L’evento, moderato dalla Prof.ssa Carla Bruschelli, ha avuto tra i suoi relatori anche il Prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo, e docente di Medicina Interna presso l’Università di Catania. Tema dell’intervento, il paziente con BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) con dipendenza dal fumo, che ha definito “difficile, perché ha uno storico prolungato che ha creato una forte alleanza con la sigaretta. Dunque, smettere di fumare lo porta a una grande forma di infelicità, perché rappresenta una perdita”.
Oggi però, il Ministro della sanità Neil O’Brien ha alzato ancora l’asticella: per raggiungere l’obiettivo di un’Inghilterra smokefree verranno consegnati a circa 1 fumatore ogni 5, ovvero un milione di individui, un kit per il vaping gratuito, insieme alla possibilità di usufruire di assistenza motivazionale professionale.
Chi fuma ha il 44% di rischio in più di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a chi non fuma, sopratutto in presenza di fattori come sedentarietà, sovrappeso o predisposizione genetica.
A partecipare all'evento, coordinato dal prof. Ronny Lesmana (docente di Fiosiologia della Facoltà di Medicina dell'Università di Padjadjaran e membro del progetto Replica) anche l'ambasciatore italiano a Jakarta, Capo dell'Ufficio economico e commerciale, Giovanni Finarelli. Con lui il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa che ha portato i saluti dell'ateneo catanese alla kermesse indonesiana.
“Quasi tutti nella mia famiglia fumavano. Ho iniziato a fumare nel 1969 all'età di 10 anni. Ho rubato la mia prima sigaretta a mio nonno. Lo ammiravo e volevo essere come lui. Ho fumato dal 1969 al 2015. Non sono riuscita a smettere di fumare così tante volte che ho rinunciato anche a provare a smettere. Nel 2014 ho iniziato a usare i prodotti elettronici a rilascio di nicotina soprattutto se mi trovavo in luoghi in cui non potevo fumare. Circa quattro mesi dopo, mi sono resa conto di aver smesso di fumare senza averlo programmato”.
Il modello svedese combina le raccomandazioni della Convenzione quadro dell'OMS Framework Convention for Tobacco Control (FCTC), tra cui la riduzione dell'offerta e della domanda di tabacco, il divieto di fumare in determinati luoghi, ma aggiunge un elemento importante: l'accettazione dei prodotti senza fumo come alternative meno dannose.
Polosa a Motore Sanità: "Bisogna smetterla di enfatizzare i rischi senza considerarne i benefici. L'Italia deve riaccendere i riflettori sulla sensibilizzazione antifumo, integrando il principio di precauzione con quello del rischio ridotto"
Secondo la prof.ssa Agata Zappalà dell’Università di Catania, un sano regime alimentare e la predilezione di alcune macrocategorie di alimenti può aiutare i fumatori che stanno smettendo di fumare. Ma attenzione a non fidarsi del marketing alimentare che vende integratori con millantati effetti miracolosi per la salute del fumatore