“Ci vorrebbero centinaia di svapatori, decenni di monitoraggio e ingenti finanziamenti per riuscire a stabilire definitivamente, in uno studio prospettico, gli effetti a lungo termine della sigaretta elettronica sulla salute polmonare. Ma si possono già evidenziare miglioramenti immediati nelle funzionalità delle vie aeree e nei sintomi respiratori in quei fumatori che sono passati all’e-cig” – è questa la dichiarazione del prof. Riccardo Polosa a margine della sua pubblicazione uscita oggi sulla nota rivista scientifica BMC Medicine.
Il polmone è il primo a subire gli effetti devastanti del fumo di sigaretta dunque, per analogia, e considerando che la sigaretta elettronica viene inalata, è ovvio dedurre che il sistema respiratorio sia il primo a dover essere studiato per rintracciare eventuali effetti dannosi derivanti dalla presenza di sostanze chimiche nell’e-cig.
Una maniera meno costosa e più fattibile rispetto al grande studio prospettico menzionato sopra, è quella di esplorare la tossicità e lo stress ossidativo provocato dal vapore di sigaretta elettronica direttamente sulle cellule epiteliali del polmone, attraverso uno studio in vitro, cioè riprodotto in provetta. Il punto negativo di questo tipo di studi è che non riflettono la realtà fattuale dell’organismo vivente perché non riescono a riprodurre le normali condizioni di esposizione al vapore. Per questo in letteratura si trovano spesso risultati divergenti, con alcuni autori che evidenziano livelli bassissimi o nulli di tossicità ed altri che dicono esattamente l’opposto.
Nonostante ciò, la maggior parte di questi studi in vitro suggerisce solo qualche effetto irritante non specifico dovuto all’esposizione al vapore, pienamente in linea con molti sondaggi e trial clinici che riportano effetti transitori come irritazione alla gola, bocca secca e tosse. “Ad oggi, non c’è alcuna evidenza scientifica che dimostri eventi avversi significativi sul polmone, perlomeno in acuto” commenta Polosa nell’articolo – “Passare alla sigaretta elettronica porta quasi a una normalizzazione dei livelli tossici di monossido di carbonio nel respiro esalato del fumatore”.
Una terza via per studiare gli effetti dell’e-cig sul polmone è quella sviluppata dall’Università di Catania, dove il team del prof. Polosa ha avviato un programma di ricerca clinica integrata caratterizzata da un approccio semplice e minimale ma che guarda agli effetti respiratori sia sui fumatori “in salute” sia sui fumatori con una preesistente malattia polmonare. Lo studio è ancora in corso, ma i primi risultati sono incoraggianti perché evidenziano un effetto benefico derivante dall’uso dell’e-cig in relazione agli esiti respiratori, su entrambe le popolazioni.
In un anno di monitoraggio sui fumatori in salute, si è osservata una sostanziale riduzione dell’ostruzione delle vie aeree periferiche; e anche sui fumatori con asma pregressa, si sono registrati sostanziali miglioramenti nella fisiologia respiratoria e nel controllo dei sintomi asmatici.
Per i fumatori con BPCO – broncopneumopatia cronica ostruttiva – non sono stati effettuati studi clinici sull’efficacia e sicurezza dell’e-cig, ma un piccolo studio retrospettivo effettuato presso l’Ateneo catanese in tre soggetti con BPCO, passati volontariamente alla sigaretta elettronica, ha evidenziato miglioramenti nella qualità della vita e una riduzione del numero di esacerbazioni della malattia, senza riportare eventi avversi significativi.
Un sondaggio condotto dal team del greco Kostantinos Farsalinos su più di 19.000 svapatori, tra cui vi erano anche soggetti con asma o BPCO, ha inoltre evidenziato che: tale miglioramento avviene nel 65.4% e 75.7% dei casi, rispettivamente; gli svapatori regolari hanno migliori risultati rispetto ai dual users; più di un terzo di questi soggetti ha persino diminuito il dosaggio dei farmaci per il trattamento di tali malattie o li ha eliminati del tutto.
Presi tutti insieme, questi studi provano che l’uso della sigaretta elettronica può ridurre sostanzialmente il danno provocato dal fumo al sistema respiratorio.
“Ulteriori ricerche sono sicuramente necessarie per aiutare a ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’uso dell’e-cig, fornendo risposte a standard di produzione e di qualità sempre più avanzati. Ma abbiamo già delle prove a sostegno di un miglioramento immediato dei sintomi respiratori nei fumatori, con e senza malattie polmonari preesistenti. Questo importante aspetto dovrebbe essere tenuto in considerazione dagli enti regolatori che stanno cercando di adattare misure proporzionate per l’intero settore dell’e-cig” – conclude Polosa.
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.
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