L’endotelio è un tessuto che ricopre la parete interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore. Ma anche se strutturalmente sempre uguale, a seconda dell’organo in cui si trova assume caratteristiche peculiari.
Tra i fattori che contribuiscono ad alterare la normale risposta dell’endotelio vi è il fumo di sigaretta, il precursore di danni al sistema vascolare e patologie quali arteriosclerosi e ipertensione.
La combustione della sigaretta, infatti, sprigiona una serie di componenti tossici che impediscono la normale riparazione del sistema endoteliale, agendo in maniera dannosa sui meccanismi quali l’inibizione della migrazione delle cellule endoteliali.
Ridurre l’esposizione a questi componenti tossici può rappresentare una strategia valida per ridurre l’effetto dannoso sull’endotelio e, di conseguenza, l’insorgenza di patologie cardiovascolari.
Se il fumo di sigaretta è così dannoso, quali possono essere gli effetti delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato su tali meccanismi?
Numerosi studi internazionali hanno valutato gli effetti del fumo sul sistema vascolare: in particolare, una ricerca condotta da Taylor e colleghi del 2017 ha mostrato che le cellule endoteliali esposte al vapore di sigaretta elettronica mantengono la loro capacità di riparare efficacemente delle piccole ferite che possono generarsi per diversi motivi nei vasi sanguigni, a differenza delle cellule endoteliali esposte ai sottoprodotti del fumo di sigaretta, che risultano invece fortemente limitate in questa funzione di riparazione.
I ricercatori del progetto Replica, uno dei progetti di maggior successo del CoEHAR, che negli ultimi due anni ha replicato gli studi internazionali di maggior rilevanza nel mondo della riduzione del danno grazie a un network di laboratori indipendenti, dimostrando la ridotta tossicità delle sigarette elettroniche e creando standard di riferimento per la ricerca scientifica, hanno voluto riprodurre in condizioni indipendenti i risultati dello studio di Taylor: una scelta, quella del team di ricerca di Replica, necessaria per garantire una maggiore validità ai dati ottenuti dagli studi empirici.
Lo studio “Comparative assessment of electronic nicotine delivery systems aerosol and cigarette smoke on endothelial cell migration: the Replica Project” ha messo a confronto gli effetti di tre dispositivi elettronici a rilascio di nicotina commerciali e una sigaretta classica.
Seguendo gli standard di riferimento internazionali ed utilizzando gli strumenti più innovativi del settore, i dati rilevati dai ricercatori del CoEHAR hanno confermato i risultati della ricerca di Taylor: le sigarette elettroniche non inducono l’inibizione della migrazione delle cellule endoteliali in vitro rispetto al fumo di sigaretta, e riducono significativamente il tipico danno da fumo sul sistema vascolare.
Ancor di più, i ricercatori CoEHAR hanno aggiunto allo studio originale una comparazione con due prodotti a tabacco riscaldato molto diffusi e hanno dimostrato che anche per questi prodotti gli effetti sono molto meno pronunciati di quelli osservati con il fumo di sigaretta.
Lo studio, condotto grazie alla collaborazione di quattro laboratori internazionali, ha confermato che le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono caratterizzati da un effetto citotossico di almeno il 95% inferiore rispetto alle sigarette convenzionali, e, sempre rispetto alle stesse, mostrano una risposta migliore (di circa il 100%), a parità di quantità di nicotina rilasciata.
Gli esperimenti sono stati condotti e convalidati utilizzando gli standard ISO, CORESTA e HCI e protocolli simili alle normali condizioni d’uso.
“Come dimostrato nei precedenti studi condotti da Replica, il danno prodotto dalla sigarette elettroniche è significativamente inferiore rispetto a quello prodotto dalle sigarette convenzionali” ha spiegato il prof. Massimo Caruso, autore dello studio e co-project leader di Replica “ma la scoperta interessante è che passare a prodotti senza combustione riduce i danni al sistema vascolare e previene la possibilità di insorgere in malattie fumo correlate come l’arteriosclerosi e l’ipertensione”.
Il metodo utilizzato dai ricercatori è stato quello di ricreare artificialmente piccole lesioni sulla superficie cellulare, valutando se a seguito dell’esposizione all’aerosol o fumo di ogni singolo prodotto queste cellule riuscissero a riparare il danno provocato.
I risultati sulla capacità delle cellule endoteliali di guarire la ferita in seguito all’esposizione al fumo di sigaretta e all’aerosol di sigaretta elettronica dei quattro laboratori internazionali coinvolti in questo studio hanno confermato i risultati riportati nello studio originale.
Replicando i risultati ottenuti dagli studi sulle sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, i ricercatori del CoEHAR dell’Università di Catania e i partner internazionali hanno dimostrato che questi dati sono solidi e affidabili.
“I risultati di questo studio hanno una forte rilevanza nel campo della prevenzione per la salute umana – ha aggiunto il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa – considerati i danni che il fumo di sigaretta crea nell’apparato cardiovascolare ed il fallimento delle attuali strategie antifumo. Questi dati rappresentano informazioni scientifiche utili a supporto del processo di regolamentazione di questi prodotti che possono rivelarsi validi al fine di sviluppare efficaci strategie di riduzione del danno basate sulle evidenze scientifiche”.