Esperto nella regolamentazione internazionale per il tabacco, Direttore di Counterfactual Consulting Limited, con il suo blog The Counterfactual Clive Bates è un’autorità internazionale nella lotta contro la disinformazione sullo svapo e sulla Riduzione del Danno da Fumo.
LIAF Magazine lo ha contattato per discutere delle politiche di Riduzione del Danno da Fumo negli Stati Uniti, che ha recentemente visto una nuova impennata del numero di fumatori nel corso del 2020 dopo un periodo di crescente calo nel consumo di sigarette convenzionali. La regolamentazione restrittiva sui prodotti alternativi alle sigarette combustibili, una campagna mediatica aggressiva, insieme a pregiudizi irragionevoli da parte dei legislatori, hanno infatti inferto un duro colpo alle opportunità offerte da questi prodotti.
Nonostante il nuovo presidente Joe Biden abbia recentemente inaugurato un nuovo approccio alla riduzione del danno, il paese ha ancora molta strada da fare per raggiungere una strategia completa ed efficace.
Con l’elezione di Biden alla Casa Bianca l’approccio alle politiche di Riduzione del Danno ha recepito alcuni dei consigli da parte degli esperti. Potrebbe bastare per iniziare a vedere una reale differenza anche per la Riduzione del Danno da Tabacco negli USA?
Il principale cambiamento negli Stati Uniti arriverà quando la Food and Drug Administration riconoscerà la sigaretta elettronica, i prodotti a tabacco riscaldato, e tutti gli altri devices senza combustione come “appropriati per la protezione della salute pubblica“. Questo potrebbe controbilanciare tutte le pressioni contro le Ecig e ristabilire la fiducia dei consumatori persa a causa della disinformazione. L’amministrazione Biden sembra favorevole all’istituzione di regole che riducano il livello di nicotina contenuto nelle sigarette convenzionali. La teoria è che ciò indurrebbe i fumatori a smettere completamente o a passare ad alternative più sicure. Tuttavia, se questa regolamentazione sarà mai approvata è poco chiaro cosi come poco chiare sono le conseguenze. Secondo alcuni, questo potrebbe favorire la creazione di un enorme mercato nero o spingere le persone a passare ad altri prodotti combustibili. Qualunque cosa accada, è fondamentale avere a disposizione un’ampia gamma di alternative a basso rischio per tutti i 34 milioni di fumatori americani ben prima che qualsiasi regola entri in vigore. Le alternative più sicure alla sigaretta tradizionale sono essenziali per il successo di una legge che veda una riduzione della nicotina.
Secondo lei “i divieti sullo svapo potrebbero spingere le persone a passare a prodotti combustibili”. Delle stime recenti hanno evidenziato come vi sia stato un aumento del consumo di sigarette convenzionali negli Stati Uniti durante il 2020, delineando la fine di un periodo di declino del numero di fumatori nel paese. È questo il caso?
C’è stata una diminuzione nei fumatori durante il biennio 2017-2019 e poi nessun calo nel 2020. È probabile che ci siano tre motivazioni principali alla base di questo fenomeno. In primo luogo, l’impatto di una falsa narrazione che ha veicolato il messaggio che la nicotina contenuta nelle sigarette elettroniche produca lesioni polmonari. Nonostante l’aumento dei casi di tale patologia sia stata causata da un agente di taglio aggiunto illegalmente ai liquidi di cannabis, la percezione del pubblico è stata che la responsabilità fosse da attribuire alla nicotina contenuta nelle sigarette elettroniche. In secondo luogo, dal 2019 in poi c’è stato un attacco a tutto campo contro lo svapo attraverso divieti, tasse, e disinformazione sui danni causati dalle Ecig. Terzo, non possiamo escludere l’effetto del coronavirus– forse le persone restando a casa hanno avuto la possibilità di fumare di più o magari lo hanno fatto per la situazione di forte stress e noia.
Perché la sigaretta elettronica è stata così osteggiata dai legislatori negli Stati Uniti nonostante le prove scientifiche sottolineino rischi minori per la salute rispetto alle sigarette convenzionali?
Nella seconda metà dell’ultimo decennio abbiamo assistito ad un’impennata nelle vendite di sigarette elettroniche che ha ridotto drasticamente le vendite di sigarette tradizionali. Questa “insurrezione” tecnologica è stata guidata dall’innovativo prodotto Juul, che combina una buona farmacocinetica della nicotina con un formato compatto e intuitivo. Negli Stati Uniti Juul stava contrastando in maniera efficace il commercio di sigarette combustibili fino a quando si è scatenata una paura generalizzata sull’uso di questi prodotti da parte dei giovani e giovanissimi. Per questo, le sigarette elettroniche sono state demonizzate attraverso un’enorme campagna mediatica anti-svapo che si è focalizzata sul divieto degli aromi, degli e-liquid, e sull’aumento delle tasse. Il processo normativo della FDA ha applicato un’ulteriore pressione asimmetrica, rendendo la vita difficile alle aziende di svapo e deviando le loro risorse verso la parte burocratica piuttosto che convertire i fumatori verso prodotti meno rischiosi. Infine, c’è stata un’enorme campagna di disinformazione che ha esacerbato rischi inesistenti delle sigarette elettroniche. Ad esempio, un focolaio di gravi lesioni polmonari negli Stati Uniti è stato attribuito allo svapo di nicotina, ma la vera causa era un agente tagliente aggiunto alle penne per vaporizzatori di cannabis (THC) – niente a che fare con lo svapo.
Gli Stati Uniti hanno sempre avuto una storia controversa nei confronti della riduzione del danno da tabacco e, in particolare, delle sigarette elettroniche come strumento efficace per smettere. Considerato il fallimento dei divieti e delle politiche restrittive finora seguite, quali dovrebbero essere le politiche che i responsabili politici a Washington dovrebbero adottare per ottenere un’efficace politica antifumo?
La FDA utilizza un processo di valutazione e autorizzazione caso per caso estremamente oneroso. Ciò comporta produrre una documentazione infinita per migliaia di prodotti quasi identici ed è così impegnativo da offrire enormi vantaggi alle aziende più grandi. Il giusto approccio alla regolamentazione fiscale dovrebbe essere una regolamentazione “proporzionata al rischio”, utilizzando standard e risultati generalizzati sul rischio delle diverse categorie di prodotti per fornire protezione ai consumatori. Ciò significa essere molto più severi con i prodotti combustibili ad alto rischio e concentrarsi sulle necessarie tutele dei consumatori per i prodotti a basso rischio. Ad esempio, tasse elevate sulle sigarette e tasse basse o nulle sulle sigarette elettroniche. Divieto di pubblicità di sigarette, ma controlli su temi e posizionamento di annunci di sigarette elettroniche. Avvertenze grafiche sulla salute sui pacchetti di sigarette, ma messaggi più sfumati che incoraggiano il passaggio al confezionamento delle sigarette elettroniche. La regolamentazione e la politica fiscale dovrebbero incoraggiare la migrazione da prodotti ad alto rischio a prodotti a basso rischio e incoraggiare l’innovazione nei prodotti a basso rischio, in modo che l’incentivo al passaggio si rafforzi nel tempo.
Antonino D'Orto, giornalista, laurea in Comunicazione e Relazioni internazionali è impegnato da anni nella comunicazione istituzionale ed Ufficio Stampa. Per LIAF Magazine si occupa di Esteri, Riduzione del Danno da Fumo, geopolitica sanitaria.