Polosa, Responsabile del Centro Antifumo Universitario di Catania, e Presidente della LIAF.

Che la dipendenza dal fumo di sigaretta sia un problema comune nelle varie parti del mondo lo ha sottolineato il Prof. Burns che ha parlato dell’atteggiamento apparentemente contraddittorio dei giovani americani che da piccoli condannano i genitori che fumano ma che poi, una volta raggiunta l’adolescenza, non riescono a resistere alle pressioni di una società esterna che li spinge a provare emozioni nuove e a sperimentare il senso di “appartenenza” ad un gruppo dove i giovani leader fumano. Anche i nostri giovani sperimentano le medesime esperienze, ma alla fine molti di loro si ritrovano con un serio problema di dipendenza alla nicotina che può risolversi solo a costo di grandi patimenti e che spesso richiede l’intervento di specialisti. Ecco allora che a poco vale tassare le sigarette o ad introdurre leggi e norme che vietano il fumo di sigaretta nei locali pubblici in quanto il vizio prevale sempre e comunque di fronte ad ogni aumento di spesa e a qualunque divieto. Tuttavia risulta controproducente “ghettizzare” il fumatore, piuttosto risulta più vantaggioso fargli capire i rischi che corre per la sua salute e che i suoi soldi serviranno solo ad arricchire le multinazionali del tabacco.

Dal dibattito in studio è emerso il confronto di due realtà, quella italiana e quella americana, che si trovano di fatto ad affrontare un problema universale come quello della dipendenza dalla nicotina fra giovani ed adulti in contesti sociali ed economici tuttavia molto diversi. Da qui l’importanza della partecipazione dell’ On. Stancanelli, che, in qualità di Assessore regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali, ha fatto riferimento alla famiglia quale primo importante catalizzatore per la prevenzione del fumo di sigaretta nei giovani adolescenti ed ha indicato quali possano essere gli interventi possibili nello scenario siciliano e quali gli strumenti per attuarli concretamente (es. Legge 328). Il Presidente della LIAF si è detto disponibile a lavorare di concerto con l’Assessorato per la realizzazione di un progetto di largo respiro in cui il nucleo familiare ricopre un ruolo di primaria importanza nella prevenzione del fumo di sigaretta nei giovani adolescenti.

Nel corso della trasmissione è stato affrontato anche il ruolo dei Centri Antifumo sul territorio; ecco allora l’appello del Prof. Polosa affinché i politici si impegnino seriamente sulla creazione di nuovi Centri Antifumo accreditati, di modo che i fumatori che vogliano smettere di fumare possano avere la possibilità concreta fruire di questi servizi e di queste professionalità.

Nel corso del programma televisivo è stato anche trasmesso un sondaggio condotto per le strade della città di Catania e sono state passate in diretta alcune telefonate del pubblico a casa. In ambedue i casi è emerso che la gente smetterebbe di fumare principalmente per problemi di salute. Ecco allora l’impegno per un futuro prossimo di creare altri Centri Antifumo, di insistere con le campagne educative e di aiutare con tutti i mezzi a disposizione quelli che mostrano l’intenzione di voler contrastare l’abitudine di fumare.

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