Si è conclusa a New Delhi la Settima Conferenza delle Parti organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma tanti i nodi da sciogliere che si evincono dal comunicato stampa diffuso ieri dal COP7, da cui emergono chiaramente le contraddizioni ed ambiguità che hanno contraddistinto la Conferenza fin dall’inizio dei lavori.
Gli annunciati atti risolutivi riguardanti l’implementazione delle politiche di controllo del tabacco non sono stati adottati, e non, come ha affermato la Direttrice del Segretariato, Dr. Vera Luiza da Costa e Silva, a causa delle presunte interferenze delle multinazionali del tabacco all’interno della riunione – che alla stessa non avevano accesso – , quanto per una sostanziale incapacità delle parti di trovare una posizione comune.
In merito alle sigarette elettroniche (Electronic Nicotine Delivery System), il verdetto del COP7 è stato invece molto chiaro: “le Parti che non hanno ancora vietato l’importazione, la vendita e la distribuzione di tali dispositivi, sono invitate a considerarne o la proibizione o la regolamentazione come farmaci o come prodotti del tabacco.” L’unica vera apertura ad un approccio più favorevole alle e-cig risiede nella richiesta di ulteriori ricerche scientifiche per dimostrare l’impatto sulla salute umana, soprattutto nel lungo termine.
Inoltre, altri temi fondamentali che dovevano essere approfonditi durante il COP7, come la necessità di ampliare le ricerche che prestino attenzione ai gruppi vulnerabili che fanno uso di tabacco, sono stati solo accennati, senza comprenderne evidentemente l’importanza.
“La sceneggiatura dello spettacolo a New Delhi era prevedibile. Lotta serrata alle e-cigs con esclusione di pubblico, NGO e giornalisti sin dal primo giorno di lavoro. Non riesco a capire come decisioni così importanti debbano essere prese a porte chiuse senza il coinvolgimento dei diretti interessati. Tuttavia, anche se per molti aspetti negativo, il documento riconosce che la e-cig è una realtà in divenire che va implementata mediante regole che ne garantiscono qualità e sicurezza e si è evitata l’adozione di norme altamente penalizzanti” dichiara il coordinatore del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica, prof. Riccardo Polosa. “Un risultato positivo, viste le premesse: le prove portate anche dal nostro Comitato Scientifico in questi ultimi mesi hanno dimostrato che si tratta di un prodotto che non va vietato, ma implementato, in termini di innovazione e ricerca per l’obiettivo di salvare milioni di persone che si ammalano e muoiono per i danni derivanti dall’utilizzo del tabacco. Proprio oggi, ad esempio, sono stati diffusi i risultati di una recente ricerca, firmata da alcuni membri del Comitato e pubblicata sull’International Journal of Environmental Research, che dimostra come anche nel caso di pazienti ipertesi che hanno smesso grazie alla ecig si registri una importante riduzione della pressione sanguigna” conclude Polosa.
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.