In sintesi, quando i risultati della ricerca vengono interpretati in maniera distorta, intenzio-nalmente o meno, e quando i ricercatori suggeriscono ingiustificatamente risultati favorevoli o sfavorevoli che portano a conclusioni fuorvianti, allora si è in presenza di “spin bias” dei risul-tati.
Chi fuma ha il 44% di rischio in più di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a chi non fuma, sopratutto in presenza di fattori come sedentarietà, sovrappeso o predisposizione genetica.
La cessazione del fumo è l'unico metodo provato utile a migliorare le condizioni della malattia ma è scoraggiante che la maggior parte dei programmi per smettere di fumare non sembrino funzionare per la stragrande maggioranza dei fumatori con BPCO e che, addirittura, molti pazienti continuino a fumare nonostante i loro sintomi.
Il team guidato dall’esperta di riduzione del danno e revisioni sistematiche dott.ssa Renée O’Leary ha analizzato 25 studi per un totale di 1,810 fumatori: ricerche scelte e selezionate nei diversi database internazionali e che dovevano necessariamente riportare test cardiovascolari e analisi condotte su soggetti che avevano sostituito il fumo combusto con quello elettronico e che garantivano una comparazione con le normali sigarette.
Il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, anche per l'anno appena trascorso è stato indicato come uno degli scienziati più produttivi al mondo nel campo della ricerca applicata agli strumenti antifumo. Il prof. Polosa è, peraltro, il più produttivo dell'ateneo di Catania e risulta nella top ten di tutti gli atenei del Sud Italia come autorità più produttiva in ogni ambito della ricerca scientifica. A ribadirlo, anche nel 2022, la classifica ufficiale di Plos Biology.
“Non ci illudiamo - spiega il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR - il peso delle morti per cancro e segnatamente per tumori fumo correlati come quelli del polmone e della vescica non si ridurrà negli anni a venire se non si metteranno in campo strategie di politica sanitaria innovative".
Un gruppo di esperti di salute pubblica di 5 importanti università americane, insieme al procuratore generale dell'Iowa, hanno pubblicato un editoriale sulla rivista ADDICTION richiamando l'attenzione su come il CDC e il Surgeon General degli Stati Uniti perpetuano la disinformazione sulle sigarette elettroniche. Chiedono al CDC di adottare misure concrete per affrontare e correggere gli errori, rafforzando così la sua reputazione.
Si è svolto al Royal College of Physicians (Rcp) di Londra l’E-cig summit, l’evento annuale dedicato alle evidenze scientifiche e alle normative relative alle sigarette elettroniche, che quest’anno celebra il decimo anniversario. Il 2022 segna anche un’altra importante ricorrenza: sessant’anni fa infatti, il Royal College of Physicians pubblicava il primo innovativo rapporto sugli esiti del fumo sulla salute (“Smoking and Health”, 1962), che confermò la correlazione tra il fumo di sigaretta e il cancro ai polmoni.