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Dopo 38 anni di fumo diventa svapatore:”Pensavo a quanto mi sarebbe rimasto da vivere”

450 casi di malattie polmonari e sei morti: si apre così il bilancio della settimana negli Stati Uniti, con Donald Trump sempre più intenzionato a ritirare dal commercio i prodotti aromatizzati per le sigarette elettroniche, seguendo l’esempio di città come San Francisco, dove la vendita è già stata vietata. E intanto sul The Times, ecco un articolo che riporta il commento del prof. Riccardo Polosa.

Anche in Europa cresce la tensione: è stata fortemente criticata la nota pubblicata da Public Health England che definiva le sigarette elettroniche 20 volte più sicure di quelle tradizionali.

Ed è in questo contesto che si inserisce la storia di Stephen Bleach, pubblicata sul Times: accanito fumatore di Marlboro rosse per 38 anni, grazie alla sigaretta elettronica ha migliorato il proprio stile di vita e le proprie condizioni di salute.

“Il tabacco mi faceva puzzare. Mi costringeva ad uscire dall’ufficio, rabbrividendo per il nevischio di febbraio. Mi ha invecchiato la pelle, rendendola piena di rughe e i miei denti sono diventati marroni. Mi faceva tossire e ansimavo ogni qualvolta accennavo una corsa. Mano a mano che gli anni passavano cominciavo a pensare a quanto mi restava da vivere”.

La storia di Stephen è simile a quella di molti altri fumatori nel mondo: è passato dalle gomme alla nicotina ai cerotti, senza risultato. Ha pensato di farsi le proprie sigarette, convincendosi che fossero meno cancerogene di quelle confezionate.

Nel 2017 compra la prima sigaretta elettronica non perché volesse provare un ultimo tentativo, ma solo perché sembrava “pulita e facile da usare”.  

“É stata una rivelazione. Mi forniva tutto quello di cui avevo bisogno senza la puzza e i danni da prodotti cancerogeni”.

Riguardo le morti sospette negli Stati Uniti, di cui ancora non si conosce il fattore comune, sempre ammesso che ci sia, il fatto di utilizzare prodotti con THC o acetato di vitamina E rende la situazione diversa rispetto a quella europea.

“A differenza dell’America, tutte le sigarette elettroniche prodotte da noi hanno standard di controllo e produzione molto severi, approvati dalla Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency”.

Intervenuto sulla questione, il prof. Riccardo Polosa del CoEHAR ha dichiarato “L’ago non è la causa di una overdose, dunque non incolpiamo lo strumento (la sigaretta elettronica, ndr) per la malattia. Non si dovrebbero confondere i pericolosi prodotti da svapo contenenti marijuana provenienti dal mercato illegale con le sigarette elettroniche a base di nicotina con licenza utilizzate per smettere di fumare da milioni di persone nel mondo”.

Secondo Clive Bates, ex direttore di ASH, Action on Smoking and HealthQueste morti sono da collegare a prodotti a base di marijuana illegali, ma vengono strumentalizzate per intensificare un panico morale già esistente. Il bando proposto da Trump significa semplicemente che meno persone passeranno dal tabacco alla sigaretta elettronica. Proteggerà il tabacco da un concorrente forte, portando a più fumatori e molte più morti. Non posso pensare a un modo di agire meno scientifico ed etico di questo”.

La questione rimane. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità parliamo di 8 milioni di morti fumo correlate all’anno.“Una volta disassociato dalla tossicità del fumo del tabacco, la nicotina non è più causa di gravi problematiche mediche” ha dichiarato Polosa “così contrastarne il consumo a vita diventa una posizione morale, non una scientifica.

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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